Congresso Nazionale Aniarti 2007
Per l'attivita' quotidiana, per l'assunzione di responsabilita', per l'etica della decisione.
Rimini (RN), 15 Novembre - November 2004 / 17 Novembre - November 2004
» Indice degli atti del programma
Le nuove responsabilita' professionali, etiche e giuridiche Marinella
D'Innocenzo
15 Novembre - November 2001: 11:40 / 12:20
Audio
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- Le nuove
responsabilità professionali etiche e giuridiche
-
- Marinella
D’Innocenzo
- Componente Comitato
Centrale IPASVI
-
- - Trascrizione come da
registrazione audio -
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- Ringrazio Elio e l’ANIARTI,
per le bellissime giornate che dedicano agli infermieri.
- Volevo iniziare questa
relazione sperando di essere quanto più sintetica possibile, perché la
relazione era abbastanza onerosa da un punto di vista di dei contenuti che
dovevano essere affrontati.
- Però ho voluto pensare
al tema di questa giornata, anzi al titolo del congresso ANIARTI.
- Guardando l’orizzonte,
preferisco pensare all’assistenza infermieristica avendo di fronte un
orizzonte ampio, infinito e quindi ho voluto iniziare dicendo nella
consapevolezza dei limiti un’assistenza senza confini, prendendo
l’accezione di limite nella sua dinamicità, nel suo modo di porci di
fronte a questa consapevolezza, oggi che non abbiamo più confini.
- Allora volevo iniziare
questa relazione partendo un pò da quello che è stato tracciato dal Prof.
Vecchiato, che ha fatto una relazione brillantissima così come quella di
Elio.
- Affrontare il tema
delle responsabilità, partendo da quello che sta cambiando, da che cosa è
cambiato, quali sono gli orizzonti per la professione infermieristica e
per i protagonisti della professione : gli infermieri.
- Che cosa è cambiato,
sicuramente tutto quello che ci è stato detto fino ad ora, è cambiato
così come ci presentava il Prof. Vecchiato, il nuovo PSN, è cambiata la
società civile, è cambiato il sistema economico, sempre più globalizzato,
è cambiato il modo di intendere e di fare la politica, anche di una
disaffezione progressiva agli strumenti di questa.
- E sicuramente sta
cambiando lo stato, le istituzioni, pensate alla legge sul federalismo,
sta cambiando il modo di concepire i diritti, di esercitare la democrazia.
- Si sono modificate e
si stanno modificando i bisogni, i comportamenti, le abitudini, si
modificano le aspettative rispetto a tutto questo.
- Che cosa è cambiato e
che cosa sta cambiando nel sistema sanitario e nelle politiche per la
salute.
- Noi abbiamo visto attraverso la prima
relazione i contenuti del piano sanitario che ho voluto affrontare
specificatamente.
- Come vedete qui c’è
tutta la maggiore produzione legislativa che riguarda la sanità italiana e
non solo.
- Nel processo di
aziendalizzazione che si è avuto dal 1992, con la riforma ter si sono in
qualche modo rafforzati quei principi e ritradotti nell’impianto più
generale del servizio sanitario, quei principi forti contenuti nella Legge
833/78.
- Oggi ci troviamo di fronte a questa realtà
che il federalismo, a come questo si tradurrà da un punto di vista della
tutela del diritto alla salute nelle varie regioni, nonostante un PSN
abbia ripreso i contenuti forti, quei principi previsti dalla riforma ter
e dalla prima riforma sanitaria.
- Sta cambiano perché è la prima volta dopo
la Legge 42/99, che un intero decreto riguardi la professione
infermieristica, il DL 402 del 12.11.01, affronta la questione
infermieristica dando alcune risposte anche abbastanza significative ai
problemi posti dalla professione al nostro governo e alla società civile
italiana.
- Che cosa è cambiato e
che cosa sta cambiando nell’assistenza infermieristica.
- Sicuramente la Legge
42/99 ha significato un passo avanti, un passaggio epocale, ma anche un
non ritorno, mi piace sempre dire che con questa legge noi dobbiamo fare i
conti con tutto quello che sta accadendo e non con quello che è accaduto.
- Dobbiamo tenere presente una grossa
memoria storica su quelli che eravamo, ma dobbiamo affrontare oggi la
realtà tenendo conto di quello che dobbiamo essere, di quelli che saremo
nel futuro di questa società, nel futuro dei cittadini che hanno bisogno
di risposte ai problemi di salute; e quindi come diceva Elio prima, dare
una lettura, come dobbiamo affrontare la professione, quali sono le
strategie per arrivare a rendere la professione infermieristica a quella
che oggi è la produzione legislativa più evoluta a livello europeo.
