Congresso Nazionale Aniarti 2007
Per l'attivita' quotidiana, per l'assunzione di responsabilita', per l'etica della decisione.
Rimini (RN), 15 Novembre - November 2004 / 17 Novembre - November 2004
» Indice degli atti del programma
Sessione Poster
17 Novembre - November 2001: 12:00 / 16:00
- TRASPORTI AEREI MEDICALIZZATI: COSA
SAPERE?
-
- Michieletto E.,
Barbieri L., Cecchinato N., Fattoretto E., Forin G., Grigoletto E.,
Nicoletto M., Peruzzi M., Zambon L., Schiavon F., Prevato R.
-
- Il personale sanitario che si dedica al
servizio di soccorso aereo deve, oltre alla professionalità certamente
determinante, avere nel bagaglio culturale anche una certa conoscenza
dei cambiamenti che il volo e l’alta quota determinano sulle condizioni
fisiologiche dell’essere umano.
-
La costante collaborazione e il reciproco scambio di
informazioni tra pilota, medico e infermiere permette di valutare quali
sono le risposte del paziente alle varie condizioni che si incontrano in
volo.
-
Ipossia:
con l’aumento della quota, avviene una riduzione proporzionale della
pressione barometrica, diminuisce la pressione parziale di ossigeno che
percentualmente alle quote di volo rimale attorn al 21%, cioè circa 1/5
della pessione totale; questa diminuzione di disponibilità di ossigeno è
tollerata senza inconvenienti sensibili fino a 3000 metri di altezza;
oltre tale quota si manifestano disturbi sempre più gravi.
-
Effetti meccanici della variazione di pressione:
il volume
occupato da un gas è inversamente proporzionale alla pressione
barometrica (legge di Boyle e Mariotte); pertanto i gas contenuti nelle
cavità del corpo (tratto gastrointestinale, apparato respiratorio,
orecchio medio, seni paranasali) vanno incontro ad un aumento di volume
con l’altitudine. Il tratto gastrointestinale risente di questo effetto
anche quando la decompressione è lenta (espulsione di gas volontaria,
involontaria, inavvertita, dolori di tipo colico) mentre ciò non vale
per l’apparato respiratorio n(decompressione rapida). L’orecchio medio e
le cavità paranasali risentono soprattutto egli effetti della
ricompressione durante la discesa.
-
Aeroembolismo:
se la pressione
atmosferica diminuisce, cessa lo stato di equilibrio esistente tra i gas
presenti nei polmoni e quelli presenti nei liquidi organici; i gas
dall’interno dell’organismo cercano di riequilibrarsi uscendo attraverso
la superficie alveolare. Però bisogna ricordare che iliquidi esercitano
una pressione idrostaticache tende a tenere i gas in una soluzione
soprasatura, condizione di equilibrio instabile che facilmente si rompe
con conseguente formazione di bolle (azoto e anidride carbonica); anche
le articolazioni sono interessate da questo fenomeno (liquido
sinoviale); i gas così raccoltisi possono confluire nei vasi sanguigni
dando origine ad emboli gassosi. Il sangue può distribuire gli emboli
ovunque: sotto la pelle provocano rash (violentgo e diffuso arrossamento
pruriginoso), nei bronchi e nei polmoni danno luogo ai chockes (dolori
puntori con tosse ed emottisi), nel sistema nervoso causano disturbi
dolorosi e talora paralisi, dolori dentari (aerodontalgia). Si tratta di
fenomeni transitori che scompaiono in breve.
-
Accelerazioni in volo:
gli effetti delle
accelerazioni, dal punto di vista fisiologico, si traducono in una
trazione e spostamento degli organi e in uno spostamento della massa
sanguigna. Nell’ambito delle accelerazioni che si incontrano di solito
nel volo atmosferico lo scheletro e i tessuti rigidi del corpo non vanno
incontro a danni. E’ il sistema cardiovascolare quello che viene
interessato maggiormente, con disturbi anche assai rilevanti della
circolazione e distribuzione regionale del sangue.
-
Vibrazioni:
tra i fattori fisici che
possono risultare nocivi al personale di volo,le vibrazioni sono seconde
per importanza solo alle accelerazioni. Praticamente tutto l’organismo
risente degli effetti delle vibrazioni: stato di generale affaticamento
fisico e psichico con irritazione o torpore.
-
Mal d’aria:
si tratta di una
cinetosi causata da stimoli abnormi e incongrui, provenienti
dall’apparato vestibolare e da altri punti, che si scaricano sul centro
del vomito.
-
Effetti sugli organi di senso:
si riduce la sensibilità
luminosa a causa dell’ipossia e l’occhio va incontro a miopia da campo
visivo vuoto.
-
-
CONCLUSIONI:
Lavorare in emergenza rappresenta sempre un fattore di rischio per il
personale sanitario e per il paziente; ruolo importante nel fattore di
rischio è rappresentato anche dal mezzo sanitario e dall’ambente in cui
si opera: lavorare in pronto soccorso o in extraospedaliero così come in
ambulanza o in elicottero comporta dei rischi diversi e impone
comportamenti adatti che esigono una buona conoscenza di questi.
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