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Congresso Nazionale Aniarti 1998

INTENSIVITA’ ASSISTENZIALE RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA

Napoli (NA), 10 Ottobre - October 1998 / 12 Ottobre - October 1998

» Indice degli atti del programma

I.P.A.F.D. D.D.S.I. S. GIROLDI , I.P. F. MOGGIA  , I.P.A.F.D. D.D.S.I. C. SURICO 

11 Ottobre - October 1998: 11:15 / 11:30

LA C.V.V.H. NELL’ADULTO 
  
I.P.A.F.D. D.D.S.I. S. GIROLDI (1), I.P. F. MOGGIA (relatore) (2), I.P.A.F.D. D.D.S.I. C. SURICO (3) 
  
(1) I Divisione Cardiologia UCIC Osp. S. Martino – Genova
(2) Divisione di Cardiochirurgia Osp. S. Martino – Genova
(3) Divisione di Nefrologia e Dialisi – Osp. S. Martino - Genova
  
Il paziente critico normalmente è affetto da vari stati patologici concomitanti che possono interessare diversi organi: infatti, si parla per lo più d’insufficienza renale acuta in soggetti con un'insufficienza multiorganica. 
In questi pazienti il trattamento dialitico standard non può essere applicato, perché determinerebbe variazioni del volume ematico circolante, tali da causare gravi ipotensioni, in un soggetto già affetto da un’instabilità emodinamica da trattare mediante supporto farmacologico inotropo e/o vasoattivo, eventualmente associato ad un’insufficienza respiratoria tale da richiedere ventilazione meccanica, e ad un quadro di sepsi. 
Per questi motivi al paziente critico si dovrà fornire in rianimazione un trattamento sostitutivo alla funzione renale che abbia le seguenti caratteristiche: 
Buona tollerabilità 
Buona correzione degli squilibri acido-base 
Biocompatibilità 
Scarsi effetti collaterali 
A queste caratteristiche, vanno aggiunte la facilità d’istituzione e d’esecuzione, che sono proprie di quelle procedure definite in campo internazionale “terapie renali sostitutive continuate”. 
L’evoluzione delle tecniche ha portato allo sviluppo d’apparecchiature dedicate per le terapie continue, con conseguente allargamento delle indicazioni a questa procedura che non è più limitata all’insufficienza renale acuta ma estesa all’insufficienza cardiaca congestizia, a diverse forme d’iperidratazione, alla sindrome da insufficienza multiorganica e alla sepsi. 
  
  
  
ORIGINE E MECCANISMO DELLA C.CV.V.H. 
  
Nel 1977, in Germania, e più precisamente a Goettingen, il Dott. Peter Krammer utilizzò per primo un sistema chiamato emofiltrazione continua artero-venosa, determinato inizialmente da un’accidentale incanulazione percutanea dell’arteria al posto della vena. 
Da ciò si ebbe la geniale intuizione che il gradiente pressorio artero-venoso avrebbe potuto permettere una circolazione extracorporea del sangue, senza bisogno di una pompa. 
Il sistema utilizzato era in pratica un filtro ad alta permeabilità interposto tra un’arteria ed una vena mediante un circuito modificato per emodialisi. L’ultrafiltrato prodotto era reintegrato con una soluzione salina a valle del filtro. Il meccanismo era puramente convettivo e la trombogenesi era prevenuta dall’infusione d’eparina prefiltro. 
Il meccanismo di trasporto dei soluti e dell’acqua attraverso le membrane semipermeabili è basato su tre distinti fenomeni fisici: 
La diffusione  
La convezione  
L’ultrafiltrazione  
  
  
LA DIFFUSIONE
  
È quel fenomeno fisico per cui, quando due soluzioni a diversa concentrazione sono messe a contatto per mezzo di una membrana semipermeabile, il soluto passerà dalla soluzione a concentrazione minore, mentre il solvente avrà una direzione di passaggio in senso opposto. 
Le particelle del solvente e del soluto attraverseranno però la membrana solo se esse avranno dimensioni inferiori ai pari di essa. 
  
  
 
  
LA CONVEZIONE 
  
Meccanismo di trasporto di solvente e soluti, attraverso una membrana semipermeabile. 
La direzione del flusso avviene secondo gradienti di pressione (detta pressione di transmembrana): la soluzione ottenuta si chiama ultrafiltrato e contiene soluti in quantità equivalenti a quelli della soluzione “madre” eccettuati i soluti di dimensioni maggiori rispetto al “CUT Off.” di membrana, che non passano. 
  
