Congresso Nazionale Aniarti 2007
Per l'attivita' quotidiana, per l'assunzione di responsabilita', per l'etica della decisione.
Rimini (RN), 15 Novembre - November 2004 / 17 Novembre - November 2004
» Indice degli atti del programma
Tecnologie e attrezzature per l\'assistenza infermieristica: Giordano Peyrani, Sergio Nobile, Tiziana Defendente
16 Novembre - November 2001: 11:20 / 12:20
Audio NB la relazione audio e' composta da piu' parti fuse assieme.
Foto
- TECNOLOGIE E
ATTREZZATURE PER L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA
-
- Peyrani
Giordano (relatore), Infermiere, Rianimazione Legnano (MI)
- Nobile
Sergio (relatore) , Infermiere, Rianimazione Legnano (MI)
- Defendente
Tiziana (relatore) , Infermiere, Rianimazione Legnano (MI)
- Masiero
Natalia (Coautore), Capo Sala, Rianimazione Legnano (MI)
- Azienda Ospedaliera “Ospedale Civile di
Legnano” via Candiani,2 - Legnano (MI)
-
-
- In questi ultimi anni abbiamo spesso
sentito parlare di rinnovo del ruolo dell’infermiere. Ci siamo battuti
fino ad avere la legge n. 42/99, dove l’abolizione del Mansionario fa si
che l’infermiere diventi a tutti gli effetti un professionista.
- Da questo momento in poi tutta la
popolazione italiana è a conoscenza che l’infermiere è un professionista
COMPETENTE, RESPONSABILE e AUTONOMO nei confronti della salute del
cittadino. Guardando la nostra realtà, ci accorgiamo che l’infermiere non
è solo competente responsabile e autonomo nei confronti dell’utente, ma
anche nei confronti di tutti quei sistemi tecnologici presenti in una
Terapia Intensiva.
- Pochi sono i lavori da consultare su tale
argomento, in quanto l’infermiere è sempre vista in ‘prima linea’ accanto
al paziente.
- Da qui nasce
il nostro lavoro: vogliamo mettere in evidenza l’altra faccia della
medaglia, che a volte, è la base per una corretta e responsabile
assistenza infermieristica. Per tale motivo all’INFERMIERE di oggi viene
richiesto un patrimonio culturale sempre più elevato:l’assistenza diretta
alla persona e conoscenze specifiche di tutti quei sistemi tecnologici
presenti nella realtà sanitaria. L’uso di queste tecnologie porta
l’Infermiere ad assumere la figura di tecnico e di utilizzatore.
L’Infermiere deve conoscere il funzionamento di questi strumenti, il loro
utilizzo specifico in base ai bisogni del malato, gli aspetti positivi e
negativi che si possono produrre sul paziente, deve essere capace di
intervenire tecnicamente sugli strumenti.
- Negli ultimi
anni si è assistito ad un imponente sviluppo tecnologico in tutte le aree
della Medicina e soprattutto in campo intensivo. Tuttavia i miglioramenti
della tecnologia biomedica hanno vantaggi e svantaggi. Il miglioramento
tecnico dei dispositivi aumenta inevitabilmente la loro complessità.
Conseguentemente, un appropriato aggiornamento diventa parte integrante
della pratica clinica, ed è ragionevole supporre che la mancanza
d’aggiornamento aumenti i rischi associati. Questi rischi riguardano
l’operatore (errore umano) e l’organizzazione (errore procedurale) e
devono essere affrontati nel loro complesso. Per un controllo adeguato del
rischio “tecnologico” s’impone un strategia coordinata che, riducendo il
numero di pratiche poco sicure, abbatta il numero degli eventi avversi.
-
1.
L’approccio teorico al problema tecnologia, utilizzato per il progetto è
trasferibile agli altri numerosi dispositivi utilizzati sia in terapia
intensiva sia più generalmente nell’ospedale.
-
2.
Il controllo del rischio nella sua complessità è parte fondamentale di un
programma di controllo della qualità.
-
-
- Approccio
teorico
-
- Nella medicina
moderna la sicurezza delle procedure cliniche con elevata componente
tecnologica è un elemento fondamentale della qualità della cura.
L’ottenimento di standard adeguati di sicurezza si basa sul raggiungimento
di sei obiettivi primari
-
1.
scelta appropriata delle apparecchiature
-
2.
Numero sufficiente d’apparecchiature a disposizione
-
3.
Applicazione corretta della procedura
-
4.
Utilizzo appropriato delle apparecchiature
-
5.
Cura degli strumenti
-
6.
Adeguamento agli standard tecnologici
-
-
-
-
-
- Il triangolo
della tecnologia proposto da Pickstone (1996) permette di disegnare
l’ospedale ideale dove le tecnologie mediche corrispondono ai fabbisogni
clinici ed il numero d’apparecchiature efficienti e calibrate a
disposizione è sufficiente per far fronte alla domanda. Tutto il personale
coinvolto è istruito per quanto gli compete sulla procedura e
sull’utilizzo dell’apparecchiatura in modo da impiegarla efficacemente per
ottenere risultati predefiniti.
-
- SVILUPPO DELLA
COMPETENZA
-
- La competenza
nell’utilizzo di qualsiasi apparecchiatura tecnologica prevede l’impiego
di abilità trasferibili per far fronte a circostanze imprevedibili e
pericolose. Queste abilità si fondano su quattro tipi di conoscenza:
-
· Conoscenza di base (teoria di
funzionamento)
-
· Conoscenza operativa (cose da
fare e non fare)
-
· Abilità specifica (manualità)
-
· Esperienza (rilettura del
passato)
- Libri di base,
codici di comportamento, esercizio e la registrazione degli errori insieme
alla presenza di una figura tutoriale e, in qualche caso, la lezione
frontale consentono il loro trasferimento delle conoscenze.
