banner di sinistra banner di sinistra
Login
Ricerca
...oppure prova
la ricerca avanzata
Scenario
Organo ufficiale aniarti

Motore di ricerca

Aniarti Survey

Nuova survey su

Intraossea in emergenza: valutazione del consenso da parte degli infermieri

 

Indicizzati

Scenario e' indicizzato su CINAHL

(Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature) in EBSCO HOST.

Un nuovo traguardo per la diffusione della cultura infermieristica.

EfCCNa
Eurpean Federation of Critical Care Nursing Association

www.efccna.org

Connect
Journal of wfccna

Connect

IPASVI
Fed. Naz.Collegi IPASVI

www.ipasvi.it

HON
Health on the Net


Noi aderiamo ai principi HONcode.
verify here.

Scenario - Numero 1, Anno 2005

Stupori, salute, costi, illusioni, demagogie, frustrazioni, etica…

Di Elio Drigo

Stupisce, se guardiamo il mondo, che per la nostra realtà, in un’epoca di opulenza, sia così difficile e contrastato riuscire a garantire un diritto equo alla salute delle persone, asserendo problemi di risorse. Stupisce l’incapacità o, a volte, il palese, consapevole rifiuto di coniugare la garanzia del diritto con il dovere di contribuire a mettere assieme gli strumenti per rendere attivo e fruibile quel diritto. Stupisce, al pari, vedere come la consapevolezza dei diritti spesso sconfini nella pretesa di servizi superflui o non pertinenti, solo in ragione di una presunta passata contribuzione. Stupisce che in un periodo infarcito di informazioni e di possibilità di conoscenza, ci sia ancora chi cavalca o coltiva illusioni sulle possibilità illimitate della medicina e ne perpetui il mito dell’onnipotenza o enfatizzi interventi teoricamente attivabili ma realisticamente impossibili da sostenere in maniera diffusa. O stupisce che ci sia sempre e solo una sanità di terapie, di tecnologie, di presunti luminari e mai anche di servizi complessivi, di organizzazione e multiprofessionalità … troppo normale, in tempi di bisogno dell’eccesso e dello straordinario. Irresponsabile disinformazione che irrimediabilmente crea le premesse perla disillusione, per l’insoddisfazione e infine, per il rifiuto anche del positivo che, comunque, si riesce a fare. Stupisce che in un momento in cui ciascuno conosce bene le dimensioni del costo della vita, nessuno si ponga anche il problema del costo dei servizi per la salute. Dei materiali utilizzati, delle strutture e di attrezzature estremamente specifiche, del personale e dei professionisti formati, e mantenuti qualificati nel tempo, dei processi terapeutico-assistenziali, dei processi di trasformazione dell’organizzazione del lavoro in funzione di esigenze in costante inevitabile cambiamento, delle necessarie procedure di sicurezza da adottare ad ogni livello per interventi molto spesso ad elevatissimo rischio… Più facile fermarsi a protestare solo per il raddoppio del costo del caffè. Mentre il servizio (pubblico) è inteso per definizione dovuto ed è ovvio pretenderlo senza porsi altri problemi, senza approfondire... Altri lo facciano con tutte le risorse che si destinano…sono pagati per questo...Di oggettività e di equilibrio delle valutazioni non si parla mai…Stupisce che certi politici pretendano di diminuire ad ogni costo le imposte senza dire, e addirittura smentendo!,che questo inevitabilmente finisce per tagliare anche i servizi per la salute. Che si impegnino anzi a garantire, puntualmente smentiti, un incremento delle risorse destinate alla salvaguardia della salute. L’eventuale incremento relativo è sempre di più sotto dimensionato rispetto alle necessità. Colpisce che, in conseguenza di questi comportamenti e decisioni, la natura stessa della convivenza sociale sia negata e che l’idea di solidarietà sia sistematicamente rifiutata per far spazio esclusivamente all’idea dell’efficienza per qualsiasi attività che riguardi il bene comune. Considerando acriticamente acquisito come dato di fatto che l’attuale livello di contribuzione dei cittadini sia da considerare eccessivo. Un pericolo grave si profila per una società quando non sa distinguere tra il valore di quanto già conquistato a fatica nel tempo per proteggere la salute ed invece la vacuità di illusioni per risultati soddisfacenti con risorse sempre più ridotte e con gestioni esclusivamente aziendalistiche. Non possiamo affrontare qui con la dovuta cura il dramma delle persone malate e di quelle bisognose in particolare. E non siamo certo ciechi di fronte agli evidenti limiti delle strutture ed agli spazi di miglioramento possibili verso gli sprechi. Preme qui invece, considerare le persone che realizzano, sostengono quotidianamente, giorno dopo giorno, l’attività sanitaria. I professionisti e gli operatori. Quei professionisti ed operatori in genere, si trovano a far fronte a situazioni di costante emergenza e sicurezza per la vita dei malati, ma anche per la sicurezza propria e della propria professionalità. Si trovano a dover difendere un sistema, che nei fatti è osteggiato con troppa superficialità da troppi concittadini,salvo pretendere sempre e comunque da esso, e da essi operatori, servizi(magari anche servigi!)di elevata qualità. Si trovano a rischio di sentirsi frustrati e disconosciuti quando non disprezzati. Forse i soli a conoscere bene quali sono i problemi che affliggono questo sistema, ma anche forse i soli che ne conoscono il valore vero. Sia in termini di professionalità esistenti, di risultati di salute possibili, valore aggiunto di una esperienza umana ricca nei luoghi della sofferenza (non diciamo che l’assistenza è anche relazione?! e dunque è una ricchezza da valorizzare!). Questo è il motivo che ci deve sostenere e guidare a lavorare e ad intervenire attivamente se necessario, per evitare la dispersione di un patrimonio di cultura nel significato ricco, antico, europeo,del termine. La cultura del vivere bene insieme, solidale, di uomini non deve venire sopraffatta. Questa è oggi, per noi infermieri in particolare, la nuova sfida e la dimensione dell’etica. Che cosa facciamo e faremo per rispondere e vincerla? Ne siamo responsabili più di altri. È necessario uno sforzo costante per conoscere in maniera oggettiva ed approfondita il sistema che garantisce la salute dei nostri concittadini e lo schierarci per far funzionare questo sistema,dando sempre il nostro contributo anche di critica costruttiva. Da professionisti responsabili a tuttotondo. È ora che gli infermieri, se necessario per primi, manifestino apertamente l’esigenza di recuperare questo senso di responsabilità.

