Congresso Nazionale Aniarti 2007
Per l'attivita' quotidiana, per l'assunzione di responsabilita', per l'etica della decisione.
Rimini (RN), 15 Novembre - November 2004 / 17 Novembre - November 2004
» Indice degli atti del programma
Il Sistema ECM (Educazione Continua in Medicina): l'accreditamento professionale, logiche e connessioni con il contratto di lavoro (CCNL)
17 Novembre - November 2001: 09:00 / 12:00
Audio
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- Il sistema ECM –
Educazione Continua in Medicina
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- Nella Boni
- Commissione Nazionale
ECM
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- - Trascrizione come
da registrazione audio -
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Ringrazio Annalisa per la presentazione e per quanto vi
dirò rispetto a questa cosa, che è comunemente conosciuta come con
l’acronimo ECM, che sta per educazione continua in medicina.
-
Una delle cose necessarie nel momento in cui si introduce
questo, è mettere, trovare la connessione tra formazione continua ed
educazione continua in medicina.
-
Sono cose uguali, sono cose simili ?
-
Quando
si parla di formazione continua, si intende quel processo formativo che
accompagna i professionisti, perchè il nostro codice etico che c’è lo
richiede, perché è un istituto contrattuale, e cioè uno degli aspetti che
compongono la parte normativa del nostro contratto di lavoro, nel momento
in cui andiamo ad essere soggetti che erogano prestazioni e che quindi di
tali prestazioni se ne fa una mission.
-
Detto questo, allora se la formazione diventa ed è
soprattutto questo iter formativo che accompagna il soggetto, il
professionista per tutta la sua vita professionale, intendendo con questo
processo un mezzo per lo sviluppo professionale e quindi per quella
costante, continua necessità di evolversi, propria e tipicamente di una
professione all’interno di un sistema sociale, mi chiedo cos’è l’ECM.
-
L’ECM io la intendo come sistema, qualcuno la intende come
un programma, un sistema ove interagiscono tutta una serie di livelli
istituzionali.
-
Quali ad esempio lo Stato, le Regioni e le varie
istituzioni sanitarie, dove interagiscono assieme alle sistema
professionale, gli Ordini , le Associazioni, i Collegi, cioè dove si
compenetrano le esigenze effettive di quelle che sono la componente
propria delle prestazioni del sistema sanitario: la componente
istituzionale, la componente professionale per “produrre” una prestazione
di qualità, e cioè per produrre una prestazione professionale idonea alle
esigenze dei cittadini.
-
Ecco se noi vediamo l’ECM come sistema, si può vedere come
sistema che si propone di dare trasparenza e visibilità alla formazione
continua.
-
Detto questo abbiamo iniziato a definire quelli che sono
gli elementi, abbiamo ripeto, una situazione applicativa di un diritto,
che poi diventa dovere di ciascun professionista :la formazione continua.
-
Con il sistema ECM si stanno dando linee attuative di
definizione del meccanismo di come si deve realizzare, ma soprattutto
linee di attuazione tra il sistema istituzionale e il sistema
professionale per quelli che sono poi i mandati propri di ciascuna
professione.
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-
INIZIO DIAPOSITIVE
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-
Che cosa bisogna puntualizzare di questo sistema.
-
In Italia tutta una serie di eventi nascono perché c’è una
disposizione normativa, siamo in effetti nell’ambito giuridico del
personale la dove precedentemente avevamo il DPR 761/79 e oggi abbiamo
certamente il DL 502/92 modificato dal DL 229/ 99e soprattutto la parte
contrattualistica.
-
All’interno di queste normative, in modo particolare tutti
gli emendamenti che sono intervenuti con il DL 229/99 vengono riprese
tutta una serie di indicazioni già presenti nel DL 761/79, in modo
particolare quando parliamo di formazione dobbiamo riferirci all’insieme
degli articoli 16 bis, ter …….
-
All’art. 16 bis c’è una definizione che qui che riporto “ la formazione
continua consiste in un’attività di qualificazione specifica per i diversi
profili professionali attraverso la partecipazione di …….., e fa un elenco
di eventi formativi.
