CONGRESSO NAZIONALE 2003

XXII Congresso Nazionale Aniarti

Bologna, 12 - 13 - 14 novembre 2003

Diretta 2003

4^ Fase : Assistenza infermieristica per il trasferimento in reparto di degenza

Mara  Brandoli, Bologna

Lorena Rossi, Bologna

Vediamo ora, in riferimento alla IV fase chiamata Assistenza infermieristica per il trasferimento in reparto di degenza che cosa avviene al Signor AZ.

Questa fase che decorre dal 5 al 21 marzo è caratterizzata da un progressivo recupero della persona.

Su prescrizione medica viene ridotta la somministrazione farmacologica e il monitoraggio emodinamico.

Viene anche  iniziato il programma di weaning respiratorio in modo da effettuare le prove di respiro spontaneo durante il giorno, mantenendo la VAM di notte.

In concomitanza alla sospensione della sedazione la persona presenta fasi di disorientamento e di agitazione psicomotoria per cui viene effettuata una consulenza psichiatrica e, successivamente alla sospensione dell’alimentazione artificiale, viene avviata l’alimentazione orale.

Dopo la rimozione dei Cateteri Venosi Centrali, viene intensificato il programma riabilitativo, per arrivare  alla mobilizzazione in poltrona e successivamente con girello.

In questa fase, l’assistenza infermieristica è rivolta anche all’educazione della persona stessa e della sua famiglia (in specifico la sorella) alla gestione della tracheotomia.

Il 21 marzo viene effettuato il trasferimento presso il reparto di degenza cardiochirurgica dove verrà portato a compimento il percorso riabilitativo in previsione della dimissione.

 

 

Questa fase mette in evidenza il passaggio della persona dalla condizione di totale a quella di parziale dipendenza. In questo momento la persona riprende progressivamente la padronanza di sé e bisogna considerare anche che il futuro può essere vissuto con titubanza  e dare origine ad  ansie e paure.

In questo contesto analizzeremo, a scopo esemplificativo, alcuni momenti assistenziali ponendo l’attenzione sui criteri che giustificano l’intervento e le risorse necessarie all’intervento stesso.

Successivamente, verrà fatta la lettura degli stessi interventi utilizzando il modello della complessità assistenziale che, permettendoci di rilevare la necessità di assistenza infermieristica della persona, ci consente di motivare appieno le funzioni svolte dall’infermiere o forse di trovare spunti e motivazioni ad un impiego ottimale delle risorse (ottimizzare e/o approntare strumenti informativi e/o documentazione che permette di standardizzare l’attività) .

Rappresentazione dello stato attuale

Interventi

Indicazione della serie di interventi (i principali della fase) attualmente messi in atto

Evidenze

 

Mezzi

 

Ricadute organizzative/ Personale

Professionisti, personale in genere, competenze specifiche necessarie per attuare gli interventi descritti.

1.      Weaning respiratorio:

·         Informare la persona

·         Preparare il materiale occorrente

·         Effettuare il weaning

·         Monitorare le condizioni della persona

 

 

 

 

L’utilizzo di sedazione nel paziente post chirurgico, favorisce l’estubazione precoce. grado A (1)

(1) “Evidence-based guidelines for weaning and discontinuation of ventilatory support” Chest 2001 Dec; 120 (6 Suppl): 375S-484S

 

Il successo del weaning è influenzato dalla patologia cardiaca e dal tempo di bypass cardiopolmonare (2)

(2) “Assessment of factors that influence weaning from long-term mechanical ventilationafter cardiac surgery” Arq Bras Cardiol. 2003 Mar; 80(3):301-10

 

La confidenza e la familiarità con la tecnica usata inserita in strutturati protocolli guidati, può facilitare il processo di svezzamento. (3)

(3) “I protocolli guidati dal terapista respiratorio durante le fasi di svezzamento dalla ventilazione meccanica” Rassegna di patologia dell’apparato respiratorio 2002;17:198-208

 

S.Millocco, G. Berlot “Lo svezzamento di un paziente dalla V.A.M: nursing e aspetti psicologici” Scenario2003;20 (2) : 9-16

 