Scarica il PDF dell'articolo

Elio Drigo. "Stupori, salute, costi, illusioni, demagogie, frustrazioni, etica…" Scenario 1 (2005): 3-3

L’altra faccia della medaglia

Di Pio Lattarulo, Carmela Nocco

Obiettivo dello scritto di seguito esposto è, attraverso una sintetica esposizione dei fatti, presentare un caso clinico atipico, nella storia quotidiana della cura e dell’assistenza infermieristica nelle terapie intensive.Marcella (nome non corrispondente al reale dato anagrafico), una giovane affetta da anoressia mentale grave, giunse alla nostra osservazione in regime di trattamento sanitario obbliga-torio, con una gravissima insufficienza respiratoria e compromissione delle funzioni vitali. Si riuscì a riportare le funzioni vitali a valori accettabili, anche grazie all’alimentazione enterale (tramite i classici sistemi) e parenterale attraverso l’utilizzo di un sistema totalmente impiantabile, un port, per il tramite di un catetere del tipo Groshong. Le condizioni dell’apparato tegumentario non offrivano valide alternative. Risolti i problemi iniziali, ebbe luogo la parte più complessa dell’oneroso percorso clinico-assistenziale. Rimosso il port, allorquando la giovane riprese ad alimentarsi per via naturale,nacquero serie moltà, per chi non avvezzo al trattamento di quadri psichiatrici dalla particolare gravità, com’è nel caso di specie, ha dovuto fare i conti con la realtà. La complessità dell’approccio assistenziale si è manifestata in tutte le forme possibili. È stato arduo condurre estenuanti “trattative” per indurre Marcella ad alimentarsi normalmente e non tentare di espellere il tutto immediatamente, attraverso mille sotterfugi e tentativi d’inganno. Dal tempo trascorso con lei, si è potuta tratteggiare l’immagine di una persona fortemente vulnerabile, al contempo ricca di risorse, lasciate lì a decantare. Merita una sottolineatura, il ruolo preponderante che l’infermiere, impostando correttamente la relazione d’aiuto, ha avuto attraverso il tocco terapeutico, infondendole coraggio e speranza ed offrendole soluzioni e possibilità. Il tutto, nella difficoltà concreta di gestire il tempo, nel surreale “incantesimo” che tutto congela nelle aree d’emergenza. Infine, dalla rivalutazione a posteriori del caso è venuta fuori l’importanza della consulenza infermieristica, qualora tale pratica fosse in essere, da parte di infermieri clinici esperti nel settore. Sebbene, Marcella sia stata inviata a struttura specialistica in “buone condizioni”, si sarebbe potuto fare anche “quel di più” grazie all’ausilio di altre competenze.

