Atti dei congressi nazionali

1999

Sessione 3 - relazione 1

La  certificazione  professionale

 IID Monica Casati

Direttore “Scenario “  Organo Ufficiale ANIARTI

Sezione Corso DUI Bergamo, Università degli Studi  di Milano

 

 IID Sonia Gualtieri

Dipartimento  Emergenza  Reggio Emilia 

 

 DDSI Sebastiani Stefano

Servizio di Anestesia e Rianimazione  pediatrica  - Policlinico S.Orsola-Malpighi – Bologna

 

Si può considerare l'accreditamento professionale infermieristico come un processo influenzato da tre aspetti fondamentali:

1.      dimensione sociale, culturale e politica del paese in cui il processo si sviluppa;

2.      filosofia, logica e struttura del servizio sanitario del paese;

3.      cultura professionale espressa dagli infermieri.

Assumono particolare importanza, tra i fattori caratterizzanti i processi di accreditamento:

1.      il finanziamento dei livelli di assistenza (il tipo di finanziamento, sia esso pubblico, privato, misto);

2.      l'autonomia decisionale degli utenti;

3.      il riconoscimento dell’autonomia stessa all'interno dei singoli paesi;

4.      gli investimenti in risorse umane e nella ricerca.

Il Consiglio dell'Unione Europea attraverso la Raccomandazione UE (97) 17, da poco tempo considerata dal nostro paese, propone delle indicazioni per definire dei meccanismi di programmazione e verifica dei livelli di erogazione delle prestazione sanitarie.

Questo documento, partendo dalla considerazione che il miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria è una materia relativamente nuova e non completamente sviluppata, propone delle indicazioni sugli elementi importanti per lo sviluppo, tra cui compaiono:

1.      l'eccellenza professionale e l'uso efficiente delle risorse;

2.      i buoni risultati assistenziali;

3.      il ruolo degli operatori;

4.      l' empowerment dei pazienti;

5.      la maggiore affidabilità delle professioni e delle organizzazioni sanitarie.

L'eccellenza professionale è inserita, anzi costituisce una chiave di volta, nel processo destinato al miglioramento delle cure.

Il processo di valutazione, con un carattere strutturale e sistematico, deve essere parte integrante e permanente del lavoro quotidiano di tutte le professioni coinvolte nelle attività sanitarie.

La raccomandazione indica che l'esperienza dimostra come la qualità dell'assistenza si promuova meglio rinforzando le opportunità degli operatori sanitari all'auto‑valutazione e all'auto‑regolamentazione, piuttosto che imponendo loro misure punitive di controllo.

Evoluzione

Nella Carta di Riccione, Basaglia descrive l'accreditamento professionale come un enzima per l'aumento della qualità delle prestazioni sanitarie.

Questo enzima è stato ideato nei primi anni del 1900 per l’esigenza di esercitare una forma di controllo non coercitiva sugli ospedali, per assicurare un giusto riconoscimento professionale e per dirigersi verso un diffuso miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria.

Esso viene studiato negli USA già nel 1912 da alcuni chirurghi dell’American College of Surgeon) che iniziano ad interrogarsi sull'argomento;  solo nel 1917 vengono definiti i primi standard minimi.

Nel 1952 nasce la Joint Commission of Accreditation Hospitals [JCAHO], un organismo di natura volontaria senza scopo di lucro e non governativo che ha l'obiettivo di creare ed aggiornare gli standard e di condurre attività di accreditamento.

Nel 1958, in Canada, viene costituita una commissione che riceve dal governo l'autorizzazione all'accreditamento di organizzazioni ospedaliere.

Nel 1960 in Australia alcune associazioni professionali danno origine ad un'organizzazione non governativa che dal 1974 ha un'operatività effettiva. Questo evento ha promosso in Australia il dibattito sull'argomento.

Nel 1979, per iniziativa di alcuni professionisti, nei Paesi Bassi nasce, il CDO (Istituto per la qualità dell'assistenza sanitaria) un consorzio costituito dalle associazioni professionali, da rappresentanti delle assicurazioni pubbliche e private e del governo, con l'obiettivo del miglioramento continuo della qualità. È questo l'inizio della diffusione del nostro enzima nel vecchio continente.

In Gran Bretagna, infatti, nel 1989 nasce il King’s Fund Centre. Esso propone la sperimentazione di un audit organizzativo, con adesione volontaria, per valutare le attività assistenziali e i risultati dell'assistenza sanitaria con l'obiettivo di promuovere l'autovalutazione interna dei servizi sanitari stessi, fornendo un supporto e uno status di accreditamento.

È interessante rilevare che, in questo processo, veniva dato un forte peso al consenso dei professionisti per accreditare le strutture. Questo sviluppo è originato dalla necessità di promuovere la crescita delle organizzazioni ma, nel tempo, ha assunto nuovi significati per il bisogno, sentito dai governi, di avere maggiori informazioni e garanzie, sulla qualità dell'assistenza. 
In questo paese oggi esistono una pluralità di organismi che offrono sistemi di accreditamento professionale ed ognuno di essi ha una sua importanza, un suo status; ogni singolo "accreditamento" assume quindi una rilievanza diversa relativamente allo status dell'organismo certificante.

L’associazione americana degli infermieri dell'emergenza [ENA-Emergency Nurses Association] si è posta delle domande sulla certificazione (nella nostra accezione di accreditamento professionale) alle quali ha dato delle risposte interessanti.

Si riportano brevemente quelle ritenute più significative.

§         Cosa significa certificazione?

1.      dimostrare il più elevato livello nella pianificazione, valutazione, insegnamento e collaborazione;

2.      avere un'elevata autostima:

3.     impegnarsi per lo sviluppo personale e proseguire nella crescita professionale.

§         Cosa significa certificazione per i clienti, le istituzioni e la professione?

Essa significa:

1.      per i clienti: validazione di conoscenze più avanzate di quelle di base.

2.      per le istituzioni: garanzia della professionalità degli operatori per la qualità delle cure e per dimostrare di avere uno staff qualificato.

3.      per la professione: dimostrazione della professionalità e dell'apprendimento.

Nei diversi documenti vi è consenso su alcuni punti centrali; si sostiene che se l'obiettivo che si vuole raggiungere è veramente quello di migliorare la qualità delle cure (nel senso di efficacia ed appropriatezza), allora l'accreditamento professionale non può essere altro che condotto e realizzato con la revisione tra pari, attraverso un processo di tipo volontario e non coercitivo.

Esso, inoltre, non dovrebbe puntare ai livelli minimi di prestazione ma all'eccellenza, poiché la qualità dell'assistenza è fortemente influenzata dalla competenza dei professionisti.

Da più parti si pone l'accento sul fatto che l'accreditamento professionale aumenta le possibilità di lavoro e di spendibilità della professionalità e, non ultimo, aumenta le possibilità di progressione economica degli infermieri certificati.

Altri elementi indispensabili sono la coesione e la coerenza interna tra i diversi elementi dei diversi sistemi di accreditamento, siano essi professionali o istituzionali; viene comunque ribadito come quello istituzionale dovrebbe avere una caratteristica di autorizzazione all'esercizio e dovrebbe essere pressoché obbligatorio, mentre quello professionale volontario e all'eccellenza.

Risulta rilevante, quindi, la regolamentazione di tutto il processo di accreditamento professionale, nel più generale processo di accreditamento delle strutture.

Bibliografia

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28/12/2000