Congresso Nazionale Aniarti 2007
Per l'attivita' quotidiana, per l'assunzione di responsabilita', per l'etica della decisione.
Rimini (RN), 15 Novembre - November 2004 / 17 Novembre - November 2004
» Indice degli atti del programma
Aniarti: celebrazione dei 20 anni dell’associazione Elio Drigo
15 Novembre - November 2001: 15:50 / 16:30
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Aniarti:
celebrazione dei 20 anni dell’associazione.
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E’ questa una
di quelle tappe in cui è saggio riflettere e rivedere il proprio percorso.
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E’ un po’ un
tirare le somme per vedere se è valso la pena lavorare 20 anni da parte di
centinaia di volontari per un’idea.
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A che cosa ed
a chi è servito finora?
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Non vogliamo
però fare qui solo un discorso efficientista. Vogliamo superare le logiche
alle quali oggi siamo fin troppo costretti in ogni momento della nostra
vita.
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Vogliamo
fermarci ed apprezzare soprattutto l’elemento umano, l’aspetto del
coinvolgimento delle persone, con cui abbiamo cercato di pervadere la nostra
presenza di infermieri di vent’anni, che ha prodotto un cambiamento nella
realtà sanitaria del nostro paese.
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L’associazione, nata da un’esigenza di acquisire strumenti formativi e
culturali per riuscire a garantire un’assistenza di qualità in un contesto
di sempre più elevata complessità, è stata un punto di riferimento
all’interno della professione infermieristica per tutti gli aspetti relativi
all’assistenza al malato in situazione di criticità vitale.
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Il disagio
originario degli infermieri dell’Aniarti è nato negli anni ‘70, dopo il boom
economico italiano, all’inizio della moltiplicazione delle strutture
intensive, con una formazione infermieristica ancora troppo ferma rispetto
alle esigenze e una situazione della professione che avvertiva la necessità
di radicali trasformazioni: era subordinata alla professione medica,
sostanzialmente bloccata da almeno 40’anni.
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Il mondo era
già totalmente diverso, la società all’esterno delle strutture sanitarie,
pensavano in modo nuovo, i malati in situazione critica e le persone per
essi significative.
- Il mondo esterno alla sanità era già
totalmente diverso: Le organizzazioni stesse erano regolate da criteri di
razionalità e di equilibri legati all’efficacia, le persone e la società
pensavano con categorie relazionali diverse da quelle relativamente
statiche, al chiuso delle strutture sanitarie ed esigevano un’impostazione
dell’assistenza più aderenti al riconoscimento della soggettività e della
libertà delle persone.
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Alcuni
elementi qualificanti dell’esperienza Aniarti.
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La vera sfida
fu la scelta culturale, la percezione chiara, che per incidere profondamente
nella realtà si dovevano trasformare le conoscenze e le competenze. Le
rivendicazioni ed i riconoscimenti sarebbero stati una conseguenza logica e
comunque più facile. E così poi è successo.
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Un’altra
scommessa è stata la scelta dell’autonomia da subito dai medici che facevano
cure intensive, in una fase storica in cui la dipendenza dai medici ed il
loro controllo sulle iniziative era una costante difficilmente superabile.
ha funzionato subito; a fatica, ma anche a meraviglia.
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La maturazione
di un percorso specifico riferito all’assistenza al malato in situazione
critica con la ferma adesione alla matrice infermieristica.
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La
determinazione nel sentirci porzione attiva negli organi istituzionali della
professione, i Collegi e la Federazione è stata ferma anche quando,
all’inizio, l’associazione venne percepita come una minaccia di
frammentazione a scopo di interesse di gruppo.
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La nostra
matrice invece si è concretizzata nel trasferire nella pratica assistenziale
ed organizzativa l’idea infermieristica di centralità del malato rispetto
all’istituzione o al professionista. Abbiamo allora creato il concetto di
area critica, che ha contribuito a superare la divisione già profonda
esistente tra le singole specialità mediche intensivistiche. La cui
conseguenza era di scomporre gli organi e le loro patologie e di seguito
anche la persona curata.
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Area Critica è
l’insieme delle strutture ad alta intensità assistenziale e l’insieme delle
situazioni caratterizzate dalla criticità/instabilità vitale del malato e
dalla complessità dell’approccio e dell’intervento assistenziale
medico/infermieristico.
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Oggi invece
l’idea che orienta le organizzazioni è, forse giocoforza, ma razionalmente,
quella dell’integrazione, che è l’idea di fondo dell’area critica.
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Non sono state
decisioni da poco.
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L’assistenza
infermieristica veniva vista fino ad allora, un’appendice secondaria della
terapia intensiva, senza dubbio subordinata, sia gerarchicamente ai medici
che concettualmente alla diagnosi e terapia.
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Proprio in
forza dei radicali cambiamenti intervenuti nella società, dell’irrompere del
valore attribuito alle persone, l’assistenza, anche in ambito intensivo e
dell’emergenza era venuta ad assumere invece una rilevanza grandissima.
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Gli infermieri
non potevano non accorgersene e percorsero la loro strada con alcuni
risultati importanti per tutti.
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A) Anche
grazie all’Aniarti, oggi la formazione infermieristica è ai più elevati
livelli in Europa;
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è stata riconosciuta la necessità di campi di
specializzazione dell’assistenza (vedi il profilo professionale),
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in sanità si parla di area critica e non solo di chiusi
reparti di terapia intensiva,
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il riconoscimento dell’autonomia della professione è
diventato realtà almeno nelle leggi e sta facendo passi rapidi anche nella
quotidianità, specie nell’area critica.