- Per favorire
la comprensione delle necessità formative è utile scomporre l’intera
procedura in fasi (impostazione, preparazione, esecuzione e controllo) e
successivamente suddividere le fasi in passi fondamentali. Ognuno dei
passi fondamentali in cui può essere scomposta la procedura vede la
prevalenza di una delle quattro forme di conoscenza e dovrà prevedere un
appropriato sistema di insegnamento/valutazione. Dal punto di vista
concettuale conoscenza di base e conoscenza operativa sono meglio
trasmessi con forme di apprendimento aperto e tutoraggio , l’abilità
specifica richiede spesso l’esercitazione guidata (a volte la
simulazione), l’esperienza deve essere strutturata e documentata.
-
-
-
- OBIETTIVI
-
- Gli strumenti
tecnologici aiutano a lavorare meglio, semplificano alcune procedure e
valutazioni cliniche, ma di certo il monitoraggio del paziente critico non
può prescindere dalla corretta osservazione del NURSING attento, dalla
valutazione costante, dal controllo critico degli strumenti che ad esso
sono connessi. In questo senso l’INFERMIERE rappresenta il CENTRO del
monitoraggio del paziente critico, in quanto soggetto che controlla l’area
critica , con le sue strutture nella sua totalità. Il suo ruolo è
insostituibile, mentre non lo sono i monitors, forniti dalla tecnologia.
Perché, tra l’altro, come ha scritto
-
P. HEIN: “where tecnology is master, we shall reach
disaster faster”.
- Questo aspetto
si lega alla trasformazione dell’ambito legislativo nel quale ci troviamo
ad operare. L’approvazione di nuove leggi ha permesso di superare
normative obsolete restituendo autonomia alla nostra professione. Questa
autonomia deriva e trova limite nel codice deontologico, nel profilo
professionale e nell’ordinamento formativo.
- Obiettivo del
nostro lavoro è evidenziare l’insieme di competenze e responsabilità che
l’infermiere deve possedere e conoscere per l’utilizzo delle
apparecchiature tecnologiche.
-
-
-
-
-
- ATTREZZATURE DEI CENTRI MOBILI DI
RIANIMAZIONE
-
- Il DECRETO
MINISTERIALE 17/12/1987 stabilisce i requisiti per quanto riguarda le
caratteristiche tecniche dell’autoveicolo; le regioni e gli enti locali
definiscono quali sono le apparecchiature disponibili sul mezzo di
soccorso. L’equipaggiamento deve garantire le migliori prestazioni nel
soccorso avanzato.
-
- La dotazione
di base prevede:
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-
respiratore pneumatico volumetrico
-
-
aspiratore secreti portatile
-
-
bombole ossigeno
-
-
saturimetro
-
-
sfigmomanometro automatico e manuale
-
-
monitor defibrillatore
-
-
cavo per defibrillazione automatica
-
-
dispositivi d’immobilizzazione.
-
- È necessario
che l’infermiere conosca la dotazione e l’uso dei singoli strumenti.
-
- Quesito
- L’infermiere
partecipa alle scelte sulla dotazione?
-
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-
- DISPOSITIVI
DI IMMOBILIZZAZIONE
-
-
-
BARELLA SPINALE
-
-
COLLARE CERVICALE:
-
· composto da parte anteriore e
parte posteriore
-
· disponibile in diverse misure
-
· assemblaggio corretto
-
· e fissaggio delle parti
-
· eventuale pulizia.
-
- L’infermiere
nell’utilizzo di questi strumenti deve possedere conoscenze sul trauma del
rachide cervicale e sue complicanze, scopi dell’immobilizzazione e modi di
utilizzo dei dispositivi. Tutto ciò per evitare rischi al malato.
-
-
-
- DEFIBRILLATORE
-
-
- E’ lo Strumento che serve per la
defibrillazione e la cardioversione, terapia di supporto vitale.E’ dotato
di un piccolo monitor per visualizzare il tracciato elettrocardiografico
per rilevare la saturazione di ossigeno ed altri parametri. Può essere
manuale, semiautomatico ed automatico.
-
-
- La Fibrillazione Ventricolare è la più
frequente causa di arresto cardiocircolatorio. La sopravvivenza è legata
alla Rianimazione cardiopolmonare precoce e all’interruzione
dell’aritmia tramite defibrillazione elettrica precoce.
-
- STRATEGIE ASSISTENZIALI:
- ci sono varie fasi per l’esecuzione di una
defibrillazione:
- -preparare la cute del paziente per
l’applicazione corretta degli elettrodi(pasta);
- -accendere il defibrillatore (accertarsi
che lo strumento sia collegato alla rete e/o che le batterie siano in
carica);
- -calibrare l’energia di carica in
proporzione alla taglia corporea;
- -lasciare all’apparecchio il tempo
necessario alla carica circa 15 secondi,sino al segnale acustico;
- -applicare le piastre al torace del
paziente(posizione standard è quella anterolaterale)
- -usando la pasta conduttrice accertarsi
che essa non si spanda sulla cute, provocando un corto circuito tra i due
elettrodi;
- -assicurarsi che nessuna persona sia a
contatto con il paziente , in quanto può essere attraversato da corrente;
- -appoggiare saldamente gli
elettrodi/piastre ed azionare i pulsanti di scarico sulle maniglie;
- -verificare il ritorno dell’attività
cardiaca normale.
