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Rimini (RN), 15 Novembre - November 2004 / 17 Novembre - November 2004

» Indice degli atti del programma

Il trasferimento dalla terapia intensiva alla sub-intensiva o all'unita' operativa di base; Nora Marinelli, Francesco Dottori

16 Novembre - November 2001: 10:50 / 11:20

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4a fase 
Preparazione del trasferimento dalla Terapia Intensiva alla sub-intensiva o all’unità operativa di base.
 
Marinelli Nora  AFD Rianimazione (Silvestrini) Az. Osp. Di Perugia Delegato regionale ANIARTI  Umbria
Dottori Francesco Inf. Rianimazione (Silvestrini) Az. Osp. Di Perugia
Considerazioni generali
Il paziente che abbia subito una condizione di politrauma importante, nel momento in cui si trova ad aver completato il suo percorso assistenziale in Terapia intensiva, deve poter accedere al tipo di servizio subintensivo o di unità operativa di base, che meglio si adatti a corrispondere ai suoi bisogni clinici residuali.
Tenteremo di definire una sorta di fisionomia di questo tipo di paziente per centrare poi i criteri di trasferibilità sulla base della valutazione di reale opportunità clinica.
Si cercherà di porre in particolare risalto quale possano essere gli elementi critici in merito ad eventuale sovrapposizione degli ambiti professionali, e cercheremo altresì di definire, pur se a grandi maglie, l’ambito di pertinenza alla luce delle nuove prospettive professionali.
Il paziente per il quale si comincia a pianificare il trasferimento, presenta solitamente le seguenti caratteristiche cliniche:
 
· Stabilità dei parametri vitali
· Ventilazione spontanea, con o senza tracheostomia, e/o necessità di supporto minimale
· Valori di laboratorio stabili
· Assenza di complicanze importanti quali: sepsi, insufficienza renale e ipertensione endocranica etc.
· Un sistema nutrizionale pianificato ed avviato
· Un piano di riabilitazione motoria e psico-affettiva avviato
 
 
Fasi del processo
 
 
1) Valutazioni preliminari al trasferimento ed applicazione dei criteri di trasferibilità
 
Valutazione del grado d’autonomia delle funzioni vitali e bisogni di supporto residuali
Identificazione e/o rivalutazione di specifiche alterazioni sensoriali e percettive, se presenti.
Valutazione dei tempi presumibili di compimento del processo di trattamento per la guarigione a definizione delle caratteristiche che dovrà possedere il servizio accogliente.
Identificazione delle esigenze di supporto riabilitativo specifico (logoterapia, terapia cognitiva, fisioterapia) nella valutazione d'opportunità di scelta d'U.O. di trasferimento.
Disponibilità dei servizi intra ed extra - ospedalieri per l’accoglienza dei pazienti in fase post-acuta.
Valutazione della capacità e disponibilità della famiglia  ad assistere il paziente e la sua potenzialità d'impegno.
Rivalutazione dei segni clinici delle potenziali complicanze
 
Applicazione dei criteri di trasferibilità e valutazione sussistenza requisiti clinici di stabilità emodinamica, ventilatoria, neurologica, renale e dell’assetto idroelettrolitico
 
Valutazione dell’assetto cognitivo e psico-affettivo del paziente in relazione al trasferimento
 
Concertazione contestuale con la famiglia della sede più opportuna per la prosecuzione della cura nel post-acuto.
 