 
  
L’ULTRAFILTRAZIONE
  
E’ il fenomeno fisico per cui, quando due soluzioni sono separate da una membrana semipermeabile e sono sottoposte a diversa pressione idrostatica, la soluzione o quella parte di essa (solvente e parte dei soluti) in grado di attraversare la membrana semipermeabile, passa dal compartimento a pressione maggiore verso quello a pressione minore. 
I filtri che sono presenti sul mercato sono vari e si distinguono tra loro per materiale utilizzato e superficie d’utilizzo. 
Quelli generalmente utilizzati hanno una superficie compresa fra 0.4 e 1.0 m², con membrane sintetiche ad alto flusso del tipo Polisulfone, Poliammide, Poliacrilonitrile. 
Esistono numerosi cateteri che permettono di eseguire un trattamento con pompa peristaltica; in particolare i cateteri a doppio lume permettono trattamenti venovenosi, con un’unica puntura transcutanea di un vaso. 
Molte apparecchiature sono dotate di pompa per eparina, ma dove non presenti si può impiegare un’unità esterna. 
  
  
  
LA C.V.V.H. IN ALCUNI CENTRI ITALIANI
  
Vista la limitata bibliografia, ma considerato il grosso impegno, sia di risorse umane sia strutturali, impiegate durante questa terapia sempre più frequente nella realtà operativa, abbiamo deciso di elaborare un questionario per valutare indicazioni e ricorso alla C.V.V.H. ed assistenza ai pazienti nei diversi centri. 
Il questionario è stato inviato via fax a tutti i centri di terapia intensiva cardiochirurgica italiani. 
E’ composto da due parti: la prima per valutare il contesto organizzativo e conoscere i centri e la tipologia organizzativa. 
La seconda, più tecnica per raccogliere i dati sull’organizzazione assistenziale (18 domande, di cui una aperta, sui principali problemi incontrati). 
I questionari inviati sono stati 30, preceduti da una nostra presa di contatto telefonica con il responsabile infermieristico dell’unità operativa. 
Hanno risposto circa la metà. 
  
  
 
  
  
I RISULTATI DELL’INDAGINE
  
I dati organizzativi pervenuti sul rapporto posti letto/ unità infermieristiche è omogeneo per tutti i centri intervistati: in media un infermiere ogni 1.7 posti letto, con un massimo di venticinque unità per sette posti fino ad arrivare a venticinque infermieri per dodici pazienti. 
  
  
  
  
  
  
 
  
  
La C.V.V.H. viene utilizzata in tredici centri da più di tre anni, mentre solo due centri hanno un’esperienza inferiore ai sei mesi. 

 
  
  
  
In media i pazienti trattati negli ultimi tre mesi sono tre, con un range che va da zero casi per cinque centri a sette casi per un centro. 
  
  
  
  
  
 
  
  
Tutti i centri hanno elencato chiaramente quali sono le indicazioni più comuni per iniziare un trattamento d’emofiltrazione continua, segnalando l’insufficienza renale acuta (undici centri), l’oligoanuria (sette centri), riequilibrio idroelettrolitico, l’iperazotemia e Ipercaliemia (cinque centri). 
Solo un centro ha specificato che le indicazioni sono date dal Nefrologo. 

  
  
Dieci centri si avvalgono di consulenti esterni, di questi, sei sono I.P. di dialisi mentre due centri lavorano in équipe con perfusionista, rianimatore e cardiochirurgo. 
  
  
LA FORMAZIONE DEL PERSONALE
  
Solo cinque centri hanno organizzato corsi di formazione, quattro centri avevano un’esperienza maggiore di tre anni sulla metodica, e un solo centro inferiore ai sei mesi. 
Tutti i corsi erano incentrati su tematiche tecniche ma non sull’assistenza alla persona. 
I docenti dei corsi teorici erano infermieri professionali (46%), medici (36%) e personale delle ditte fornitrici delle apparecchiature (18%). 
  
  
L’ORGANIZZAZIONE DELL’ASSISTENZA
  
In otto centri tutti gli infermieri si occupano dei pazienti in C.V.V.H., in quattro l’80%, e in tre centri solo un’unità si occupa del trattamento. 
Nelle terapie intensive che si avvalgono di un solo infermiere per gestire il trattamento di C.V.V.H. questo è di dialisi. 
La formazione svolta in questi centri è data sempre da un corso teorico all’unità che si occupa del trattamento, mentre nei centri dove l’intera équipe o quasi si occupa del paziente, la formazione è basata essenzialmente su tirocinio pratico svolto nella propria struttura. 
  
  
   
  
  
Durante un trattamento di C.V.V.H., il turno non è mai potenziato, anche nei sei centri dove esiste un rapporto infermieri/pazienti molto basso. 
  
