Atti dei congressi nazionali

2000

Sessione 2 - relazione 5
A causa di problemi tecnici si consiglia la visione con Internet exploer per questa relazione
ORGANIZZAZIONE DELLE VISITE E DELL’ATTESA NELLE TERAPIE INTENSIVE ITALIANE.
 
Relatore :  Ferruccio Montecchi
Sala operatoria di cardiochirurgia – A.O. Ospedale San Martino di Genova
 
Paola  Di Giulio
Gruppo di lavoro ANIARTI
 
Questo lavoro rientra in un progetto più articolato, che è stato programmato dalla segreteria scientifica ANIARTI, nel contesto di un indagine descrittiva condotta nelle unità operative di area critica, relativa alla rilevazione de “I bisogni dei familiari dei pazienti ricoverati in terapia intensiva”.
Elaborato il protocollo d’indagine, sono stati predisposti gli strumenti per la sua conduzione ed è stato inviato il materiale necessario, ai responsabili infermieristici delle U.O, precedentemente contattati. Esso era costituito da:
Ø      una nota informativa per il responsabile dell’U.O. e/o dell’ospedale;
Ø      il protocollo dell’indagine: indicazione per la presentazione e la conduzione dell’indagine;
Ø      il questionario da somministrare ai familiari;
Ø      il questionario da somministrare agli infermieri;
Ø      una scheda per la descrizione delle caratteristiche dell’U.O.;
Ø      una scheda per la registrazione da parte del referente dell’indagine, del numero di questionari somministrati ai familiari ed agli infermieri, ed il numero degli stessi ricevuti compilati.
Tale indagine è la proposta di un’esperienza gia condotta in Trentino in un contesto limitato e qui riproposta su scala più vasta con lievi modificazioni. Essa essendo descrittiva non implicava il trattamento di dati personali e si limitava alla sola raccolta di informazioni.
I questionari sono stati inviati tra maggio ed agosto 2000 a 30 centri., e sono pervenuti per l’elaborazione tra luglio ed ottobre 2000.
La rilevazione comportava la compilazione di due questionari, uno per gli infermieri dell’U.O. ed uno per i parenti dei ricoverati. I dati pervenuti, assolutamente anonimi, che sono stati elaborati dovevano soddisfare le seguenti caratteristiche:
ü      Completezza dei dati.
ü      Provenienza da più parti d’Italia.
ü      Possesso di almeno 10 questionari completi.
Sono stati consegnati dai vari responsabili di U.O. 877 questionari, così ripartiti:
ü      468 ai familiari
ü      409 agli infermieri;
Sono stati restituiti compilati 708 questionari, di cui:
ü      379 dai familiari
ü      329 dagli infermieri
Durante l’elaborazione dei dati sono stati scartati 169 questionari perché  non ritenuti idonei, poiché non soddisfacevano i criteri di scelta sopra indicati.
In base ai dati che si possono notare abbiamo avuto una restituzione di questionari completi in ogni loro parte del 80%, sia nel questionario consegnato ai familiari, sia in quello consegnato agli infermieri, con un alta e quindi soddisfacente percentuale di risposta da parte di tutti e due i gruppi. 
 
Le domande contenute nel questionario somministrato, avevano l’obbiettivo di rilevare quali erano i bisogni dei familiari dei pazienti ricoverati nelle rianimazioni e nelle unità coronariche, valutati dal punto di vista, sia  del personale infermieristico, che da quello dei familiari stessi.
 
L’obbiettivo di questa relazione era quello di evidenziare e commentare le caratteristiche logistico/strutturali delle varie U.O. che avevano aderito allo studio, ricavando i dati contenuti nella scheda che accompagnava i questionari inviati ad ogni centro.
 

 
I gruppi scelti, che rispondevano alle caratteristiche, sono stati 25, tra tutti quelli pervenuti.
Nella scheda erano richiesti i seguenti dati:
·        Numeri posti letto;
·        Numero personale infermieristico;
·        Entrata parente:
ü       uno solo per volta;
ü       più di uno contemporaneamente;
·        Visite fuori orario;
·        Visite fuori orario se si:
ü      tutte le volte che il familiare ne ha bisogno; 
ü      solo in situazioni particolari;
·        Quando vengono fornite le informazioni ai familiari:
ü      ogni giorno; 
ü      in alcuni giorni della settimana;
ü      ad orari prefissati;
ü      quando il familiare le chiede;
·        Al colloquio del medico con il familiare è presente l’infermiere o il caposala;
·        Al colloquio del medico con il familiare è presente l’infermiere o il caposala se si:
ü      Sempre; 
ü      solo quando chiamato dal medico; 
ü      solo quando c’è tempo; 
ü      altro;
·        Dove avviene il colloquio:
ü      Corridoio;
ü       nello studio del medico; 
ü      in sala di aspetto; 
ü      altro;
·        C’è una sala di attesa per i familiari;
·        Se si è adiacente alla rianimazione;
·        Con sedie e tavolini;
·        Con divano; 
·        Disponibilità di telefono in sala di attesa o nelle vicinanze; 
·        Disponibilità di bagni vicino alla sala di attesa; 
·        Giudichereste la sala di attesa confortevole; 
·        Esistono libretti informativi sulla rianimazione, orari, servizi disponibili.
 