- Con la
Legge 42/99 non c’è più il mansionario e la professione ha definitivamente
superato l’ausiliarietà, non ci sono più alibi colleghi, non si può più
pensare che si ritorna indietro, ecco perché mi piace guardare a queste
giornate con un orizzonte infinito.
- È stato definito il campo di attività
proprie dell’infermiere, si sono rafforzati tutti quei contenuti che sono
dentro il profilo professionale, gli ordinamenti didattici i contenuti
formativi, cioè quello che ci viene somministrato ma anche trasmesso
durante un percorso formativo così articolato, così composito, così
impegnativo per gli infermieri durante i nostri tre anni di studio
universitari.
- Viene rafforzato e
riproposto il valore enorme del nostro codice deontologico, uno tra i più
evoluti nel mondo, con la Legge 251/00 che è un pò la prosecuzione,
l’evoluzione della Legge 42/99, viene attribuita la diretta responsabilità
e gestione dell’assistenza infermieristica agli infermieri, vengono
impegnati gli infermieri all’utilizzo di metodologie di pianificazione per
obiettivi, sempre questa legge ci impegna a rivedere l’organizzazione del
lavoro attraverso l’applicazione di modelli di assistenza personalizzata.
- Il Decreto
Ministeriale sulla riforma universitaria, quello che segna il passaggio da
una istruzione che era ancora in qualche modo non ancorata alle altre
professioni, agli altri professionisti sanitari invece ci ancora a tutti
gli altri, ci da quella pari dignità, già prevista con la Legge 42/99 e
quindi il DM rafforza questa volontà di vedere gli infermieri insieme con
gli altri professionisti al centro di un grosso sviluppo ed evoluzione.
- Vedete che
l’ordinamento della laurea, riprende e rafforza il concetto
dell’infermiere professionista sulla base delle sue competenze, conoscenze
acquisite, perché attraverso queste è in grado di pianificare, gestire e
valutare l’intervento infermieristico.
- L’ultimo decreto, il
DL di cui parlava Elio, e che ci ha visto come Comitato Centrale impegnati
in questi ultimi mesi, affinchè finalmente si dessero risposte concrete al
problema dell’emergenza infermieristica,.
- Ci
rendiamo conto che questo decreto se pur positivo non risolve in maniera
complessiva il problema dell’emergenza infermieristica, ma questo è un
decreto che dà un segnale alla professione, che responsabilizza ancora più
la professione rispetto al compito di dare risposta ai bisogni di
assistenza infermieristica di cui ha bisogno il paese.
- In questo DL si
affronta uni dei problemi che noi come professione abbiamo posto, e quello
che dopo la riforma universitaria e l’ingresso definitivo all’università
della professione infermieristica già sancito nel 1992, con il DL 592 ci
fosse l’equipollenza per altro già prevista, già conquistata con la Legge
42/99 all’ articolo 4 comma 1, venisse ripresa, riproposta l’equipollenza
tra vecchi titoli oramai resi equipollenti ai Diplomi Universitari con la
Legge 42/99 che ci fosse questo riconoscimento invece con le nuove lauree.
- Bene questo
riconoscimento c’è stato e l decreto dice che i titoli sono validi ai fini
del proseguimento e dell’accesso alle lauree specialistiche e ai master
di 1 ° e 2° livello.
- C’è il riconoscimento
ufficiale della necessità per gli infermieri di avere la formazione
complementare, quindi si riconosce il valore anche in termini di titoli ai
fini della carriera del master di 1° livello, quindi della formazione
complementare.
- Viene
definita la necessità di individuare gli standard assistenziali, e vengono
previste le prestazioni aggiuntive in libera professione.
- Quindi se
i bisogni sanitari si modificano con il modificarsi della società e dei
suoi sviluppi politici, economici, come abbiamo visto all’inizio, se il
nuovo scenario legislativo presuppone professionisti in grado di leggere
e interpretare i processi di cambiamento, se l’obiettivo della nostra
professione, del nostro agire quotidiano è garantire il massimo di qualità
assistenziale per le persone che ne hanno bisogno, qual è il confine, come
porre limiti responsabili ad un’assistenza infermieristica senza confini,
come percorrere quelle strade nuove per la qualità assistenziale che
vengono indicate nell’invito che l’ANIARTI fa a tutti i partecipanti,
quali sono le nuove responsabilità, perché sono diverse da quelle di
prima, pur rimanendo sempre le stesse, so che è un giro di parole che può
sembrare un esercizio, ma in realtà quali nuove responsabilità ci sono
così come le evidenziava Drigo.