-
-
- L’I. deve conoscere,per il corretto uso di
questa apparecchiatura:
- -rianimazione cardio-polmonare e
defibrillazione;
- -alterazioni del tracciato
elettrocardiografico, riconoscere i vari tracciati fisiologici e
patologici, nonchè le conseguenze di tali alterazioni;
- -segni e sintomi dell’arresto cardio
circolatorio;
- -conoscenza approfondita sulle
apparecchiature in uso: da cosa è composto,come si utilizza e quali sono i
criteri di sicurezza.
- Le competenze dell’ I.,oltre alla pulizia
dopo l’uso, sono di controllo quotidiano dell’apparecchiatura e
manutenzione periodica da parete di tecnici specializzati.
- Conoscere gli ambiti legislativi.
-
- QUESITI:
- -Se l’I: riconosce aritmie potenzialmente
letali per il paziente, avverte il medico e poi interviene o si deve
sempre dare priorità alla precocità dell’RCP/DEFIBRILLAZIONE?
- -è necessario che l’I. riceva un
addestramento specifico sul defibrillatore?
-
-
-
-
-
PULSOSSIMETRO
-
- È lo strumento che permette la misurazione
percentuale di ossiemoglobina saturata (legata all’Ossigeno) e la
rilevazione del polso periferico.
-
- Questa metodica viene utilizzata perché
possiede :
- Basso costo, facile utilizzo, bassa
invasività e
- grande utilità unita ad una buona
affidabilità.
-
-
- STRATEGIE ASSISTENZIALI.
-
- -applicazione del dispositivo in un’area
del corpo normalmente perfusa come: dito, padiglione auricolare.
- -l’applicazione di tale tecnologia è utile
nelle occasioni in cui una possibile ipossiemia può scatenarsi
improvvisamente
- -Impostazione dei limiti di allarme.
-
- Le conoscenze necessarie per un corretto
utilizzo di questo strumento riguardano:
-
- -conoscenza del funzionamento
dell’apparecchiatura, cioè cosa rileva. Il principio della metodica
consiste nella misura della differenza di assorbimento delle diverse
lunghezze d’onda esistenti fra l’emoglobina ossidata e quella ridotta. A
questo scopo viene utilizzata una fonte di luce all’infrarosso.
- Un’altra differenza viene rilevata
dall’apparecchio e cioè quella fra il tessuto che pulsa e quello che non
pulsa.
- Quindi saper interpretare le onde ed i
valori rilevati.
-
- -conoscenza dei vantaggi:
- *semplice nell’uso
- *affidabile per la misurazione
dell’ossigeno nel circolo
- periferico.
-
- LIMITI DI APPLICAZIONE
- *difficoltà di registrazione dei dati
quando il paziente trema, quando il paziente è ipotermico, oppure quando
il paziente è ipoteso/vasocostretto.
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- QUESITI
- L’Infermiere imposta in modo autonomo i
livelli di allarme in base alle sue conoscenze?
-
-
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-
-
ELETTROCARDIOGRAFO
-
- È uno strumento che registra su carta
millimetrata l’attività elettrica del cuore.
-
-
- Il tracciato viene eseguito essenzialmente
per due motivi: -diagnostico,
- - medico legale.
-
- STRATEGIE ASSISTENZIALI
- -PREPARARE IL PAZIENTE IN POSIZIONE
SUPINA,SCEGLIERE E POSIZIONARE GLI ELETTRODI (a ventosa per gli ambulatori
placchette monouso per degenza)
- -controllare la qualità del segnale delle
derivazioni.la buona qualità del segnale si ottiene sgrassando
accuratamente la cute e in caso di necessità con la tricotomia.
- -applicare la pasta conduttrice
sull’elettrodo prima di farlo aderire sulla cute.
- -inserire i dati paziente se possibile.
- -verificare e avviare la registrazione.
- -modificare il formato del referto, cioè
modificare la velocità di scorrimento della carta. Normalmente 25mm/sec. o
50mm/sec.
- -interpretare il referto stampato.
- - eseguire la manutenzione/pulizia, cioè
tenere in carica lo strumento, pulire dopo l’uso e disinfettare.
-
-
-
-
- COMPETENZE
-
- L’I. deve conoscere:
- -il tracciato elettrocardiografico,
fisiologico e patologico;
- -lo strumento in uso;
- -deve riconoscere segnali di disturbo
indesiderati che si sovrappongono al segnale utile, cioè artefatti.Le
tipiche sorgenti di disturbo sono:
- *difetti di conduzione tra
elettrodi e paziente(dovuti ad insufficiente contatto)
- *difetti tra cavo ed
elettrodi,oppure interni al
- cavo stesso con segnali
irregolari ed accentuati
- con il movimento del paziente e
dei cavi .
- -scariche di corrente alternata captate da
altri apparecchi elettrici; in particolare l’uso dell’elettrobisturi in
sala operatoria.
- -tremori muscolari.
- -movimenti respiratori.
- -stato d’ansia della persona.
-
- QUESITI
- Quando l’infermiere decide di eseguire un
tracciato ecg in modo autonomo?
-
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-
- RISCALDATORE
LIQUIDI
-
- E’ il dispositivo che permette di
riscaldare liquidi da infondere al paziente.
