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Intraossea in emergenza: valutazione del consenso da parte degli infermieri

 

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Congresso Nazionale Aniarti 2002

Emergenza, cure intensive e Livelli Minimi di Assitenza

Sorrento (NA), 07 Novembre - November 2002 / 09 Novembre - November 2002

» Indice degli atti del programma

4° Intervento Martin Langer Anna Maria Toffano Maura Lusignani

08 Novembre - November 2002: 11:00 / 11:30

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Dibattito con esperti  sulle problematiche legate al bisogno di respirazione.
 
Dott.ssa Anna Maria Toffano 
Torino, 
Farmacista Dirigente di primo livello, Servizio di Farmacia Ospedaliera Presidio di Asti.
 
 
Durante il congresso ANIARTI sono emersi alcuni termini chiave, ampiamente utilizzati in ambito sanitario come ad esempio: LEA, INTERDISCIPLINARIETA’, SPESE EVITABILI, CONTENIMENTO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE.
Il contenimento delle infezioni ospedaliere (I.O.) è un argomento dibattuto a livello regionale e nazionale, sia per l’elevata diffusione delle sopracitate infezioni, sia perché le spese evitabili in tale ambito sono uno  degli svariati obiettivi dell’economia sanitaria.
I pazienti nei quali si manifesta l’infezione della ferita chirurgica dopo la dimissione dall’ospedale, incidono enormemente sulla spesa sanitaria. Questi pazienti vanno trattati con antibiotici (costi diretti per l’acquisto dei farmaci) e molto spesso sono costretti a lunghe degenze (costi indiretti per le giornate di lavoro perse); le ricadute della complicanza infettiva si traducono in un aumento dei costi sostenuti dalle ASL a livello Territoriale.
Le infezioni acquisite in ambito ospedaliero comportano un incremento delle giornate di degenza, delle analisi di laboratorio e dei costi ospedalieri, ma non sono adeguatamente segnalate sulle SDO (schede di dimissione ospedaliera) con la conseguente ricaduta negativa sui DRG (Diagnosis related group).
L’interdisciplinarietà, lo scambio culturale e il confronto fra le diverse figure professionali sono alla base di una buona attività sanitaria.
La professionalità e le competenze infermieristiche sono fondamentali all’interno delle Commissioni Ospedaliere per la valutazione e la scelta dei Dispositivi Medici (Vd. D.Lvo n. 46/97), all’interno del team nutrizionale o del team per l’antibiotico terapia.
L’antibiotico terapia è il trattamento d’eccellenza delle I.O. , occorre ricordare che gli antibiotici sono una delle classi di farmaci  più utilizzate nei nostri ospedali, e in particolare  nei reparti di rianimazione che rappresentano l’area più esposta alle infezioni, dove il rischio di comparsa dei germi multiresistenti è altissimo.
Il ruolo dell’infermiere nella somministrazione dell’antibiotico, sebbene questa operazione sia spesso ritenuta banale o routinaria,  è essenziale per l’attuazione di una corretta terapia.
Occorre prestare molta attenzione al momento della somministrazione degli antibiotici (come del resto anche per gli altri farmaci) e mantenere uno spirito critico per qualunque manipolazione ci si appresti a compiere, quali ad esempio la scelta del solvente o diluente, la scelta del dispositivo medico per la somministrazione dei farmaci, il timing, la velocità e la tecnica di somministrazione. così come anche la valutazione delle possibili interazioni tra farmaci.
Per fare alcuni esempi, nella somministrazione della pefloxacina occorre scegliere come solvente una soluzione di glucosata piuttosto che la fisiologica, poiché con quest’ultima si potrebbero formare dei precipitati.
Occorre ricordarsi di conservare la ciprofloxacina al riparo dalla luce e a temperatura ambiente fino al momento della somministrazione, se venisse conservata in frigo o in luogo freddo potrebbero formarsi dei precipitati difficilmente dissolvibili.
L’amoxicillina+acido clavulanico una volta ricostituita deve essere tassativamente somministrata entro 60 minuti poiché oltre i 60 minuti si ha perdita dell’attività antibiotica..
L’effiacacia della profilassi antibiotica è condizionata in modo determinante dagli aspetti posologici ed in particolare dal tempo di somministrazione, è stato dimostrato infatti che la somministrazione dell’ATB due ore prima o al termine dell’intervento equivale, in termini di efficacia, a non somministrare alcuna profilassi, pertanto l’infermiere deve essere consapevole che occorre evitare di somministrare l’antibiotico in reparto o prima che il paziente sia giunto in sala operatoria.
La somministrazione dell’antibiotico profilassi va eseguita in sala operatoria dietro monitoraggio dell’anestesista che oltre a garantire tempi corretti di somministrazione assicura la possibilità di un intervento immediato e competente in caso di reazioni anafilattiche.
E’ riconosciuto dall’EBM che il momento ottimale per la somministrazione è compreso tra i 30 a 60 minuti prima dell’incisione.
I tempi di somministrazione sono inevitabilmente legati all’emivita degli antibiotici utilizzati e dalla considerazione che il periodo di contaminazione va dall’incisione al termine dell’intervento, durante tale lasso di tempo i tassi tissutali e sierici dell’ATB devono essere superiori alla MIC (minima concentrazione inibente) dei germi locoregionali che si presume possano contaminare la sede dell’intervento.
I microrganismi contaminanti una ferita, situati inizialmente nel liquido extracellulare, possono venire intrappolati  nei trombi bianchi di fibrina, nei coaguli e negli ematomi, che si formano nel corso dell’intervento, all’interno dei quali la diffusione dell’antibiotico è praticamente nulla , con conseguente crescita batterica ed infezione.

 

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