2) Fase di preparazione del trasferimento
 
Contatti preliminari con il servizio di trasferimento ed invio della relazione documentativa della condizione clinica del paziente
 
Verifica della sussistenza dei requisiti idonei nel servizio individuato per l’ammissione del paziente
 
Definizione dei tempi d’attuazione del trasferimento con il servizio SETI, e relativa segnalazione al servizio di accoglienza
 
3) Fase d’esecuzione del trasferimento
 
Applicazione delle procedure di trasferimento; preparazione del paziente, preparazione della documentazione clinica attestante il percorso assistenziale compiuto
 
Controllo e verifica dell'equipaggiamento
 
Valutazione idoneità del mezzo di trasporto
 
Ultimi contatti con la famiglia
 
Esecuzione del trasferimento
 
Affidamento del paziente ai colleghi del servizio accogliente
 
 
1°) fase di valutazioni preliminari al trasferimento e applicazione dei criteri di trasferibilità
 
Costituisce il primo elemento da considerare nella fase conclusiva del percorso assistenziale in Area critica del politraumatizzato ed ha l'obiettivo di verificare la sussistenza dei criteri di trasferibilità.
Le correlate valutazioni, vengono realizzate a livello del team curante, nell'ambito del quale gli Infermieri hanno un ruolo attivo e determinante in  quanto informati circa l'attualità del paziente, non solo in merito alla sua condizione clinica, ma anche e soprattutto alla sua reale capacità di interagire  con l'ambiente.
Da uno studio condotto in 20 ospedali inglesi, su circa 8500 pazienti, in un arco temporale di 10 anni (dal 1989 al 1998), si evidenziava che le dimissioni precoci di pazienti dalle terapie Intensive, incrementavano il rischio di mortalità in maniera consistente.
Si è trattato d'uno studio di triage predittivo che si proponeva di misurare l'indice di mortalità post-dimissione in tutti i  pazienti  in cura intensiva per più di tre gg, sempre a rischio di vita entro le 48h precedenti alla dimissione (gruppo 0 -1 -2 ) e non a rischio nelle 48h (gruppo 3), escludendo unicamente coloro i quali venivano definiti "not for resuscitation".
I risultati del lavoro hanno dimostrato che l'applicazione d'un modello di triage per la dimissione consentiva di ridurre del 39% tale rischio.
Il modello di valutazione adottato è l'APACHE II score o criteria che si compone dei seguenti elementi d'indagine:
 Dati demografici
 Severità della malattia
 Elementi in acuto
 Durata di ricovero in ICU
 Tipo d'intervento terapeutico
 Durata in gg della VAM
 Dialisi si…no
 Età
 Presenza malattie croniche
 Presenza e/o assenza chirurgia d'emergenza
 
Si è ritenuto utile proporre lo studio suddetto per indicare un'ulteriore possibile criterio indiretto per la valutazione di trasferibilità che tenga conto non solo dei parametri fisiologici, ma anche di altri elementi incidenti correlati allo specifico clinico del paziente ( Patologie croniche, insufficienza d'organo, intensità del trattamento).
 
Razionali di trasferimento
Le razionali di trasferimento tengono conto dei seguenti elementi:
Parametri emodinamici
Parametri ventilatori
Parametri di funzionalità renale
Parametri di riferimento per la valutazione del grado di compromissione cerebrale
 
Parametri Emodinamici
· Assenza di catetere in arteria polmonare (SWAN-GANZ), di linea di monitoraggio arteriosa
· Non necessità di somministrazione endovenosa di farmaci per i quali è indispensabile un monitoraggio cardiaco continuo
· Pressione arteriosa stabile in un range positivo o negativo 30mm Hg dei valori normali del paziente (o valori di riferimento accettabili) nelle ultime dodici ore in assenza di somministrazione di farmaci inotropi, vasodilatatori, etc. 
· Assenza di dispositivi di assistenza meccanica (contropulsatore aortico)
 