-
- Questa apparecchiatura viene utilizzata
per:
- Prevenire l’ipotermia e le sue complicanze
- CARDIACHE
- COAGULATORIE/INFETTIVE
- AUMENTO CONSUMO OSSIGENO.
-
- STRATEGIE ASSISTENZIALI
- -scelta del set
- -riempimento del set
- -accensione strumento
- -impostazione temperatura(intervallo:
35-39 gradi)
- -controllo temperatura sul display
- -controllo temperatura corporea del
paziente
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- COMPETENZE
- Conoscenze cliniche dell’ipotermia
- Conoscenze sulle complicanze
dell’ipotermia
- Conoscenze tecniche sul dispositivo che si
utilizza.
-
- QUESITO
- Quando l’Infermiere decide in modo
autonomo di utilizzare un dispositivo per riscaldare i liquidi da
infondere?
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-
-
-
-
EMOGASANALIZZATORE
-
- Apparecchiatura che permette di dosare
nel sangue arterioso e venoso i gas (CO2-O2) il Ph,i bicarbonati e i più
importanti elettroliti(NA, K, Cl),ematocrito ed emoglobina. In ambito
operatorio e rianimatorio costituisce l’apparecchio per controllare la
funzionalità respiratoria.
-
- RAZIONALE
- Fornisce informazioni sull’equilibrio
ACIDO-BASE ed elettrolitico, sullo stato di ossigenazione, di ventilazione
ed ematosi del paziente.
-
-
STRATEGIE ASSISTENZIALI
- Funzionamento elettrico
- Controllo di qualità quotidiano dei
parametri emogasanalitici, elettrolitici e di trasporto ossigeno.
- Tale procedura ci consente di stabilire se
i valori misurati sono attendibili.
- Controllo e manutenzione
giornaliera(svuotare il serbatoio, rifornire le soluzioni di calibrazione,
soluzioni di lavaggio), settimanale,
- mensile e quando è necessario.
- Correttezza nel prelievo del campione di
sangue,(che sia ben conservato, che sia eparinato, che non presenti bolle
d’aria).
-
- COMPETENZE
- L’Infermiere deve conoscere:
- -il funzionamento tecnico
dell’apparecchio, quindi
come
si utilizza lo strumento;
- -le condizioni di allarme ,cioè se lo
strumento necessita di calibrazione o se gli elettrodi devono essere
sostituiti.Oppure se c’è ostruzione e dove.
- -eseguire interventi corretti di
manutenzione.
- Tutto ciò per mantenere sempre pronta ed
utilizzabile l’apparecchiatura.
-
- QUESITI
- In base a variazioni cliniche del
paziente, l’infermiere esegue in piena autonomia un prelievo EGA?
-
- L’infermiere utilizza i dati ottenuti
dall’EGA per intervenire sul paziente?
-
-
-
-
-
MONITOR E
VENTILATORE PORTATILE
-
- Il monitor e
il ventilatore portatile sono strumenti generalmente di dimensioni ridotte
proprio per permettere un più agevole utilizzo nel trasporto. Fra i
presidi indispensabili per il trasporto il monitor e il ventilatore
polmonare hanno una funzione di prima necessità. Una delle caratteristiche
principali è quella di un minimo ingombro. Dovendo utilizzare un supporto
ventilatorio e un monitor in spazi limitati ed in fasi particolari (per
es.diagnostica) l’ingombro deve essere il piccolo possibile ed il peso
estremamente contenuto.
-
-
-
-
-
-
- MONITOR PORTATILE
-
-
È uno strumento con schermo video che traduce
in un segnale visibile gli impulsi elettrici dei trasduttori, dà
informazioni precise, in continuo sullo stato del malato.
-
La funzione di questo monitor è quella di
fornire informazioni essenziali sullo stato emodinamico e ventilatorio del
malato attraverso la rilevazione di:
-
-
un tracciato elettrocardiografico
-
-
la pressione arteriosa cruenta o incruenta
-
-
la saturazione di O2 periferica
-
-
l’End-Tidal per la rilevazione della CO2 di fine espirazione.
-
-
- L’Infermiere
garantisce la sicurezza del malato attraverso:
-
-
Controllo della stabilità e durata della carica delle batterie che
garantiscono l’autonomia nel trasporto del malato, questi controlli vanno
eseguiti prima di lasciare il reparto e, data la frequenza con cui
avvengono i trasporti, hanno una cadenza circa settimanale. Quando non
viene utilizzato il monitor deve essere tenuto in carica collegandolo alla
rete;
-
-
Controllo del funzionamento complessivo attraverso il corretto
posizionamento degli elettrodi, bracciale della pressione arteriosa,
sensori per la saturazione dell’ossigeno e per l’End-Tidal, trasduttore
per la PA cruenta;
-
-
Impostazione ed attivazione dei limiti d’allarme;
-
-
Posizionamento del monitor in un posto ben visibile sul letto, durante il
trasporto ed in sala di diagnostica durante l’esame strumentale.
-
- Dopo essersi
accertato della corretta connessione tra cateteri, trasduttori e monitor
realizzando la visualizzazione dell’onda nel modo migliore possibile e
riducendo tutti quei fattori che possono alterare la trasduzione del
segnale.
- L’Infermiere
come utilizzatore di questo strumento deve avere una conoscenza tecnica
dell’apparecchio e deve saper interpretare le onde ed i relativi valori.
-
- Quesito
- Quale
responsabilità investe l’Infermiere in caso di caduta accidentale del
monitor portatile?
