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Mozione conclusiva 30' Congresso Nazionale Aniarti

30° Congresso Nazionale Aniarti - Roma, 16-17-18 novembre 2011

Infermieri, area critica e le sfide dell’economia.

L’assistenza fra tecnologie, esigenze, organizzazione, responsabilità.

Una funzione sociale da rivalorizzare per un progresso innovativo.

30’anni di contributo Aniarti

 

Documento Aniarti per una interpretazione equilibrata

del significato dell’economia e dell’utilizzo delle risorse.

Obiettivi:

- Presentare il risultato della riflessione interna all’Aniarti per il 2011, come motivazione e preparazione sul tema del congresso;

- Diffondere le idee e proposte scaturite al fine di orientare l’elaborazione autonoma e diffusa fra gli infermieri di area critica e non solo, sul problema dell’economia;

- Favorire comportamenti virtuosi sull’utilizzo corretto ed ecologico delle risorse (materiali, scientifiche e professionali) anche nell’ambito dei processi operativi sanitari.

 

1. L’economia nel contesto e nella comunità globalizzata.

L’organizzazione della produzione, dell’uso e dello scambio delle risorse di una comunità rappresenta un fattore di razionalità ed uno strumento per perseguire l’equità e la giustizia, dunque in una visione etica della convivenza.

L’economia appare nella comunità planetaria globalizzata di questo tempo, l’elemento che pone tutti in stretta relazione fra loro.

 

2. Lo spazio occupato oggi dall’economia, i condizionamenti ed i limiti a cui costringe le persone e le comunità.

Una politica non lungimirante ha svincolato l’economia dalle regole che ne definivano la funzione sociale.

L’economia ha trasformato i meccanismi finanziari in veri e propri giochi esclusivamente speculativi a volte automatici e fuori controllo, e non ha mantenuto le promessa di autoregolarsi con beneficio di tutti. Prevalgono gli interessi che deviano le risorse dalla priorità del bene comune reale verso l’accumulo fine a se stesso.

Il sistema dell’economia ha acquisito spazi sempre più estesi fino a determinare le scelte della politica in tutti i campi ed a qualunque livello.

 

3. Necessità di una nuova concezione di economia.

Abbiamo oggi evidenza del limite estremo a cui la storia dell’economia è arrivato con l’esposizione dei più deboli e di intere comunità o popoli alla povertà, alla fame, ai conflitti per accaparrarsi le risorse vitali come l’acqua.

L’etica viene semplicemente esclusa in nome di supposte rigide regole economiche.

Ma non devono essere considerati beni economici solo i beni materiali, ma anche la azione continua necessaria al mantenimento della vita e per l’evoluzione delle persone.

 

4. Il lavoro fattore anche dell’economia, espressione di umanità e non esclusivamente merce slegata dalle persone.

Solo il lavoro consente di far progredire il ben-vivere.

In particolare, il lavoro finalizzato direttamente al supporto delle persone rappresenta emblematicamente la funzione nobile di un’economia e di una società evoluta.

La dignità del lavoro, a tutti i livelli, è dunque un valore da riaffermare.

 

5. La funzione assistenziale come valore costitutivo per una comunità globalizzata.

L’idea di comunità si regge sul perseguimento di relazioni positive e di miglioramento della vita di tutti i suoi membri. Assistere dunque, è il reale manifestarsi di una comunità.

Tale relazione, nell’attuale contesto di globalizzazione, non è iscrivibile esclusivamente entro la cerchia ristretta del proprio gruppo ma deve applicarsi ad ogni altra comunità,

 

6. Il lavoro assistenziale come possibile strumento che garantisce una dignità diffusa delle persone, per una nuova categorizzazione delle priorità, per una nuova concezione di economia.

In un mondo sovrastato da una certa economia “riduttivista” e da una finanza che rende fittizia buona parte delle risorse presunte, il valore del lavoro di assistenza alle persone – lavoro reale, non apparente - può diventare un segno per avviare una concezione nuova delle risorse stesse, del senso e del modo del loro utilizzo:  la più vera economia reale.

Come operatori della salute, non possiamo ignorare la mancanza di almeno 5 milioni di operatori sanitari nel mondo, soprattutto in quei paesi che ne risultano spaventosamente sguarniti, con l’aggravante che gli operatori formati in quegli stessi paesi vengono drenati per lavorare nei paesi ricchi.

