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Congresso Nazionale Aniarti 2002

Emergenza, cure intensive e Livelli Minimi di Assitenza

Sorrento (NA), 07 Novembre - November 2002 / 09 Novembre - November 2002

» Indice degli atti del programma

3° Intervento Antonella D’Errico

08 Novembre - November 2002: 10:30 / 11:00

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CONTROLLO E PREVENZIONE DELLA POLMONITE DA VENTILATORE IN UNA UCI CARDIOCHIRURGICA.
 
Antonella D’Errico*
Marcello Scardino**
 
 
*Infermiera in Cardiochirurgia Terapia Intensiva Azienda Ospedale Parma
 Autore e relatore
**Infermiere in Cardiochirurgia Terapia Intensiva Azienda Ospedale Parma
 Elaborazione dati
 
 
Come noto il fine ultimo della respirazione è di garantire un adeguato scambio gassoso tra aria ambiente e organismo. In alcuni casi, i meccanismi preposti a tale scopo possono presentare delle alterazioni tali da non garantire più scambi corretti. (insufficienza respiratoria acuta, insufficienza cardiaca, o interventi chirurgici prolungati, chirurgia cardiaca e toracica ecc.) La ventilazione artificiale ha appunto lo scopo di fornire all’organismo un sufficiente apporto di ossigeno. In questa relazione non sarà affrontata “l’insufficienza respiratoria” in quanto tale, ma osserveremo la ventilazione meccanica (con i suoi lati positivi e negativi) come un mezzo di supporto transitorio per sostenere una funzione momentaneamente sospesa, causa l’anestesia prolungata, l’ipotermia indotta durante la circolazione extra corporea (CEC), la sternotomia, l’instabilità emodinamica. La ventilazione assistita, quindi diventa un tramite per far giungere il paziente ad una condizione ottimale tale per cui vengono a cadere i motivi che l’avevano precedentemente imposta candidandolo cosi all’estubazione. Nell’unità operativa di Cardiochirurgia Terapia Intensiva di Parma, i tempi medi d’intubazione dei pazienti sono stimati tra le sette e le nove ore postoperatorie; come già affermato il fattore tempo è condizionabile da una serie di variabili, che possono allungare o ridurre il periodo d’intubazione:
  •  
    Tipo d’intervento (emergenze, arresto di circolo, ecc.);
  •  
    Durata della circolazione extra corporea;
  •  
    Durata totale dell’intervento;
  •  
    Tipo di narcosi durante l’intervento (gas, eccesso di Fentanil, o di curari ecc.);
  •  
    Infarti intra o peri operatori che condizionano in senso negativo l’emodinamica;
  •  
    Sanguinamento post operatorio;
  •  
    Danni neurologici post operatori.
Nella gestione del cardio operato, considerati tutti questi fattori, ci si predispone per lo svezzamento dal respiratore (weining) stabilizzando l’emodinamica, riperfondendo il paziente, ed attendendo il suo spontaneo risveglio; non erano applicati particolari protocolli per la gestione del paziente intubato, in fase di svezzamento e post estubazione, se non in relazione ai parametri emogasanalitici, al settaggio del respiratore, alla bronco aspirazione eseguita in sterilità, senza che per altro si manifestassero particolari episodi di infezioni polmonari tali da far meditare ad un cambio delle strategie fin qui applicate. Il grafico fornito dalla regione sulla frequenza delle complicanze generiche mette a confronto i sei centri accreditati ( compreso Parma), e proprio Parma riporta il dato migliore : cioè la più bassa incidenza di complicanze, ma nel grafico successivo, sempre confrontando le sei Cardiochirurgie accreditate, ed entrando nel dettaglio, è evidente come le complicanze polmonari nel centro di Parma siano le più alte.
Nell’anno 2001, infatti si è riscontrata una recrudescenza delle polmoniti da ventilatore, (in concomitanza con aumento delle urgenze ed emergenze, aumento sensibile dell’età media dei pazienti, aumento delle patologie associate all’età quali BPCO diabete) e poiché l’inconveniente ha in alcuni casi ritardato la dimissione oltre le normali quaranta ore, si è deciso di affrontare il problema sistematizzando un protocollo idoneo alla prevenzione della patologia, e di avviare un monitoraggio per valutare la contaminazione potenziale dell’oro-faringe A questo scopo si è provveduto ad effettuare tamponi faringei in coppia al momento dell’ingresso nella Degenza pre-operatoria, al momento dell’estubazione in Terapia Intensiva, e 24 ore dopo quest’ultima manovra.Si è riusciti a monitorare circa 300 pazienti nell’arco di 4 mesi (totale 1800 campioni circa), indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla patologia iniziale e dalla sua gravità.
Mentre il monitoraggio iniziale a nelle nostre intenzioni, lo scopo di verificare il tipo di flora batterica prevalente (normale o patologica) presente nel tratto oro-faringeo, nei pazienti di nostro interesse, al fine di testare se la strategia antibiotica scelta (Ampicillina-Sulbactam) in via profilattica può considerarsi adeguata, i successivi controlli si prefiggono lo scopo di verificare la percentuale di contaminazione intra e post-operatoria e di verificare se il protocollo adottato risulta essere efficace nel controllare la contaminazione.
 
