Atti dei congressi nazionali

2000

Sessione 1 - introduzione
l perché del 19° Congresso ANIARTI
 
Elio  Drigo
 
Presidente  ANIARTI
La sfida di civiltà di garantire un servizio sanitario di qualità alle persone sarà vinta solo se in questo progetto saranno dedicate le intelligenze e le volontà delle persone che sono maggiormente coinvolte. Gli infermieri sono tra queste: forse i primi.
La scelta dei dipartimenti come modello organizzativo è una scelta molto coraggiosa, sostanzialmente di campo; e scommette sulle persone, sulla loro decisione di realizzare progetti che superano definitivamente logiche di posizione, di immutabilità delle conoscenze e di rigidità delle organizzazioni, chiaramente ormai insostenibili e facenti parte di repertori desueti dalle aggregazioni che, a qualsiasi titolo, si pongono degli obiettivi da raggiungere.
L’idea di fondo dell’organizzazione dipartimentale in sanità è la centralità dei problemi da risolvere, la metodologia scientifica come strumento per adottare soluzioni razionali, l’integrazione delle risorse per ottenere il massimo di risultato perseguibile.
 
Il costante incremento della complessità dei problemi, tecnici, di conoscenza, organizzativi, relazionali, etici, rappresenta una caratteristica tipica dell’assistenza nell’area di criticità della vita delle persone.
Gli infermieri non sono estranei a queste considerazioni: sono sempre stati coloro che hanno condotto, magari nella compensazione di deficienze altrui, il processo di soluzione dei problemi non solo sanitari ma anche organizzativi all’interno delle istituzioni.
 
Partendo da questo quadro, diventa una priorità per gli infermieri esaminare con estrema attenzione il significato dell’organizzazione dipartimentale, comprenderne le implicanze a tutti i livelli, identificare con esattezza la propria collocazione nell’insieme ed il contributo insostituibile da garantire nel contesto.
Queste semplici considerazioni e l’applicazione delle norme che ci riguardano, recentemente intervenute, dicono quanto questo passaggio della sanità italiana rappresenti per gli infermieri un’opportunità per ripensarsi a fondo, per conquistarsi ed esigere sia gli strumenti formativi adeguati alle esigenze, sia gli spazi dell’autonomia per operare con nuova, creativa fantasia oltre che con l’audacia di chi è ben consapevole della funzione sociale primaria e vitale che svolge (nonostante magari il disconoscimento reale).
 
L’Aniarti intende percorrere con decisione questa strada, anche perché rappresenta la concretizzazione di una filosofia propria ormai scontata.
Sulla scorta di questa volontà intendiamo anche promuovere iniziative sostenibili dei primi passi di analisi di elementi dell’assistenza infermieristica e discutere sui risultati, sui metodi ed i percorsi per la ricerca dell’evidenza scientifica del nostro operare quotidiano. Abbiamo costruito tre indagini di osservazione su temi che affrontiamo ogni giorno nel nostro lavoro: i problemi dei parenti dei ricoverati nelle terapie intensive, le prassi utilizzate per la pulizia del cavo orale dei malati di terapia intensiva, l’uso dell’analgesia nelle pratiche dolorose.
Decine di unità operative sul territorio nazionale hanno aderito. La seconda giornata del convegno sarà dedicata a questa esperienza, al metodo utilizzato, ai risultati (parziali), a comprendere inoltre, che gli infermieri devono lavorare sulla base di dati reali e che questi dati possono essere ottenuti con un impegno minimo e coordinato. Soprattutto, vedremo come poter lavorare sulla base dei dati consente di avere argomenti per le proprie decisioni (autonomia) ed essere autorevoli nell’insieme dei professionisti (dipartimento).
 
Il 19° congresso Aniarti vuole anche aprire una finestra sull’evoluzione sentita ed obbligata dell’associazione, in termini di soggetto di aggregazione e validazione delle conoscenze ed esperienze professionali scientificamente provate e documentate. Ricercheremo la definizione degli elementi indicativi e qualificanti di un tale percorso e le prime considerazioni sistematiche sull’impegno che ne deriva. Il risultato di queste riflessioni avrà la funzione di guidare l’orientamento futuro dell’associazione (oltre che dell’essere professionisti infermieri).
La sessione speciale ha questa valenza. Abbiamo ritenuto di dover condividere con un invito, con l’intera professione ed in particolare con le nostre figure più rappresentative questo momento di riflessione ed elaborazione. Il significato di questa condivisione è anche quello di una nuova esigenza di massima integrazione della professione.
La sfida di civiltà degli infermieri potrebbe avere un suo passo fondamentale anche in questo comune strumento di confronto e costruzione sistematica di bagaglio culturale specifico.
I risultati di questo congresso saranno il frutto del lavoro di noi tutti, voglio sottolinearlo, anche per attribuire valore a tutte le risorse e le energie che vengono profuse per l’elaborazione e l’organizzazione di un’iniziativa come questa.
La fatica ed il lavoro di noi tutti deve condurci a comprendere, favoriti anche dalla filosofia che sostiene il tema affrontato, la necessità di rimettere in discussione, in tempi stretti, molti luoghi comuni sull’organizzazione delle strutture sanitarie e sull’integrazione tra strutture e professionisti, di cui si è forse parlato ma assai poco, seriamente, fatto. Dobbiamo convincerci che stiamo vivendo all’interno di una sorta di rivoluzione nel senso più positivo e più impegnativo del termine, nella quale siamo pienamente e personalmente coinvolti per portare il nostro contributo di intelligenza e deontologia.
Ringrazio tutti quanti sono presenti, i nostri colleghi che ci hanno consentito di assentarci dal lavoro per questo evento, quanti hanno lavorato e stanno lavorando per la buona riuscita di queste giornate.
Saluto Annalisa Silvestro, per il suo contributo nel pensiero di questo convegno, vicepresidente Aniarti ma anche presidente della Federazione nazionale dei Collegi IPASVI ed in lei saluto anche tutti gli infermieri italiani.
Buon lavoro a tutti !

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Aniarti: www.aniarti.it

 
 
 
30/03/2001