Applicazione della Pet Therapy in terapia intensiva pediatrica.
Introduzione Durante l’ospedalizzazione la dimensione del tempo è diversa da quella della vita normale. La riduzione delle attività e delle relazioni quotidiane lascia più tempo di identificare la malattia con il proprio corpo e i propri pensieri: questo amplifica la sofferenza che altro non è che il processo di interpretazione mentale della malattia.
Per interrompere questo loop e cambiare il ritmo della giornata, è stata introdotta dal gennaio 2012 in Terapia Intensiva Pediatrica la Pet Therapy, rivolta soprattutto a bambini affetti da malattie cronico/degenerative sottoposti a ospedalizzazioni ripetute e talvolta prolungate.
La Pet Therapy già conosciuta per il recupero delle funzioni neuro-muscolo-scheletriche e delle relazioni interpersonali, è indicata anche per il recupero delle funzioni mentali, sensoriali e del dolore e quindi della sofferenza.
La ricerca bibliografica, inoltre dimostra che l’introduzione della Pet Therapy non aumenta né di numero né di tipologia le infezioni ospedaliere.
Scopo Obiettivo: Lo scopo di una prima osservazione, svolta nei primi cinque mesi di attività, è stato quello di valutare l’impatto della Pet Therapy sugli operatori e sui genitori dei pazienti ricoverati, ritenendo questo aspetto fondamentale per favorire la relazione tra cani e bambini e per la prosecuzione del progetto.
Materiali e metodi: Somministrazione di questionari semistrutturati, prima e dopo la permanenza dei cani nella struttura, ai genitori ed agli operatori.
Risultati: il riscontro è stato estremamente positivo, con la constatazione che anche laddove esistano paure e diffidenza nei confronti dell’animale, queste siano superate dalla convinzione che l’adulto care giver ha, del beneficio che il cane porta al vissuto di malattia e di ospedalizzazione del bimbo. Le informazioni date preventivamente ai genitori relativamente alle possibili infezioni, ai problemi igienici ecc., hanno inoltre quasi completamente azzerato le perplessità emerse in tal senso.
Conclusioni: Constatata la fattibilità del progetto è partita la seconda fase di osservazione avente lo scopo di valutare le reazioni psico-comportamentali dei pazienti (relazione, tranquillità, dolore…) nonchè i livelli di stress degli animali mediante l’applicazione di strumenti e scale valutative validate..La presenza degli animali in Terapia intensiva cambia l’aspetto del reparto permettendo al paziente ed ai genitori di vivere una esperienza insolita ed inaspettata: i cani portano all’allegria, al dialogo e all’ascolto, distogliendo l’attenzione alla malattia, migliorando l’empatia delle relazioni e della comunicazione ed il vissuto dell’ospedalizzazione.
Bibliografia:
gruppo di lavoro MOR del progetto Net Pet Therapy - manuale operativo regionale – Veneto 2010