Un’economia concreta e vera dovrebbe favorire la salute, che è il primo, incontrovertibile fattore di sviluppo economico.

 

7. Il riequilibrio delle risorse e la revisione delle priorità nel mondo della sovrabbondanza.

Il macroscopico disequilibrio nella distribuzione delle risorse, è il principale fattore di rischio per la pace sociale e potrebbe compromettere la sopravvivenza del pianeta.

La prima idea che deve riacquisire carattere di “normalità” in quel 20% di mondo che detiene l’80% delle risorse totali, è l’idea di ragionevolezza e sobrietà nell’utilizzo delle risorse.  Ragionevolezza e sobrietà soprattutto nell’uso di quelle maggiormente sofisticate, di cui non si riescono perfino a conoscere né controllare i rischi, e le conseguenze ultime drammatiche derivanti per la vita delle persone.

Una sobrieta' economica, non puo' prescindere dalla presa di coscienza del livello di assistenza sanitaria che utilizziamo nel mondo occidentale e che neghiamo ai paesi poveri:  farmaci elementari salvavita sotto brevetto e tecnologie inarrivabili.

Una rinnovata connessione fra economia e servizio diretto alle persone deve condurci a una ridefinizione delle priorità.

 

8. La nuova dimensione della funzione degli operatori della salute.

Deve coniugare competenza e riflessione per orientare le scelte politiche in fatto di assistenza e salute.

L’esperienza personale e la riflessione di quanti vivono per professione l’assistere non si esaurisce nel garantire la migliore qualità del proprio servizio: deve indicare con i fatti e con una rigorosa informazione le possibili conseguenze reali di scelte più o meno attente all’assistenza soprattutto per i più deboli.

E’ responsabilità dei professionisti della salute ed in primis di quelli dell’area critica, questo passo, perché sono i primi e privilegiati testimoni ”esperti” degli effetti dei servizi e degli strumenti sulla vita delle persone, sempre più manipolabile dalle disponibilità tecniche e da un’informazione interessata.

 

9. Alcune azioni concrete da applicare per un’assistenza sanitaria-infermieristica che sovverta consuetudini irrazionali ed attribuisca qualità di vita e salute alle persone. Di fatto, un esempio di priorità da scegliere e delle loro ricadute “economiche”.

Esigere e praticare una medicina ed un prendersi cura basate sull’appropriatezza, la responsabilità condivisa, la ragionevolezza, il rispetto delle dignità;

riequilibrare l’attribuzione di risorse da destinare all’assistenza rispetto a quanto attualmente attribuito quasi esclusivamente alla diagnosi e alla cura: questo svelerà la grandezza della capacità collettiva di riconoscimento e di valorizzazione del limite, che è nell’ordine delle cose;

differenziare le strutture sanitarie in funzione delle necessità complessive delle persone e superare le visioni esclusivamente tecnicistiche ed efficientiste;

favorire l’assistenza nel contesto di vita delle persone: non sono più gli ospedali i luoghi esclusivi di cura come poteva essere necessario secoli fa;

favorire ai diversi livelli di possibilità, il recupero dell’assunzione di responsabilità dell’assistere, la prima, più elementare e profonda manifestazione dell’attenzione al bene comune.

 

10. Alcuni tratti culturali su cui agire per far ri-diventare l’economia strumento in primo luogo per il ben-essere delle persone, così come sempre di più viene concepito.

La definitiva acquisizione della consapevolezza dell’unitarietà del pianeta con i problemi che vi si sviluppano;

l’adozione di comportamenti soggettivi e collettivi consequenziali alla generale integrazione come assoluta novità storica;

l’impegno per il recupero urgente del ruolo ineludibile e nobile della politica, da contrapporre a qualunque perseguimento di vantaggiosi privilegi di singoli o di gruppi;

il recupero del senso della misura, della sobrietà, del limite e, innanzitutto, dell’equità e della giustizia.

 

Gli infermieri di area critica, rispettosi della centralità dell’uomo, sono coinvolti e partecipano per il loro specifico alla costruzione della comunità in una visione planetaria.

 

Aniarti - 30° Congresso Nazionale

Roma, 18 novembre 2011