D.Hess “Ventilator modes used in weaning” Chest.2001; 120: 474S-476S

Prescrizione terapeutica

 

Attrezzature tecnologiche

 

Linee guida

 

Comunicazione

 

 

 

Infermiere

 

 

·         competenze relazionali

·         competenze cliniche/diagnostiche

·         competenze tecniche

 

 

 

 

 

 

 

·         nessuna decisionalità sulla scelta della metodica di divezzamento

·          ampia discrezionalità nelle decisioni in riferimento alle valutazioni della condizione della persona

 

 

Interventi

Indicazione della serie di interventi (i principali della fase) attualmente messi in atto nel trattamento/assistenza del malato/caso esaminato

Evidenze

 

Mezzi

 

 

Ricadute organizzative/ Personale

Professionisti, personale in genere, competenze specifiche necessarie per attuare gli interventi descritti.

 

2.      Alimentazione orale

 

·         Pianificare

·         Preparare il materiale occorrente e  la persona

·         Aiutare nell’assunzione e Verificare il quantitativo assunto

·         Garantire l’igiene della persona e dell’ambiente

 

La tracheotomia permette ai pazienti di alimentarsi nuovamente per via naturale ma poiché spesso si ha un’alterazione della deglutizione con il conseguente rischio di inalazione, si devono seguire alcuni accorgimenti: valutare la capacità di deglutizione, il riflesso della tosse,programmare razionalmente la dieta, controllare che la cuffia sia gonfiata con un range di pressione pari a 25-35 cm H2O, la testa del letto con inclinazione di 30-45° (4)

(4) Gori, Salvini, Sinatti, Gozzini, “Le tracheotomie”     Atti del congresso nazionale Aniarti 1998, sessione 3 – relazione 2

 

A. MacDonald, L. Hildebrandt “Comparison of furmulaic equations to determine energy expenditure in the critically ill patient”

Nutrition 19, Issue 3, March 2003, Pages 233-239

 

cartella infermieristica,

 

istruzioni operative

 

comunicazione

 

occorrente per il pasto

 

occorrente per l’igiene

Infermiere

Operatore di supporto

 

 

·         competenza nella pianificazione

·         competenze relazionali/educative

·         conoscenze nutrizionali

 

 

 

 

 

 

 

·         alta discrezionalità nell’assunzione di decisioni

 

  

Interventi

Indicazione della serie di interventi (i principali della fase) attualmente messi in atto nel trattamento/assistenza del malato/caso esaminato

Evidenze

 

Mezzi

 

 

Ricadute organizzative/ Personale

Professionisti, personale in genere, competenze specifiche necessarie per attuare gli interventi descritti.

 

3. gestione della tracheostomia

·         pianificare l’attività

·         informare la persona

·         preparare la persona e il materiale

·         Attuare e monitorare

o        rimuovere eventuali secrezioni

o        effettuare l’igiene della zona peri stomale

o        effettuare il cambio della cannula interna

o        monitorare le condizioni della persona

·         ripristinare il materiale

 

·         educare la persona e il famigliare di riferimento

 

o        pianificare il progetto educativo

o        motivare all’apprendimento

o        fornire contenuti teorici e utilizzare simulazioni

o        coinvolgere progressivamente nella gestione reale

 

“non instillare la soluzione fisiologica allo 0,9% prima di aspirare gli adulti con tracheotomia. Assicurare che il paziente sia adeguatamente idratato è un modo con il quale si può facilitare la rimozione delle secrezioni respiratorie” livello III.1

 

“modificare le attività e ritardare gli eventi che sono riconosciuti responsabili nel determinare un aumento della pressione intracranica media o pressione arteriosa media dopo intervalli di 10 minuti. Le azioni devono essere pianificate su una completa valutazione dei bisogni del paziente; quando possibile occorre considerare le attività di assistenza passo per passo , piuttosto che in una sequenza consolidata” livello III.1

 

“a causa dei potenziali rischi associati, agli infermieri sono richieste abilità procedurali e delicatezza durante l’aspirazione” livello IV

 

Joanna Briggs Institute – Best Practice Vol 4 Issue4, 2000  “Tracheal Suctioning of Adult with an Artificial Airway”. Sistematic Rewiew 