Parametri ventilatori
· Parametri ventilatori stabili nelle ultime dodici ore in assenza di supporto ventilatorio meccanico
· No importanti alterazioni della frequenza respiratoria e comunque compresa tra i 12 e i 24 atti respiratori minuto
· Valori emogasanalitici entro i limiti considerati nella norma, PaO2 >50mmHg o comunque compresa tra i 75 e i 100 mm Hg in aria ambiente; PaCO2 in un range in positivo o in negativo di 10mm Hg oltre ai valori normali del paziente,  comunque orientativamente compresa tra i 35 e i 45 mm Hg.
· Rumori respiratori chiari, espansione polmonare bilaterale, assenza di pneumotorace, emotorace o altre complicanze.
· Saturazione periferica dell’ossigeno non inferiore al 95%
Parametri di funzionalità renale
· Diuresi >/ a 1 ml/kg/h tranne in caso d’insufficienza renale cronica
· Quadro idro-elettrolitico stabile in cui i livelli ematici di K, Ca, P, siano entro i limiti accettabili (Na 135 155 mg%  K 3,5 5,5 mEq/l  P 2,4 4,5 mg/ml)
 
Parametri di riferimento per la valutazione del grado di compromissione cerebrale
· Assenza di linee di monitoraggio della Pic
· Stabilità delle funzioni neurologiche
· Pressione intracranica nei limiti della norma (valutazione clinica)
 
Competenze
 Capacità d’interpretare i parametri fisiologici
 Valutare la sussistenza dei requisiti di trasferibilità
  Evidenziare possibili elementi di rischio per la stabilità
 Integrarsi con gli altri membri dell’équipe per il compimento delle valutazioni cliniche preliminari al trasferimento e per la definizione ed adozione di strumenti standardizzati di misurazione del rischio post dimissione.
 
Valutazione dell'assetto cognitivo e psico-affettivo del paziente
 
Questo punto di trattazione è strettamente correlato al precedente ed individua nell'Infermiere il principale artefice, poiché è l'operatore che più d'ogni altro conosce le reazioni del paziente, le sue risposte alle sollecitazioni, il livello d'impegno residuale, le paure, i  bisogni psico-affettivi, le abitudini, i piccoli o grandi cerimoniali collegati alle diverse fasi della giornata, le sue coordinate ambientali per la stabilità e l'equilibrio.
Si tratta di un tipo di valutazione che deve consentire di definire la comunicazione che va instaurata con il paziente, le caratteristiche dell'impegno familiare a supporto nel percorso ancora da compiere per la guarigione, alcune caratteristiche irrinunciabili  da ricercare nel servizio che lo dovrà accogliere, eventualmente la persona che lo dovrà accompagnare durante il trasferimento (referente fiduciario).
 
La valutazione dello stato cognitivo e psico - affettivo del paziente è finalizzata a stabilire il tipo d’intervento relazionale d’adottare per ottenere un livello il più possibile ampio di comprensione dei cambiamenti che interverranno e quindi, per prevenire crisi da destabilizzazione psicologica conseguenti a mutamento dello scenario di vita e di cura.
 
Si consideri a tale riguardo, qual è la tipica condizione cui perviene solitamente il paziente nell’immediato post-acuto: egli si trova nella fase iniziale di recupero dell’ideazione e della sua dimensione psico-affettiva contestualmente alla presenza più o meno rilevante di deficit di tipo cognitivo.
In questa fase si assiste spesso ad una sorta di regressione affettiva a modelli comportamentali di tipo infantile per i quali il paziente tende a dipendere totalmente dalle persone che hanno cura di lui.
Il suo tono dell’umore è instabile, ha bisogno di potersi affidare a poche persone che sceglie nell’ambito del contesto nel quale si trova; richiede attenzioni continue, vuole poter avere accanto i  famigliari e le persone che definisce come suoi referenti fiduciari.
Qualunque cambiamento che intervenga in questa fase, va preparato attentamente per mettere il paziente nella condizione di realizzare realisticamente ciò che accade senza risultarne travolto, succube, spaventato e frustrato.
In considerazione di quanto si è detto, risulta chiara ed evidente la rilevanza del ruolo infermieristico nella funzione di supporto al paziente.
 