  
  
  
  
  
PREPARAZIONE DEI CIRCUITI
  
In sei centri il circuito è preparato dall’infermiere di dialisi, ed in altrettanti centri, dove è indicato il medico quale figura atta a preparare il circuito, è sempre indicato anche l’infermiere con esperienza nella C.V.V.H., solo in un caso, concorre anche il tecnico perfusionista. 
In alcuni centri più figure sono responsabili della tecnica. 
  
  
  
  
 
  
  
SEDE DEL CATETERE
  
Quattordici terapie intensive su quindici, indicano come sede preferenziale la femorale, anche se in alcuni centri sono utilizzati in alternativa la via giugulare e la succlavia. 
Dovremo riflettere sul posizionamento del catetere in femorale, su quale rischio implica per il paziente. La mobilità del soggetto sarà compromessa? 
Esiste un rischio infettivo e/o tromboembolico? 
Tutti i centri intervistati, non utilizzano cerotti sterili tipo Steristrip, ma punti di sutura, che assicurano una migliore tenuta d’ancoraggio del catetere impiegato per il trattamento. 

 
  
  
  
PROTOCOLLI SCRITTI PER ILPAZIENTE CON C.V.V.H. 
  
A questa domanda abbiamo avuto varie risposte: cinque centri affermano che non esistono protocolli, otto terapie intensive utilizzano protocolli per la rilevazione dei parametri o dei prelievi ematici, due confermano l’esistenza di protocolli d’assistenza, un centro afferma che “è tutto procedurato” ed uno afferma che sono utilizzate schede tecniche. 
Vorremo sottolineare, che solo due centri hanno elaborato dei protocolli assistenziali al paziente sottoposto al trattamento. 
  
  
  
 
  
  
RILEVAZIONE DEI PARAMETRI
  
La pressione arteriosa, la pressione venosa centrale e la frequenza cardiaca sono rilevate ogni ora o al massimo due ore, il bilancio idrico e/o ematico ogni ora o alla fine del turno infermieristico. 
Per quanto riguarda il tempo di coagulazione attivato, dai dati pervenuti, risulta che il controllo, è effettuato in media ogni due ore. 
Nella bibliografia internazionale è riportato solo un Case Study dove in un centro di terapia intensiva della chirurgia dei trapianti, le linee guida raccomandate agli infermieri di Cure Intense, stabiliva un controllo ogni quattro ore per tutti i pazienti ma aumentato ad ogni ora, in tutti quei pazienti con un compromissione multiorganica, soprattutto se coinvolto il fegato. 
  
  
  
 
  
  
  
Otto centri utilizzano pompe peristaltiche con bilancio computerizzato, sette solo pompe peristaltiche ed altri ancora entrambi i sistemi; in alcuni casi si utilizzano mezzi più artigianali, composti da due pompe a siringa con una pompa volumetrica. 
  
  
  
  
 
  
I controlli sul funzionamento deglia apparecchi, in assenza di sistemi compiuterizzati; sono effettuati ogni ora e/o anche meno: solo un centro dichiara che sono messe in atto per discrezione. 
Pertanto si deduce che otto centri su quindici non dispongono d’apparecchiature computerizzate e quindi evidenziano il grande impegno da parte dell’infermiere, gestore della parte tecnica del trattamento. 
  

  
  
  
INTERVALLI DI SOSTITUZIONE DEI CIRCUITI
  
Tre centri sostituiscono i circuiti ogni ventiquattro ore, cinque ogni 48 ore, sette rispondono che utilizzano altri criteri per decidere, anche tramite la collaborazione degli I.P. di dialisi. La sostituzione spesso è imposta da problemi di scarsa efficienza del trattamento. 
Dalla bibliografia internazionale, si evidenzia un lavoro pubblicato nel 1996, dalla divisione di Nefrologia dell’Ospedale di Hannover (Germania), dove afferma che il cambio giornaliero del filtro in poliammide, non è necessario; e si procede nella sua sostituzione ogni settantadue ore o in caso di diminuzione della velocità di filtrazione. 
  
  
  
 
  
  
IL LAVAGGIO DELLE MEMBRANE
  
Effettuato nel 71% dei casi, con intervalli variabili fra i centri, il che dimostra una mancanza d’indicazioni omogenee in materia. Tutti invece concordano nell’utilizzo come soluzione di lavaggio il Sodio Cloruro al 0.9% in quantità anch’essa variabile, da 200 a 500 millilitri. 
  
 
  
  
  
8 terapie intensive mobilizzano sui fianchi il paziente ogni 4/6 ore, mentre per i rimanenti centri solo quando si procede all’igiene corporea del soggetto. 
  
