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Congresso Nazionale Aniarti 2005

L'infermiere in Area Critica: pensare, essere, fare.

Sorrento (NA), 26 Ottobre - October 2005 / 28 Ottobre - October 2005

» Indice degli atti del programma

Introduzione ai lavori della giornata Angelina Di Nuccio, Annalisa Silvestro

28 Ottobre - October 2005: 09:00 / 09:10

Audio Audio

Presentazione Tavola Rotonda

 

Annalisa Silvestro, Udine

Infermiera IID

Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI

Vice Presidente Aniarti

Direttore del Servizio Infermieristico Azienda Metropolitana di Bologna

 

 

 

Non sono riuscita a partecipare alle giornate precedenti che, però, mi sono state riferite, ricche di relazioni importanti e di un dibattito interessante.

L’argomento che vogliamo trattare in tavola rotonda, che già Angelina Di Nuccio ha  evidenziato, delineato, e che vede il contributo veramente qualificato delle persone qui vicino a noi in tavola rotonda, ha lo scopo di attivare una riflessione fra noi, su un’area dell’ esercizio professionale importante: sull’esercizio professionale in quanto tale, e su come le innovazioni estremamente ricche e profonde che ci hanno visto partecipi in questo ultimo decennio, abbiano portato gli infermieri ad assumere una posizione professionale decisamente elevata rispetto alla precedente.

Tutto questo ha portato l’organizzazione a doversi confrontare con questa nuova realtà professionale.

Ha portato anche i cittadini a relazionarsi in maniera diversa con i professionisti infermieri: abbiamo ancora bisogno di riflettere su come tutto questo produca un ineludibile cambiamento di cultura professionale e di modalità di porci di fronte al nostro lavoro e alle responsabilità che ci assumiamo nel momento in cui lo impostiamo, lo attiviamo, lo gestiamo secondo i nuovi indirizzi, giuridici da una parte (molto importanti), ma soprattutto i nuovi indirizzi professionali.

Si stanno verificando una serie di eventi che rendono sempre più chiaro e palpabile come il mondo sanitario (ma anche il mondo esterno al pianeta salute), si stia incominciando a rendere conto di questa nuova realtà, e soprattutto ci stiamo sempre di più rendendo conto di come questa nuova realtà professionale (e quindi assistenziale) produca una serie di ricadute a cascata nella relazione con altri professionisti, con i cittadini e di conseguenza o addirittura a monte con le organizzazioni nell’ambito delle quali noi operiamo.

E’ vero che il rischio e l’errore, come diceva Angelina Di Nuccio, forse non sono del tutto sopprimibili, perché legati a fattori dei più diversi, però è altrettanto vero che probabilmente una cultura da questo punto di vista non ce la siamo del tutto fatta; forse perché ci portiamo ancora dietro degli stereotipi professionali che hanno informato buona parte del nostro essere infermieri, soprattutto da quelli che da più anni esercitano la professione; e che era il fatto, (detta con un po’ di provocazione), che alla “fine della fiera” quando succedeva qualcosa, o non rispondeva nessuno o rispondeva qualcun altro, anche del nostro operato.

Forse questo ci ha indotto a sottovalutare questo aspetto, di qualità professionale e relazionale con i cittadini, e anche proprio di assunzione completa e profonda della responsabilità.

Adesso il fenomeno ha assunto un’evidenza rilevante.

Purtroppo non solo per ciò che comporta nei confronti dei cittadini, ma anche per ciò che comporta economicamente alle organizzazioni dove siamo inseriti.

Come molte volte succede è più la parte di tipo economico che produce aumento di interesse rispetto ad alcune problematiche. Però può essere anche irrilevante da dove si sia attivata l’attenzione: di fatto il problema c’è, esiste, è un problema rilevante, che ha visto coinvolti in maniera pesante alcuni colleghi negli ultimi tempi.

Credo che tutti ricordino le vicende dell’errata somministrazione di potassio, che ha prodotto un risultato drammatico, e credo che tutti ricordino la recente vicenda di errori nella predisposizione, preparazione di un clistere, anche in questo caso, un risultato drammatico.

Ci sono poi i cosiddetti piccoli errori, che purtroppo succedono, ma c’è anche l’altra parte importante che necessiterebbe di un convegno intero, degli errori e dei “quasi errori”, cioè di quelle situazioni in cui l’errore non è avvenuto per fortuite causualità ma sarebbe potuto succedere.

Da questo punto di vista il campo è molto ampio e necessita di una attenta riflessione, che faremo insieme ai nostri relatori, che ci aiuteranno a fare tutto questo percorso, presenteranno una serie di punti di riflessione, punti definiti su logiche diverse anche se convergenti, sull’obiettivo che ci siamo prefissati in tavola rotonda. Poi attiveremo il dibattito e daremo la possibilità ai relatori di chiarire alcune cose o comunque di rispondere alle domande e perplessità.

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