 
 
PROTOCOLLO PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE INTUBATO PER LE PRIME OTTO ORE POSTOPERATORIE
 
 
Poiché la patogenesi, come si è visto, di polmoniti da ventilatore generalmente richiede due importanti processi concomitanti: la contaminazione batterica del tratto aereo-digestivo (bocca faringe) e l’aspirazione delle secrezioni contaminate nelle basse vie respiratorie,(1) le strategie mirate alla prevenzione, generalmente si concentrano nel ridurre il carico microbico della colonizzazione batterica, diminuire l’incidenza dell’aspirazione o entrambi.
A tali propositi, in Cardiochirurgia Terapia Intensiva si è deciso, in conformità a letteratura scientifica specializzata sulla gestione del paziente cardiochirurgico, ma anche nel tentativo di contenere il fenomeno delle infezioni, di applicare un protocollo idoneo alla prevenzione delle polmoniti da ventilatore. Riassumendo i cardini principali del protocollo in punti focali possiamo elencare le procedure più indicative:
 
  1.  
    LAVAGGIO DELLE MANI ED USO PROTETTIVO DEI GUANTI
Il lavaggio delle mani è universalmente riconosciuto come tappa importante, ma largamente sottoutilizzata,(2) nella prevenzione delle infezioni. L’uso della clorexidina è particolarmente raccomandato, ma la letteratura internazionale si trova concorde nell’affermare che non è tanto il tipo di soluzione utilizzata quanto la frequenza dei lavaggi che riduce significativamente il rischio di colonizzazione. L’uso dei guanti, invece, si è dimostrato efficace perchè diretto alla prevenzione delle contaminazioni crociate, tuttavia NON deve sostituirsi, come pratica al lavaggio delle mani (3-4), nelle normali pratiche di nursing (igiene personale, prelievi,ecc.)non vi è una indicazione specifica all’utilizzo di guanti sterili, ma nella nostra unità operativa, durante la manovra di aspirazione tracheo-bronchiale, è utilizzato un guanto sterile che sostiene un sondino per aspirazione anch’esso sterile, al fine di ridurre in tutti i modi possibili i rischi di contaminazione anche in considerazione del fatto che spesso ai nostri pazienti vengono installate protesi valvolari, tubi valvolati ecc. L’uso dei guanti è stato associato ad una diminuzione dell’incidenza delle infezioni nosocomiali; gli agenti patogeni possono, però inquinare i guanti(5), se non opportunamente conservati, e sono state descritte epidemie dovute al personale che non cambiava i guanti dopo contatto con i pazienti(6-7).
 
 
2. POSIZIONE SEMISEDUTA;
L’aspirazione delle secrezioni delle alte vie aeree è comune persino negli individui sani.
I pazienti che ricevono ventilazione meccanica dovrebbero essere posti in posizione semi seduta ( 30°-45°) per ridurre il rischio di rigurgito (8)limitando la frequenza dell’aspirazione. Inoltre, l’assicurare il tubo in maniera accurata, in modo da prevenire l’estubazione accidentale ed una nuova reintubazione deve essere incentivata(9).
 
