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Congresso Nazionale Aniarti 2005

L'infermiere in Area Critica: pensare, essere, fare.

Sorrento (NA), 26 Ottobre - October 2005 / 28 Ottobre - October 2005

» Indice degli atti del programma

Il quadro contestuale ed i motivi per una riflessione sull’assistenza infermieristica per il futuro - Elio Drigo

26 Ottobre - October 2005: 10:15 / 10:30

Audio - Presentazione -

Relazione:

Il quadro contestuale ed i motivi per una riflessione sull’assistenza infermieristica per il futuro.


Elio Drigo,Udine
Infermiere Coordinatore
Presidente Aniarti
 
Annalisa Silvestro, Udine
Infermiera IID
Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI
Vice Presidente Aniarti
Direttore del Servizio Infermieristico Azienda USL di Bologna.

Con questo intervento si vogliono richiamare alcuni motivi ed identificare alcune tracce per una riflessione su quello che diventerà il nostro essere infermieri.

La nostra professione è legata alle esigenze delle persone ma anche legata alle esigenze delle organizzazioni. E’ legata alle esigenze della società così come oggi si delinea con le sue complessità e le sue mutazioni.

Il fatto della connessione con le esigenze delle persone ci dice quanto dobbiamo essere attenti a sviluppare e mantenere le nostre competenze. Competenze che non possono non essere legate alla clinica ed essere elaborate, diversificate ed avanzate anche con lo sviluppo della ricerca.

Le possibilità di dare risposte efficaci rispetto alle richieste, espresse ed inespresse, implica una preparazione personale ed una formazione elevata, attenta, rigorosa.

Non è così semplice oggi, fornire le risposte adeguate all’interno del sistema in cui siamo collocati, perché il sistema è sempre maggiormente diversificato ed in costante trasformazione.

Dobbiamo dare risposte alle organizzazioni complesse, al cui interno è necessario collocarsi e delineare un ruolo proprio e svolgerlo nella maniera migliore. Questo rappresenta anche una responsabilità verso la società, che attraverso le organizzazioni garantisce la salute.

 

Per una riflessione che possa avere una sua certa completezza, possiamo prendere in considerazione alcune idee fondamentali: a) il quadro contestuale; b) l’assistenza infermieristica per il futuro, e c) quello che possiamo offrire e ricevere con il nostro essere infermieri.

 

a) Il quadro contestuale.

Ovviamente, proprio in quanto professionisti infermieri non possiamo pensare più in termini locali, né in termini regionali e forse nemmeno solo in termini nazionali.

Pochi giorni fa si è concluso a Roma il congresso nazionale della Federazione dei Collegi IPASVI, che ha messo a confronto gli infermieri italiani con gli altri infermieri di tutta Europa. Abbiamo avuto la netta sensazione che gli infermieri italiani siano in posizione di vantaggio rispetto a molti altri paesi dell’Europa. In Inghilterra c’è una situazione ed un retaggio storico particolare, con gli infermieri in posizioni importanti e avanzate.

Dobbiamo guardare e tenere presente questo quadro, dobbiamo guardare ai condizionamenti ed alle interferenze che avvengono costantemente nella vita di ciascuno di noi, nelle nostre istituzioni, nelle nostre realtà. Ciascuna di queste realtà è collegata e condizionata da altre. Collocarsi in una tale situazione deve essere un collocarsi in integrazione.

Sono palesi le necessità oggettive e nuove delle persone e delle società che vengono evidenziate con fenomeni a livello planetario: penso alle richieste di migliori condizioni di vita che provengono da tutto il mondo e soprattutto negli ambiti delle situazioni particolarmente disagiate e miserevoli. E penso ai fortissimi interessi che si stanno imponendo e spesso distolgono l’azione positiva che potrebbe essere messa in atto per consentire la diffusione di una vita migliore delle persone e delle società. Ma ancora, sempre di più, dobbiamo fare i conti con le risorse, perché una vita di elevata qualità richiede ulteriori risorse o, perlomeno, richiede di dedicare risorse in alcune specifiche direzioni piuttosto che in altre.

Se più persone esigono di vivere ad un livello di qualità più accettabile, maggiori risorse sono necessarie. E qui si gioca tutto il discorso della correttezza nell’uso delle risorse; e si parla non solo in termini di sanità, ma anche in termini generali.