-
Ciò che
mi preme sottolineare qui è proprio questo: qualificazione specifica, il
che significa che il legislatore intuisce, definisce e dà come mandato di
realizzazione della formazione continua l’attenzione alle peculiarità
proprie professionali e quindi di specificità operative per i diversi
profili professionali.
-
Noi pensiamo, o siamo indotti a pensare al nostro sistema
professionale, facendo riferimento ai 22 profili professionali sanitari
esistenti
-
Iniziamo quindi ad allargare il nostro sistema, tale
sistema riguarda tutto il personale ex ruolo sanitario, quindi i laureati
in medicina, le 54 specializzazioni di riferimento, i laureati in chimica
e le diverse specialità in campo sanitario, biologia e le specialità,
farmacia ….. e tutti i 22 profili sanitari.
-
Ecco
allora un esigenza forte : attenzione alla specificità; attraverso che
cosa , attraverso i classici interventi di formazione, dai corsi ,
soggiorni per studio, seminari, attività di ricerca e sottolineo attività
di ricerca.
-
Allora,
quando pensiamo alla formazione, non solamente a quella che si fa nelle
aule, dobbiamo cominciare a pensare che è formazione tutta una serie di
modalità, che forse non abbiamo mai strutturato, concepite come
formazione, ma che in effetti formazione sono, affrontare un tirocinio,
affrontare uno stage, andare in una situazione di acquisizione e di
confronto, fare una ricerca è formazione.
-
All’articolo 16 ter del 502/92 modificato c’è un'altra
situazione che dobbiamo tenere presente;
-
la formazione continua viene detto si sviluppa in modo
prevalente attraverso programmi finalizzati agli obiettivi del piano
sanitario nazionale e dei piani sanitari regionali, in quota minore
attraverso percorsi formativi autogestiti, nel senso che il professionista
individua come necessari per quell’attività d formazione finalizzata alla
propria specificità.
-
Altra annotazione ed è qui che incomincia il significato
della commissione, è che questa formazione continua attraverso questi
percorsi e tramite queste modalità vengono definite a livello nazionale.
-
Allora
cominciamo a concepire un sistema che rientra in effetti in quelle che
sono state definite le responsabilità della direzione generale per la
professione, cioè il livello centrale, il Ministero della Salute e cioè
una funzione di coordinamento nazionale che può avere aspetti che qualcuno
dice di eccessivo dirigismo perché centralizza in un momento in cui stiamo
affrontando la regionalizzazione.
-
Da
funzionario regionale posso dilettarmi su tutta una serie di squisitezze
sulla questione, posso affremare che se la formazione, l’istituto
contrattuale si rivolgere a tutti i dipendenti, e ha dei caratteri di
uniformità, per essere soggetta ad un assetto di verifica e di controllo,
non può che partire da indicazioni uniformi.
-
Se le regioni hanno un significato, lo hanno nella
realizzazione dell’operatività concreta, ma all’interno di regole comuni,
quindi avranno regole comuni che passeranno attraverso la conferenza
Stato-Regioni, senza nulla togliere alla possibilità di un coordinamento
regionale.
-
La commissione nazionale per la formazione che viene
istituita con l’articolo 16 ter, ha dei mandati.
-
Il primo quello di definire degli obiettivi formativi di
interesse nazionale, poi quello di definire i crediti formativi che
vengono maturati nell’arco temporale dal professionista ed in modo
particolare per questi crediti formativi di dare indirizzi per
l’organizzazione, criteri e strumenti.
-
Ultimo obiettivo definisce i requisiti per l’accreditamento
dei soggetti che effettuano formazione.
-
Mi soffermo su alcune considerazioni:
-
Obiettivi formativi di interesse nazionale.
-
Abbiamo visto questo aspetto quando prima si diceva,
prioritariamente programmi finalizzati ai piani ed ecco che allora ritorna
il discorso di un coordinamento nazionale, di contro il piano sanitario
nazionale definisce linee di operatività e di politica istituzionale
ancorché di politica sanitaria per il tutto il paese.
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Con il piano nazionale le regioni adeguano quelli che sono
o quantomeno rimodulano quelli che sono gli obiettivi dei loro piani
sanitari regionali.