3. EVITARE VOLUMI GASTRICI ECCESSIVI;
Il controllo del ristagno gastrico ed il corretto posizionamento della sonda gastrica è effettuato all’arrivo del paziente in terapia intensiva, successivamente ogni otto ore, e comunque prima dell’estubazione; il sondino naso-gastrico è mantenuto “per caduta” e successivamente rimosso dopo l’estubazione. E’ importante ribadire l’assoluta temporaneità dell’intubazione è evidente, quindi, che i volumi gastrici, se eccessivi saranno controllati con l’utilizzo di farmaci che promuovono la motilità gastro-intestinale.(10)
 
4. INTUBAZIONE ORALE
Considerando l’intubazione una pratica che può aumentare in maniera esponenziale il rischio di contaminazione, è da noi preferita l’intubazione orale che meglio si presta per intubazioni brevi, evitando cosi anche il rischio di sinusiti che possono aumentare l’incidenza di polmoniti.(11)
 
5. MANUTANZIONE ROUTINARIA DEI CIRCUITI DEL VENTILATORE
L’unica parte del ventilatore che viene sostituita e sterilizzata ad ogni paziente è la testata anche se in realtà essa non entra mai ( o non dovrebbe) in contatto con il paziente stesso.(12) Non vi è evidenza che tale manovra sia utile nel controllare le infezioni, ma è una precauzione in più che abbiamo deciso di attuare considerando il forte rischio infettivo a cui potrebbero essere sottoposti i pazienti che subiscono impianti valvolari.
 
6. TIPO DI CATETERI DA SUZIONE E LORO RICAMBIO
Nella nostra unità operativa è preferito l’uso di catetere per suzione sterile con l’uso di guanti sterili monouso; non è dimostrata l’efficacia nel ridurre la contaminazione, ma come già accennato è considerata una precauzione in più, è anche doveroso ricordare che l’aspirazione tracheo-bronchiale non deve essere praticata routinariamente, ma al bisogno, e solitamente il nostro bisogno si manifesta in fase d’estubazione, possiamo concludere che anche i consumi sono ridotti considerando che per ogni paziente viene utilizzato uno, al massimo, due cateteri.
 
 
 
 
  1.  
    SCIACQUI PERIODICI CON CLOREXIDINA COLLUTTORIO
 E’ appurato che la Clorexidina riduce la carica microbica del cavo orale ed è quindi importante che l’utilizzo precoce (prima dell’intervento) venga incentivato.
L’uso della clorexidina collutorio viene cominciato già nel reparto di degenza dopo aver effettuato i prelievi per i tamponi faringei. La sera prima dell’intervento il paziente è istruito affinché esegua un’accurata toelette del cavo orale con ripetuti sciacqui, che verranno ripresi dopo l’estubazione e continuati ogni otto ore fino alla terza giornata post-operatoria; momento che coincide con la ripresa dell’alimentazione spontanea(13).
 
  1.  
    CONTROLLO DELLA PRESSIONE DELLA CUFFIA DEL TUBO
La pressione della cuffia deve essere tra 25/30 cmH2O, essa è stimata con l’apposito manometro e rivalutata più volte durante il periodo d’intubazione. Durante l’estubazione le secrezioni vengono accuratamente rimosse tramite bronco-aspirazione, vengono rimosse anche le secrezioni che ristagnano nel retro faringe, all’estrazione del tubo la cuffia viene tagliata, il paziente invitato ad una inspirazione forzata e, alla fuoriuscita del tubo, a tossire vigorosamente in modo da far risalire anche quel minimo di secrezioni rimaste.(13)
 
 
SCOPO DEL MONITORAGGIO
 
 
  1.  
    Osservare e campionare la flora batterica;
  2.  
    Studiare la popolazione batterica normalmente presente nei pazienti all’ingresso e prima dell’intubazione;
  3.  
    Verificare i livelli di contaminazione successivi all’intervento e alla ventilazione meccanica, anche se breve (media 7/9 ore);
  4.  
    Verificare i livelli di contaminazione a 24 ore dall’estubazione;
 
 
OBIETTIVI
 
  1.  
    Modificare, se necessario, l’approccio terapeutico;
  2.  
    Verificare se il protocollo scelto è veramente efficace.
 
METODOLOGIA APPLICATA
 
Criteri d’inclusione allo studio:
 
  •  
    Tutti i pazienti ricoverati nel reparto di degenza ordinaria e poi operati;
  •  
    Tutti i pazienti provenienti da altri reparti e in attesa d’intervento;
  •  
    Tutti i pazienti operati in emergenza;
Indifferente l’età, il sesso, la patologia di base ( By-pass coronarico,sostituzione valvolare ecc.).
 
Criteri d’esclusione:
 
§ Nessuno.
 
Numero di pazienti osservati:
 
  •  
    287, per un totale di 1800 campioni idonei allo studio.
 
