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Congresso Nazionale Aniarti 1998

INTENSIVITA’ ASSISTENZIALE RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA

Napoli (NA), 10 Ottobre - October 1998 / 12 Ottobre - October 1998

» Indice degli atti del programma

Elio Drigo

10 Ottobre - October 1998: 09:00 / 09:15

Elio Drigo 
 
Non a caso il 17° congresso dell'Aniarti si svolge quest'anno in una grande città del sud-Italia. Non è semplicemente una scelta geografica: abbiamo voluto significare l'attenzione a quello spirito nuovo che ci pare di leggere nella realtà della società italiana. Uno spirito che si sviluppa nel paese, che soprattutto par di vedere al sud-Italia, dove viviamo questa evoluzione positiva sia in senso generale ma anche nel contesto specifico della professione infermieristica. 
Il 17° congresso nazionale dell'Aniarti vuole incentrare l'attenzione sull'evidenza scientifica; un elemento fondamentale, che deve caratterizzare il futuro, della professione infermieristica nel nostro paese. 
L'evidenza scientifica per dare corpo alla responsabilità assistenziale e, per quanto ci riguarda, all'intensività assistenziale, il campo all'interno del quale l'Aniarti interviene. 
La prospettiva quindi è il cambiamento. Le relazioni di questo convegno non portano tanto delle risposte quanto piuttosto dei quesiti. Ai relatori sono stati posti dei quesiti ai quali tentare di rispondere e soprattutto sui quali individuare altri interrogativi e spunti di riflessione, spinte alla responsabilità personale e professionale. 
Dobbiamo essere consapevoli che non c'è più spazio per la deresponsabilizzazione e possiamo collocare qui anche la dimensione etica della nostra professione. Una dimensione ampia e trasversale nel nostro essere professionisti. Etica della responsabilità dunque. 
In ogni caso il contesto ci urge e manifesta il bisogno della nostra professionalità di infermieri. In questa direzione non possiamo non andare ma, vista in positivo, questa scelta rappresenta anche la dimensione etica della nostra professionalità. 
 
 
 
Assistenza infermieristica: solo puntualizzazioni sulla natura. 
 
 
Se facciamo riferimento alla natura dell'assistenza infermieristica, possiamo considerare come questa sia probabilmente il contributo più antico e più esteso alla salute/sanità delle persone e della società nel suo insieme. 
È inoltre nella natura dell'assistenza infermieristica sposare i valori e le regole che sottendono un servizio organizzato e sociale alla salute. Infine essa è necessariamente congruente con i bisogni e le esigenze attuali e con le esigenze in evoluzione. 
È sempre più evidente quanto essere infermiere oggi richieda un patrimonio elevato di cultura, nell'accezione ampia del termine, che consenta di fornire: un'assistenza diretta di qualità alla persona, una continuità e completezza del servizio di organizzazione e di supporto all'istituzione sanitaria, un contributo di sviluppo della risposta sanitaria. 
 
 
Contesto. 
 
Chiediamoci qual è il contesto nel quale l'assistenza infermieristica si situa. 
La parte introduttiva del convegno serve a collocare il ragionamento che faremo all'interno di un discorso molto più ampio. 
Non è possibile rendere un buon servizio infermieristico, avere il ruolo che la società di fatto ci attribuisce, se non si è in grado di inserirsi armonicamente all'interno del tessuto dei fenomeni. 
 
 
A) Il contesto generale. 
 