-
Ecco allora che il primo aspetto per impiantare un
programma, lanciare, dare indicazioni nazionali per impiantare un sistema
di formazione continua, attraverso le indicazioni operative del sistema
ECM necessità indubbiamente che ci sia la finalità dove portare attraverso
consapevolezze operative il personale.
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Abbiamo affrontato tutta una serie di aspetti tecnici, ora
la commissione nazionale deve di fatto dare che cosa : gli obiettivi
formativi, e questo significa che cosa : passare da un momento in cui si
diceva signori abbiamo giocato, abbiamo costruito un giocattolo, adesso
non è più tempo di giocare, adesso è il tempo di dire a tutto il
personale circa 900.000 unità di professionisti che operano in sanità a
diverso titolo, cioè quindi a diverso rapporto di lavoro, che il big bang
avviene, o quanto meno, quanto la commissione non ha elaborato,
sperimentato ,modificato diventa norma, diventa cioè la regola, diventa
cioè la modalità, diventa quella base di riferimento per fare si che la
formazione continua abbia carattere di trasparenza , abbia carattere di
visibilità.
-
Perché siamo in un sistema, e ripeto essendo la formazione
continua istituzionalizzata all’interno del rapporto di lavoro siamo
all’interno di una formazione obbligatoria e non solo ripeto anche per un
vostro obiettivo di congresso, non solo per l’aspetto etico, questo
dovrebbe essere la motivazione forte per il professionista come interpreta
la sua professione, il valore etico della sua espressione professionale,
ma è obbligatoria per questo come mandato professionale, ma è obbligatorio
come mandato istituzionale, come soggetto che opera in un sistema di
servizi.
-
Ecco allora il problema è andiamo a definire gli obiettivi.
-
In questo momento il piano sanitario nazionale non c’è ,
c’è la bozza del Ministro della Salute, quindi, non c’è un piano
realistico e quindi non ci sono i piani regionali con tutte le
correlazioni.
-
E allora su che cosa si deve operare : la commissione
ritiene opportuno in base a valutazioni reali, che si indichino una serie
di obiettivi, che andranno alla Conferenza Stato Regioni per essere
approvati, qui si parla del discorso dei riferimenti dei piani sanitari,
ma abbiamo visto che c’è anche un discorso di finalizzazione al
professionista ed ecco allora quello che è stato l’incontro con gli
Ordini, i Collegi e le Associazioni Professionali, ovvero è stato chiesto
perché la normativa lo prevede, il sistema professionale è cogente, il
professionista è un soggetto forte all’interno del sistema.
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Sono state chieste alle diverse espressioni professionali
di esprimere obiettivi formativi per la categoria professionale di
riferimento.
-
Naturalmente obiettivi che devono avere un significato nazionale, ecco
allora che saranno obiettivi che dovranno avere un carattere di generalità
affinché in tutto il paese, passando attraverso tutte le realtà e
situazioni sanitarie, sia possibile per tutti individuare e correlare
programmi di formazione continua all’interno di questi obiettivi
formativi.
-
I crediti formativi sono stati il campo su cui la
commissione nazionale ha maggiormente lavorato.
-
In modo particolare si è soffermato su criteri e strumenti.
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Sui crediti formativi, diciamocelo non è un invenzione, è
un mandato che a livello europeo, tutti i paesi hanno ricevuto nel momento
in cui, e qui risalgo a tutta una serie di cosiddetti libri bianchi
dell’Unione Europea, in modo particolare quello della Carson, che nel
momento in cui affrontava l’evoluzione, gli scenari, le prospettive
sociali dell’Europa, indubbiamente ha coniato la frase felice “siamo nella
società dei saperi” .
-
E poiché siamo nella società dei saperi, questi vengono
diffusi, questi saperi costituiscono momento forte della formazione
professionale, e allora da questo l’Italia se ne fa carico nei diversi
settori lavorativi, in modo particolare ricordo nel campo della cosiddetta
formazione professionale, nei quali viene affrontato, ma poi viene anche
trasferito all’interno del sistema universitario e allora i CUF, cioè i
crediti universitari formativi con i quali la formazione, la formazione di
base, la formazione delle lauree triennali, piuttosto che le lauree
specialistiche, dei master, ormai viene indicata con i crediti, quindi
nel momento in cui noi affrontiamo i crediti dobbiamo pensare ad una unità
di misura europea, ma più che europea, sovranazionale addirittura, che va
a misurare una prestazione, un qualcosa che è la formazione.
