Atti dei congressi nazionali

1999

Sessione 1 - Saluti 
Saluti
 
Prof. Gerardo Martinelli
Presidente SIAARTI (Associazione degli Anestesisti Rianimatori Italiani)
 
 
Grazie presidente e buongiorno ai signori congressisti.
E’ veramente un onore ed un piacere per me portare il saluto della Società scientifica degli anestesisti e degli intensivologi Italiani, la SIAARTI, che ha molta assonanza con l’ANIARTI. Porto molto volentieri il saluto della nostra società ai lavori del vostro 18° Congresso, ai lavori della vostra società, che oggi diventa maggiorenne.
In questi 18 anni avete assunto quella qualificazione a cui accennava prima il presidente Drigo. Avete fatto dei passi, grossi, la cui profilazione sul lavoro concreto, si fa sentire.
Sono solito dire che al centro dell’Azienda, che voglio ancora chiamare ospedale, la centralità è rappresentata dal paziente e subito dopo il paziente viene il personale infermieristico e quindi arriva la classe medica.
E’ una triade questa che realizza quello che è il supporto importante dell’ospedale.
Considero l’ospedale e viene considerato dalle istituzioni il luogo di ricovero e cura per il malato vero, tra cui annoverare il malato acuto e grave, il malato critico.
E nell’ospedale insieme, il personale infermieristico e medico cerca di affrontare, alleviare, curare e risolvere i problemi tipici e caratteristici della gravità.
Ho sentito il presidente che, nel suo breve discorso introduttivo, parlava un linguaggio comune. Credo che gli infermieri di area critica abbiano già raggiunto questo linguaggio univoco e comune. Credo che sia altrettanto importante che il tema fondamentale che oggi trattate, quello dell’accreditamento e della certificazione in area critica, sia di enorme valenza ed importanza.
Io cercherò di seguire i lavori anche perché lo stesso indirizzo della Società scientifica di cui mi onoro di essere presidente, è quello di realizzare questa nuova fase dell’accreditamento, della certificazione, attraverso processi e professionalità che sono un po’ la luce del sole.
Mi fa anche piacere che questo tema sia stato scelto e svolto qui in Bologna.
Questa Regione si è interessata già del processo di accreditamento nei confronti delle case di cura accreditate, di determinate strutture e, lo dico con una punta di orgoglio, nei confronti della Rianimazione del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, che attraverso questo processo, non ha ancora avuto l’accreditamento, perché deve ancora ottemperare a delle procedure, che non sono ancora congrue.
Questa è la strada maestra, questa è la strada a cui ci si richiama come medici, come infermieri, come universo nell’ospedale, verso questa formula nuova alla quale bisogna credere, perché bisogna razionalizzare le risorse, che non sono infinite, come diceva Drigo prima, e quindi siamo chiamati a dare un contributo importante a questa Riforma-ter.
Amici, se mi consentite, le varie riforme magari non sono andate in porto, non dico che siano fallite, ma non sono andate in porto perché non c’è stato il coinvolgimento diretto di chi lavora in ospedale. Credo che, con tutte le critiche possibili che si possono rivolgere nei confronti della Riforma-ter, quanto meno vi è il tentativo del coinvolgimento del personale infermieristico e medico nella gestione vera dell’ospedale attraverso queste formulazioni: l’accreditamento, la certificazione e soprattutto, il terzo punto che ha toccato il presidente Drigo, attraverso quello che si chiama l’aggiornamento.
Voi qui state facendo aggiornamento, nella vostra assise scientifica annuale, nei vostri incontri locali, continuate a fare aggiornamento anche sul luogo del lavoro. Ora, bisogna certificare questo aggiornamento.
Noi ci stiamo attrezzando come anestesisti-rianimatori e come operatori di area critica, per dare valenza e valore a quello che si fa e che voi farete in questi giorni.
Io veramente sono contento di essere qui con voi, di vedere il fervore delle iniziative a livello scientifico, a livello operativo, a livello di impegno sociale, che la categoria degli infermieri di area critica sta dimostrando e dimostra con la vostra presenza qui numerosa.
Quest’aula conta quasi duemila posti e io vi ho contato: siete oltre 1500 e quindi mi complimento con voi lasciando un’ultimissima considerazione.
Il presidente Drigo ha parlato di una prospettive e di orizzonti futuri. Questi sono in mano a noi: sono in mano a voi e a noi medici.
Quanto meno nella formulazione dell’area critica.
Ricordate che sono convinto come voi che l’ospedale è un luogo dove debbono essere accolti e curati i malati veri.
Quindi il personale di area critica, infermieristico e medico, rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’ospedale del 2000.
E allora, se si deve parlare un discorso unico, se la prospettiva e gli orizzonti sono finalizzati alla centralità del malato critico, queste società, la vostra Associazione ANIARTI, la nostra Associazione SIAARTI, tutte le società scientifiche che hanno come oggetto e soggetto il malato critico, non possono nel prosieguo incontrarsi, vedersi, far si che l’obiettivo finale, il malato critico, possa determinare l’arrivo di questi binari che fino adesso sono andati in parallelismo, ma possano in futuro convergere verso la fine di questa situazione allo scopo di darci una mano? Qui da soli non si può continuare a fare il discorso separati, il medico, l’infermiere e quant’altro.
Ci si deve spogliare di questa filosofia di classe e di casta per cominciare a fare il discorso insieme. Ecco l’augurio, oltre alla riuscita della vostra assise scientifica da un punto di vista di qualità, l’auspicio che lascio a voi, che lascio al Consiglio Direttivo dell’ANIARTI, è quello di trovare in futuro dei momenti di concertazione, di vederci e di stare insieme, non tanto per contare di più, ma perché medici ed infermieri siano uniti in quello che è l’obiettivo finale: il paziente critico.
Auguro a tutti quanti voi singolarmente tanta buona fortuna.
Auguro a questo Congresso i maggiori risultati scientifici possibili ed auspico a tutti noi, di incamminarci nel prossimo millennio insieme.
Grazie.

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10/09/2000