 

 

Documentazione infermieristica

 

Presidi e apparecchiature specifiche

 

Tecniche di educazione terapeutica: opuscoli informativi, lezione frontale e simulazioni

Infermiere

 

 

 

·         competenza nella pianificazione

·         esperienza clinica/diagnostica

·         capacità tecniche

·         conoscenza delle apparecchiature da utilizzare

·         competenza relazionale ed educativa

 

 

 

 

 

 

 

·         elevata autonomia decisionale

 

·         l’aspetto educativo attualmente viene sviluppato in modo NON strutturato

 

 

Interventi

Indicazione della serie di interventi  (i principali della fase) attualmente messi in atto nel trattamento/assistenza del malato/caso esaminato

Evidenze

 

Mezzi

 

 

Ricadute organizzative/ Personale

Professionisti, personale in genere, competenze specifiche necessarie per attuare gli interventi descritti.

 

4 Trasferimento in reparto

·         informare e rassicurare la persona e la famiglia

·         valutare la situazione assistenziale e preparare la documentazione

·         attuare il trasferimento

o        preparare la persona

o        effettuare il trasporto

·         ripristinare l’unità di degenza

 

 

Documentazione

·         infermieristica

·         clinica

·         amministrativa

 

Letto del reparto

Medico

Infermiere TI e reparto

Operatore di supporto TI

 

 

 

·         competenza nella pianificazione

·         conoscenza della gestione degli strumenti informativi

·         competenza relazionale

 

 

elevata discrezionalità nelle decisioni

 

 

Analisi mediante l’utilizzo del modello della complessità assistenziale
Per utilizzare il modello della complessità assistenziale, risulta indispensabile valutare le condizioni della persona prendendo in considerazione le tre variabili considerate dal modello e che per una esemplificazione vengono considerate separatamente ma che in realtà sono strettamente correlate tra loro e consentono di ottenere una visione completa della persona.Analizziamo ora come si presenta il sig. AZ  .

Rispetto all’asse condizione di salute –malattia la persona presenta una condizione di STABILITA’ CLINICA  che, però,essendo di recente ripristino, richiede la presenza di un infermiere competente  nel monitorare le condizioni della persona al fine di  essere pronto ad intervenire e coinvolgere il medico in caso di necessità allo scopo di evitare una evoluzione verso l’instabilità. In questa fase di stabilità clinica, l’attività infermieristica rispetto alla dimensione considerata, vede l’infermiere come il garante delle corrette applicazioni delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche (scarsa discrezionalità decisoria , elevate competenze tecniche e scientifiche)

Considerando la capacità di comprensione delle proprie necessità in relazione alle condizioni di salute/malattia e scelta consapevole dei comportamenti idonei, AZ presenta una PARZIALE CAPACITA’ di COMPRENSIONE/SCELTA in quanto la somministrazione di sedativi prima e la condizione di disorientamento poi interferisce con la sua capacità di effettuare scelte consapevoli. Pertanto, svolge un ruolo importante l’elevata competenza  educativa messa in gioco dal professionista al fine di fornire tutte le informazioni e gli strumenti adeguati per consentire alla persona di utilizzare le proprie risorse ed effettuare scelte consapevoli. La necessità di comprensione del percorso assistenziale riguarda anche la famiglia e/o persone di riferimento di Az che devono essere coinvolte al fine di potere comprenderlo. L’assistenza infermieristica di tipo educativo si riferisce ad un ambito che attualmente l’infermiere sviluppa in modo non strutturato in quanto “non ha tempo”. 

In riferimento alla variabile possibilità di mettere in atto autonomamente le azioni ed i comportamenti che si è deciso di intraprendere in relazione alla condizione salute/malattia, possiamo dichiarare che AZ ha una PARZIALE CAPACITA’ DI AGIRE IN AUTONOMIA infatti, aiutato tecnicamente e supportato psicologicamente, può riuscire a mettere in atto alcuni comportamenti di cura della propria persona. La lettura di questa dimensione però deve essere sempre correlata alle due precedenti al fine di ottenere la reale complessità assistenziale della persona. Nell’ambito di questa dimensione, gli interventi assistenziali  prevedono per l’infermiere un’elevata discrezionalità decisionale riferita sia ad azioni autonome che affidate ad operatori di supporto ed è basata sulla pianificazione dell’attività, supervisione sull’attuazione e verifica del risultato.