- B) Sono nate iniziative di approfondimento
specificamente tecnico relative all’assistenza infermieristica, ed incontri
che vogliamo siano sempre di promozione della cultura, per la riflessione e
l’elaborazione innovativa.
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C) Il panorama
infermieristico nazionale è ricco di una nuova rivista, Scenario, che
diffonde quanto si è elaborato finora nel campo dell’assistenza al malato in
situazione di criticità vitale, che consente di confrontarsi.
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D) Si sono
intensificati i rapporti sia a livello nazionale che internazionale tra
colleghi che svolgono attività affini, che hanno favorito la circolazione di
idee e persone. A testimonianza di questi concreti rapporti, ciascuno dei
soci Aniarti riceve oggi a casa oltre a Scenario, gratuitamente anche
la nuova rivista Connect, della Federazione europea tra le
associazioni infermieristiche di area critica EfCCNa; circa 15.000
infermieri la producono e la ricevono in 20 paesi d’Europa. L’Aniarti è
stata una delle associazioni che hanno fondato l’EfCCNa tre anni fa.
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E) L’Aniarti,
adesso e dopo 20 anni si può dire, è stata per molti una palestra per
l’attivazione di forze vive nella professione.
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La vivacità si
è espressa con molta evidenza nel ’92, quando nessuno nella professione in
Italia aveva mai organizzato una manifestazione pubblica per denunciare la
scarsa attenzione generale per gli infermieri e per chiedere maggiore
formazione per essere infermieri migliori. 5.000 infermieri vennero a Roma
da tutta Italia il 12 maggio del 92. Gli infermieri si erano finalmente
visti! Erano quelli dell’Aniarti.
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F) E’ stata
l’associazione anche il luogo in cui si è tentato di coniugare gli aspetti
specifici dell’operatività professionale in area critica, con l’impegno
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ad elaborare delle proposte in campo organizzativo e
formativo,
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ad analizzare le ricadute sociali del servizio per la salute,
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a concepire insomma, l’essere professionisti non disgiunto
dall’essere cittadini attivi.
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Questo
anniversario cade in un momento drammatico per la storia: il terrorismo
minaccia tutti, particolarmente in quei paesi che sono i detentori di
maggiore ricchezza.
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L’irrazionalità e l’inaccettabilità del terrorismo è indiscutibile.
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Certo non
possiamo non vedere e considerare il crescente divario tra la disponibilità
di risorse e livello di vita, tra il nostro mondo occidentale e molti paesi
spesso praticamente esclusi dalle opportunità, che oggi noi consideriamo
assolutamente normali, anche in fatto di salvaguardia della salute o della
vita. Divario che, oltre ad essere ingiustificabile, diventa anche elemento
giocato per tentare di giustificare azioni criminose e generare nuovi
estremismi.
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- Come infermieri
di area critica non possiamo esimerci dal tentare di trasferire la nostra
filosofia dell’assistenza anche a questo livello dei fenomeni umani che
viviamo.
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E possiamo
allora porci degli interrogativi; magari senza pretendere di trovare una
risposta immediata ed efficace.
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Porci delle
domande però è necessario.
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Noi facciamo
assistenza in area critica, contribuiamo ogni giorno a salvare la vita di
molte persone che altrimenti sicuramente morirebbero. Abbiamo visto tutti in
questi giorni, le caratteristiche dell’emergenza sanitaria e dell’assistenza
nei luoghi della guerra e, credo, dobbiamo interrogarci sul principio
dell’equità a cui saremmo tenuti.
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Noi,
infermieri che usiamo così tante risorse in area critica, dobbiamo
interrogarci sulla razionalità del loro singolo uso e sulla giustizia ed
equità dell’assistenza che dobbiamo promuovere a livello globale. Affinchè
la globalizzazione non sia a senso unico e ne vengano esclusi i più deboli
ed indifesi.
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La risposta ai
bisogni delle persone, che dà forma alla nostra assistenza oggi deve
coinvolgere il nostro pensiero critico a questi livelli e portarci ad agire
di conseguenza nel quotidiano: il semplice rigore nell’evitare gli sprechi
in materiali e tempo sarebbe già una risposta ed un mantenere viva
l’attenzione per chi non ha risorse e tempo di professionisti e per questo
perderà la vita.
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Il rigore
nello svolgimento della nostra attività ci aiuterà inoltre, ad attribuire
sempre valore all’assoluta priorità anche nel nostro paese della
disponibilità di un efficiente ed efficace servizio per la salute di tutti.
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Di fronte a
tutte queste considerazioni, in Aniarti, pensiamo di celebrare il nostro 20°
anniversario, più che con una festa forse chiassosa, con un segno di
solidarietà verso chi l’area critica non può permettersela ed ha bisogno
almeno della sopravvivenza.
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Sosterremo con
un contributo dell’associazione, i progetti dei nostri colleghi infermieri
di “medici senza frontiere”, che sentiamo anche elettivamente vicini
al lavoro che ogni giorno ci vede attori. Li eleggiamo a nostri
rappresentanti per la costruzione di un mondo in cui il diritto alle cure ed
all’assistenza nel bisogno sia sempre garantito.
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E speriamo che
anche questi collegamenti alla fine migliorino il futuro per tutti.
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Credo sia
doveroso infine, ricordare qui gli oltre 250 colleghi che in questi vent’anni
hanno fatto parte degli organi rappresentativi dell’Aniarti, che hanno
contribuito a generare e far crescere le idee e l’organizzazione, che oggi
ci consente di fare altri passi in avanti.
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Grzie a tutti!
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