-
-
-
- VENTILATORE PORTATILE
-
- È uno
strumento semplificato che permette una ventilazione meccanica
artificiale. Molti ventilatori per il trasporto dei pazienti sono ad
alimentazione pneumatica. Questo richiede la presenza di bombole a gas
compresso. Altre soluzioni prevedono l’alimentazione elettrica a batteria
o con convertitore ma in questo caso l’ingombro ed il peso del sistema in
toto è rilevante e poco utile nelle fasi di passaggio da un mezzo di
trasporto all’altro.
- Due manopole
permettono l’impostazione di:
-
-
Frequenza respiratoria
-
-
Flusso di litri/minuto
-
-
Percentuale di ossigeno al 50% o 100%.
-
- Questo
strumento permette il supporto alla funzione respiratoria del malato solo
nell’urgenza di trasporto a paziente sedato. La maggior parte dei
ventilatori per il trasporto del paziente, infatti, consente unicamente la
ventilazione meccanica controllata.
-
-
- L’Infermiere
garantisce la sicurezza del malato attraverso:
-
-
Controllo quotidiano delle bombole di ossigeno e dopo ogni uso, sia per
trasporti a breve distanza che in quelli a lunga distanza è buona regola
disporre di un’ampia autonomia di ossigeno e di un sistema di ventilazione
manuale per ogni necessità creata da incidenti tecnici;
-
-
Controllo di funzionamento del manometro, dei raccordi e del circuito,
delle batterie per gli allarmi;
-
-
Posizionamento del filtro antibatterico per mantenere il circuito pulito;
-
-
Manutenzione periodica tecnica, con pulizia e sterilizzazione dei pezzi
che lo compongono, da eseguire sempre se non si posiziona il filtro;
-
-
Impostare i limiti di allarme se consentiti dallo strumento.
-
-
L’Infermiere come utilizzatore di questo strumento deve avere una
conoscenza tecnica dell’apparecchio e la capacità di intervento come
impostazioni valori, sostituzione circuito e bombole di ossigeno.
-
-
- Quesito
- Nel trasporto del paziente dal PS alla
diagnostica, l’utilizzo e l’impostazione del monitor e del ventilatore
portatile rientra nell’autonomia dell’infermiere?
-
-
-
-
- MONITOR PIC
-
-
-
Strumento che permette la rilevazione della
pressione all’interno della scatola cranica a livello sopratentoriale.
- Quali sono i
vantaggi di questo monitoraggio:
-
· È spesso in grado di segnalare
in modo tempestivo le variazioni pressorie intracraniche, precedendo le
sue manifestazioni cliniche;
-
· Può essere l’unico elemento di
valutazione dello stato cerebrale, in quanto il quadro clinico può essere
falsato dall’impiego di sedativi;
-
· Guida verso un più corretto
approccio al paziente durante le manovre e assistenza infermieristica;
-
-
L’infermiere mette in atto una serie di
manovre che permettono il corretto posizionamento di questo strumento e la
successiva rilevazione attraverso il seguente processo:
-
-
· Funzionamento elettrico;
-
· Preparazione monitor, unità di
controllo e relative connessioni;
-
· Azzeramento del sensore ponendo
la punta del cateterino a contatto con soluzione fisiologica sterile
ricavandone il fattore di calibrazione sull’unità di controllo;
-
· Azzeramento del monitor e
impostazione del fattore di calibrazione dell’unità di controllo;
-
· Variazione della scala sul
monitor;
-
· Impostazione degli allarmi e
attivazione, se possibile, del monitoraggio della pressione di perfusione
cerebrale (cpp) viene calcolata automaticamente dal monitor se la pa
cruenta e’ monitorizzata;
-
· Controllo della forma dell’onda,
della variazione, dell’orientamento. Osservare i livelli della PIC durante
le attività infermieristiche quali: broncoaspirazioni, cure igieniche,
manovre sul malato;
-
- L’infermiere
deve conoscere:
-
· Anatomia e fisiologia della
scatola cranica;
-
· La PIC si misura con sensori
diversi :
-
1.
Cateteri intraventricolari
-
2.
Cateteri intraparenchimali
-
3.
Cateteri sottodurali
-
4.
Cateteri subaracnoidei
-
5.
Cateteri epidurali
-
· Conoscenza tecnica dello
strumento;
-
· Saper gestire l’unita’ di
controllo, durante il trasporto, connessione e disconnessione catetere.
-
-
- Quesito
- Su quali elementi si concordano con il
medico eventuali farmaci sedativi per le manovre infermieristiche sul
malato?
-
-
-
-
- ELETTROBISTURI
-
- L’elettrobisturi
è uno strumento che utilizza il calore prodotto dalla corrente elettrica
per ottenere i due effetti fondamentali richiesti durante l’attività
chirurgica: taglio e coagulo dei vasi.
- Per ottenere
un effetto termico attraverso l’uso della corrente elettrica è necessario
disporre di:
-
· Un generatore di tensione per il
taglio o per il coagulo, dotato di regolazione della potenza di uscita;
-
· Un elettrodo attivo
rappresentato da una punta o una lama;
-
· Un elettrodo a placca o piastra,
detto anche elettrodo neutro, che applicato al malato ha la funzione di
costituire un circuito chiuso assieme all’elettrodo di taglio o coagulo,
tra apparecchio e malato. Tale elettrodo è costituito da un foglio di
metallo flessibile o di gomma conduttrice onde mantenere la massima
aderenza al corpo del malato. Ormai si preferisce utilizzare placche
monouso costituite da superfici di lamina metallica circondate da bordi
autoadesivi.