Scarica il PDF dell'articolo

Pio Lattarulo, Carmela Nocco. "L’altra faccia della medaglia" Scenario 1 (2005): 4-7

La gestione infermieristica del soggetto affetto da instabilità cranio-cervicale o atlo-assiale

Di Alessandra Borzi

Il soggetto affetto da instabilità atlo-assiale e cranio-cervicale è esposto a potenziali peggioramenti clinici per le strutture coinvolte in quel preciso tratto anatomico. Diverse sono le patologie che possono determinare l’instaurarsi di questa alterazione e tutte vanno ad interferire con i parametri biomeccanici della colonna cervicale alta. Indipendentemente dal piano di cura, sia esso medico o chirurgico, l’infermiere ha il compito di mantenere o migliorare il decorso clinico di ogni paziente che presenta questa grave alterazione.

Scarica il PDF dell'articolo

Alessandra Borzi. "La gestione infermieristica del soggetto affetto da instabilità cranio-cervicale o atlo-assiale" Scenario 1 (2005): 9-13

L’interferenza del sintomo dolore nella relazione d’aiuto

Di Nora Marinelli

Il presente lavoro nasce dall’esigenza di documentare un intervento nell’ambito di un corso per infermieri sul tema del dolore; il mandato consisteva nell’affrontare gli aspetti relazionali correlati all’evento dolore. Si è compiuta una disamina della letteratura e si è avviato un ragionamento che coniuga l’elemento teorico rispetto a quello esperienziale. L’obiettivo che si è perseguito è consistito nel fornire i contenuti di una riflessione di natura clinico-assistenziale, etica e psicosociale mantenendo un canale aperto all’interpretazione dei fenomeni in chiave infermieristica.

Scarica il PDF dell'articolo

Nora Marinelli. "L’interferenza del sintomo dolore nella relazione d’aiuto" Scenario 1 (2005): 14-17

Oltre Confine. Assistenza infermieristica notturna: interazioni con il paziente in Terapia Intensiva

Di Carlo Divo, Maurizio Moroni

Da Dove Viene
American Journal of Critical Care, 2004;13: 102-113
Perché lo Traduciamo
Dormire, dolce dormire… il sonno del giusto… la notte è fatta per dormire…sono tutti detti che, a ragione, sono entrati nel nostro parlare comune. Perché diamo questa importanza al sonno? Solitamente diamo per scontato che una volta stanchi, dopo aver terminato una giornata di duro lavoro, si torni a casa per riposare e dormire, se si può. Come stiamo e a cosa pensiamo quando non possiamo dormire? Ma noi, effettivamente, quando non possiamo dormire? Generalmente, nella vita di una persona normale, il sonno è quasi sempre scelto dall’individuo stesso. Il fisico un pò ne risente se non dormiamo, ma, essendo sani, recuperiamo anche velocemente. Noi infermieri,così come tutti i turnisti, sappiamo quanto possa essere deleterio alterare i ritmi di vita non avendo più un periodo regolare da dedicare al sonno. I pazienti sottoposti a cure intensive il “problema sonno” lo vivono in maniera diversa. Generalmente è il personale sanitario che decide del sonno del paziente. Può esserci il sonno indotto o quello spontaneo ma, comunque sia è subordinato alle nostre decisioni e alle attività più o meno intensive che svolgiamo sul paziente. Nel tempo, l’assenza di un sonno efficace, porta ad un inevitabile deperimento sia fisico che mentale, è dimostrato. La malattia ha così modo di potenziarsi all’interno dell’organismo interessato, dando al paziente e a noi “del filo da torcere” allungando o vanificando le cure stesse. Nell‘articolo che abbiamo scelto di tradurre vengono trattati studi svolti sulle nostre attività assistenziali al paziente durante le ore notturne. Ci è piaciuto perché, è un tema importante,perché è spesso sottovalutato, perché ha arricchito noi stessi, perché speriamo piaccia anche a voi.
Buona lettura.

Scarica il PDF dell'articolo

Carlo Divo, Maurizio Moroni. "Oltre Confine. Assistenza infermieristica notturna: interazioni con il paziente in Terapia Intensiva" Scenario 1 (2005): 18-27

In Afghanistan con Emergency: una esperienza di pace.

Di Loris Salina

Scarica il PDF dell'articolo

Loris Salina. "In Afghanistan con Emergency: una esperienza di pace." Scenario 1 (2005): 29-30