- La Legge
42/99 e la Legge 251/00 ma non solo il nuovo decreto, tutto quello che
adesso vedremo; per quanto riguarda la produzione legislativa che ci
riguarda, quindi l’ufficializzazione attraverso una scelta di tutto il
paese nella professione infermieristica, dicono che il professionista
infermiere è un professionista autonomo e quindi responsabile, e allora
l’autonomia non può che essere strettamente connessa alla responsabilità,
non ci può essere autonomia se non c’è una forte presa in carico di
responsabilità e la responsabilità non può che essere strettamente
connessa alla consapevolezza delle decisioni che prendiamo e quando noi
infermieri decidiamo, scegliamo nell’agire quotidiano, non lo possiamo che
fare sulla base della conoscenza e della competenza, nella capacità di
verifica e valutazione ogni volta sui rischi che le nostre decisioni
comportano ed ecco qui la consapevolezza del limite di un assistenza
senza confini.
- E allora
io sono competente, sono in grado di declinare, sono in grado di capire
dove le mie conoscenze riescono a supportare il mio modo di essere
professionista, la mia capacità di presa incarico e quindi sono
responsabile delle mie azioni, sono responsabile del mio modo di essere
infermiere, cioè di quello che faccio, di quello che so, di quello che
sono continuamente ogni giorno, dovunque io opero.
- Che cosa è
la competenza, vediamo un attimo insieme di definire la competenza, come
quell’elemento che connota la responsabilità professionale, senza la quale
noi oggi non potremmo trovarci qui a dire siamo professionisti.
- La
competenza è la piena capacità di orientarsi in determinate questioni, e
l’idoneità a trattare, giudicare, risolvere determinate questioni,
capacità di affrontare efficacemente una situazione interagendo
attivamente con l’ambiente, l’essere competente è l’attitudine di una
persona a decidere, a scegliere, a valutare quali sono i rischi della
decisione presa, delle azioni che vengono svolte, è la conoscenza
approfondita della sicura abilità in un dato campo, allora la competenza
che cosa è, da che cosa è formata.
- È formata
da un mix di capacità, dalla capacità relazionale, dalla abilità tecnica,
dall’intelligenza, dalla capacità di intuito, sicuramente dall’esperienza,
dalla percezione, dalla capacità di osservare, di cogliere, di prendere
tutto quello che ci riguarda, dalla conoscenza, da quel bagaglio di
conoscenze vaste, complesse che ci fanno vedere il progetto complessivo
della persona, progetto assistenziale e c’è ne fanno assumere le
responsabilità.
- Quindi la competenza è
l’insieme di tutto questo ed è quello che ci fa essere responsabili.
- Allora la
responsabilità che è strettamente connessa alla competenza, e che quindi
rende in una dimensione nuova la responsabilità dell’infermiere e una
responsabilità sicuramente clinico assistenziale, perché fa in modo questa
responsabilità così strettamente legata alla competenza, con quelle
componenti della competenza che abbiamo visto che ci rende professionisti
in grato di praticare, di rendere la pratica clinica sulla base
dell’evidenza scientifica, un modo di lavorare e legato all’appropriatezza
assistenziale, alla capacità di usare efficaci strumenti operativi, quella
responsabilità organizzativa gestionale, così legata ai risultati
impregnata di quella che ha, che diceva nella visione strategica che
diceva il Prof. Vecchiato, nella capacità di acquisire, nella
rivisitazione dei processi organizzativi o una sempre maggiore definizione
di quello che è giusto, necessario appropriato che l’infermiere faccia,
quindi un ampio spazio all’efficienza gestionale e alla valutazione degli
obiettivi e dei risultati raggiunti.
- Quindi le nuove
responsabilità verso chi, le nuove responsabilità verso la società, gli
infermieri hanno una enorme responsabilità verso i cittadini, verso la
professione stessa; da loro dipende la capacità di sviluppo della nostra
professione, da ognuno di noi, ognuno di noi è chiamato ad assicurare lo
sviluppo della professione di tutti, nessuno più può pensare di essere
solo, perché ognuno di noi rappresenta tanto e viceversa.