Il contesto generale, in particolar modo per l'area critica, oggi deve estendersi sostanzialmente al mondo: le società, le economie, gli equilibri, i conflitti, i fenomeni più evidenti... 
*Il mondo viene concepito sempre di più come entità unica e vengono superati spesso e per varie finalità i confini geografici e/o politici. 
Soprattutto gli spostamenti delle informazioni, per le modalità che assumono, consentono di decidere anche senza lo spostamento delle persone e delle cose. Decisioni che possono facilmente essere arbitrarie e senza il confronto diretto con gli interessati. Decisioni che hanno molte volte grandissima importanza per la vita delle persone e di interi popoli. 
*Le società subiscono modificazioni radicali. Concepite da sempre come "entità di popolo", vengono citate invece oggi più spesso in termini di "insieme di soci", evidenziando più il riferimento ai fattori economici che alle realtà antropologiche che le hanno costituite finora. È concreto il rischio di sostituire i riferimenti dei legami di civiltà a favore di quelli di semplice convenienza per la sopravvivenza o per il profitto. Ne perderebbe la natura del vivere insieme. 
* Le economie da chiuse che erano, esplodono e diventano trasversali rispetto ai paesi sulla base delle possibilità di vantaggio delle componenti più forti, al punto che gli equilibri si giocano più sulle influenze e gli interessi economici che sulle potenze politiche o militari. 
* I fenomeni più macroscopici che rileviamo, sono legati alla costante e diffusa ricerca di un livello di benessere maggiormente elevato. 
L'ansia di riscatto o di miglioramento senza limiti evidenzia una spinta innata e incontenibile al cambiamento, a volte ben orientata, a volte scomposta e addirittura criminale. 
Si possono leggere in questa ottica ad esempio: i conflitti per il potere o per "avere la possibilità di...", gli spostamenti migratori, l'impostazione delle economie di consumo (finalizzate al vantaggio solo immediato) piuttosto che delle economie orientate al servizio, le integrazioni delle criminalità organizzate, le iniziative politiche per alleanze economiche prima che sociali.... 
Ma, per guardare ad un contesto a noi maggiormente vicino, vediamo la collocazione dell'Italia nel mondo. 
Il nostro paese è immerso nei fenomeni appena citati, basti pensare che è ormai anche formalmente inglobato in Europa. 
Si colloca comunque, il nostro paese, dalla parte dei soggetti forti (non va dimenticato il fatto della diversificazione in dominanti e dominati anche a livello di paesi) e quindi ha una maggiore possibilità di determinare a proprio vantaggio scelte ed operazioni politico-economiche. 
È impensabile non analizzare questo stato delle cose nel riflettere su una parte della vita della società, in quanto civile, e questo per più motivi: per avere una visione obiettiva e non parziale della situazione; per valutare la dimensione della responsabilità che deriva dal fatto di avere la disponibilità della scelta a livelli così elevati; ed anche per essere consapevoli che le opzioni nel nostro contesto hanno riflessi molto generali e non solo locali. 
 
 
B) Il contesto sanitario: 
 
Il rapporto tra situazione generale e sanità/salute ci porta a considerare il servizio per la salute all'interno del contesto generale, come regolato principalmente in base ad alcuni fattori di riferimento: 
* l'idea della necessità di disporre di un servizio comune allo scopo di meglio gestire la salute; 
* la diffusione delle informazioni-conoscenze scientifiche e delle tecnologie applicative per i risultati da ottenere; 
* il rischio della costrizione entro le regole del mercato (competizione per il profitto) anche di un'attività tipicamente di servizio come quella per la salute; 
* la razionalizzazione e riduzione dei servizi resi a carico pubblico. 
Il contesto della salute/sanità in Italia è un'esperienza che: 
* ha un retaggio storico (che vede la sanità come beneficenza) e culturale particolare (scarsa integrazione a tutti i livelli); 
* marcia a varie velocità a seconda delle zone e delle esperienze a volte casuali; 
* ha applicato da poco un sistema di controllo dei risultati, di organizzazione e di contenimento della spesa; 
* sta sconvolgendo consuetudini, equilibri e feudi tanto assurdi quanto intoccabili; 
* inizia a richiedere razionalità, organizzazione ed obiettività di risultati. 
 
Le nuove esigenze 
 
Quali sono all'interno di questo contesto le nuove esigenze che si manifestano per la sanità e soprattutto per 'assistenza infermieristica? 
 