Altro problema è quello della dimensione per il sistema. Ci troviamo di fronte ad una necessità impellente di fare sistema. Il concetto di globalizzazione indica la necessità di essere sistema. Assumendo qui la porzione positiva dell’idea e della pratica della globalizzazione, è necessario che da una frammentazione nella quale ci troviamo attualmente, si vada verso una sintesi, perché soltanto mettendo insieme le risorse di capacità e competenze si ottengono risultati migliori.

Sembra di assistere invece, a frequenti e preoccupanti fenomeni di decentramento banalizzato e di perdita dell’orientamento rispetto alle finalità del nostro essere società ed essere sistema, di perdita dell’orientamento rispetto a sapere dove dobbiamo andare, anche come gruppi professionali, quali siano i motivi fondamentali per i quali dobbiamo esistere in quanto aggregazioni professionali.

 

b) L’assistenza infermieristica per il futuro.

Gli infermieri sono presenti in tutte le strutture del sistema. Sono, pertanto, una componente imprescindibile e una componente da considerare in ogni caso.

Gli infermieri potranno essere tali e riconosciuti soltanto se sapranno essere all’altezza della situazione in cui si inseriscono. Si è infermieri se si riesce a portare avanti un’attività che possa essere considerata oggi assistenza. Altrimenti si è qualcos’altro e di conseguenza non si è quello che esattamente si dovrebbe essere. Ed in questo caso, non si forniscono le risposte che a noi infermieri sono richieste dalla popolazione e dalle persone.

L’assistenza è un fattore costitutivo di una società. Viene attivata perché consente di stabilizzare e garantire la società stessa, consente di assistere e rendere maggiormente sicura la vita di una popolazione e delle singole persone con le loro diversità e diverse possibilità.

Assistere previene le complicanze, aiuta a evitare stati di salute non accettabili e applica e conferma una cura. Non è pensabile una cura, soprattutto se particolarmente complessa, una terapia, una diagnosi, se manca una professionalità che consente di realizzare queste cure e di far loro raggiungere i migliori risultati.

Tutto questo è evidente particolarmente all’interno dell’area critica. L’assistenza è fattore di qualità di vita perché assistere trasforma positivamente la vita delle persone.

Un elemento di fondamentale importanza su cui forse troppo spesso non riflettiamo a sufficienza, è il fatto che l’assistenza infermieristica pratica concretamente la convivenza e di conseguenza la promuove.

I principi su cui si basa l’assistenza sono la totale attenzione alle persone e alla comunità, a prescindere dalle credenze, dalle appartenenze e dallo stato sociale.

L’assistenza è implicitamente una pratica radicale di convivenza e pertanto un segno di civiltà pienamente vissuta da alcune persone verso altre.

Non è ancora chiaro quanto sia diffusa la consapevolezza della portata della nostra professione e dell’impatto che essa può avere e che di fatto già ha, sulle persone.

Probabilmente ce ne siamo resi conto molte volte solo quando i malati all’ingresso nelle nostre unità operative erano piuttosto titubanti e malfidenti verso una sanità letta più come mala-sanità che non come organizzazione e strumento; quando abbiamo in seguito visto i malati entrare con questo modo di pensare e uscire estremamente meravigliati della capacità degli infermieri di garantire un’assistenza accurata e della capacità soprattutto di essere vicini alle persone. Ebbene, questo è un valore che deve essere riconosciuto e di cui dobbiamo essere consapevoli. E’necessario portare questa informazione al di fuori della nostra professione e della nostra cerchia ristretta di infermieri.

Questo modo di porci non è di secondaria importanza e diventa invece un elemento decisivo della nostra componente sociale.

 

Poniamo l’attenzione anche ai motivi per questa riflessione sul contesto e su come procedere per il futuro con l’assistenza infermieristica.

Tre sono gli elementi che possono essere tenuti presenti.

 

1. Gli infermieri devono contare di più in futuro, e devono incidere nella realtà. Non può essere che esiste una sanità, un sistema sanitario dove gli infermieri non possono dire quasi assolutamente nulla, non riescono ad essere positivamente condizionanti l’andamento del sistema sanitario. Non si può pensare di modificare una realtà che noi consideriamo inadeguata senza avere al nostro interno unitarietà di intenti e di obiettivi e unione delle energie.

E’ importante che sappiamo che il confronto e la discussione avviene sulla base della evidenza e autorevolezza di una professione e quindi del nostro gruppo.

2. Gli infermieri italiani hanno tutti gli strumenti per un riconoscimento strutturato. I progressi fatti a livello di norme per quanto riguarda la professione e l’esercizio professionale (che è il nostro essere insieme), conseguito grazie soprattutto alla Federazione dei Collegi, sono di valenza assoluta.