Pertanto, la lettura effettuata secondo il modello della complessità assistenziale ci fa rilevare che AZ, in fase di preparazione al trasferimento, necessita di assistenza infermieristica diretta in riferimento alla quale però sono identificabili attività infermieristiche SPECIFICHE E/O ESCLUSIVE ma anche attività GENERICHE o SPECIFICHE ma che standardizzabili possono essere affidate ad altri operatori.

 

In riferimento al WEANING:

·        Informare e rassicurare la persona: attività SPECIFICA AUTONOMA che fa riferimento alla componente educativa del professionista infermiere (competenza educativa elevata)

·        Preparare il materiale occorrente: attività GENERICA trasferibile in presenza di procedura standardizzata, ad altre figure con assunzione di responsabilità di chi la effettua; L’autonomia e l’esclusività infermieristica è riferita alla formulazione della procedura, alla decisione dell’affidare ed alla VERIFICA sul risultato. È attività standardizzabile che può vedere coinvolti operatori di supporto come l’OSS (competenza di pianificazione e di valutazione degli operatori)

·        Effettuare il weaning: attività SPECIFICA attuata su prescrizione RESPONSABILITÀ sulla corretta messa in atto (competenze tecniche elevate)

·        Monitorare le condizioni della persona: attività SPECIFICA AUTONOMA  RESPONSABILITÀ propria dell’infermiere (competenze cliniche elevate e tecniche)

In riferimento  alla situazione assistenziale considerata, si può evidenziare che l’intervento assistenziale è di tipo tecnico su prescrizione ma per la messa in atto, l’operatore ha una discrezionalità decisionale in riferimento alla gestione dell’intervento educativo e dall’inserimento dell’attività stessa all’interno del contesto (pianificazione delle attività in modo che non interferiscano e une con le altre), inoltre nel complesso dell’attività è ipotizzabile il coinvolgimento di operatori di supporto per quelle parti standardizzabili

 

DM 739/94

art 1 comma 2 “assistenza infermieristica preventiva…….è di natura tecnica,  relazionale, educativa….”

art 1 comma 3.d „ garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche

art 1 comma 3.f “per l’espletamento delle funzioni si avvale ove necessario dell’opera del personale di supporto”

art 4 “l’infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto..”

CD 3.2

“L’infermiere assume responsabilità in base al livello di competenze raggiunto e ricorre, se necessario, all’intervento e alla consulenza di esperti…”

CD 3.3

“L’infermiere riconosce i limiti delle proprie conoscenze e competenze e declina la responsabilità quando ritenga di non potere agire con sicurezza”

 CD 4.5

“l’infermiere….garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità del paziente di comprendere……” 

Accordo Stato Regioni 22-2-01 GU 91  19/4/01 (OSS)

Dall’allegato A: “realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico”

Dall’allegato B: “aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie”   “competenze tecniche…sa svolgere attività finalizzate. all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature…”

ALIMENTAZIONE PER VIA NATURALE

Per questa situazione assistenziale la lettura delle tre dimensioni considerate può essere ulteriormente specificata:

STABILITA’ CLINICA –per questa situazione assistenziale, la stabilità può essere compromessa a seguito ad esempio dell’inalazione di alimenti

PARZIALE CAPACITA’ di COMPRENSIONE/SCELTA – rispetto a  questa variabile il paziente non è completamente in grado di comprendere le problematiche dovute alla presenza della tracheotomia e quindi di scegliere comportamenti consapevoli. Pertanto, svolge un ruolo importante la componente  educativa che deve essere messa in atto dal professionista al fine di aiutare la persona ad adattarsi alla nuova condizione

PARZIALE CAPACITA’ DI AGIRE IN AUTONOMIA – il sig. AZ, se aiutato, potrà mettere in atto alcuni comportamenti di cura della propria persona finalizzati all’assunzione del pasto, all’igiene delle mani e del cavo orale.