  
  
  
  
  
  
 
  
  
  
Dieci centri affermano di non sedare il paziente, mentre tre impiegano una sedazione di profondità variabile con Propofol; ed un solo istituto utilizza alternativamente la Midazolina. 
  
  

 
  
  
  
Tutti i centri interpellati, tranne uno in cui il paziente è mantenuto a digiuno assoluto, affermano che il paziente può bere durante il trattamento, e somministrano acqua o te in quantità variabile fra 200 e 2000 millilitri. 
  
  
  
  
 
  
  
PROBLEMI TECNICI PIU’ FREQUENTI
  
Compare in primis la coagulazione del circuito, per quasi la totalità dei centri, seguono il mal funzionamento della macchina e la difficoltà dell’accesso venoso, probabilmente dovuto alla scarsità di flusso. 

 
  
  
COMPLICANZE
  
La più frequente è l’ipotensione per undici centri su quindici, seguita dall’emorragia, quattro casi di sepsi, aritmie ed altro sono segnalati come eventi rari. 
Questa complicanza è riportata molto spesso anche nella bibliografia straniera, dove in ogni modo è attribuita, ad una serie di fattori che indicano l’alta percentuale di soggetti affetti da scompenso multi-organo in concomitanza con l’insufficienza renale acuta. 
Laddove vi sia una complicanza emorragica, alcune ricerche rilevano la peculiarità del controllo costante della terapia anticoagulante, mediante indagini in vitro. 
  
  
  
 
  
La tecnica più usata è l’infusione continua d’eparina, seguita da quella continua con bolo iniziale, mentre l’intermittente è utilizzata in pochi centri. 
La bibliografia riporta un’indagine randomizzata su 46 pazienti affetti i da insufficienza renale acuta che mette in evidenza come l’infusione continua d’eparina associata a prostaglandine, dà migliori profili emodinamici ed annulla le complicanze da sanguinamento. 
 
  
  
Quest’ultima domanda è stata lasciata volutamente aperta in modo che i colleghi potessero esprimere liberamente quali sono stati i principali problemi che avete incontrato nel loro centro. Quasi tutti hanno risposto che il trattamento richiede impegno fisico ed intellettuale, non tuttavia riconosciuto in quanto tale, e si evidenzia inoltre la difficoltà di formazione, di manualità e di gestione del trattamento. 
L’infermiere d’area critica, aggiornato sui concetti d’eparinizzazione, della cura e del mantenimento delle linee venose, necessari per la C.V.V.H., può spesso le complicanze emorragiche e lo squilibrio idro-elettrolitico. 
  
  
  
 
  
  
  
Da queste osservazioni abbiamo raccolto numerosi dati che già ad un primo esame, ci hanno consentito di puntualizzare quanto segue: gli infermieri professionali riconoscono che la metodica richiede un aumento della formazione, organizzazione e interdisciplinarietà, e presenta inoltre indubbie difficoltà tecniche ed assistenziali.  
 
  
  
  
  
  
La bibliografia riporta solamente dati puramente tecnici, e nulla che ci possa aiutare, nell’assistenza al paziente, secondo una visione più olistica della persona, come la nostra professione è abituata a svolgere. 
  
  
  
  
  
Desideriamo concludere citando le parole di Osho, un saggio indiano: 
  
  
  
  
 
  
  
 
BIBLIOGRAFIA 
  
Costa-P; De-Barbieri-C; Giorgi-L; Laganà-G; Magnasco-P; Mistretta -A; Moggia-F; Montecchi-F; Ronzoni-L; Varone-G Emofiltrazione continua in cardiochirurgia: il paziente oligo-anurico nella sindrome rabdomiolitica Scenario. 1997 Jul-Sep; (3): 49-53 
  
Ronco-C.; Bredolan-A.; Dan-M.; Piccinni-S. - Tecniche dialittiche nelle unità operative di emergenza -  
  
Ghezzi-P; Ronco-C - Membrane e filtri per emodialisi - Wichting Editori, Milano 1995 
  
Forchini-R.R - Piano di assistenza tipo al paziente dializzato critico - Atti VIII Congresso Nazionale ANIARTI. Bologna 1989: 257-263 
  
Lo Biondo-Wood-G; Haber J - Metologia della ricerca infermieristica - McGraw-Hill 1997 
  
Lantieri-P.B; Risso-D; Rovida-S; Ravera-G - Statistica medica ed elementi di informatica - McGraw-Hill 1994 
  
Zamunen - Il questionario e l'intervista nel campo sanitario - Molino 1998

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