Quali le competenze richieste?
 La conoscenza delle dinamiche psicologiche post- traumatiche
 La capacità di stabilire una relazione d’aiuto centrata al recupero e potenziamento delle autonomie residuali
 La capacità di stabilire forme di comunicazione che favoriscano la riabilitazione psico-affettiva, la quale ha origine nella riacquisizione progressiva della dimensione adulta dei pensieri e degli affetti.
Concertazione contestuale con la famiglia della sede più opportuna per la prosecuzione della cura nel post-acuto.
La scelta della struttura di accoglienza  in fase post-acuta, viene presa insieme ai familiari tenendo conto della loro possibilità reale di contribuire attivamente al processo di cura anche e soprattutto a sostegno dell'affettività, rinforzo motivazionale e spinta al superamento delle difficoltà ancora incidenti.
Un elemento di sicura e diretta incidenza nella decisione, è ovviamente la residenza abituale della famiglia che dovrà essere messa nella condizione di poter rientrare ad un modello di vita vicino a quello "normale".
 
Competenze
 La capacità professionale di svolgere un ruolo sociale nelle relazioni con le famiglie contribuendo a risolvere laddove presenti, i nodi problematici con soluzioni efficaci.
 Capacità d’integrarsi con l’équipe allo scopo di fornire un supporto informativo equilibrato, adeguato ed univoco.
 
Evento critico
 I familiari si oppongono al trasferimento, non condividono le scelte, temono per il loro congiunto, rifiutano il dialogo.
 
 
2° fase) di preparazione del trasferimento
 
Contatti preliminari con il servizio accogliente ed invio della relazione documentativa della condizione clinica del paziente.
 
Tali contatti avvengono solitamente richiedendo in modo più o meno formale, la disponibilità del posto letto.
S'illustra il quadro clinico e le problematiche assistenziali residuali per affrontare le quali ci si orienta ad un percorso di riabilitazione motoria, cognitiva e psico-affettiva.
S'invia la documentazione eventualmente richiesta e si stabiliscono i tempi e le modalità del trasferimento.
Questa prima fase del rapporto con l'U.O. di successiva accoglienza, è di solito, gestita dai medici; vi è una comunicazione preliminare tra infermieri dei diversi servizi, nelle situazioni per le quali occorre predisporre un particolare ambiente o la possibilità d'utilizzo di determinati presidi di non facile reperimento.
Nelle situazioni in cui sia stato costruito preventivamente un sistema d'integrazione tra i  diversi servizi, tale da rendere fluido, continuo e sequenziale il percorso assistenziale, si potrà favorire il progressivo adattamento del paziente alla nuova situazione, anche con la conoscenza dei colleghi che lo seguiranno poi.
In tal modo i colleghi provvederanno direttamente ad illustrare, per quanto possibile, le caratteristiche del loro servizio potendo inoltre, pensare ad eventuali adeguamenti della struttura per renderla il più possibile idonea a corrispondere alle esigenze del paziente (personalizzazione dell'habitat).
 
Le competenze necessarie ad assolvere a questo ambito d’attività sono essenzialmente: la capacità di coordinarsi ed integrarsi con gli altri membri dell’équipe (medici) del proprio servizio e dell’altro in contatto con noi per il trasferimento.
 
Idoneità del servizio di successiva accoglienza
Nella descrizione d'un modello organizzativo di lavoro nell'ambito d'una Terapia Intensiva Inglese (british medical journal maggio 2001), si dice che la valutazione relativa alla trasferibilità del paziente, vieni compiuta da una commissione designata, cui partecipa una nurse la quale può contestare l'eventuale decisione cui si perviene rimandando al medico director.
Il direttore rinvia alla commissione per una rivalutazione e quindi, se non si perviene ad una risoluzione dei conflitti, decide arbitrariamente.
Nei nostri ambiti operativi, tale decisione viene presa dai medici responsabili dei due servizi, quello trasferente e quello di seconda accoglienza.
Gli Infermieri non hanno un ruolo predefinito nei momenti decisionali che riguardano le destinazioni del paziente, sebbene pur nei diversi livelli d'influenza, sia sempre incidente il punto di vista degli infermieri affidatari.
 
