Congresso Nazionale Aniarti 1998
INTENSIVITA’ ASSISTENZIALE RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA
Napoli (NA), 10 Ottobre - October 1998 / 12 Ottobre - October 1998
» Indice degli atti del programma
Annalisa Silvestro
Vicepresidente Aniarti
10 Ottobre - October 1998: 09:45 / 10:00
- L’intervento
che effettuo, a completamento della mattinata, vuole stimolare ancora
alcune riflessioni non solo sui quesiti già posti ma anche e
specificamente su quello che interroga su «Quali sono connessioni tra
autonomia infermieristica e responsabilità».
- Nel
corso della mattinata è stato definito il quadro entro cui inserire, da
una parte, il significato:
- –
dell’evidenza scientifica,
- –
della pianificazione e attivazione di processi di assistenza utilizzando
linee guida e strumenti rigorosi nel metodo e nei contenuti;
- dall’altra
la riflessione:
- –
su quali cambiamenti si verificheranno sugli infermieri, sulla professione
e sulla sanità in generale a seguito del passaggio della formazione
infermieristica di base in università,
- –
su quale potrebbe essere la ricaduta sugli infermieri, sulla professione e
sulla sanità in generale con l’attivazione della formazione
infermieristica post-base (specializzazioni e laurea in Scienze
infermieristiche).
- Con
queste premesse, diventa conseguenza logica approfondire il significato di
due importanti concetti: autonomia e
responsabilità e le motivazioni dell’inscindibile rapporto che li
lega.
- Può
essere d’aiuto per iniziare la riflessione, utilizzare la definizione di
«Autonomia» riportata nel dizionario di Filosofia Lalande:
- «Autonomia:
potere di un gruppo, di un singolo di organizzarsi e di amministrarsi da
solo, almeno a certe condizioni e dentro certi limiti. Senza ciò
l’autonomia diventerebbe sovranità».
- L’autonomia
può essere quindi intesa come:
-
- …
il potere di un gruppo ...
- Gli
infermieri italiani sono ormai circa 320.000; hanno quadri intermedi e
dirigenziali. Sono inseriti in numerose Associazioni nazionali di Area
(vedasi l’Aniarti); hanno una Rappresentanza istituzionale provinciale
(i collegi provinciali IPASVI che sono Enti di diritto pubblico e quindi
emanazione dello Stato) federata in un organismo nazionale (la Federazione
nazionale dei Collegi provinciali IPASVI). Il gruppo professionale è
quindi decisamente consistente. È sempre più in grado di essere
propositivo e proponente nell’ambito di una tematica particolarmente
incidente sul tessuto sociale ed economico del paese, qual è quella della
sanità in generale e dell’assistenza socio sanitaria in particolare. Si
sta trasformando in un soggetto politico che può e vuole influenzare le
scelte nazionali di politica sanitaria.
-
- …
di organizzarsi e amministrarsi … almeno a certe condizioni …
- Condizioni
dell’autonomia del singolo e del gruppo (pur nella logica della costante
dinamicità dell’evoluzione sociale e quindi dell’evoluzione del
gruppo studiato) possono essere evidenziati nella capacità di prendere
decisioni che riguardano:
- -
le azioni e i processi assistenziali,
- -
il modo di stare dentro l’équipe di lavoro,
- -
il modo di porsi come professionista all’interno dell’intero gruppo
professionale
-
in
una logica di bilanciamento delle azioni, delle condizioni e dei limiti
affinché non si verifichino scivolamenti verso la «Sovranità».
- Le
relazioni già presentate hanno fatto emergere in maniera eclatante quanto
rigorosità, necessità di confronto, di consenso e dell’essere parte di
società scientifiche, siano condizioni di forte rilevanza.
- Solo
a tali condizioni infatti l’operatività e le decisioni assistenziali ed
organizzative non saranno autoreferenziali, ma strettamente congruenti a
ricerca, studio, consenso e concertazione sia tra i diversi componenti
dello specifico gruppo di lavoro che del gruppo professionale più ampio.
- Diventa
facile sulla base delle sopra riportate considerazioni ipotizzare le condizioni attraverso le quali definire ed esprimere autonomia:
- -
le conoscenze sia generali che specificamente professionali,
- -
la competenza che si manifesta nel collegare ai modelli cognitivi appresi
i comportamenti e le abilità del quotidiano,
- -
i risultati raggiunti e documentati rispetto ad un predefinito livello di
qualità,
- -
il confronto con i componenti dell’équipe e con la persona assistita,
- -
la dinamicità propositiva (è tempo di abbandonare le rigidità, sia di
schema formativo che di schema organizzativo e muoversi verso la
flessibilità nell’affrontare problemi e situazioni ),
- -
l’integrazione (non è più ipotizzabile il lavoro in termini di
solitudine professionale o di monodisciplinarità stante la complessità
delle situazioni assistenziali e la dinamicità delle conoscenze) .