-
-
L’infermiere evita danni al malato e
garantisce la sua sicurezza attraverso:
-
-
·
FUNZIONAMENTO ELETTRICO : verifica a
vista dei cavi di collegamento
-
-
· COLLOCAZIONE E FISSAGGIO PLACCA:
collocazione e fissaggio della placca al malato nel punto più vicino al
campo operatorio, tenendo conto che si preferisce utilizzare gli arti
inferiori o i glutei;
-
-
· ISOLAMENTO DEL MALATO:
isolamento del malato per impedire contatti accidentali con strutture
metalliche e soprattutto fasciatura della placca con telini per impedire
contatti da parte del personale o versamenti di liquidi conduttori sulla
placca stessa;
-
-
· CONNESIIONE CAVI ELETTRICI:
collegamento della pedaliera, della placca e dei manipoli all’elettrobisturi;
-
-
· REGOLAZIONE DEI LIVELLI
D’USCITA: regolazione dei controlli della potenza d’uscita sui livelli
desiderati;
-
-
· PULIZIA E MANUTENZIONE
PROGRAMMATA;
-
-
· CONOSCENZA TECNICA
DELL’APPARECCHIATURA: conoscere lo strumento in uso (vi sono vari
modelli), conoscere i principi scientifici di funzionamento;
-
-
· CONOSCENZA DEI RISCHI:
conoscenza degli inconvenienti che l’apparecchiatura può provocare ai
malati e le precauzioni da adottare per evitarli. I rischi principali sono
il verificarsi di ustioni di vario grado indesiderate sul malato
anche quando in apparenza sono state rispettate le indicazioni operative
corrette. Possiamo considerare tre tipi di incidenti:
-
-
-
Ustioni sul malato in corrispondenza della placca (scarsa o parziale
adesione della placca alla superficie cutanea)
-
-
Ustioni sul malato non in corrispondenza della placca
-
-
Ustioni a carico del chirurgo operatore
-
Oltre che effettuare correttamente tale
fissaggio, è opportuno, specie dopo che il paziente è stato sottoposto a
spostamenti, verificarne la saldatezza.
-
- Quesito
- In quali casi
l’infermiere non è responsabile quando si verifica un ustione?
-
POMPE PER
INFUSIONE
-
-
In base alle caratteristiche costruttive
s’identificano diversi sistemi infusionali:
-
-
Pompe volumetriche
-
-
Pompe peristaltiche
-
-
Pompe a siringa e ambulatoriali
-
-
- Alcune
caratteristiche di funzionamento dei dispositivi infusionali possono
influenzare la sicurezza durante l’utilizzo sul malato.
- Esiste
un’ampia scelta di pompe da infusione di complessità variabile. Ogni
macchina presenta vantaggi e svantaggi, è perciò conviene classificare gli
strumenti in base al rischio infusionale:
-
-
Infusioni neonatali (sono impiegati per infusioni che richiedono una
somministrazione estremamente accurata)
-
-
Infusioni ad alto rischio (la differenza risiede in una minor accuratezza
sul breve periodo e sui limiti di allarme della pressione di occlusione, i
tempi di allarme ed il bolo post occlusione)
-
-
Infusioni a basso rischio (sono riservate a soluzioni Elettrolitiche,
nutrizione parenterale, antibiotici, oggi sono praticamente limitati alle
pompe per nutrizione entrale)
-
-
- L’Infermiere
dovrà:
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-
Scegliere il dispositivo in base al farmaco prescritto;
-
-
Scegliere l’apposito sets;
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-
Preparazione del farmaco;
-
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Impostazione della pompa d’infusione;
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-
Controllo della stabilità e durata della carica delle batterie che
garantiscono l’autonomia nel caso di trasporto del malato;
-
-
Esecuzione e verifica della somministrazione in corso;
-
-
Controllo ad ogni cambio turno della velocità d’infusione e il
funzionamento;
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Segnalazione di eventuali anomalie;
-
-
Controllo del funzionamento, la successiva verifica di anomalia e
l’eventuale richiesta di manutenzione.
-
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- POMPE A SIRINGA
-
- In pratica in
area intensiva si utilizzano prevalentemente strumenti per rischio
neonatale od elevato. Per la somministrazione accurata di farmaci vengono
impiegate le pompe a siringa:
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-
Scelta della siringa, schermata o non e delle dimensioni adatte;
-
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Connessione con la testa del pistone;
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Impostazione corretta del tipo di siringa usata;
-
-
Impostazione della velocità d’infusione;
-
-
Modalità d’infusione continua o bolo.
-
- COMPETENZE
-
-
L’Infermiere deve avere le conoscenze sul farmaco impiegato e la sua
diluizione;
-
-
Dispositivi in uso e le loro principali caratteristiche tecniche;
-
-
Principali problemi dovuti a:
-
-
§ Errori d’origine meccanica:
-
o Errori di pompa
-
o Resistenza della linea varia al
variare del flusso, lunghezza della linea, interposizione di
filtri-rubinetti-connettori;
-
o Pressione venosa la pressione
sulla punta del catetere deve essere anche se lievemente superiore a
quella venosa;
-
o Viscosità dei liquidi dimensione
delle molecole che compongono il flusso;
-
o Occlusione si possono generare
pressioni elevate se non esistono appropriati livelli di allarme;
-
-
§ Errori dipendenti
dall’operatore:
-
o Diluizione quantità di farmaco
diversa da quella prescritta;
-
o Calcolo uso di parametri errati,
spostamento di una virgola;
-
o Impostazione
-
o Titolazione per titolazione
s’intende la variazione della velocità d’infusione dei farmaci in base
alle risposte del malato. Se un malato è collegato con più pompe che
erogano farmaci da titolare può capitare che nell’urgenza o per
distrazione si modifichi la velocità della pompa sbagliata.