I progressi fatti sono all’avanguardia in Europa, sicuramente. Non è possibile che questi progressi restino chiusi al nostro interno. Il confronto degli infermieri con gli altri paesi europei è decisamente positivo e ci deve rendere consapevoli che gli infermieri italiani non sono inferiori agli altri. Questo deve servirci per darci una carica di fiducia ed energia.

3. Dobbiamo imparare a confrontarci con gli altri, a dire all’esterno quello che stiamo facendo e quanto abbiamo costruito fino a questo momento: se non ci assumiamo le nostre responsabilità sarà un problema nostro e non di altri.

Dobbiamo essere infermieri “a tutto tondo”, e non solo dal punto di vista tecnico e delle competenze cliniche (che diamo necessariamente per scontate).

 

Per il nostro futuro 2 scale di priorità, 2 modi speculari di leggere la situazione:

che soggetti vogliamo essere? in quale direzione vogliamo andare? come vogliamo guidare il servizio sanitario e l’area critica? e che cosa vogliamo garantire ai cittadini?

In realtà, per sapere che soggetti vogliamo essere, dobbiamo sapere che cosa vogliamo garantire ai cittadini perché dobbiamo riflettere dove siamo collocati e, di conseguenza, qual’è il nostro ruolo all’interno del sistema di cui facciamo parte.

 

1. Partiamo dal dare le risposte prima di tutto ai cittadini: che cosa vogliamo garantire ai cittadini?

Ai cittadini vogliamo garantire un’assistenza equa, libera da preoccupazioni, sicura perché assolutamente competente ed avanzata nelle sue capacità di risolvere i problemi, dignitosa perché tiene presente le persone nella loro essenza e completezza.

Solidale perché siamo convinti che soltanto una società solidale può progredire, può vivere nel modo migliore; e ancora un’assistenza appropriata perché gli infermieri rispettano le risorse, le competenze come le cose che utilizzano.

2. Seconda cosa che gli infermieri devono garantire è l’applicazione dei principi di attenzione della persona fondanti la nostra professione. E’ questo sostanzialmente il nostro modo di procedere nei confronti del cittadino.

3. Come vogliamo guidare il servizio sanitario e l’area critica?

- Non vogliamo primeggiare: vogliamo lavorare insieme agli altri, vogliamo lavorare perchè riteniamo che tutti e ciascuno abbiamo delle ricchezze da condividere e le ricchezze messe insieme producono un risultato maggiore della somma delle ricchezze e delle competenze che rimangono singole.

Siamo assolutamente convinti che andare avanti vuol dire lavorare assieme agli altri per dare quel contributo che tutti possono dare.

- Gli infermieri vogliono dare il loro contributo al servizio sanitario sia a livello nazionale che regionale, senza privilegi o sconti; non siamo qui a cercare riconoscimenti senza fondamento. Vogliamo che quello che abbiamo fatto sia riconosciuto e valorizzato per quello che è, ed è moltissimo. E’ questa la nostra ricchezza.

- Certamente vogliamo lavorare con efficacia ed efficienza nel rispetto delle risorse e delle nostre competenze e attenti ai risultati che dobbiamo garantire ai cittadini orientando le scelte verso una umanità migliore: riteniamo che il contributo di una professione come quella dell’infermiere, che incarna e attualizza i principi fondamentali di convivenza di una società, contribuisca a migliorare il nostro essere persona, il nostro gruppo, il nostro essere persone che stanno insieme.

- Ancora vogliamo andare verso una professione che è capace di risolvere i problemi di salute e una società che è capace di darsi dei professionisti che sono in grado di contribuire a risolvere e/o a supportare i problemi di salute.

- Vogliamo andare verso una società attenta e oculata; e il nostro contributo deve essere presente. Noi dobbiamo imparare a parlare alla società, essere in grado di uscire dal chiuso del nostro essere professione per andare verso una società nella quale anche noi diamo il nostro contributo, che si traduce nel portare al di fuori delle nostre realtà quella che è l’esperienza che fino ad ora abbiamo fatto e i problemi che abbiamo visto e vissuto.

- Vogliamo andare verso una società che è orientata ai problemi di tutti e non incline agli interessi di pochi. Questo è decisamente importante in tempi come i nostri, in cui abbiamo visto la potenza degli interessi che si scatenano.

