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Congresso Nazionale Aniarti 2005

L'infermiere in Area Critica: pensare, essere, fare.

Sorrento (NA), 26 Ottobre - October 2005 / 28 Ottobre - October 2005

» Indice degli atti del programma

Alcuni casi esemplificativi: 1. Assistenza all’adulto - Sabrina Spangaro

26 Ottobre - October 2005: 15:40 / 16:00

Audio - Presentazione -

Le prestazioni infermieristiche nell’assistenza intensiva: la specificità, l’esclusività, la demandabilità, la responsabilità

Assistenza alla persona adulta

 

 

Sabrina Spangaro, Udine

Infermiera, UCIC Ospedale "S.M. della Misericordia"

Componente del Consiglio nazionale Aniarti

 

 

 

 

 

Riprendendo i concetti finora espressi possiamo ribadire che l’infermiere è il professionista che con l’emanazione  del Decreto Ministeriale 739/1994 è il responsabile dell’assistenza generale infermieristica. Ne scaturisce che nell’ambito del percorso assistenziale assume responsabilità anche del management infermieristico.

La legge n. 42/99 abroga il mansionario e la professione supera  definitivamente  l’ausiliarità.

Sempre con la stessa legge viene attribuita la diretta responsabilità e gestione dell’assistenza infermieristica agli infermieri.

Questo comporta, che il professionista deve conoscere:

1.      L’intero processo di lavoro, il che significa conoscere gli atti e azioni che compongono la prestazione infermieristica: specificità

2.      Deve saper coordinare autonomamente il proprio processo di lavoro in quanto conosce metodi, strumenti risorse che consentono di erogare una prestazione infermieristica: demandabilità

3.      Deve saper valutare i risultati conseguenti alla prestazione in quanto conosce la disciplina specifica che gli consente di definire la prestazione infermieristica che risponde al bisogno specifico rilevato: esclusività

4.      Deve rispondere dei risultati conseguiti, responsabile delle azioni messe in atto per il raggiungimento degli obiettivi di cura anche se tale risultato è stato raggiunto con la collaborazione di diverse figure: responsabilità.

Riagganciandomi così ai concetti appena esposti dai relatori che mi hanno preceduto presenterò un caso clinico.

Caso clinico

Donna di 73 anni con diagnosi medica di accoglimento: edema polmonare in infarto acuto anteriore esteso, con severa compromissione della funzionalità di pompa, insufficienza ventricolare sinistra; la paziente si presenta cosciente e collaborante.

La paziente sostiene i primi esami di accertamento quali ecocardiografia, elettrocardiogrammi seriati, esami ematochimici.

Vengono praticati i primi trattamenti farmacologici.

Vista la situazione di instabilità clinica, la paziente viene sottoposta ad uno studio coronorografico urgente.

Durante l’esecuzione dell’esame si rende necessario posizionare, al fine di migliorare la funzione di pompa, il contropulsatore intraortico.

La paziente rientra in reparto di terapia intensiva cardiologia.

La presa in carico di questa paziente seguirà il seguente iter:

1.      Consultazione di strumenti informativi, quali la cartella clinica, la cartella infermieristica o il diario infermieristico. Lo scopo di ciò è valutare quali sono le possibili complicanze e a riconoscere subito i segni di instabilità emodinamica.

2.      Raccolta dati attraverso una monitorizzazione continua dei parametri vitali della persona, è responsabilità dell’infermiere  contestualizzare il dato al tipo di situazione clinica, e quindi mettere in atto tutte quelle manovre per prevenire possibili situazioni di criticità vitale.

3.      L’osservazione  permette di stabilire una relazione con la persona assistita, per poter capire quando la paziente si trova in difficoltà e riconoscere fenomeni quale ansia, paura, irrequietezza, agitazione ed eventuale disorientamento.

 

4.      Le informazioni che riusciamo a raccogliere e a valutare, ci permettono di prevedere l’insorgenza  del problema, il quale può essere espresso o inespresso. Le conoscenze di base ed esperte ci permettono di pianificare gli interventi, valutando costantemente la possibilità di utilizzare risorse materiali e di chiedere la collaborazione di altro personale.

 

5.      L’attuazione degli interventi implica conoscere procedure, avere abilità per manovre assistenziali, padronanza della tecnologia

 

6.      Infine la valutazione del processo attraverso il monitoraggio costante, la verifica del risultato ottenuto attraverso il miglioramento costante della situazione stessa.

Innanzitutto bisogna chiarire alcuni termini che verranno citati durante questo percorso; quali la criticità vitale che richiede l’impegno rapido e sicuro di tutti gli operatori e dove il medico ha un ruolo rilevante, l’instabilità clinica durante la quale possono verificarsi eventi pericolosi per la vita della persona in cura, non sempre precocemente prevedibili, ma dove  l’infermiere con competenze avanzate ha un ruolo rilevante ed infine l’intensività assistenziale in cui il processo curativo medico-infermiere costante e continuativo a forte impegno assistenziale vede ancora l’infermiere con un ruolo rilevante.

 

Nell’esposizione del caso, ho utilizzato il  modello di analisi della complessità assistenziale.

 

 

 

Il modello preso in considerazione ci aiuta a leggere una situazione di criticità vitale, di instabilità clinica, rispetto ad una situazione di stabilità clinica.

Gli assi che compongono questo modello sono tre; rispettivamente quello della salute/malattia, comprensione/scelta, e quello dell’autonomia /dipendenza.