* Un'osservazione di base, che non dobbiamo dimenticare è quella relativa all'evoluzione impressa dai fenomeni, che comporta cambiamenti in rapidissima successione. Stare al passo è certamente necessario ma anche molto faticoso. 
* Altra considerazione: per ottenere risultati è ineludibile la relazione/integrazione ai massimi livelli sia tra i vari operatori sia tra le istituzioni. Relazione e integrazione significa cooperazione e non dominanza. 
* L'evoluzione, che ha fatto transitare dalla sopravvivenza alla qualità della vita. 
Il risultato della sopravvivenza è ritenuto uno standard troppo limitato e comunque scontato. La qualità della vita come condizione nel processo sanitario e nel suo risultato è il criterio oggi irrinunciabile e richiesto con sempre maggiore precisione. 
* La richiesta di qualità come priorità e volano dello sviluppo. 
La qualità come criterio per il processo ed il risultato è diventato fattore costitutivo dell'azione sanitaria. Qualità intesa come processi operativi efficienti e scientificamente provati e qualità come umanizzazione delle condizioni e delle relazioni di vita. 
La qualità inizia inoltre a configurarsi anche come elemento che mobilita risorse innovative. 
In questa prospettiva i paesi cosiddetti avanzati in termini di risorse, hanno la responsabilità di fronte a tutti, di percorrere strade più efficienti ed efficaci e consentire ad altri di risparmiare alcune tappe (una delle dimensioni della responsabilità). 
* La finitezza delle risorse ed il soccorso dell'organizzazione. 
La richiesta di benessere tende alla ricerca delle risorse che sono "razionate" anche per i servizi essenziali. Implicito e necessario il ricorso all'organizzazione per evitare lo spreco e perseguire ugualmente un risultato di qualità. 
* L'organizzazione come applicazione della razionalità nel processo di soluzione dei problemi (specie se complessi). Organizzazione quindi come processo di massima integrazione delle diverse risorse per raggiungere il risultato. 
Processo di razionalità organizzativa quindi non più come optional ma necessità. 
* La scommessa di coniugare solidarietà, qualità di risultato con riduzione di risorse e razionalità dei processi. Riuscire a garantire risultati di qualità con risorse decrescenti significa applicare la razionalità e garantire la possibilità dell'equità e quindi la solidarietà. In questo modo si persegue la fedeltà ai propri valori fondativi (per la società e per la professione). Questo è un impegno che il professionista deve perseguire anche per la società. 
* Organizzazioni ed operatori come elementi che sintetizzano risposte razionali ed efficaci. È un'esigenza che non lascia margini di tolleranza quella che concepisce le istituzioni/organizzazioni e gli operatori come "facitori" di razionalità e di risultato. 
* Le risposte ai bisogni vanno condivise, diffuse ed utilizzate recuperando l'esperienza prodotta, ovunque essa si trovi. 
Il superamento dei confini si applica ancora con maggiore evidenza agli elementi scientifici ed organizzativi per la soluzione di problemi complessi. E i problemi affrontati dalla sanità sono problemi complessi particolarmente in area critica. La dimensione delle soluzioni è planetaria. La capacità degli operatori deve dunque misurarsi con questa dimensione e non può limitarsi al proprio ristretto contenitore. 
 
 
La risposta degli infermieri: orientamenti praticabili 
 
Abbiamo tentato di costruire il quadro al cui interno si sviluppa la riflessione e proviamo a recuperare la "natura" della professione per dare risposte congruenti ai fini dell'assistenza infermieristica, e quindi: 
1 - sposare il bisogno di qualità e la razionalità dei processi; 
2 - operare in termini di integrazione ai vari livelli; 
3 - assumere nuove responsabilità, sempre più coerenti con il contesto (facendo attenzione alle funzioni, alla deontologia, all'organizzazione....) 
 
Il Convegno tenta una risposta in questa direzione. 
Questi giorni di riflessione sulle linee guida intendono: 
- declinare la qualità dell'assistenza infermieristica nel nostro quotidiano attraverso modalità scientificamente provate di risolvere i problemi affrontati 
- evidenziare la realtà dei risultati sanitari che possono derivare esclusivamente da una integrazione intelligente tra pari e non da una sola mente 
- sviscerare la radicale trasformazione in corso per la nostra professione, di cui a volte non siamo pienamente consapevoli e di cui a volte invece vediamo l'urgenza data dai fatti del contesto. 
 
Un grazie: 
- ai relatori per il loro contributo di competenza specifica, 
- a tutti i partecipanti per l'apporto di ricchezza della professionalità derivante dalla vita vissuta e problematica che emergerà dai dibattiti sicuramente costruttivi.

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