Durata dello studio:
 
  •  
    Quattro mesi, dal 1 Aprile 2002 al 31 Luglio 2002
 
Personale coinvolto:
 
Tutto il personale infermieristico, tecnico, medico dei reparti di Cardiochirurgia Degenza, e Terapia Intensiva.
 
 
 
ISTRUZIONE OPERATIVA SPECIFICA
 
à Al ricovero del paziente nel reparto di Degenza ordinaria, qualsiasi fosse la provenienza, venivano raccolti due tamponi farigei.Conservati in appositi contenitori forniti di gel per coltura al fine di evitare che qualche campione potesse subire delle alterazioni, ed inviati in laboratorio di microbiologia. Al paziente, preventivamente informato dello studio in corso, sulla necessità di eseguire con accuratezza l’igiene orale, era consegnato un flacone di clorexidina colluttorio ed invitato ad eseguire accurati sciacqui ogni otto ore; rimuovere la protesi dentaria la sera prima dell’intervento e ad eseguire un’accurata toelette del cavo orale.
 
à Al momento dell’estubazione erano prelevati due tamponi faringei, conservati in appositi contenitori forniti di gel per coltura ed inviati successivamente in laboratorio di microbiologia; il paziente era aiutato dal personale tecnico, ad eseguire sciacqui con clorexidina colluttorio e poi successivamente ogni otto ore.
 
à Dopo 24 ore dall’estubazione erano ripetuti i tamponi faringei, conservati in appositi contenitori forniti di gel per coltura, ed inviati successivamente in laboratorio di microbiologia.
 
I prelievi sono stati eseguiti a tutti gli orari, opportunamente conservati, e in tutte le giornate comprese il Sabato e la Domenica e i festivi.
 
RISULTATI DEL MONITORAGGIO
 
Il monitoraggio ha evidenziato una bassa positività rilevata nei campioni d’ingresso, che è andata incrementandosi dopo l’intubazione, e soprattutto dopo 24 ore. Il totale generale dei campioni positivi è di 64, mentre sono rimasti negativi 223.
 
Nessun paziente ha sviluppato l’infezione.
 
La predominanza di batteri riscontrati è GRAM- e ciò, in effetti, fa pensare a colonizzazioni che potenzialmente potrebbero sviluppare polmoniti endogene tardive:
à PSEUDOMONAS AERUGINOSA
à KLEBSIELLA
à SERRATIA
In percentuale minore sono presenti anche GRAM+ come lo STAPHYLOCCOCUS AUREUS.
E’ anche importante analizzare il dato che i pazienti riscontrati positivi all’ingresso si sono mantenuti tali senza però sviluppare l’infezione.
 
Come dicevamo, c’è stata una positivizzazione dei campioni (22%), ma la percentuale dei negativi è senz’altro maggiore (78%), ed è quindi intuitivo che abbiamo considerato questi dati in una chiave di lettura assolutamente positiva: il cambio di strategia, protocollo e profilassi antibiotica, hanno cominciato a dare dei risultati che se ribaltati in una prospettiva di controllo della qualità delle prestazioni erogate, analisi dei costi e immagine del centro, non possono che farci proseguire per la via intrapresa.
Rinnovando il protocollo di lavoro c’è stato un input forte verso l’approfondimento scientifico e la verifica della validità delle metodiche applicate, il personale si è sentito molto coinvolto, partecipe e compatto nel raggiungimento dell’obiettivo. Il nuovo impegno ha contribuito anche a spegnere alcune tensioni generate soprattutto dal massiccio incremento dell’attività operatoria.Gli infermieri hanno un ruolo fondamentale nell’assistenza diretta al paziente: costituiscono il 90% del personale delle UCI ed è di fondamentale importanza che all’interno di strutture cosi specializzate come le UCI vi sia ORGANIZZAZIONE e COOPERAZIONE, fattori che da soli possono influenzare gli esiti dei pazienti. Molti studi mettono in luce la relazione tra questi due aspetti: negli ospedali dove c’è un buon clima organizzativo, si riduce la mortalità dei pazienti, mediamente del 4,6% rispetto ad altre realtà.( Studio L. Aiken, Lowwer Medicare Mortalità Among a Set of Hospitals Know for Good Nursing Care); ed è l’integrazione di molti processi assistenziali che alla fine determinano il raggiungimento di uno scopo comune che ha come centro il paziente e come satelliti l’adeguatezza e l’appropriatezza delle nostre prestazioni.
Parlando d’immagine, soprattutto dei centri di CardioChirurgia, inevitabilmente il pensiero vola immediatamente ai NUMERI che rappresentano, in maniera un po’ riduttiva l’operato degli addetti ai lavori. L’inevitabile premessa che deve essere fatta riguarda soprattutto l’elevato rischio operatorio che ha mediamente un intervento cardiochirurgico, ma altrettanto non trascurabile un secondo fattore, è l’età dei pazienti che si è notevolmente alzata, e che influisce in senso negativo sugli esiti post-operatori in maniera non trascurabile; è intuitivo che, a volte, il solo dato sulla mortalità non può essere l’unico che decreta o meno la validità del centro. Al momento il percorso da noi intrapreso lascia intravedere un sensibile miglioramento nel trattamento delle complicanze polmonari; ci è impossibile, attualmente ( mancano le comparazioni regionali sulle infezioni che vengono elaborate proprio in questi giorni) affermare che la strategia attuata ha dato i risultati attesi, siamo costretti a ragionare con numeri e percentuali, abbiamo, quindi, deciso di non concludere questo nostro intervento, ma di lasciare, come dire, una porta aperta su un futuro basato su evidenza, studio e ricerca allo scopo di rendere sempre più efficace il nostro operato. Avremmo voluto portare alla vostra attenzione “ qualche prezzo…..”, ma è stato difficile anche per la nostra amministrazione calcolare in modo preciso quanto un infezione polmonare in Cardiochirurgia Terapia Intensiva incida in senso negativo sul Sistema Sanitario Nazionale, ma, cosi, approssimativamente parlando, vi assicuro davvero molto!
 