-
E
allora cominciamo a dare concretezza a questo discorso di ECM, che è un
sistema che deve dare trasparenza e visibilità, visibilità attraverso che
cosa, dare peso alla formazione attraverso i crediti formativi.
-
Questo è stato l’aspetto che ci ha ha impegnato di più,
sono state date delle indicazioni che man mano vedremo e correlerò.
-
Un mandato non è stato risolto, ma non perché eravamo
incapaci, ma perché è l’aspetto significativo, più complesso, definire i
requisiti per l’accreditamento dei soggetti.
-
Ora, l’abbinamento del termini accreditamento, con tutta
una serie di fatti, situazioni, soggetti è ormai inflazionato da un po’ di
tempoa questa parte.
-
Se qualche istituzione, qualcuno vi dice che è accreditata
ai fini formativi siete autorizzati a non crederci : in questo momento non
c’è nessun ente, istituzione, soggetto che possa vantarsi di essere
accreditato.
-
Ci sono una serie di attività formative, di eventi
formativi che sono stati accreditati, cioè che hanno avuto credito, sono
stati pesati, quindi se parliamo di attività formative intese come eventi
formativi questi si, perché sono stati oggetto di un intervento in merito
ad un discorso di sperimentazione;
-
se
parliamo di soggetti, istituzioni, di persone no, perché rispetto a questo
discorso la commissione deve e sarà un aspetto che affronterà solo nel
2002 dare i requisiti al seguito del quale un istituzione potrà essere
ancora valutata e misurata e possiede quei requisiti per sottoporsi ad una
prova di verifica, cioè essere accreditata.
-
Perché non lo abbiamo fatto fino ad ora ?
-
Perché è stata scelta l’opportunità in questa fase
iniziale di avvio, di un obbligatorietà, di avvio dove l’obbligatorietà
qualcuno fa sottolineare che è necessaria di consenso, non può avvenire
qualcosa di obbligatorio se non c’è consenso.
-
E allora è necessario avere il consenso di chi produce
formazione, ma soprattutto è necessario conoscere chi produce formazione,
e risottolineo dall’esperienza che abbiamo avuto dal 2001 ad oggi, di
situazioni su cui recriminare o su cui essere felici in tema di soggetti
che producono formazione certamente c’è ne molta.
-
Ecco da questo data base, archivio che il Ministero si sta
costruendo certamente usciranno con il 2001 questi requisiti da cui si
attiverà poi tutto il meccanismo di accreditare soggetti, istituzioni e
quant’altro.
-
Quindi
la commissione, questo compito lo stà leggermente rinviando, non farà
accreditamento come commissione in termini formali, perché non ha nessuna
competenza amministrativa, ripeto è solo un organi tecnico, affronterà
certamente invece la presenza di questi requisiti in itinere.
-
Nel momento in cui è stato attivato il sistema di ECM è
stato scelto che questo sistema sia completamente informatizzato, il
sistema ovvero quel riferimento di segreteria del Ministero della Salute
non riceve un pezzo di carta, non c’è possibilità quindi di contattarlo
per fax, non c’è possibilità di contattarlo per mezzo cartaceo, c’è solo
la possibilità di entrare nel sito in relazione attraverso quello che è
il link del Ministero della Salute
www.ecm.sanita.it.
-
L’unica modalità è questa , e questo è uno degli aspetti
che pongono questo nostro sistema di ECM, che ripeto è un mandato che
tutti gli stati europei hanno avuto per l’effetto di un accordo del 1997,
è una modalità che ci è quasi invidiata a livello europeo, dove sono
quantomeno interessati a come va a finire questa cosa, quindi di avere
messo in rete tutto il sistema.
-
L’anno 2000 è un anno sperimentale, è stato un anno
sperimentale solamente per i medici, nel secondo semestre sono stati
inseriti tutte le professioni…
-
Allora
un dato, per quanto riguarda il primo semestre, alla fine di settembre si
sono registrati 5500 eventi, per gli infermieri erano 775.