-
- Quesiti
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-
1.
Su quali elementi l’infermiere varia la
velocità d’infusione dei farmaci prescritti?
-
-
2.
Su quali principi l’infermiere sceglie il dispositivo da usare?
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-
-
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-
MONITOR
-
-
- Per monitor si
intende il rilievo strumentale dei dati relativi ai parametri fisiologici
più importanti di un paziente e la loro visualizzazione immediata o la
registrazione degli stessi. Quindi fornisce informazioni utili, in tempo
reale per mantenere l’omeostasi cerebrale,cardiocircolatoria,respiratoria
e renale.Inoltre garantisce la sicurezza e l’affidabilità delle
prestazioni erogate.
- Il monitor in
rianimazione permette di rilevare costantemente una serie di parametri
quali:ELETTROCARDIOGRAMMA,- PRESSIONE VENOSA CENTRALE, -PRESSIONE
ARTERIOSA CRUENTA E INCRUENTA,-PRESSIONE INTRACRANICA,-PRESSIOENE DI
PERFUSIONE CEREBRALE,-SATURAZIONE OSSIGENO PERIFERICA, -ETCO2,-TEMPERATURA
INTERNA - ELETTROENCEFALOGRAMMA.
-
-
-
STRATEGIE
ASSISTENZIALI
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-
Funzionamento elettrico,cioè accensione stand-by.
-
-
Posizionare in modo corretto elettrodi,manicotti,cateteri e trasduttori.
-
-
Calibrazione dei trasduttori.
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-
Impostazione dei livelli minimi e massimi degli allarmi e regolazione del
volume allarme acustico
-
-
Controllo ad ogni cambio turno dei livelli di allarme impostati
-
- COMPETENZE
-
· L’infermiere come utilizzatore
di questo strumento deve avere una conoscenza tecnica
dell’apparecchiatura, cioè deve saper impostare, modificare, intervenire
sullo strumento
-
· Conoscenza delle onde, se è
fisiologica o non.
-
· Interpretazione degli allarmi.
Ad esempio riconoscere se l’allarme che suona è dovuto ad una placchetta
non adesa bene o ad una bradicardia.
-
-
-
- QUESITI
- In base a
quali elementi l’infermiere imposta i limiti di allarme del monitor?
-
- Quando
l’infermiere utilizza le informazioni ricavate dal monitor per eventuali
interventi sul paziente?
-
-
-
-
-
-
-
VENTILATORE POLMONARE
-
- È
un’apparecchiatura complessa usata per soccorrere la fase ventilatoria del
paziente.Esistono vari modelli di respiratore 1) a regolazione volumetrica
2) a regolazione pressiumetrica.
- Le diverse
modalità offerte dai ventilatori artificiali consentono di:
- -sostituire
totalmente la ventilazione del paziente.
- -assistere la
ventilazione nel rispetto della quota di lavoro respiratorio che è in
grado di effettuare autonomamente il paziente.
-
- Ciascun
modello di ventilatore presenterà in diversi modi la possibilità di
regolare parametri quali:
-
-
Ø FREQUENZA RESPIRATORIA
-
Ø VOLUME CORRENTE
-
Ø IL FLUSSO
-
Ø IL RAPPORTO I:E
-
Ø L LIVELLO DI TRIGGER
-
Ø VALORE DI PEEP
-
Ø FiO2
-
-
-
-
-
-
-
-
- STRATEGIE
ASSISTENZIALI
-
-
· Funzionamento elettrico
-
· Pulizia di routine, cioè
sostituzione-pulizia-montaggio filtri o pezzi del canale di espirazione di
un respiratore.
-
· Controllo circuiti tubi
respiratori.
-
· Esecuzione della taratura se
richiesta dal modello.
-
· Impostazione limiti di allarme.
-
· Programmazione di una
manutenzione periodica tecnica.
-
· Controllo costante dei parametri
ventilatori, sia quelli impostati che quelli spontanei del paziente.
-
-
- CONOSCENZA
-
- L’infermiere
deve conoscere:
-
v l’apparecchio utilizzato ed a
quali casi deve essere applicato ed inoltre deve avere una capacità di
analisi dei bisogni del paziente attraverso l’interpretazione dei valori
respiratori e delle onde ventilatorie.
-
v Capacità di intervento tecnico
sullo strumento
-
v Conoscenza degli aspetti
positivi o negativi che può produrre al paziente.
-
-
-
-
- EVENTO
CRITICO
-
Paziente posto in Ventilazione
artificiale meccanica si sospende la sedazione per il risveglio
post-operatorio. In contemporanea il medico viene chiamato urgentemente in
Pronto Soccorso. Dopo pochi minuti il malato si disadatta dal respiratore;
presenta tachipnea, tachicardia, ipertensione e agitazione motoria.
-
-
-
- QUESITI
-
-
1)
In base a quali elementi l’infermiere modifica i parametri del
respiratore?
-
-
2)
Quando l’infermiere decide di cambiare modalità respiratoria?
-
-
-
-
- UMIDIFICATORE ATTIVO
-
-
- È un sistema
che permette di umidificare il malato, garantisce una costante e
fisiologica umidificazione del tratto respiratorio.Viene posizionato lungo
il circuito respiratorio.