Facendo la lettura delle attività in relazione alla complessità assistenziale bisogna considerare che l’adeguata alimentazione è un fattore importante per la persona sottoposta a condizione di stress, pertanto è responsabilità infermieristica favorire il soddisfacimento di questa necessità che ha una ricaduta sulla condizione clinica e sulle possibilità di recupero dell’autonomia della persona.

Per andare ad individuare le figure che possono essere coinvolte e con quali modalità, è utile considerare la situazione assistenziale nella sua complessità.

·        La pianificazione dell’attività è  ESCLUSIVA e pertanto AUTONOMA dell’infermiere

·        In riferimento alla preparazione del materiale (stoviglie monouso, tavolino..) e al ripristino dell’unità del paziente,(attività GENERCA per l’infermiere) la figura che deve essere coinvolta è quella dell’operatore di supporto che in riferimento alla normativa vigente, può anche coadiuvare l’infermiere durante la preparazione della persona in riferimento al mantenimento della posizione adeguata rispetto a questo la discrezionalità decisionale è elevata per l’infermiere cui compete la   SUPERVISIONE/VERIFICA dei risultati.

DPR 384/1990 art. 40 (OTA)

 “opera sotto la responsabilità dell’op. prof. Di I categoria coordinatore o, in assenza di quest’ultimo, dell’ IP responsabile…attività alberghiere”

Accordo Stato Regioni 22-2-01 GU 91  19/4/01 (OSS)

Dall’allegato A: “assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero””

Dall’allegato A cura la pulizia e l’igiene ambientale

·        La preparazione della persona in riferimento all’informazione/educazione, al controllo della cannula e della capacità di deglutizione, è attività SPECIFICA ad AUTONOMIA infermieristica che consente di individuare la consistenza ottimale degli alimenti da assumere ed eventualmente individuare se l’operatore di supporto presente è in grado di aiutare la persona per l’assunzione. In questo caso, visto il percorso formativo, si indica l’OSS o l’OSSS come operatori di supporto adeguati. Per queste attività l’infermiere agisce in AUTONOMIA, pianificando l’attività e valutando il raggiungimento dell’obiettivo attraverso la verifica diretta del quantitativo di alimenti assunto. Nella pianificazione assistenziale si prende in considerazione anche l’effettuazione dell’igiene delle mani e del cavo orale da attuare in relazione all’alimentazione, anche queste sono attività SPECIFICHE che possono essere affidate all’operatore di supporto e l’infermiere mantiene l’esclusività rispetto alla decisione di affidamento e alla verifica dei risultati.

Questa situazione assistenziale, è praticamente  di completa gestione infermieristica (intervento autonomo) , ha una elevata complessità assistenziale perché richiede al professionista, una accurata valutazione delle capacità della persona per cui l’intervento assistenziale nella sua complessità verrà tarato sulla base della capacità della persona di comprendere la propria situazione e di mettere in atto comportamenti adeguati in modo consapevole; in questa fase pertanto, risulta rilevante:

·        la competenza in ambito di pianificazione e di utilizzo degli strumenti informativi al fine di garantire la continuità assistenziale

·        la competenza clinica che è indispensabile per individuare eventuali alterazioni e complicanze

·        la componente relazionale ed educativa che l’infermiere applica allo scopo di rendere la persona  partecipe al suo progetto assistenziale al fine di ottenere risultati migliori

CD

4.2 “l’infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali….e consentire all’assistito di esprimere le proprie scelte

DM 739/94

art 1 comma 2 “assistenza infermieristica preventiva…….è di natura tecnica,  relazionale, educativa….”

art 1 comma 3.b “ identifica i bisogni di assistenza infermieristica…..e formula i relativi obiettivi”

art 1 comma 3.c „ pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico”

art 1 comma 3.e  “agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari…”

art 1 comma 3.f “per l’espletamento delle funzioni si avvale ove necessario dell’opera del personale di supporto”

 patto infermiere cittadino 12/5/96 mi impegno a:

Garantirti le migliori condizioni igieniche ambientali

Aiutarti ad affrontare ….supportandoti nei gesti quotidiani di  mangiare, lavarsi, muoversi….quando non sei in grado di farlo da solo”

Accordo Stato Regioni 22-2-01 GU 91  19/4/01 (OSS)

Dall’allegato A: “assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero””

Dall’allegato A “cura la pulizia e l’igiene ambientale

Dall’allegato A “assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane di igiene personale

Dall’allegato B: “competenze tecniche…controllare e assistere la somministrazione delle diete..

..osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l’utente può presentare

Accordo Stato Regioni 16-01-03  GU 51 3/3/03 (OSSS)

Allegato A: conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica…o sotto la sua supervisione, è in grado di eseguire…la somministrazione dei pasti e delle diete

DPR 384/1990 art. 40 (OTA)

“preparazione dell’ambiente e dell’utente per il pasto ed aiuto nella distribuzione e nell’assunzione”

“in collaborazione o su indicazione dell’IP provvede…all’igiene personale del paziente”

GESTIONE DELLA TRACHEOTOMIA

Considerando questa situazione assistenziale la lettura delle tre dimensioni indicate dal modello, evidenzia:

STABILITA’ CLINICA –per questa situazione assistenziale, la stabilità può essere compromessa a seguito di una inadeguata gestione (rischio settico) o da una insufficiente ossigenazione

PARZIALE CAPACITA’ di COMPRENSIONE/SCELTA – rispetto a  questa variabile il paziente deve essere adeguatamente informato per potere comprendere l’importanza di una corretta gestione. Pertanto, svolge un ruolo importante la componente  educativa che deve essere messa in atto dal professionista al fine di aiutare la persona a comprendere la situazione per potere poi operare scelte consapevoli

PARZIALE CAPACITA’ DI AGIRE IN AUTONOMIA – il sig. AZ, se educato potrà collaborare con l’infermiere prima e con la sorella poi al fine della gestione della cannula.

  • La pianificazione dell’attività è ESLUSIVA e AUTONOMA per l’infermiere
  • La preparazione e il ripristino del materiale è un’attività GENERICA che può essere standardizzata e pertanto, AFFIDATA ad operatori di supporto come gli OSS, l’infermiere mantiene L’ESCLUSIVITÀ in riferimento all’identificazione delle procedura, alla decisione di affidamento e alla verifica sul risultato
  • L’informazione alla persona è attività ESCLUSIVA dell’infermiere che deve informare sempre la persona prima dell’intervento assistenziale
  • L’attuazione della gestione e il monitoraggio del paziente durante e dopo la prestazione, sono attività SPECIFICHE con AUTONOMIA decisionale
  • Per quanto concerne l’aspetto educativo alla persona e alla famiglia, questo necessità della strutturazione di un progetto educativo, pertanto l’assistenza infermieristica in questo ambito deve essere sviluppata perchè in un contesto come l’attuale, dove l’infermiere è chiamato a fare tutto, lo svolge in maniera non strutturata. La funzione educativa, che in un contesto generale è ad appannaggio di diverse professioni , in questa situazione assistenziale diventa  ESCLUSIVA dell’infermiere che ha una elevata AUTONOMIA DECISIONALE in quanto la gestione della tracheotomia rientra nell’ambito delle attività assistenziali di cui il professionista si fa garante. È inoltre  altamente motivante per il professionista in quanto può esprimere appieno le proprie competenze ed è gratificante in quanto consente di aiutare la persona ad accrescere la propria autonomia compatibilmente al nuovo stato di salute.

Risulta importante la presenza continuativa dell’infermiere nell’assistenza diretta in questa situazione  in quanto oltre a monitorare le condizioni della persona , può focalizzare le eventuali problematiche di comprensione /apprendimento al fine di migliorare l’intervento educativo.

