Indagine conoscitiva sul vissuto dei parenti di persone sottoposte ad intervento cardiochirurgico durante l’attesa di informazioni sull’esito dell’intervento.
Aletta Mirko, (1) Paganelli Paola(2)
1. Azienda Ospedaliera Universitaria di Bologna Policlinico S.Orsola – Malpighi, Servizio di Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica
2. Azienda Ospedaliera Universitaria di Bologna Policlinico S.Orsola – Malpighi, Servizio di Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica – Infermiera esperta in Area Critica
Introduzione. L’ingresso in Terapia Intensiva è sicuramente considerato evento stressante e ansiogeno per il paziente e la famiglia, poiché rappresenta un evento critico, drammatico e che avviene spesso senza che ci sia il tempo per riuscire a comprendere la gravità della patologia.
Obiettivo. Conoscere il vissuto e il livello di soddisfazione dei familiari delle persone ricoverate nell’U.O. di Anestesia e Terapia Intensiva Cardiochirurgica del Policlinico S.Orsola- Malpighi di Bologna, in attesa di ricevere notizie sull’esito dell’intervento, al fine di poter verificare se sia possibile apportare miglioramenti.
Materiale e metodi. Indagine conoscitiva effettuata sui parenti dei ricoverati attraverso la distribuzione di un questionario, composto da 21 domande a risposta multipla: Il questionario è stato distribuito in forma anonima in maniera sequenziale, previo consenso informato.
L’arruolamento prevedeva un campionamento attraverso 50 questionari con i soli criteri di esclusione rappresentati dalla non conoscenza della lingua italiana e da alcune tipologie di interventi quali il trapianto cardiaco e gli interventi su pazienti pediatrici.
Risultati. Le famiglie hanno dichiarato soddisfazione nelle cure generali, riconoscendo sia abilità e competenza all’equipe infermieristica e medica, sia l’utilità delle “restrizioni” adottate dalla Terapia Intensiva. Di contro, si è potuto registrare una insoddisfazione per l’atmosfera in sala d’attesa, e situazioni variabili per quanto concerne l’esigenza di un supporto psico-sociale, le emozioni provate e le difficoltà di comprensione di alcuni termini utilizzati.
Discussione. Per rispondere in maniera olistica alle mutevoli necessità dei parenti, si devono aggiungere alle conoscenze le abilità di counseling.
Un approccio iniziale errato può spesso condizionare l’iter seguente rappresentato dal contesto, dalla patologia, dall’ambiente ma soprattutto dallo stato psicologico della persona e dei suoi familiari. Soddisfare tutti questi fattori non è cosa semplice, soprattutto se vi aggiungiamo lo stress e la routinarietà dell’operatore.
Proposte per il futuro. Sicuramente sono necessari ulteriori approfondimenti, ma già con questi iniziali dati si possono apportare considerevoli miglioramenti. Tra ciò che a breve ci si auspica: l’apertura della nostra U.O. ad orari di visita più “flessibili” e l’inserimento del questionario nel PDTAR (percorso diagnostico terapeutico assistenziale riabilitativo) del paziente cardochirurgico
Bibliografia
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