L’asse della salute/malattia che  si allontana dal suo punto d’origine, indica una situazione di instabilità clinica.

Nella  situazione di instabilità clinica, e quindi nella gestione dei percorsi diagnostici-terapeutici, il medico ha un ruolo rilavante. L’infermiere ha bassa discrezionalità decisoria sul processo, contribuisce alla realizzazione di questi percorsi con alta capacità di interpretare segni/sintomi, alta capacità tecnica, alta capacità nel prevedere problemi, alta capacità di attivare risorse in termini di efficacia ed efficienza.

Asse della comprensione o scelta,

quanto più la persona è in una situazione di criticità vitale più si trova in grado di non potere scegliere cosa è meglio per se stessa in quella determinata situazione, difficoltà nel comprendere o essere in grado di decidere o scegliere in autonomia. La persona ha bisogno di essere supportata nel prendere una decisione, l’infermiere gestisce le relazioni e inizia a governare i processi assistenziali.

L’ultimo asse quello riferito all’autonomia/dipendenza, vede una situazione di stabilità clinica che tende verso la dipendenza della persona in cui troviamo la possibilità di pianificare e governare le prestazioni assistenziali.

Nella pianificazione dell’assistenza l’infermiere si avvale di metodi, strumenti e risorse.

L’infermiere deve saper valutare  in autonomia le attività o prestazioni infermieristiche, deve dare delle priorità in alcune situazioni di criticità vitale rispetto ad altre situazioni di stabilità clinica.

Deve soprattutto salvaguardare ciò che è prettamente esclusivo da ciò che non lo è.

L’infermiere deve poter dare una prestazione di qualità dedicandosi solamente a ciò che è veramente esclusivo, demandando o attribuendo prestazioni non di esclusività infermieristica ad altre figure.

Durante l’assistenza alla persona che presenta una situazione di criticità vitale,l’infermiere monitorizza costantemente  lo stato di salute della persona, attraverso i parametri vitali, supportando ed aiutando la persona nel rimanere tranquilla, evitando che si agiti ulteriormente, aiutandolo a mantenere una postura corretta, predisponendo le terapie farmacologiche prescritte e utilizzando i supporti tecnologici.

L’infermiere deve demandare ad altri, tutto ciò che il quel momento potrebbe distrarre la sua attenzione, non permettendo una costante e attenta concentrazione sulla persona da assistere.

Potranno essere demandate la preparazione di esami , la tricotomia in caso la paziente dovesse sostenere un esame invasivo, la preparazione per un trasporto protetto in urgenza.

Per un professionista demandare, significa possedere un notevole grado di  competenza soprattutto quando si attribuiscono attività  ad altri, garantendo  una gestione dell’assistenza in modo globale, senza continue interruzioni.

Ciò significa attuare l’assistenza infermieristica completa alla persona, perduta a seguito della continua interruzione dovuta ad attività improprie,obiettivo indispensabile per il  raggiungimento di quanto pianificato in termini di efficacia ed efficienza.

La responsabilità è civile, penale ed amministrativa.

Nell’agire quotidiano l’infermiere ha la responsabilità di leggere ed interpretare i processi di cambiamento per garantire il massimo della qualità assistenziale.

L’infermiere è il garante  del processo assistenziale, in quanto ne è il responsabile diretto.

Responsabilità vuole dire avere consapevolezza delle decisioni prese e delle ricadute che queste hanno sui processi assistenziali.

La responsabilità è direttamente collegata alla competenza acquisita e aggiornata attraverso la formazione permanente.

Responsabilità verso i cittadini e verso la professione stessa.

Responsabilità anche nella definizione dei ruoli per una più forte integrazione.

L’integrazione come  possibilità ulteriore per far fronte ai problemi dell’assistito, stante la complessità delle situazioni assistenziali.

Responsabilità nell’aumentare l’autorevolezza della professione infermieristica.

Ognuno di noi può essere e deve essere parte dello sviluppo della professione.

Bibliografia:

1. Timmins F. Information Needs: TowardTheory, Conceptual Clarification and Application to Nursing Adults with Myocardical Infarction. University of Glamoran 2005.

2. Timmins F, Kaliszer M. Information needs of myocardical infarction patients. European Journal of Cardiovascular Nursing, 2003 2: 57-65.

3. Timmins F, A review of the information needs of patients with acute coronary syndromes.Nursing Critical Care, 2005 vol 10 n° 4.

4. Goodman B, Ms and legal competence: interprofessional collaboration and nurse autonomy. Nursing in Critical Care, 2004 vol.9  n° 6.

5.Hürlimann B, Hofer S, Hirter K. The role of the clinical nurse specialist. International Nursing Review, 2001 48; 58-64.

6.Jonsdottir H, Litchfield M, Dexheimer M. The relational core of nursing practice as partnership. Journal of Advanced Nursing, 2004 47(3), 241-250.

7.Owen A. Il monitoraggio in area critica. Mac Graw-Hill Milano 1998.

8. Codice Deontologico dell’infermiere 12 maggio 1999.

9. D.M. 739/94 Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo Profilo Professionale dell’Infermiere.

10. Accordo Stato Regioni 16 gennaio 2003 GU n.51 del 3 marzo 2003.

11.Legge n.42 del 26 febbraio 1999 Disposizioni in materia di professioni sanitarie.

12. XXII  Congresso Nazionale Aniarti “ Criticità ed Intensività Assistenziale” Bologna novembre 2003





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