- La responsabilità
anche nella definizione e nella mutualità dei confini con gli altri
professionisti e la capacità di rendere questo orizzonte ampio perché
c’è una grossa integrazione professionale.
- Allora come vedete
tutto quello che è un po’ oggi la produzione legislativa è permeata,
connota in se alcuni aspetti che io oggi ho cercato di evidenziare e che
dicono molto su quelle che sono le responsabilità, le nuove e le vecchie
responsabilità degli infermieri, così come le presentava Elio, come nuove
responsabilità ma che colleghi sono le responsabilità che i colleghi hanno
in un sistema sanitario come il nostro, in un sistema sanitario tra i
migliori del mondo. L’infermiere, dice il decreto sul profilo, ma anche la
Legge 42/99, e lo dice in una maniera semplice ma che da la dimensione
enorme di quello che rappresenta, l’infermiere è responsabile
dell’assistenza infermieristica, dell’assistenza generale ma anche
dell’assistenza specialistica e sempre il Codice Deontologico del 99’,
dice che l’assistenza infermieristica è servizio alla persona, e un
servizio posto proprio in risposta ai bisogni della persona, il rispetto
fondamentali dell’uomo, dei principi etici della professione e condizione
essenziale per l’assunzione della responsabilità delle cure
infermieristiche; vedete come la dimensione etica assume un vasto senso di
prospettiva per gli infermieri.
- Il codice deontologico ai diversi livelli
di responsabilità dice che l’infermiere contribuisce ad orientare le
politiche e lo sviluppo del servizio sanitario, così come ci diceva Drigo
verso la fine della sua relazione, quali sono oggi le nuove
responsabilità.
- Gli infermieri non
sono più attori passivi, sono protagonisti e come tali hanno una
responsabilità forte, quella di dire la loro anche e soprattutto sulle
scelte politiche in termini di politica sanitaria nel paese, loro
ritengono che come professionisti al servizio della persona, i diritti
fondamentali della persona non possono mai essere lesi nelle scelte
politiche ed economiche di questo paese e quindi devono garantire il
rispetto dei diritti degli assistiti, l’equo utilizzo delle risorse e la
valorizzazione del ruolo professionale.
- L’infermiere svolge con autonomia
professionale attività diretta alla prevenzione, alla cura e alla
salvaguardia della salute individuale e della collettività, espletando le
funzioni individuate dalle norme del profilo e utilizzando, metodologie
per la pianificazione dell’assistenza.
- Come vedete vengono
riprese dalla legge esattamente alcuni richiami a quali tipi di
responsabilità è chiamato oggi l’infermiere.
- L’infermiere assume la
responsabilità in base alla competenza raggiunta e quindi di nuovo
riproposta la connessione tra competenza e la responsabilità, riconosce
l’infermiere che l’integrazione è la migliore possibilità per far fronte
ai problemi dell’assistito, l’infermiere riconosce i limiti delle proprie
conoscenze e competenze e declina la responsabilità quando ritiene di non
potere agire con sicurezza.
- Bene colleghi, questi
due punti, due commi del codice deontologico sono fondamentali, perché c’è
un richiamo verso una responsabilità fondamentale, da un lato riconoscere
i propri limiti, cioè dire io non ho tutte quelle conoscenze che mi
consentono di assumermi la responsabilità del rischio di una manovra
sbagliata, di una decisione presa non con grosso approfondimento, non con
grossa riflessione e c’è una doppia responsabilità, quello di riconoscere
nell’altro nel collega quella competenza che oggi io non ho, quella
conoscenza che io ritengo di non potere avere e che ritengo quindi
approfondire e che quindi ho l’obbligo di andare a rivedere e
riverificare, per ora ci chiama ad una responsabilità che è quella di
utilizzare quell’enorme patrimonio di conoscenze e di competenze di cui il
nostro mondo è pieno, questo riconoscere nell’altro collega che ci sta
vicino, del collega di un altro reparto, quella competenza specifica,
quella competenza maggiore della nostra per potere garantire le migliori
cure alle persone.