- Vogliamo essere infermieri che si sentono persone, sicuramente professionisti, ma anche persone che si prendono cura di altre persone. E abbiamo visto che è una ricchezza di fondamentale importanza.

- Non solo compassionevoli, ma competenti secondo quello che si intende per competenza oggi, non solo lavoratori ma pensatori, responsabili delle proprie competenze, che non si aspettano che altri decidano che cosa personalmente devono essere.

Questo problema lo dobbiamo avere ben presente personalmente e come gruppo.

- Responsabili della gestione: essere responsabili è assumersi la responsabilità di gestire: principio che fino ad ora abbiamo avuto tra le righe ma quasi in incognito e non riconosciuto. Di fatto importantissime prospettive si stanno aprendo e stanno cambiando molto rapidamente. Dobbiamo essere responsabili del sistema nel suo insieme, dicendo quello che è la nostra esperienza e quello che sono i valori in cui crediamo e le esperienze che abbiamo fatto.

- Capaci di creare il nostro futuro. Infermieri capaci di parlare alla società. Dobbiamo imparare a essere presenti lì dove si discutono i problemi che si vivono all’interno del servizio sanitario, dove si discutono i problemi che le persone a volte subiscono ed esperimentano all’interno dei nostri servizi, che molto spesso non sono adeguati alle esigenze delle persone di oggi. Infermieri che decidono di assumersi le proprie responsabilità è assolutamente imprescindibile per coloro che si sentono professionisti.

- Infermieri che si fanno rispettare perché sono autorevoli e non perché svolgono un mestiere che ad altri non piace e sono pagati di più solo per questo. Vogliamo essere infermieri autorevoli, perché svolgiamo un’attività essenziale ed imprescindibile all’interno di una società che possa pensarsi evoluta.

 

c) I tempi sono maturi, forse sono anche troppo maturi e forse siamo in ritardo rispetto alle esigenze del nostro paese. Il nostro paese si colloca in Europa, non può fare a meno di questa collocazione ed è inevitabilmente un segno della storia che le cose vadano in questa direzione.

Anche se ci sono spinte e manifestazioni sporadiche di contrarietà a questa linea, ormai con l’integrazione a tutti i livelli questa è realisticamente la nostra collocazione. Questa è la collocazione di ognuno di noi.

Le diversità, dobbiamo esserne consapevoli, ci arricchiscono e non ci limitano: è importante che noi finalmente, decidiamo di buttare il cuore oltre le difficoltà perché gli infermieri sono una grande realtà ed una ricchezza nel nostro paese come in Europa.

E’ un peccato che non riusciamo a parlare alla società, che non riusciamo a portare al di fuori, ad esprimere chiaramente le esperienze a volte drammatiche a volte meravigliose che vediamo e viviamo nelle nostre strutture.

Dobbiamo avere il coraggio di essere attori all’interno della nostra società e farci carico di responsabilizzare la società verso i problemi veri che non sono sufficientemente conosciuti.

Molte volte, del problema del servizio sanitario nazionale, parlano le persone che sono abituate a parlare, le persone che gli altri sono abituati a chiamare a parlare.

Molte volte all’interno dei dibattiti più importanti che si sviluppano nella nostra società, gli infermieri non vengono consultati perché, in sostanza, sembra che non esistano.

Gli infermieri sono quelli che lavorano moltissimo ma poi non esistono quando si tratta di esaminare un problema e di approfondire situazioni decisamente critiche e problematiche.

Dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo prendere queste decisioni, dobbiamo fare anche questo tipo di lavoro e assumerci il carico di questa responsabilità che è nostra e sarà sempre nostra.

Se noi non lo faremo, nessuno lo farà per noi.

Abbiamo molte risorse, dobbiamo essere consapevoli di questo, perché è assolutamente vero.

Il confronto con gli infermieri europei l’ha dimostrato e dobbiamo ancora agire con rigore.

Non a caso, l’ultima parola evidenziata qui è rigore.

Vorrei che rimanesse impressa in tutti noi perché o lavoreremo e ci comporteremo con rigore oppure l’autorevolezza di cui parlavamo la possiamo scordare e sarà una nostra sconfitta, ma soprattutto, sarà una sconfitta per la nostra società.

Dobbiamo lavorare con rigore. E’ solo da questo che deriva l’appropriatezza del nostro lavoro e solo da questo deriva l’autorevolezza del nostro essere infermieri.

Gli infermieri avranno un grande futuro ma solo se lo vorranno costruire per i cittadini ed anche per loro stessi.

 

  


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