Le competenze richieste all’infermiere per contribuire attivamente alla valutazione d’idoneità del servizio di successiva accoglienza, sono in primo luogo:
 La capacità di calare lo specifico assistenziale del paziente in una realtà operativa diversa dalla propria
 Comparare i bisogni espressi dal paziente alle possibilità oggettive di risposta del servizio accogliente.
  Contribuire alla scelta da compiere con argomentazioni centrate, articolate e lungimiranti.
 
Quali i quesiti?
 In caso di divergenza d'opinione rispetto all'idoneità del servizio accogliente, quali strumenti ha l'Infermiere per incidere sulla decisione finale.
 
Contatti con il SETI
Tali contatti sono volti a determinare i tempi e i mezzi da impiegare per il trasferimento.
Di solito i pazienti in dimissione da una Terapia Intensiva sono accompagnati dagli operatori che li hanno avuti in cura e quindi dai medici ed Infermieri della T.I.
Un trasporto secondario per trasferimento in una unità di cura sub-intensiva comporta generalmente la compresenza del medico e dell'infermiere mentre per i trasferimenti ad Unità operativa di base, s'impiega il solo Infermiere.
Uno studio anglosassone ha evidenziato che il trasporto di 755 pazienti critici cardiopatici assistiti dal solo infermiere non ha generato problematiche significative direttamente attribuibili. Lo Scottish Ambulance service esegue 37000 trasporti annuali impiegando i soli infermieri, anche per ciò che riguarda l'assistenza a pazienti critici.
Ne deriva che questo momento assistenziale può essere gestito in forma esclusiva dell'Infermiere che presenti le competenze necessarie, relative ad eseguire:
 
  Valutazione sistematica delle condizioni generali del paziente
  Riconoscimento di specifici obiettivi terapeutici
  Rivalutazione degli obiettivi
 Trasporto
 Conoscenza del paziente ai servizi riceventi
 
 
3°) fase d’esecuzione del trasferimento
 
Procedure di trasferimento
 
Preparazione del paziente
· Informare il paziente utilizzando un linguaggio adeguato alle sue capacità  , circa l'Unità Operativa nella quale verrà  trasferito anche riguardo alle  relative caratteristiche organizzative ed assistenziali.
 
· Rimozione e/o sostituzione dei presidi medicali applicati relativamente all'opportunità e alla specifica pianificazione.
Il trasferimento presso una U.O. sub-intensiva consente il mantenimento di alcuni presidi, quali ad esempio: il catetere venoso centrale e il catetere arterioso per il monitoraggio della pressione cruenta.
Il trasferimento in una U.O. di base comporta solitamente la rimozione di tutti quei presidi il cui mantenimento richiede competenze specifiche o apposite apparecchiature;  si provvede contestualmente al reperimento di uno o più accessi vascolari venosi periferici.    
 
· Valutazione finale dei risultati ottenuti nell'applicazione del piano d'assistenza ed evidenziazione dei livelli di realizzo degli obiettivi prefissati.
 
· Individuazione di possibili linee di sviluppo del processo assistenziale mirato alle problematiche residuali.
 
·  Compilazione della scheda di trasferimento o dimissione che dovrà rispettare i criteri di veridicità, completezza, precisione e chiarezza.
 