-
- …
e dentro certi limiti …..
- Se
le condizioni dell’autonomia si riflettono e derivano prevalentemente
del professionista, i limiti invece si riflettono e derivano prevalentemente dalla persona
assistita perché è ormai passato il tempo in cui i medici, ed anche gli
infermieri, potevano ritenere di poter decidere che cosa fosse bene per
l’assistito. Il bene della persona deve essere deciso dalla persona
stessa dopo corretta e compiuta informazione sulla specifica situazione e
su quali processi e percorsi possono essere messi in atto per risolvere
e/o contenere i problemi. La volontà della persona come limite rilevante
e fortissimo che si collega con l’etica e con la deontologia
professionale e comunque, con la consapevolezza che le persone che
usufruiscono dei servizi sanitari sono parte integrante dei percorsi di
salute.
- A
tal proposito una chiosatura: fino a qualche anno fa a chi entrava nelle
strutture sanitarie ospedaliere veniva data la «carta dei doveri». Ai «clienti»
ora viene data la «carta dei diritti» e «la carta dei servizi».
- La
volontà della persona assistita, dunque, quale principale ma non unico
limite dell’autonomia professionale.
- Altre
limitazioni sono senz’altro costituite:
- - dalla considerazione delle competenze degli altri professionisti e
dal conseguente accordo sul «chi fa che cosa» nell’ambito delle
cosiddette «aree grigie». Le «aree grigie» si formano e si modificano
costantemente con l’evolversi delle conoscenze e delle competenze delle
singole professionalità che si integrano nel lavoro di équipe e nella
valutazione dei processi di assistenza,
- -
dalle scelte politiche di macrosistema (evoluzione ed impostazione del
Servizio Sanitario Nazionale,
- -
dalle scelte politiche di microsistema (azienda sanitaria ospedaliera o
territoriale ecc..) rispetto a scopi, obiettivi, piani, programmi,
- -
verificabilità dei processi di lavoro impostati e dei risultati ottenuti
(evidenza scientifica e professionale).
-
-
-
Autonomia Responsabilità
-
del
singolo
-
del
gruppo di lavoro
-
del
gruppo professionale
-
- Ed
ora gli elementi connotanti il concetto di responsabilità
con evidenziazione del legame rilevante che esiste fra i due termini.
- Non
può esserci autonomia (a meno di scivolare o tendere verso la «sovranità»)
senza conseguente assunzione di responsabilità
rispetto all’autonomia richiesta ed agita.
- Il
Cardinale Carlo Maria Martini ha dato il seguente significato al termine
responsabilità:
-
- «La
parola responsabilità deriva da “rispondere”, che ha nel suo
corrispondente latino il verbo “spondere”, che significa
“promettere, impegnarsi”. Il senso dell’impegno è ripreso nel
termine “responsabile”. È responsabile chi risponde delle proprie
azioni e questa qualità è da tutti molto apprezzata, tanto è vero che
nessuno oserebbe dire di se stesso “io sono un irresponsabile”».
- Autonomia
e responsabilità quindi rispetto:
- -alle
azioni, delle prestazioni e dei processi di lavoro messi in essere nella
quotidianità assistenziale,
- -
alla ricerca ed al mantenimento di comportamenti professionali, di
conoscenze scientifiche e di abilità tecniche ad alto livello
qualitativo,
- -
alla ricerca di esperienze professionali efficaci ed innovative,
- -
all’impegno verso il confronto, il dibattito, l’ascolto,
- -
all’impegno per un utilizzo rigoroso e corretto delle risorse materiali
- -
all’impegno per l’utilizzo efficace, razionale e professionalmente
corretto delle risorse umane che supportano l’erogazione
dell’assistenza infermieristica,
- -
all’impegno per una verifica costante dello stato di salute della
collettività, prima delle scelte/decisioni di politica professionale.
-
- E
quindi ancora, per evidenziare il collegamento con quanto detto nel corso
della mattinata:
- –
la professione infermieristica vuole la formazione complementare secondo
un progetto modulare che permetta la valorizzare delle esperienze
professionali e l’assunzione di ulteriore responsabilità operativa
- –
la professione infermieristica vuole la laurea in Scienze infermieristiche
per poter assumere pienamente la responsabilità della formazione dei
futuri professionisti infermieri (docenza e titolarità di cattedra) e del
governo dei processi di assistenza infermieristica (dirigenza
infermieristica reale).
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