-
Di
questi c’è ne erano alcuni di area critica circa 70, di area psichiatrica,
salute pubblica di area pediatrica ovvero di tutte quelle aree che il
profilo professionale dell’infermiere indica come area per le prestazioni
di assistenza specialistica erano rappresentate.
-
775
eventi, poiché gli eventi possono essere indicati una volta anche quando
si ripetono per un 1100 edizioni, il che vuol dire alcuni ancorché essere
congressi come questo sono corsi che vengono ripetuti.
-
E qui
cominciamo ad avere alcuni problemi collegandoci a questo aspetto.
-
Ho
parlato di situazione sperimentale, in effetti è il giochino del 2001,
dove la commissione ha prima analizzato la griglia, il sistema di raccolta
dati, cioè come gli eventi, come le attività formative dovevano essere
descritte in questo sito ed allora è comparsa la griglia dei dati dove
registrare, dove andare a descrivere l’evento formativo.
-
Questa attività formativa però noi abbiamo detto deve avere
visibilità, noi dobbiamo pesare, dobbiamo applicare a questa attività
formativa indicata e registrata, un qualcosa …., un peso.
-
Ecco allora l’altra elaborazione, l’altro strumento la
griglia di valutazione.
-
La griglia di valutazione dove indubbiamente da dei punti
ad alcune situazioni , poi si è passati alla fase successiva, ad una fase
di implementazione della metodologia per tutte le figure professionali.
-
Ora,
perché sottolineo questo, gli infermieri, credo siano 320.000, noi nel
semestre che ha riguardato il personale infermieristico, abbiamo avuto 775
eventi, non tutti gli organizzatori di eventi saranno intervenuti a
registrarsi, perché ….., perché in questa fase sperimentale i crediti
avevano questo carattere virtuale cioè era una prova: l’attività formativa
ancora è curriculum, cioè entra nella vostra posizione personale come
curriculum.
-
Ammettiamo 775, 800, 1000,; se ammettiamo 1000 significa però che quanto
meno a quelle mille iniziative per interessare tutti gli infermieri
avrebbero dovuto partecipare almeno per ciascuno evento 3000 infermieri.
-
E questo potremmo dire sono alcuni dati per dare un po’ di
realismo; allora l’impresa cioè implementare il sistema di ECM è una
necessità, è un dovere istituzionale è una necessità che serve allo
sviluppo della professione.
-
In questa situazione c’è sufficiente offerta di attività
formativa?
-
Coloro che devono organizzare, non dico le associazioni
professionali, e non dico gli ordini professionali, ma in modo particolare
il sistema istituzionale, cioè le aziende che di fatto realizzano per loro
dovere istituzionale formazione nel sano pragmatismo, ….comincia ad
esserci qualche problema.
-
E allora questo è stato il punto interrogativo con il quale
ci siamo affrontati, giovedì scorso.
-
È ferma intenzione della struttura di coordinamento del
Ministero della Salute ed in modo particolare del Ministro Sirchia,
implementare dal 2002 la fase a regime di questo sistema.
-
È ferma intenzione che questa fase a regime veda tutti,
tutto il personale, il che vuol dire tutte le categorie e tutte le
tipologie del personale sanitario : nessuno escluso.
-
Ma cosa
chiediamo, c’è chi si è dilettato a contare quanti giorni formazione
avrebbe comportato e comporterà per l’Italia mettere in formazione 900.000
unità di personale.
-
E allora le considerazioni, che nascono dal punto forte,
cioè dal dare i crediti formativi, intesi come impegno del partecipante e
tempo che il partecipante ad un evento formativo dedica alla formazione.
-
Questi due dati che sono veicolati sul sistema di
valutazione attraverso ciò che l’organizzazione va a registrare come
caratteristica dell’evento nel sistema produce un peso, una valutazione,
dei crediti.
-
Nel momento si è affrontato questa questione la
commissione ha detto : prendiamo le indicazioni che esistono a livello
europeo, 150 crediti formativi intesi nel triennio, per tutti.
