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- l perché
del 19° Congresso ANIARTI
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- Elio
Drigo
-
- Presidente
ANIARTI
- La sfida di civiltà
di garantire un servizio sanitario di qualità alle persone sarà vinta solo
se in questo progetto saranno dedicate le intelligenze e le volontà delle
persone che sono maggiormente coinvolte. Gli infermieri sono tra queste:
forse i primi.
- La scelta dei
dipartimenti come modello organizzativo è una scelta molto coraggiosa,
sostanzialmente di campo; e scommette sulle persone, sulla loro decisione di
realizzare progetti che superano definitivamente logiche di posizione, di
immutabilità delle conoscenze e di rigidità delle organizzazioni,
chiaramente ormai insostenibili e facenti parte di repertori desueti dalle
aggregazioni che, a qualsiasi titolo, si pongono degli obiettivi da
raggiungere.
- L’idea di fondo
dell’organizzazione dipartimentale in sanità è la centralità dei
problemi da risolvere, la metodologia scientifica come strumento per
adottare soluzioni razionali, l’integrazione delle risorse per ottenere il
massimo di risultato perseguibile.
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- Il costante
incremento della complessità dei problemi, tecnici, di conoscenza,
organizzativi, relazionali, etici, rappresenta una caratteristica tipica
dell’assistenza nell’area di criticità della vita delle persone.
- Gli infermieri non
sono estranei a queste considerazioni: sono sempre stati coloro che hanno
condotto, magari nella compensazione di deficienze altrui, il processo di
soluzione dei problemi non solo sanitari ma anche organizzativi
all’interno delle istituzioni.
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- Partendo da questo
quadro, diventa una priorità per gli infermieri esaminare con estrema
attenzione il significato dell’organizzazione dipartimentale, comprenderne
le implicanze a tutti i livelli, identificare con esattezza la propria
collocazione nell’insieme ed il contributo insostituibile da garantire nel
contesto.
- Queste semplici
considerazioni e l’applicazione delle norme che ci riguardano,
recentemente intervenute, dicono quanto questo passaggio della sanità
italiana rappresenti per gli infermieri un’opportunità per ripensarsi a
fondo, per conquistarsi ed esigere sia gli strumenti formativi adeguati alle
esigenze, sia gli spazi dell’autonomia per operare con nuova, creativa
fantasia oltre che con l’audacia di chi è ben consapevole della funzione
sociale primaria e vitale che svolge (nonostante magari il disconoscimento
reale).
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- L’Aniarti
intende percorrere con decisione questa strada, anche perché rappresenta la
concretizzazione di una filosofia propria ormai scontata.
- Sulla scorta di
questa volontà intendiamo anche promuovere iniziative sostenibili dei primi
passi di analisi di elementi dell’assistenza infermieristica e discutere
sui risultati, sui metodi ed i percorsi per la ricerca dell’evidenza
scientifica del nostro operare quotidiano. Abbiamo costruito tre indagini di
osservazione su temi che affrontiamo ogni giorno nel nostro lavoro: i
problemi dei parenti dei ricoverati nelle terapie intensive, le prassi
utilizzate per la pulizia del cavo orale dei malati di terapia intensiva,
l’uso dell’analgesia nelle pratiche dolorose.
- Decine di unità
operative sul territorio nazionale hanno aderito. La seconda giornata del
convegno sarà dedicata a questa esperienza, al metodo utilizzato, ai
risultati (parziali), a comprendere inoltre, che gli infermieri devono
lavorare sulla base di dati reali e che questi dati possono essere ottenuti
con un impegno minimo e coordinato. Soprattutto, vedremo come poter lavorare
sulla base dei dati consente di avere argomenti per le proprie decisioni
(autonomia) ed essere autorevoli nell’insieme dei professionisti
(dipartimento).
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- Il 19° congresso
Aniarti vuole anche aprire una finestra sull’evoluzione sentita ed
obbligata dell’associazione, in termini di soggetto di aggregazione e
validazione delle conoscenze ed esperienze professionali scientificamente
provate e documentate. Ricercheremo la definizione degli elementi indicativi
e qualificanti di un tale percorso e le prime considerazioni sistematiche
sull’impegno che ne deriva. Il risultato di queste riflessioni avrà la
funzione di guidare l’orientamento futuro dell’associazione (oltre che
dell’essere professionisti infermieri).
- La sessione
speciale ha questa valenza. Abbiamo ritenuto di dover condividere con un
invito, con l’intera professione ed in particolare con le nostre figure più
rappresentative questo momento di riflessione ed elaborazione. Il
significato di questa condivisione è anche quello di una nuova esigenza di
massima integrazione della professione.
- La sfida di civiltà
degli infermieri potrebbe avere un suo passo fondamentale anche in questo
comune strumento di confronto e costruzione sistematica di bagaglio
culturale specifico.
- I risultati di
questo congresso saranno il frutto del lavoro di noi tutti, voglio
sottolinearlo, anche per attribuire valore a tutte le risorse e le energie
che vengono profuse per l’elaborazione e l’organizzazione di
un’iniziativa come questa.
- La fatica ed il
lavoro di noi tutti deve condurci a comprendere, favoriti anche dalla
filosofia che sostiene il tema affrontato, la necessità di rimettere in
discussione, in tempi stretti, molti luoghi comuni sull’organizzazione
delle strutture sanitarie e sull’integrazione tra strutture e
professionisti, di cui si è forse parlato ma assai poco, seriamente, fatto.
Dobbiamo convincerci che stiamo vivendo all’interno di una sorta di
rivoluzione nel senso più positivo e più impegnativo del termine, nella
quale siamo pienamente e personalmente coinvolti per portare il nostro
contributo di intelligenza e deontologia.
- Ringrazio tutti
quanti sono presenti, i nostri colleghi che ci hanno consentito di
assentarci dal lavoro per questo evento, quanti hanno lavorato e stanno
lavorando per la buona riuscita di queste giornate.
- Saluto Annalisa
Silvestro, per il suo contributo nel pensiero di questo convegno,
vicepresidente Aniarti ma anche presidente della Federazione nazionale dei
Collegi IPASVI ed in lei saluto anche tutti gli infermieri italiani.
- Buon lavoro a
tutti !
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