MA ALLORA QUANTO CONTANO QUESTI €?
 
MOLTO?
 
POCO?
 
Quanta importanza hanno nella nostra assistenza di tutti i giorni?
 
Non voglio,però, lasciarvi solo con dei dubbi, ma con una grande certezza che è la stessa che ha mosso anche noi:
l’applicazione corretta dei protocolli è fondamentale soprattutto nel cercare di arginare i problemi che in senso generico si verificano nel quotidiano, e ancora una volta l’appropriatezza e l’adeguatezza delle nostre prestazioni, il nostro “fare” e fare bene è la carta vincente.
 
 
BIBLIOGRAFIA
 
1. Craven DE, et al. Epidemiology of nosocomial pneumonia : new perspectives on an old disease. Chest 1995; 108: supl.1s-16s
2. Doebbeling BN, et al. Comparative efficacy of alternative hand-washing agents in reducing nosocomial infections in intensive care unit N Engl J Med 1992; 327:88-93.
3. Garner, HICPAC; Draft guidelines for isolation precaution in hospital, 1994
4. Garner, Simons; guideline for hand washing and environmental control; 1986
5. Patterson, Vecchio, Pantelik et al.; Association of contaminated glowes with trasmission of Acinetobacters in I.C.U, 1991
6. Maki, Mc Cornik, Zilz; An MRSA out break in a S.I.C.U diurno universal precautions: new epidemiology for nosocomial MRSA, 1990
7. Patterson, Vecchio, Pantelik et al.; Association of contaminated glowes with trasmission of Acinetobacters in I.C.U, 1991
8. Torres A, et al. Pulmonary aspiration of gastric contents in patients receiving mechanical ventilation: The effect of body position
9. Torres A et al. Re-intubation increases the risk of nosocomial pneumonia in patients needing mechanical ventilation
10. Tablan OC,etal. Guideline for prevention of nosocomial pneumonia : the Hospital Ifection Control Practices Advisory Committee, Centers for disease Control and Prevention. Infect Control Hosp Epidemiol 1998;19:304
11.  RoubyJJ, et al. Risk factor and clinical relevance of nosocomial maxillary sinusitis in the critically ill. Am J Respir Crit Care Med 1994;150:776-83
12. Kollef MH. Prolonged use of ventilator circuits and ventilator associated pneumonia: a model for identifyng the optimal clinic practice. Chest 1998;113:267-9
13.  International Consensus Conference: ICU Acquired pneumonia  Chicago Thoracic Society. Chicago 23-25 M. 2002
14. Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere : linee guida per la prevenzione della Polmonite Nosocomiale.
15. Centers for disease Control and Prevention; Guidelines for Prevention of Nosocomial Pneumonia;1994

 

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