-
E’ stato questo secondo me una situazione molto forte nel
sistema sanitario:
-
non c’è differenzazione di bisogno di mantenere la propria
professionalità a livelli massimi per tutto l’arco della propria vita,
quindi 150 crediti per tutti, e poi è stato detto in questo triennio
ancorché 50 è il dato medio, proprio perché è formazione continua, in
quanto deve accompagnare il professionista all’anno deve esserci un
intervento di non meno venti e non più di 80, il che significa che non è
che in un anno uno ottiene tutto e poi se ne sta a casa, no costantemente
una formazione e questa è l’impostazione di base.
-
E qui riprendo quel discorso di considerazioni che erano
venute prima.
-
Gli infermieri e forse quelli di area critica, ho
sottolineato dei 775 eventi registrati la maggioranza sono di area
critica.
-
Hanno una sensibilità, ma tutte le situazioni dove
l’infermiere si trova c’è la stessa sensibilità alla formazione?
-
Ecco allora il sano realismo che è stato quello di non
prevedere i 150 crediti nel triennio a di dilatarli sui cinque anni e
questo è un po’ la proposta che si è fatta alle rappresentanze
professionali giovedì scorso, ovvero 150 crediti sempre, ma ancorché nel
triennio in un quinquennio.
-
E
quindi questo discorso di scansione non meno di 20 e non più di ottanta
diventa invece una situazione progressiva in itinere per cui il 2002 anno
di attivazione del sistema, comporterà per ciascun professionista
nell’arco dell’anno 2002 deve fare, partecipare alla formazione per non
meno di 10 crediti formativi, nel 2003 si passa 20, poi a 30 e così via,
in modo tale che nel quinquennio il soggetto abbia conseguito i 150
crediti.
-
Ripeto quando si dice non meno, può anche essere di più,
ben venga ma il dato di realismo e che tutto il personale abbia e
soprattutto che tutte le istituzioni siano consapevoli di fornire.
-
In effetti la questione è la valutazione, e si presume che
per ottenere 50 crediti all’anno una persona debba essere in formazione
non meno di 40 ore all’anno e che questa formazione sia ad un livello
talmente alto da avere un peso di 1,25 per ogni ora .
-
Sempre in termini statistici abbiamo verificato in quest’anno
che solamente il 20% delle iniziative proposte hanno raggiunto un peso di
1,25 all’ora, ed anche questo è stato un altro aspetto che ci ha fatto
considerare, ovvero ci deve essere una preparazione, un’accompagnamento al
sistema, il sistema non deve fallire, deve essere accompagnato, e allora
prendiamo atto dei dati che vengono e siamo realisti.
-
È stato preferibile dilatarlo ancorché non partire.
-
Qui è sottolineato il fatto che non c’è accreditamento
iniziale di organizzatore ma a chiunque può registrarsi come soggetto che
fa formazione.
-
Nell’esperienza di quest’anno è stato eliminato, ma per
decisione ancora di un aspetto etico nei confronti della formazione, sono
state cancellate la possibilità che siano organizzatori di eventi
formativi le case farmaceutiche, le case produttrici di biotecnologie o
comunque di strumentazione.
-
Loro
direttamente non sono provider, ma siamo in un sistema dove anche la
sponsorizzazione è oggetto di normativa, quando si dice la casa
farmaceutica, un industria produttrice di strumentazione non è provider si
sta a significare che non può essere utilizzata la formazione per la
pubblicizzazione di un prodotto, quella non è formazione, quello è plagio.
-
Nel momento però in cui una istituzione di questo tipo che
ha tra l’altro mandati di formazione può essere tranquillamente un
soggetto sponsor, perché la formazione non è indifferente in termini
economici, perché il sistema sanitario comunque ha bisogno di interventi
economici per reggere il sistema della formazione.
-
Anche questa è una provocazione e vorrei da parte un
intervento.
-
Affrontiamo un aspetto, che è un aspetto significativo.
-
Nella fase iniziale è stata la commissione che ha valutato,
fatto la griglia etc. ed in questo modo ha valutato che cosa.
-
Un evento formativo è pesato in parte per le
caratteristiche di chi lo organizza, grosso modo tra il 18 ed il 20%, ed
in parte proprio per la caratteristica propria.