D.M. 739/94 

art 1 comma 2 “assistenza infermieristica preventiva…….è di natura tecnica,  relazionale, educativa….”

art 1 comma 3.b “ identifica i bisogni di assistenza infermieristica…..e formula i relativi obiettivi”

art 1 comma 3.c „ pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico”

art 1 comma 3.e  “agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari…”

art 1 comma 3.f “per l’espletamento delle funzioni si avvale ove necessario dell’opera del personale di supporto”

CD

2.6 “nell’agire professionale, l’infermiere si impegna a non nuocere, orienta la sua azione all’autonomia e al bene dell’assistito, di cui attiva le risorse anche quando questi si trova in condizioni di disabilità o svantaggio

4.5 “l’infermiere….garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità del paziente di comprendere”

Accordo Stato Regioni 22-2-01 GU 91  19/4/01 (OSS)

Dall’allegato A: “realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico”

Dall’allegato B: “aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie”   “competenze tecniche…sa svolgere attività finalizzate. all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature….”

In relazione alla situazione assistenziale esaminata si può notare come l’intervento educativo agito in autonomia dall’infermiere (pianificazione, attuazione e verifica) abbia ricadute sulla capacità di mettere in atto comportamenti consapevoli rispetto al proprio stato di salute/malattia.

In relazione alla situazione del TRASFERIMENTO l’analisi della persona attraverso i tre assi indicati nel modello, evidenzia:

STABILITA’ CLINICA – condizione in miglioramento  che in effetti consente il trasferimento della persona 

COMPRENSIONE/SCELTA – rispetto a  questa variabile il paziente deve venire adeguatamente informato al fine di percepire il trasferimento come un evento positivo e non viverlo come un allontanamento da un ambiente considerato “più sicuro”.

PARZIALE CAPACITA’ DI AGIRE IN AUTONOMIA – il programma riabilitativo e di educazione verranno ottimizzati durante la degenza in reparto al fine di dimettere la persona con il massimo livello di autonomia possibile.

  • Mediante la lettura della complessità assistenziale si evidenzia che la persona in questa fase necessita di un intervento assistenziale di tipo educativo per quanto concerne l’eventuale stato d’ansia generato dalla “paura” di lasciare un luogo “sicuro” , rispetto a questo, l’informazione alla persona e alla famiglia, viene gestita dall’infermiere (attività SPECIFICA) in collaborazione con il medico anestesista.
  • In riferimento alla preparazione della documentazione, quella clinica è di competenza medica, quella infermieristica è ESCLUSIVA in quanto come anche richiamato nel CD, l’infermiere è garante della continuità assistenziale, pertanto è importante in questo contesto che l’infermiere sappia fare una valutazione accurata della situazione assistenziale al fine di trasmettere tutte le informazioni al servizio di destinazione(attività ESCLUSIVA con AUTONOMIA decisionale). Il perfezionamento degli strumenti informative e del loro impiego, può rendere NON necessario il passaggio di consegne diretto tra professionisti. Per quanto riguarda la parte amministrativa del trasferimento, attualmente viene gestita dall’infermiere coordinatore o da quello della postazione ma questa è una attività GENERICA/IMPROPRIA che potrebbe essere standardizzata ed affidata ad altri operatori.

CD 4.7 “l’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche attraverso l’efficace gestione degli strumenti informativi”

  • In riferimento all’attuazione vera e propria del trasferimento, è SPECIFICA la preparazione sotto l’aspetto tecnico della persona, il trasporto invece, valutata la condizione della persona è un’attività GENERICA che NON necessita della presenza infermieristica.
  • Il ripristino dell’unità di degenza in riferimento alla sanitizzazione ambientale e dei presidi, è attività STANDARDIZZABILE e PROPRIA delle figure di supporto in riferimento alle quali l’infermiere mantiene la Verifica sui risultati; l’infermiere invece si occupa del ripristino del carrello della postazione e allestisce la stessa per un nuovo paziente. È un’attività SPECIFICA, ma potrebbe essere standardizzabile?

Il trasferimento pertanto richiede all’infermiere una elevata competenza di pianificazione e gestione degli strumenti informativi (eventuale implementazione)  al fine di garantire la continuità assistenziale. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici come il ripristino del carrello invece, forse si potrebbero creare apposite check list che guidino l’azione di altri operatori e il cui risultato sia sottoposto a verifica da parte dell’infermiere.

