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Congresso Nazionale Aniarti 2002

Emergenza, cure intensive e Livelli Minimi di Assitenza

Sorrento (NA), 07 Novembre - November 2002 / 09 Novembre - November 2002

» Indice degli atti del programma

4° Intervento Martin Langer Anna Maria Toffano Maura Lusignani

08 Novembre - November 2002: 11:00 / 11:30

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Dibattito con esperti  sulle problematiche legate al bisogno di respirazione.
 
 
Maura Lusignani Milano, IID, Vice Direttore della Scuola Universitaria di discipline Infermieristiche, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano. 
 
 
 
Dopo avere ascoltato i vostri lavori assolutamente di alto livello.
Vorrei iniziare  interpretando il paziente, che in questo tavolo è assente.
“Era meglio morire  subito o essere salvato da infermieri e medici, portati in ospedale per essere curati e quindi far spendere tanti soldi al servizio sanitario nazionale ma sapere che comunque avrò molte probabilità di morire a causa delle infezioni nosocomiali?
Sapere che queste infezioni nosocomiali possono essere causate anche dalle azioni compiute dagli  infermieri e dai medici, o meglio da azioni che gli infermieri si astengono dal fare ma potrebbero fare, da azioni  che continuano a fare anche se sanno che non sarebbero da fare?
Sapere che se riesco a sopravvivere, anche se resto ricoverato pochi giorni perché se no si spende troppo, alla fine probabilmente non sarà la ricerca ed uno dei suoi strumenti e cioè l'EBN a spiegarmi perché sono sopravvissuto, ma solo Dio”.
Allora l'etica e la deontologia, motivo per il quale sono stata chiamata, come possono aiutarci a capire?
Il primo problema sul quale dobbiamo riflettere, che è stato ampiamente dibattuto nei vari interventi, è quello della competenza, ma soprattutto il suo mantenimento nell'ambito del nostro lavoro.
Certo, dal punto di vista etico deontologico la riflessione che dobbiamo fare è che una volta acquisita la competenza la devo mantenere, devo trovare il modo e gli strumenti per farlo,  utilizzare quindi l'EBN, gli indicatori di efficacia, di qualità, di evidenza, ma occorre anche affrontare i limiti insiti nell'utilizzo di questi strumenti.
Competenza non vuol dire soltanto utilizzare azioni basate sulla evidenza; non dobbiamo dimenticare che per noi la competenza è assolutamente composta da due atti fondamentali, è l'efficacia delle azioni ma  prima ancora  la chiarezza nel mantenimento di un rapporto esclusivo con la persona assistita.
Il mantenere un rapporto esclusivo con una persona assistita è un obbligo morale, dobbiamo riscrivere l'impegno che ci assumiamo nei confronti dei pazienti, dobbiamo chiarirlo maggiormente, perché  dobbiamo aggiungere agli  impegni etici i limiti di cui questi impegni sono portatori.
Quindi, in sostanza, se vogliamo tradurre nella pratica il codice deontologico, dobbiamo, certo, dire a  pazienti quanto ci impegniamo ad aggiornarci, ad essere capaci di utilizzare le conoscenze acquisite e quali sono i limiti di cui le conoscenze sono portatrici, limiti che anche noi dovremo affrontare.
Questo significa mantenere un rapporto di fiducia con la persona assistita.
Non possiamo però affrontare solo il problema della competenza, ma anche il problema della assegnazione delle risorse.
Perché dobbiamo occuparci anche di questo, anche noi siamo una risorsa, il nostro tempo è una risorsa, non soltanto l'utilizzo delle cose, delle tecnologie.
Quindi dobbiamo iniziare a dire ai pazienti come ci impegniamo per quantoriguarda l'impiego delle risorse (è scritto nel codice deontologico, non possiamo non pensarci) e qui di nuovo iniziano altri problemi.
Potremmo dire ai pazienti di volerle il massimo per loro, potremmo anche dare in modo uguale a tutti loro o
un minimo per tutti o al limite potremmo anche dire che vogliamo impegnarci a contenere i costi, visto che è un problema della società.
Ttra questi  quattro impegni ci sono tanti conflitti.
Se diamo il meglio dell'assistenza a tutti,difficilmente potremo contenere le spese.
Dare il modo uguale a tutti vuole dire considerare i pazienti tutti  uguali, con gli stessi bisogni: commetteremmo un gravissimo errore.
Se volessimo dare un minimo a tutti? Perché farlo, magari c'è un paziente che ha altre possibilità.
Nel momento in cui ci impegniamo a preoccuparci di costi, dobbiamo ricordarci che non possiamo fare valutazioni sul costo della risorsa ed utilizzarla o meno solo per questo, ma dobbiamo ricordarci ad esempio che l'impegno etico che ha il professionista non ha niente a che fare con l'impegno che ha l'organizzazione nei confronti del paziente.
Noi desideriamo dare la migliore, la più efficace assistenza ad ogni singolo paziente, questa è la deontologia.
Questo è un imperativo categorico delle professioni sanitarie.
Capite che questo si può trovare in contrasto con le finalità della organizzazione che invece tende a fornireuna risposta a chiunque si presenti alla struttura, quindi l'infermiere può trovarsi in contrasto con l'organizzazione, con i responsabili, con chi assegna le risorse.
Ecco allora che anche i noi dobbiamo affrontare questo conflitto.
Cosa significa per l'infermiere dare la migliore è più efficace assistenza a fronte di un contenimento di risorse?
Di nuovo ci viene riproposto un confronto tra ciò che noi andremo ad evidenziare essere la migliore, più efficace assistenza, portando dati di efficacia ed efficienza, ed il contenimento dei costi.
Credo che in questa prima fase del colloquio si propongono due punti alla vostra attenzione: il primo punto  è  la competenza, è il suo mantenimento sapendo che la scienza medica ed infermieristica non sono scienze certe ( per cui attenzione a valutare criticamente le revisioni bibliografiche ed i dati che si elaborano )
Oltre a questo occorrere sempre mantenere il rapporto con la persona assistita, a maggior ragione forse nella situazione critica in cui si trovano i vostri pazienti, che possono non sempre essere in grado di esprimere le loro valutazioni, pensieri, scelte.
Se manca questo noi ci trasformiamo in tecnologia pura, diventiamo delle macchine, questa cosa mi allontanerebbe molto da colleghi che facessero una scelta di questo genere.
Da ultimo una valutazione sulla assegnazione delle risorse, noi nel codice deontologico parliamo di equità nella distribuzione delle risorse.

 

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