-
Ora io ho detto valutazione, ho detto che c’è una griglia,
ma è certo che non è la commissione che valuta, il sistema prevede dei “
valutatori ”, il sistema prevede che gli eventi formativi siano valutati,
perché è necessario dare un peso, ma che questa valutazione avvenga da
parte della comunità scientifica professionale, devono essere cioè i
professionisti di maggior livello culturale, cognitivo, con maggior
strumenti di conoscenza della specificità, coloro che debbono essere
preposti a valutare la formazione, a valutare cioè l’evento per dire
quanto pesa e quanto significa quell’intervento formativo sulla
professione.
-
Ecco allora che compare un elemento nuovo, i cosiddetti “
referee “.
-
Chi sono i referee, sono soggetti appartenenti ad una
categoria professionale che vengono designati per affrontare quella
funzione estremamente significativa, valutare se un evento ha significato
o non ha significato per il gruppo professionale al quale appartiene.
-
Quindi la fase valutativa in questo momento di conclusione
della fase sperimentale è affidata ai referee.
-
Questi referee da chi sono nominati, in questo momento è
stato chiesto alle organizzazioni di rappresentanza di indicare i
soggetti.
-
Chi è
un referee, l’abbiamo detto un soggetto della maggiore elevatura culturale
di appartenenza alla professione, che deve possedere un sito, deve avere
la possibilità di interagire con il Ministero in termini on line, perché
tutto questo è on line, deve assicurare che nel momento in cui farà una
valutazione, si astenga dal valutare eventi che gli interessano
direttamente.
-
Ogni evento non è valutato da una sola persona ma da tre
soggetti.
-
Le valutazioni arrivano alla segreteria, che compara le tre
valutazioni e queste valutazioni se sono concordanti determinano per una
sorta di griglia di riferimento il credito all’evento, se sono discordanti
per motivi vari viene ripetuta la valutazione.
-
Chi organizza un evento, si iscrive chiede che gli venga
valutato l’evento affinchè gli venga espresso quanti crediti, che
significato ha l’evento formativo.
-
C’è un
margine di tempo, perché poi la segreteria invia l’evento così descritto
al referee, il referee valuta, fa la sua misurazione, la invia alla
segreteria.
-
La segreteria affronta, definisce, scrive all’organizzatore
quanto l’evento è valutato.
-
Ci sono dei tempi, gli eventi debbono essere iscritti
almeno 90 giorni prima della loro realizzazione,
-
se così
è, nel momento in cui si dice dal primo gennaio 2002 parte la situazione a
regime significa che gli eventi che si registreranno dal primo gennaio
2002, produrranno crediti formativi assomabili ai dieci crediti, quindi si
presume che solamente gli eventi formativi che saranno effettuati dopo i
90 giorni saranno quelli che erogheranno fattivamente i crediti necessari,
perché sono quegli eventi che verranno inseriti dal 1 gennaio 2002, perché
saranno quelli che dovranno rispondere a quegli obiettivi di carattere
nazionale, che si diceva e che dalla settimana prossima si inizia a
predisporre, dalla settimana prossima tutte le rappresentanza di
categoria, riceveranno quelli nazionali e verrà chiesto di formulare gli
obiettivi di professione in modo che con dicembre avvengano quegli spetti
formali, che danno quel consenso obbligatorio che si diceva, le linee
programmatiche, gli obiettivi formativi devono avere un consenso
istituzionale, il consenso delle regioni in modo particolare, perché
attraverso le regioni si attivi a livello delle istituzioni questa
pressione di realizzazione dei piani di formazione.
-
Ora
questo è un aspetto istituzionale un pò complicato, che necessita di un
po’ di tempo ed il tempo è quello di costruire un provvedimento
deliberativo, che vada alla Conferenza Stato Regioni, che venga discusso
dagli assessori e che poi sia pubblicato, affinchè coloro che organizzano
eventi sia pubblici che privati, sia istituzioni che scuole di formazione,
nel momento in cui programmano e predispongono i loro eventi siano almeno
all’interno di quel programma che sono gli obiettivi di carattere
istituzionali e gli obiettivi di carattere professionale.