 
Dei 25 centri scelti 18 (il 72%) sono rianimazioni, mentre 7 (il 28%) sono Utic/subintensive.
 
Ingresso dei familiari:
In 20 centri (l’80%) è permesso l’ingresso di un solo familiare per volta, mentre in 5 (il 20% ) è permesso a  più di uno contemporaneamente.   
Le visite fuori orario sono concesse in 20 centri (l’80%). Di questi 20 centri, 1 centro (il 5%) lo concede tutte le volte che il familiare ne ha bisogno, mentre 19 (il 95%) lo concede solo in situazioni particolari come ad esempio: quando i pazienti necessitano di stimolazioni; sono in grave pericolo di vita, in caso di disorientamento spazio temporale, nei bambini ricoverati.
Le limitazione all’ingresso posto da diversi centri, e spesso correlato a diverse motivazioni, in testa alle quali e posto il pericolo di infezioni; non è però documentato un aumento del rischio infettivo veicolato dai familiari. A volte il permesso non è concesso a più familiari contemporaneamente perché le strutture architettoniche e logistiche non lo permettono. 
 
Quando vengono date le informazioni ai familiari?
Sulla scheda erano previsti 4 tipi di risposta a questa domanda. La prima scelta era: ogni giorno, in questo caso 25 centri (il 100%) ha segnato questa risposta. La scelta successiva chiedeva di indicare se le informazioni ai parenti avvenivano ad orari prefissati: a questa risposta 12 centri (il 48%) ha indicato si, mentre 13 centri (il 52 %) non hanno orari prefissati.
 
Vi è la presenza dell’infermiere o del caposala al colloquio del medico con i familiari?
Le risposte a questa domanda sono state abbastanza sconfortanti, perché la presenza dell’infermiere o del caposala era  regolarmente richiesta solo in 6 centri (il 24%), mentre nei restanti 19 centri (il 76%), essi non venivano nemmeno interpellati.
Nelle situazioni in cui è presente il caposala o l’infermiere, questa presenza non è fissa o prevista di routine, infatti una figura infermieristica e sempre presente solo in 3 dei sei centri (il 50%), mentre in altri 2 è presente solo quando lo chiama il medico. In una situazione la presenza è subordinata a fattori organizzativi, quali ad esempio la disponibilità di tempo da parte del personale infermieristico.
 
Dove avviene il colloquio?
Questo colloquio avviene nella maggior parte delle volte nel corridoio in 12 centri (il 48%), oppure avviene nello studio del medico in 7 centri (il 28%), nei restanti 6 centri (il 24%) l’informazione al familiare viene trasmessa in altri luoghi ad esempio: nella segreteria della rianimazione, in locali adibiti a diversi usi (biblioteca, ristoro), stanza  centralina di controllo monitor, o dove capita.
Come è facile intuire, non vi è un luogo specifico ove il colloquio possa avvenire nelle condizioni che la legge sulla privacy impone, poiché tale colloquio nel corridoio, può mettere a conoscenza le condizioni di un determinato paziente ad estranei, ad altri familiari o pazienti. Per quanto il colloquio possa essere il più appartato possibile, non possono sussistere le condizioni minime di riservatezza, che dovrebbero essere presenti in questi momenti.
 
È presente una sala di attesa per i familiari?
In 13 centri su 25 (il 52%) possiede una sala di attesa; di queste tredici sale di attesa, 11 (l’85%) si trovano adiacenti la rianimazione.
In 9 sale di attesa su 13 (il 64%)  vi è la presenza di sedie e tavolini (spesso veniva indicata la sola presenza di sedie) con una media di 13 sedie ogni centro (con un numero di sedie compreso da un minimo di 8 ad un massimo di 20). Solo in 4 centri su 13 con la sala di aspetto, c’è almeno un divano,  in alcuni casi si tratta di poltrone letto e non divani. 
Inoltre meno della metà dei centri (11 centri, il 44%) ha a disposizione i servizi igienici per i familiari, i quali spesso sono lontani dalla sala di aspetto o dalla rianimazione.
È quindi facile intuire, confrontando i dati inerenti le sedie i divani e i servizi igienici, quale disagio viene portato ai familiari che attendono notizie dei loro cari, a volte per parecchie ore, in un luogo non comodo. Ancora più accentuato diventa il disagio in quei centri che non hanno la sala di attesa.
 