·  Preparazione della documentazione clinica del paziente, informativa del suo percorso in terapia intensiva,  sia essa in originale (in visione) oppure in copia. E' bene sottolineare, in relazione alla documentazione clinica, l'importanza di una corretta compilazione della documentazione infermieristica che ad essa andrà allegata. In virtù della legge n. 42 del 26/2/99 la quale sostituisce la definizione di "professione sanitaria ausiliaria" con quella di "professione sanitaria", si evince che la professione Infermieristica non è più subordinata  ("ausiliaria") all'attività di un'altra professione, ma è detentrice di uno specifico ruolo.  Alla luce di tutto ciò, anche se non vi è un obbligo legislativo specifico inerente la compilazione della cartella infermieristica, il concetto di professione sanitaria obbliga eticamente e deontologicamente  l'infermiere a documentare e redigere in qualità di pubblico ufficiale durante l'esercizio delle sue funzioni, tutto ciò che è inerente alla sua attività (art. 2699 e 2700 del codice civile) e, nello specifico, tutto ciò che è in relazione ai bisogni della persona a cui si è fornita l'assistenza e la quantità e qualità dell'assistenza fornita.
 
·  Preparazione della famiglia all'evento "trasferimento" che può comportare, oltre agli interventi d'informazione, quelli d'addestramento su semplici procedure di base, a possibile realizzazione anche del familiare (ES: aspirazione tracheale).
 
·  Contatti con il servizio di trasporto Infermi (S.E.T.I) con indicazione delle caratteristiche richieste per il mezzo da impiegare.
 
·  Applicazione del monitoraggio di base con monitor da trasporto (traccia ECG saturimetria, NBP etc.)
 
·  Verifica tramite applicazione della ceck - list dell’equipaggiamento
 
 
 
 
 
                                                                  Valutazione periodica dei parametri vitali
 
· Esecuzione del trasporto.
 
Approccio continuo alle dinamiche comunicative e relazionali durante tutto il trasporto
 
Affidamento del paziente ai colleghi.
 
  Definizione degli ambiti di collaborazione da costruire, mantenere, potenziare nell'ottica della continuità assistenziale ed integrazione multidisciplinare.
 
 
Eventi critici durante il trasporto
· Stato d’agitazione psicomotoria
· Insufficienza respiratoria da ingombro di secrezioni
· Dislocazione della cannula tracheostomica
· Iper-ipotensione arteriosa
· Guasto alle apparecchiature
 
 
Competenze
 
· Rilevare tempestivamente variazioni emodinamiche che potrebbero assumere carattere progressivo vs l'instabilità
· Capacità di intervento efficace per il ripristino di ventilazione sufficiente in caso d'ingombro da secrezioni (efficaci aspirazioni tracheo - bronchiali)
· Capacità di riposizionamento in caso di dislocazione della cannula tracheostomica
· Prevedere un sistema ausiliario di monitorizzazione seppure minimale (defibrillatore, saturimetro con FC ,sistema manuale per la misurazione della pressione incruenta)
· Prevedere una seconda fonte di aspirazione
 
Quesiti
 Nel caso di complicanze intercorse durante il trasporto, può l’Infermiere intervenire con infusione di soluzioni e/o farmaci in assenza di protocolli predefiniti?
 Nel caso di complicanze successive ad un intervento compiuto in stato di necessità ( sanguinamento tracheale post riposizionamento di cannula accidentalmente dislocata) quali le conseguenze per l’infermiere?
 
Bibliografia
 Dizionario delle professioni infermieristiche
Paola Lupano   Cespi   UTET
 ANESTIT: ESIA – Agosto 2000
Procedure di accesso, dimissione e trasferimento.
  Medical intensive Care/Cardiac Unit Admission and Discharge Criteria
  BMJ.com Daly et al. 322 (7297): 1274
  BMJ.com Mc Pherson 322 (7297): 1261
 Az. Ospedaliera S.Gerardo di Monza
Terapia Intensiva: un esempio di realtà consolidata ma sempre in evoluzione. 
  Management  Unità assistenziali post-acute USL Città di Bologna.
 Piani d’assistenza in Area critica Nancy Holloway
 Trattato di Rianimazione e Terapia intensiva
Tinker e Warren
 Medicina Pratica UTET Volume 4

 

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