Angela Peghetti,Bologna
Relatore
Infermiera Master in Wound Care,
Vice Presidente AISLeC
Anestesia e Rianimazione
Cardiochirurgica
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
Policlinico S.Orsola -
Malpighi
Marilena Moretti,Bologna
Infermiera, Unità
Operativa di Cardiochirurgia
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
Policlinico S.Orsola -
Malpighi
PREMESSA: L’interesse al problema della corretta
gestione delle ferite chirurgiche, ha sempre interessato la nostra equipe
multidisciplinare (infermieri, cardiochirurghi ed anestesisti), sia in
relazione alla prevenzione delle infezioni del sito chirurgico che al conseguimento
di un miglioramento della qualità nel trattamento di questo tipo di ferite. La
bibliografia reperita in merito a questo argomento è varia ed analizza
l’effetto dell’applicazione di alcuni antisettici sulla cute [Flynn
J. Povidone-iodine as a topical antiseptic for treating and preventing
wound infection: a literature review. Br J Community Nurs. 2003 Jun;8(6
Suppl):S36-42], e gli effetti di una scorretta gestione delle medicazioni al
momento della loro rimozione [Margaret Heale Armstrong, Rn MSc, WOCN; Patricia
Price, PhD2 Feature: Wet-to Dry Gauze Dressing: Fact and Fiction Wounds
– ISSN: 1044-7946 – Volume 16 Issue 2 – February 2004 – Pages 56 – 62]. Si è evidenziato infatti come la prolungata e
ripetuta applicazione di jodiopovidone sulla cute possa produrre reazioni
locali con fenomeni allergici, fino al caso limite di manifestazioni a carico
dell’apparato tiroideo con effetti sul metabolismo tiroideo stesso. Anche la
scorretta gestione di garze o cerotti in sede di cambio medicazione può
provocare alterazioni cutanee con arrossamenti, insorgenza di dermatiti e/o
fenomeni allergici o, nel caso di una scorretta rimozione delle medicazioni,
alla formazione di skin tears. Il tutto oltre che provocare disagio al
paziente, lo può predisporre alla possibilità di infezioni nei tratti irritati
o lesionati.
PROBLEMA: alla luce di queste considerazioni e dopo
aver valutato i difformi comportamenti in essere, abbiamo pensato di eseguire
una ricerca comparativa.
OBIETTIVI:
MATERIALI E METODI: il progetto ha previsto la realizzazione di
una ricerca clinica randomizzata realizzata in tre dipartimenti dell’Azienda
Ospedaliera S. Orsola – Malpighi di Bologna (Sala Operatoria Cardiochirurgica,
Rianimazione Cardiochirurgia e Sezione di semiintensiva del Reparto di
Cardiochirurgia). Le medicazioni messe a confronto sono state le medicazioni
avanzate, identificate attraverso la classificazione UNI EN ISO 9999 del
nomenclatore tariffario, vs medicazioni tradizionali, definite come garze,
imbevute o meno di soluzioni antisettiche. L’esecuzione delle medicazioni avanzate
ha previsto la detersione della ferita con sol. Salina, seguita da applicazione di una benda composta di
alginato di calcio e fissaggio della stessa con una placca di pellicola di poliuretano sulla ferita
principale e di schiuma di poliuretano sul punto di accesso dei drenaggi. La
medicazione tradizionale ha previsto l’antisepsi della ferita con jodiopovidone
ed apposizione sulla ferita e sui punti di inserzione dei drenaggi di garze
asciutte fissate con cerotto di tela. Gli accessi chirurgici osservati sono
stati: sternotomie, toracotomie e laparotomie tutti suturati con sutura
intradermica. I pazienti selezionati erano sia di sesso maschile che femminile
in età compresa tra i 50 e gli 80 anni che eseguivano l’intervento in regime di
elezione.
Sono
stati esclusi i pazienti operati in regime di urgenza,
con anamnesi positiva per emodialisi, cirrosi epatica ed emopatia, data
l’influenza di queste patologie sul processo di riparazione tissutale. Pazienti
sottoposti a laparotomie suturate con punti metallici. Sono stati esclusi dallo
studio anche dopo l’arruolamento i pazienti sottoposti a riapertura post
intervento per esempio per sanguinamento, i pazienti deceduti ed i pazienti
trasferiti presso altri reparti/strutture.
Sono
stati arruolati per lo studio 40 pazienti per ogni braccio della
randomizzazione per un totale di 80 casi osservati.
STRUMENTI: in ogni reparto sono stati individuati degli
infermieri referenti per lo studio con il compito di supportare e consigliare i
colleghi in caso di dubbi. Per la rilevazione dei dati sono state utilizzate
delle schede predisposte. (vedi allegato)
PARAMETRI RILEVATI: i parametri osservati per ogni paziente erano
dolore, arrossamento della cute entro i
L’osservazione
è stata effettuata:
- alla 48° ora dall’intervento cioè al primo
cambio di medicazione, momento della rimozione dei drenaggi;
-
alla 96° ora, momento in cui si lascerà scoperta la ferita chirurgica;
-
in 6°-7° giornata, alla rimozione
dell’elettrodo epicardico.
COMMENTO
DEI RISULTATI:
La comparazione tra i due tipi di medicazione
ha fatto osservare che le medicazioni avanzate consentono:
- Una
riduzione dell’arrossamento,
- Una
riduzione della tumefazione,
- Una
riduzione delle secrezioni
quindi riduzione dei tempi di risoluzione
della ferita chirurgica.
-Una riduzione del dolore e del
disagio del paziente al cambio della
medicazione.
Non si sono evidenziate sostanziali
differenze nel controllo delle infezioni tra i due tipi di medicazione.
CONCLUSIONI
I punti di forza di questo studio sono stati:
-
il raggiungimento di una maggiore collaborazione tra i vari dipartimenti
-
la graduale sensibilizzazione del gruppo alla ricerca
-
la collaborazione dei team medici (cardiochirurghi-anestesisti)
-
il progresso della conoscenza sulle proprieta’ delle medicazioni avanzate.
Si sono evidenziati alcuni punti di
debolezza:
- lo
scarso interesse e partecipazione di alcuni colleghi
- la
scarsa cultura per la ricerca
- la
difficoltà nel rispetto dei tempi di valutazione causate dalla variabile
pazienti.
Ci
si auspicano comunque delle ricadute clinico organizzative:
- una
maggiore collaborazione tra professionisti
- una
validazione ulteriore dell’autonomia
nella scelta del trattamento più idoneo
in
termini di efficacia ed efficienza
- lo
stimolo ad eseguire nuove ricerche
- l’ottimizzazione delle prestazioni assistenziali in termini di efficacia
- il
cambio del tipo di antisepsi
- una
ulteriore sensibilizzazione rispetto al dolore del paziente