- E allora
se la consapevolezza dei limiti per una assistenza senza confini è
strettamente legata alle nuove responsabilità che derivano dalle
competenze acquisite dall’infermiere, dalle competenze esercitate, dalle
competenze revisionate continuamente, la revisione e la manutenzione
continua delle competenze impone quelle responsabilità che noi abbiamo
definito nuove ma perché si riempiano e si coniugano con quelle di una
volta, così definite nuove e vecchie, ma vi ripeto solo per un’esercizio
di oggi, per riflettere un po’ di più sul tema della responsabilità,
quelle responsabilità che sono professionali legati alla dimensione
assistenziale, gestionale, formativa sugli obiettivi, sui processi, sulla
definizione e revisione dei processi, sull’attenzione alle nuove
responsabilità legata ai risultati, alla verifica continua del
raggiungimento degli obiettivi prefissati.
- Quella responsabilità
etica che secondo me e secondo noi si configura nel mantenere l’impegno
valoriale nell’agire quotidiano, quei principi che devono in qualche modo,
supportare veicolare, raddrizzare i nostri comportamenti, l’agire di tutti
i giorni, nel tradurre operativamente i principi e i valori del codice
deontologico.
- Io vi riporto qui due
passaggi di alcuni commi del codice deontologico dell’ICN, International
Council Nursing e il codice di condotta etica ed è estremamente
significativo per gli infermieri a livello internazionale riprendono
questi aspetti nei codici di condotta degli infermieri di tutto il mondo e
dicono nella parte nel capitolo riguardante l’infermiere e la pratica
assistenziale, la pratica clinica, l’infermiere ha la diretta
responsabilità e la competenza per la pratica infermieristica e coniuga di
nuovo la responsabilità alla competenza e quindi ha la diretta
responsabilità e competenza per la pratica infermieristica e per il
mantenimento delle competenze attraverso l’apprendimento continuo.
- L’infermiere dicono, nell’erogazione
dell’assistenza si assicura che l’uso delle tecnologie, delle
apparecchiature scientifiche avanzate siano compatibili con la sicurezza,
la dignità e i diritti delle persone, con una ricaduta positiva sulla
professione e con un aumento della fiducia delle persone.
- Le responsabilità
giuridiche, si sono in qualche modo riempite di ulteriori responsabilità
per il fatto che noi siamo oggi dei professionisti dentro un processo
continuamente in via di sviluppo, in via di evoluzione come quello del
nostro sistema sanitario, quindi alle responsabilità classiche, quella
civile, penale e amministrativa, per altro enormi e complesse, ci sono le
responsabilità legate alle nuove regole della pubblica amministrazione,
alle nuove regole del rapporto di lavoro, della struttura del rapporto di
lavoro come si è modificato negli anni il rapporto di lavoro
dell’infermiere, responsabilità oggi legate alla struttura dei contratti,
anche l’ultimo contratto chiama l’infermiere ad essere sempre più
protagonista del proprio vissuto professionale, della propria
partecipazione e compartecipazione alle scelte più generali di politica
sanitaria e sindacale, e una responsabilità sempre più legata ai
meccanismi di funzionamento delle aziende sanitarie.
- Gli
infermieri sono chiamati alla partecipazione nelle scelte, a definire le
linee strategiche di sviluppo delle aziende attraverso quello che oggi le
leggi ci hanno messo a disposizione, pensate alla Legge 251/00 che ha
creato le condizioni per la dirigenza infermieristica, ma non solo a tutto
quello che è stato riportato nella legge di riforma, nella legge ter con
la partecipazione degli infermieri ai collegi di direzione e tutto quello
che la riforma sanitaria, e oggi i processi di cambiamento e di sviluppo
delle politiche sanitarie hanno portato e comportano per gli infermieri e
la professione infermieristica.
- Che cosa è necessario,
per articolare, declinare, manutenere e valutare le competenze, che sono
quindi quell’elemento significativo per l’assunzione di responsabilità,
che è quella competenza che ci permette di poter decidere, scegliere e di
fare scelte fondamentali e importantissime, su quali cure e qualità,
erogare per quanto riguarda le cure infermieristiche alle persone e ai
cittadini.