-
Cosa fa peso allora, certamente il numero dei partecipanti.
-
Organizzare un evento per 50 partecipanti ha un senso,
organizzarne uno per 2000 indubbiamente ha un altro senso, e questo è
collegato sicuramente ad uno dei requisiti per i referee.
-
Inizia a diventare significativo, l’area disciplinare, gli
obiettivi formativi.
-
Gli obiettivi formativi indubbiamente c’è il problema del
fare, del saper fare e del saper essere.
-
C’è il discorso dell’obiettivo cognitivo, abilitativo c’è
il discorso degli obiettivi di comunicazione, entrambi questi hanno un
peso, vengono valutati in coerenza con il contenuto dell’evento stesso.
-
Altro aspetto molto significativo e di cui tutti coloro che
organizzano saranno tenuti ad avere molta attenzione, è chi fa docenza,
perché io fino ad adesso ho detto cos’è l’evento formativo, ma nell’
attribuzione dei crediti non solo gli eventi formativi avranno crediti,
certamente riceveranno crediti i relatori, riceveranno crediti chi scrive,
chi fa relazioni, chi pubblica, chi fa ricerca, tutto quello che fa
prodotto culturale della professione.
-
Sono tutti questi aspetti che vanno e che devono essere
pesati dal referee in relazione indubbiamente all’evento.
-
Qui stiamo parlando di eventi come questi, eventi
residenziali, non ho parlato di formazione a distanza, cioè sul sistema on
line che è uno degli aspetti su cui la commissione sta lavorando, perché
pur ritenendo estremamente necessario, duttile e anche facilitatore per il
conseguimento dei crediti annuali, la formazione a distanza sono
intervenute tutta una serie di difficoltà soprattutto in termini di
valutazione, ma soprattutto in termini di controllo del partecipante e del
test di valutazione, come è possibile verificarlo?
-
Ci saranno delle sperimentazioni, è stato rinviato quindi
l’iscrizione, l’utilizzo delle attività di formazione a distanza al
secondo semestre 2002, per il momento saranno valutati solamente eventi
residenziali.
-
Uno
degli aspetti molto significativi di cui si chiede al referee di
affrontare una valutazione molto soggettiva e quindi professionale è se
l’evento formativo prevede la verifica dell’apprendimento, in quanto la
formazione continua sposta il focus dall’insegnamento all’apprendimento, a
ciò che è frutto, a ciò che utilizza il partecipante, e soprattutto alla
verifica dell’apprendimento, e cioè a come i soggetti giudicano il loro
evento.
-
Il sistema è questo, governo e regioni che rappresentano
gli interessi generali, la commissione nazionale che ha all’interno e che
quindi fa questa opera di soggetto tecnico che correla quelle che sono le
esigenze, le correlazioni attraverso appunto il monitoraggio, i provider
che sono le N situazioni infinite in questo momento, l’azione di
vigilanza e controllo degli Ordini e dei Collegi.
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Ordini e Collegi che funzione hanno, certamente l’ECM è un
sistema che mette assieme le istituzioni con il sistema professionale.
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Il sistema professionale nostro, in modo particolare gli
infermieri è governato a un organismo, il collegio, ha delle espressioni
culturali, le associazioni.
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Sotto questo aspetto è impensabile che l’istituzione
sanitaria, penso alle regioni, alle aziende e quando penso ai 900.000
professionisti, voi pensate sono 85 le diverse discipline che fanno
categoria professionale, perché ripeto quando parliamo dei medici ci sono
54 discipline, quando parlo del personale sanitario, lauree triennali ho
22 profili, e se dico fisioterapista non posso dire educatore
professionale, e se dico educatore professionale non posso certamente dire
tecnico di radiologia, quindi siamo in sistemi professionali.
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E allora è impensabile che un istituzione pubblica regga la
registrazione per ciascuna di queste unità dei crediti formativi.
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Ci deve essere un sistema che registri, che valuti ancorché
la valutazione dei referee, ma l’altro cioè l’aspetto di significato, di
quel dovere etico di ciascun professionista.
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La verifica e la valutazione e qui è sicuramente la
funzione degli Ordini e Collegi.
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