COMMENTI SULLA LETTURA DEL MODELLO INFERMIERE

Per quanto riguarda l’attività infermieristica la lettura secondo il modello è di questo tipo:

1.      Intervento tecnico autonomo e su prescrizione

L’attività effettuata su prescrizione viene progressivamente ridotta, possono essere usati protocolli diagnostico-terapeutici già definiti pertanto l’infermiere ha una discreta  autonomia nella gestione degli interventi assistenziali che si esprime anche con alta decisionalità nella pianificazione dell’intervento stesso all’interno del contesto assistenziale globale, nella garanzia delle prescrizioni, nella attivazione di altre risorse professionali.

Il medico interviene solo nell’esecuzione di attività sue esclusive (diagnosi e terapia) e su chiamata dell’infermiere qualora si verifichino situazioni ai alterazione e di rischio clinico.

Quali competenze servono?

Competenze di pianificazione,cliniche/diagnostiche, abilità tecniche generiche e specifiche, conoscenza della tecnologia.

L’ambito in cui si muove il professionista è quello della collaborazione con altri professionisti al fine di garantire il benessere della persona.

 

2.      Intervento educativo

In questa fase il paziente ha una parziale capacità di comprensione e scelta autonoma, pertanto è molto rilevante l’assistenza di tipo educativo allo scopo di rendere consapevole la persona e di farla partecipare al proprio processo assistenziale. Ricordiamo che questa è un’attività SPECIFICA dell’infermiere in quanto ha avuto una formazione dedicata e specifica riconosciuta negli ordinamenti didattici e richiamata dai riferimenti normativi che regolamentano la professione. Pertanto l’infermiere deve possedere specifiche competenze educative che deve essere in grado di applicare mediante le apposite strategie. L’aspetto educativo inoltre diventa esclusivo quando è riferito all’ambito esclusivo assistenziale. L’intervento educativo pertanto è riferito all’ambito specifico infermieristico, ambito che attualmente risulta agito non completamente e comunque in modo non strutturato.

 

3. Intervento tecnico e/o di supervisione e verifica del proprio agire e di quello del personale di supporto

Questa tipologia d’intervento è quella che si rivolge ai bisogni di base della persona e che prevede la completa autonomia infermieristica in riferimento alla pianificazione, attuazione e verifica. Il paziente in questa fase è progressivamente più partecipativo alla gestione delle proprie attività, obiettivo dell’assistenza è quello di portarlo al maggiore grado di autonomia compatibilmente la propria condizione di salute pertanto risulta evidente come questo tipo di intervento sia strettamente collegato a quello educativo ed alla condizione di salute/malattia in quanto la messa in atto di un comportamento deve essere consapevole e finalizzata al bene dell’assistito. Per il raggiungimento degli obiettivi, l’infermiere può avvalersi del personale di supporto affidando loro quelle attività standardizzabili che non presentano elementi di complessità che richiederebbero discrezionalità nella scelta delle alternative assistenziali. In riferimento a questo, l’infermiere ha un ruolo prevalentemente di definizione di procedure delle attività standardizzabili trasferibili ed esercita una funzione ESCLUSIVA rispetto alla rilevazione dei criteri di trasferibilità, supervisione sull’attività trasferita, e di valutazione dei risultati. L’ambito in cui ci si muove, è quello dell’area della pianificazione, supervisione e verifica dei processi messi in atto.

 

Si ricorda che gli operatori di supporto , salvo per alcune attività di tipo igienico-alberghiero in cui sono autonomi, operano solo su indicazione degli infermieri.

L’infermiere deve quindi avere alte competenze pianificatorie per poter definire cosa e fino a che punto trasferire il compito, e capacità di valutazione dei propri collaboratori e dei risultati sull’atto trasferito.

Questo comporta un’alta assunzione di responsabilità professionale perché comunque la responsabilità ultima nell’attività assistenziale è ESCLUSIVA dell’infermiere.


 

RIFERIMENTI

·         D.M. 739/94  Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo Profilo Professionale dell’Infermiere

·         Codice Deontologico 12-5-99

·         Patto Infermiere Cittadino

·         Accordo Stato Regioni 22-2-01 GU 91  19/4/01 (OSS)

·         DPR 384/1990 art. 40 (OTA)

  • Accordo Stato Regioni 16-01-03  GU 51 3/3/03 (OSSS)
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02/01/2004