- A livello operativo,
sicuramente la competenza deve fare i conti con la necessità della
formazione continua, non possiamo pensare a maggior ragione perché nel
decreto legge è previsto il riconoscimento della formazione complementare,
un primo passo e poi ne faremo altri e siamo disposti a farne sempre di
maggiori, ma non li possiamo fare da soli, un gruppo dirigente della
professione non può avere un gap enorme della professione, ha bisogno che
la professione sia insieme a lui, che la professione lo rappresenti
sempre, che rappresenti in maniera totale la risposta qualificata ai
bisogni infermieristici delle persone e allora la formazione continua deve
essere uno degli strumenti attraverso cui nelle nuove responsabilità noi
evidenziamo sempre di più alla cittadinanza le persone come il
professionista infermiere può rispondere ai suoi bisogni, a una pratica
basata sull’evidenza scientifica, l’appropriatezza, il discorso
sull’equità, cioè la possibilità di rendere l’accesso fruibile a tutti i
cittadini e non penalizzare attraverso logiche di razionamento che sono
le liste di attesa, che sono quegli strumenti terribili attraverso cui un
sistema come il nostro, pieno di principi non riesce a rendere un sistema
sanitario così solidaristico, così equo come quello nostro.
- Bene , gli
infermieri attraverso una pratica basata sull’appropriatezza, basata su
quegli elementi che tra evidenza scientifica e la possibilità di erogare
le cure necessarie a chi ha bisogno, rendendo i cittadini tutti uguali da
un punto di vista di approccio alle cure e questo è evidentemente uno di
quegli aspetti che ci connoterà sempre di più come una professione al
passo con lo sviluppo.
- L’uso di strumenti
operativi così come riportava Elio, il prof. Vecchiato come oggi le linee
guida sono un mix tra linee guida clinico e anche assistenziali che
orientano anche all’assunzione di responsabilità e la grossa partita che
noi dobbiamo giocare sull’integrazione professionale.
- A livello
organizzativo sicuramente dobbiamo fare i conti con una revisione dei
processi assistenziali, le figure di supporto su questo dovranno aiutarci,
delegare alcuni aspetti che connotano l’inappropriatezza dell’uso della
risorsa professionale infermieristica.
- Oggi gli
infermieri sono il più delle volte condizionati ad assumere ruoli che non
sono i loro e quindi la revisione dei processi deve portate a delegare
quello che è giusto delegare ma anche a far si che gli infermieri possano
fare quello a cui sono chiamati, di cui sono responsabili.
- Lo sviluppo di
strategia per la valutazione della gestione dei rischi, e della scarsa
performance o operare tenendo conto di quello che sono i rischi, anche la
sicurezza nelle scelte e la possibilità di attuare i programmi di
miglioramento continuo.
- A livello formativo
non possiamo più esimerci da fare i conti con la possibilità di continuare
il percorso, oggi che c’è ne la possibilità attraverso una maggiore
formazione, una maggiore consapevolezza che le competenze vanno riviste,
revisionate, manutenute e quindi la possibilità di accedere ai master,
alla formazione in area critica in questo caso e quindi anche la
possibilità di utilizzare lo strumento dell’ECM, di cui ci parleranno
altri colleghi nel corso di questi giorni.
- Le
prospettive: io ritengo che la responsabilità si potrà assumere nel
momento in cui e su questo abbiamo già iniziato a camminare,
nell’aumentare e rafforzare l’autorevolezza della professione
infermieristica e la sua credibilità sociale.
- Oggi
abbiamo una necessità, che è quella di rendere agli occhi di tutti su cui
ancora non vuole vedere l’infermiere, sull’infermiere che non vuole vedere
se stesso, sull’infermiere che non si vuole rendere conto che siamo in una
condizione di non ritorno, che l’assunzione di responsabilità sta anche e
soprattutto dentro di noi rispetto a noi stessi cari colleghi, perché
spesso il problema principale degli infermieri sono gli infermieri stessi.
- La non volontà di
riconoscerci come professionisti, dove gli altri già ci iniziano a
riconoscere e non a caso il PSN di cui parlava il prof. Vecchiato ha un
pezzo ed è la prima volta nella storia completamente dedicata alla
valorizzazione e ad al contributo della professione infermieristica nella
possibilità concreta dello sviluppo del nostro SSN, e allora dobbiamo
assumerci la responsabilità di rendere più forte la contrattualità che noi
abbiamo, quel patto con i cittadini, con le istituzioni e con gli altri
professionisti, e allora io concludo colleghi con una cosa che a me piace
tanto, quando Elio mi ha detto di questa relazione mi ha fatto subito
pensare a questa piccolissima riflessione sulla utopia, che cosa penso
degli infermieri, per me e per noi : in realtà sta dove c’è l’orizzonte,
mi avvicino di due passi e lei si allontana, cammino di dieci passi e lei
si affretta a spostarsi dieci passi più in là, per quanto io continui a
camminare non la raggiungerò mai, ma a che serve l’utopia, per questo
nient’altro che per camminare.
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