È disponibile un telefono in sala di attesa o nelle vicinanze?
Meglio organizzati sono invece la maggior parte dei centri interpellati nell’offrire la possibilità ai familiari di telefonare, perché ben 21 (l’84%) delle sale di aspetto hanno a disposizione almeno un telefono pubblico sia a scheda che a gettoni.
 
Gli infermieri considerano la sala di aspetto, presente nel loro centro confortevole?
Nel 69% dei responsabili delle U.O. (9 centri) che hanno compilato le schede di accompagnamento ai questionari, considerano la loro sala di attesa non confortevole. Si è potuto notare che questo dato non è in correlazione con la presenza o meno di sedie, poltrone o divani e nemmeno sulla presenza o meno dei telefoni e dei servizi igienici, quindi probabilmente la scelta della confortevolezza della sala di attesa e legata alla soggettività della persona che ha compilato la scheda, o a variabili quali l’aspetto della sala, gli arredi, le dimensioni, etc., che non sono stati rilevati nella scheda. Ad esempio sedie vecchie, la luce fioca, l’assenza di finestre o pareti spoglie, non contribuiscono certo a rendere accogliente una stanza.
Quindi se sono presenti questi modesti confort, considerati oggigiorno non un optional, ma un servizio da fornire obbligatoriamente, la sala di aspetto è considerata non confortevole.
 
Numero personale infermieristico e numero posti letto.
In media il personale infermieristico è composto da 19 unità per ogni centro (con un numero però di infermieri che varia da un minimo di 11 ad un massimo di 43), ed in media vi sono 8 letti per centro (con un numero di posti letto che varia da un minimo di 2 ad un massimo di 19), da un confronto tra questi due dati ricaviamo un rapporto infermieri ogni posto letto di 2,3. È importante però tenere conto che alcuni centri hanno un rapporto più favorevole che è di 6 inf./post.let, mentre altri sono più penalizzati avendo un rapporto di 1,3 infer./post.let.
Riflettendo su questi dati si può notare che la media degli infermieri ogni posto letto e nettamente inferiore agli standard imposti dai parametri dei carichi di lavoro indicati dal D.M. 109 (denominata legge Donatcattin), il quale indica che i moduli di 8 posti letto devono avere un numero di infermieri pari a 24 unità, per garantire 720 minuti (12 ore) di assistenza nelle 24 ore ogni paziente per 365 giorni all’anno.
Un paziente di rianimazione necessita di 900 – 1200 minuti (15 – 20 ore) di assistenza nelle 24 ore sempre nell’arco dei 365 giorni.
È quindi facile intuire che alcuni dei bisogni che i pazienti necessitano, non siamo in grado di  poterli soddisfare, dovendo purtroppo fare un scelta che normalmente è di tipo tecnico, a discapito quindi dei bisogni relazionali dei pazienti.
In uno studio di recente pubblicazione apparso sulla rivista scientifica LANCET del maggio 2000, è stata analizzata retrospettivamente la mortalità in una Terapia Intensiva dell’ospedale di Dundee in Irlanda.
I pazienti all’ingresso sono stati classificati secondo l’APACHE 2, un sistema che valuta la gravità del paziente e quindi la mortalità attesa. Si è visto che in corrispondenza all’aumento dei carichi di lavoro, vi era una mortalità in eccesso di 49 pazienti (non attesi) in 5 anni. Questo dato e diminuito con l’inserimento di altro personale, e quindi con la riduzione dei carichi di lavoro.
 
Esistenza di libretti informativi sulla rianimazione, orari, servizi disponibili.
Non è molto sentita l’importanza di mettere a disposizione dei familiari un documento o libretto informativo, dove ad esempio può essere indicata: la struttura della rianimazione, il numero di personale che ruota all’interno dell’U.O., la dislocazione dei vari servizi disponibili, notizie sugli orari di visita e di colloquio, poiché solo meno della meta  delle U.O. intervistate (il 48%) mette a disposizione una carta informativa.
 
Conclusioni
L’elaborazione dei dati di questa indagine ha evidenziato come spesso le strutture delle rianimazioni dedicate all’accoglienza dei familiari siano spesso poco confortevoli o addirittura inesistenti.
Si auspica quindi nel miglioramento delle strutture, nella modalità di comunicazione delle informazioni ai familiari, perché il non dare peso a questi aspetti si viene meno al rispetto dei diritti delle persone.

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18/10/2001