- È composto da
un contenitore d’acqua sterile e da un riscaldatore elettrico.
-
-
-
- STRATEGIE
ASSISTENZIALI
-
- L’Infermiere
garantisce la sicurezza del malato con:
- -Controllo e
impostazione temperatura
- -Livello
d’acqua
- -manutenzione
e pulizia dell’apparecchio.
-
-
-
-
- COMPETENZE
-
- Conoscenza
tecnica dell’apparecchio e a quali casi clinici può e/o deve essere
applicato, cioè osservando il malato la sua patologia.
-
-
-
- Conoscenza dei
rischi per l’elevata temperatura, cioè le ustioni tracheali:
-
- - eccessivo
aumento delle secrezioni tracheobronchiali
- - aumento
dell’incidenza di inquinamenti batterici.
-
-
-
QUESITO
-
In base a
quali elementi l’infermiere decide di utilizzare l’umidificatore?
-
-
-
-
-
-
-
-
BRONCOSCOPIO
-
-
- Dispositivo a
fibre ottiche che consente una visione diretta dell’albero bronchiale, e
permette
- DIAGNOSI
minibal
- RECUPERO CORPI
ESTRANEI es. i denti
- EMOSTASI ed
INIEZIONE broncolavaggi
-
-
- STRATEGIE
ASSISTENZIALI
-
- -accensione e
collegamento alla fonte luminosa e se possibile ad una videocamera tramite
cavo apposito.
- -collegamento
dell’aspirazione del vuoto
- -pulizia e
disinfezione
- -manutenzione,
conservazione
-
-
CONOSCENZE
-
- Conoscenze
tecniche dello strumento e il suo impiego
- Conoscenze
cliniche
- Pulizia e
disinfezione, cioè come si esegue una corretta disinfezione, quale tipo di
disinfettante consiglia la ditta produttrice e per quanto tempo deve e può
starne a contatto.Inoltre durante tale procedura
- è bene
eseguire un controllo della pervietà e dell’integrità dello strumento.
-
-
QUESITO
-
- Di fronte a
questo dispositivo l’infermiere che responsabilità si assume?
-
-
-
-
-
-
-
- LETTI ARTICOLATI E MATERASSI
-
- Trattiamo solo
ora tale argomento anche se questi presidi vengono utilizzati
nell’immediato ricovero in TI. Vi sono svariati tipi di letti e materassi
con caratteristiche più o meno uguali, ma prenderemo in esame i
dispositivi più utilizzati: i letti a rotazione, i letti fluidizzati e i
letti articolati dotati di materasso antidecubito.
-
1)
Letti a rotazione sono di ultima generazione ed effettuano una terapia
respiratoria grazie all’impostazione di diverse modalità tra cui la
rotazione, la vibrazione e la percussione ed esercitano ulteriormente
un’azione antidecubito grazie alla possibilità di variazione di pressione
dei cuscini.
-
2)
Letti fluidizzati a microsfere vengono utilizzati soprattutto ai malati
affetti da tetraplegia.
-
3)
Letti articolati dotati di materassi antidecubito a cessione d’aria grazie
alla presenza di un compressore costantemente in funzione.
-
-
-
Quali sono le caratteristiche
fondamentali che ogni letto deve possedere?
-
- -garanzia di
esecuzione rapida RCP
- -impostazioni
allarmi visivi ed acustici se consentiti
- -comandi
idraulici ed elettrici
-
-radiotrasparenza
- -impostazioni
di peso e altezza del malato per le pressioni che il presidio deve
esercitare per migliorare la perfusione tissutale e se consentito
regolare la temperatura.
-
-
-
STRATEGIE ASSISTENZIALI
-
- -controllo e
funzionamento quotidiano delle pressioni dei cuscini, delle impostazioni
delle rotazioni e/o vibrazioni
- -risorse
economiche del reparto.
-
-
- CONOSCENZE
-
- -conoscere
l’efficacia terapeutica dei dispositivi antidecubito
- -conoscere le
caratteristiche tecniche
- -saper
riconoscere le necessità clinico-terapeutiche del malato che ci guidano
alla scelta del presidio ( respicar=atelectasie)
- -confort
dell’operatore.
- QUESITI
- In base a
quali elementi l’Infermiere sceglie il presidio?
- La scelta è
sempre autonoma?
- BIBLIOGRAFIA
-
-
- -Decreto
Ministeriale del 17/12/1987.
- -Paziente
Critico- Gentili et al CEA 1997.
- -Manuale di
istruzioni NECLOC EXSTRICATION Collar Jerome.
-
-Defibrillatore H.S.C. Ripamonti 2001.
- -Modelli di
approccio ……. Ripamonti-Radrizzani 2001.
- -DEA in
ambiente exstraospedaliero 8/03/2001.
- -Manuale di
utilizzo PAGE Write 200/300pi.
- -L’Infermiere
in anestesia e ……. Nicosia e Belli 1997.Ed Sorbona.
-
-Manuale d’uso “IL Synthesis System”1998.
- -Manuale d’uso
H.P.
- -Chirurgia per
l’Infermiere. Lise 1998. Ed. Piccin.
-
-Manuale d’uso Codman ICP Express.
- -Quinn 1998.
- -Scenario
02/1992
- -Scheda
aziendale di valutazione (Az. Os. “Ospedale civile di Legnano”).
- -Ventilazione
Meccanica, Torri ‘97
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