Presentazione Tavola
Rotonda
Annalisa
Silvestro,
Udine
Infermiera
IID
Presidente
della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI
Vice
Presidente Aniarti
Direttore del Servizio Infermieristico Azienda
Metropolitana di Bologna
Non sono riuscita a
partecipare alle giornate precedenti che, però, mi sono state riferite, ricche
di relazioni importanti e di un dibattito interessante.
L’argomento che
vogliamo trattare in tavola rotonda, che già Angelina Di Nuccio ha evidenziato, delineato, e che vede il contributo
veramente qualificato delle persone qui vicino a noi in tavola rotonda, ha lo
scopo di attivare una riflessione fra noi, su un’area dell’ esercizio
professionale importante: sull’esercizio professionale in quanto tale, e su
come le innovazioni estremamente ricche e profonde che ci hanno visto partecipi
in questo ultimo decennio, abbiano portato gli infermieri ad assumere una
posizione professionale decisamente elevata rispetto alla precedente.
Tutto questo ha
portato l’organizzazione a doversi confrontare con questa nuova realtà
professionale.
Ha portato anche i
cittadini a relazionarsi in maniera diversa con i professionisti infermieri: abbiamo
ancora bisogno di riflettere su come tutto questo produca un ineludibile
cambiamento di cultura professionale e di modalità di porci di fronte al nostro
lavoro e alle responsabilità che ci assumiamo nel momento in cui lo impostiamo,
lo attiviamo, lo gestiamo secondo i nuovi indirizzi, giuridici da una parte (molto
importanti), ma soprattutto i nuovi indirizzi professionali.
Si stanno
verificando una serie di eventi che rendono sempre più chiaro e palpabile come
il mondo sanitario (ma anche il mondo esterno al pianeta salute), si stia
incominciando a rendere conto di questa nuova realtà, e soprattutto ci stiamo
sempre di più rendendo conto di come questa nuova realtà professionale (e
quindi assistenziale) produca una serie di ricadute a cascata nella relazione
con altri professionisti, con i cittadini e di conseguenza o addirittura a
monte con le organizzazioni nell’ambito delle quali noi operiamo.
E’ vero che il
rischio e l’errore, come diceva Angelina Di Nuccio, forse non sono del tutto
sopprimibili, perché legati a fattori dei più diversi, però è altrettanto vero
che probabilmente una cultura da questo punto di vista non ce la siamo del
tutto fatta; forse perché ci portiamo ancora dietro degli stereotipi
professionali che hanno informato buona parte del nostro essere infermieri,
soprattutto da quelli che da più anni esercitano la professione; e che era il
fatto, (detta con un po’ di provocazione), che alla “fine della fiera” quando
succedeva qualcosa, o non rispondeva nessuno o rispondeva qualcun altro, anche
del nostro operato.
Forse questo ci ha
indotto a sottovalutare questo aspetto, di qualità professionale e relazionale con i cittadini,
e anche proprio di assunzione completa e profonda della responsabilità.
Adesso il fenomeno
ha assunto un’evidenza rilevante.
Purtroppo non solo
per ciò che comporta nei confronti dei cittadini, ma anche per ciò che comporta
economicamente alle organizzazioni dove siamo inseriti.
Come molte volte
succede è più la parte di tipo economico che produce aumento di interesse
rispetto ad alcune problematiche. Però può essere anche irrilevante da dove si
sia attivata l’attenzione: di fatto il problema c’è, esiste, è un problema
rilevante, che ha visto coinvolti in maniera pesante alcuni colleghi negli
ultimi tempi.
Credo che tutti
ricordino le vicende dell’errata somministrazione di potassio, che ha prodotto
un risultato drammatico, e credo che tutti ricordino la recente vicenda di
errori nella predisposizione, preparazione di un clistere, anche in questo
caso, un risultato drammatico.
Ci sono poi i
cosiddetti piccoli errori, che purtroppo succedono, ma c’è anche l’altra parte
importante che necessiterebbe di un convegno intero, degli errori e dei “quasi
errori”, cioè di quelle situazioni in cui l’errore non è avvenuto per fortuite
causualità ma sarebbe potuto succedere.
Da questo punto di
vista il campo è molto ampio e necessita di una attenta riflessione, che faremo
insieme ai nostri relatori, che ci aiuteranno a fare tutto questo percorso,
presenteranno una serie di punti di riflessione, punti definiti su logiche
diverse anche se convergenti, sull’obiettivo che ci siamo prefissati in tavola
rotonda. Poi attiveremo il dibattito e daremo la possibilità ai relatori di
chiarire alcune cose o comunque di rispondere alle domande e perplessità.