Rianimazione aperta: una revisione della letteratura alla ricerca delle migliori prove di efficacia rispetto alla necessità di aprire le terapie intensive.
Cantù D. UO di Rianimazione Amari L. UO di Cardiologia e Utic
Azienda Ospedaliera di Circolo di Melegnano Ospedale di Cernusco sul Naviglio
damianocantu@gmail.com
Background: Le Unità di Terapia Intensiva (ICU) hanno da sempre avuto una politica di restrizione all’accesso dei parenti al fine di tutelare il paziente dalle infezioni e dal possibile aumento dello stress dello stesso. Oggi le motivazioni di questa “chiusura” appaiono infondate e ci sono forti prove a favore dell’apertura delle ICU ai visitatori.
Scopo: Dopo l’esperienza triennale di ICU aperta, abbiamo voluto comprendere con un analisi bibliografica le cause che spingono molte terapie intensive ad adottare ancora politiche restrittive in tema di presenza di familiari e visitatori.
Materiali e metodi: è stata effettuata una ricerca bibliografica attraverso le principali banche dati: CINHAL, PUBMED, COCHRANE LIBRARY, dalle quali abbiamo analizzato 244 articoli e selezionati 60 per il nostro studio.
Risultati: Da uno studio del 2010, in cui vengono analizzate le principali cause di infezione su 5916 pazienti in ICU si evidenzia come la trasmissione delle infezione tra un paziente e l’altro può essere ridotta attraverso adeguati interventi preventivi sul personale assistenziale, mentre non si menzionano rischi di infezioni connessi al visitatori.
Studi italiani mostrano invece, come sia molto diffusa la pratica di protezione per l’accesso in terapia intensiva: (nel nord est 85% delle ICU richiede una forma di protezione, mentre 24% prevede un set completo di dispositivi di protezione (camici, sovrascarpe, mascherine,cuffie).
Negli studi dove si confrontano gli outcame derivanti da politiche restrittive in confronto a politiche più libere, si evidenzia che le complicanze settiche risultano simili nei campioni osservati.
Alcuni studi sostengono che le continue visite possono essere fonte di problemi tra famiglia e personale assistenziale, altri invece, affermano che il supporto dei familiari facilita la comunicazione tra paziente e infermiere, migliorando le procedure assistenziali e aumentando la soddisfazione degli assistiti.
Conclusioni: dalla revisione della letteratura effettuata, non ci sono prove di efficacia che giustifichino la “chiusura” delle ICU e che la prevenzione effettuata dal personale d’assistenza con procedure semplici, quali il lavaggio delle mani, sia di maggior efficacia rispetto alla “chiusura” delle Terapie Intensive. Per questo è fondamentale diffondere questa procedura anche ai parenti, dato che uno studio segnala che solo il 41% delle Icu richiede il lavaggio delle mani ai visitatori all’entrata.
Per quanto attiene all’umanizzazione delle cure, la presenza del familiare, se ben istruito sul comportamento della cure, migliora l’efficacia del processo di cura, sebbene questo può generare un aumento dei processi assistenziali.
Bibliografia:
Giannini A. Opening the ICU: views of ICU doctors and nurses before and after liberalization of visiting policicies. Critical Care 2012 in – press
Giannini A. The “open” ICU: not just a question of time. Minerva Anestesiol. 2010 Feb;76(2):89-90.
Hassan KA, Hasan MK, Chowdhhury MG, Akhter H. Aspect of infection in intensive care unit—prevention and control. Mymensingh Med J. 2010 Jul. 19 (3): 474-6