Congresso Nazionale Aniarti 1998
INTENSIVITA’ ASSISTENZIALE RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA
Napoli (NA), 10 Ottobre - October 1998 / 12 Ottobre - October 1998
» Indice degli atti del programma
M. D’INNOCENZO
11 Ottobre - October 1998: 14:00 / 14:20
- QUAL’E’
IL SIGNIFICATO DELLE LINEE GUIDA AL POSTO DEL MANSIONARIO?
- M. D’INNOCENZO , Consulente per le professioni sanitarie del Sottosegretario alla
Sanità
-
- Nel
congresso dell'ANIARTI dello scorso anno a cui ero presente, si era
affrontato il problema della necessità di superare il DPR 225/74 e del
portare a compimento un percorso di riconoscimento della professione anche
in ambito formativo. Oggi, ad un anno di distanza, possiamo affermare che vi
sono stati dei momenti significativi, perché alla Commissione Sanità del
Senato sono passate due proposte di Legge.
- Nel
dettaglio possiamo dire che sono stati tre gli ambiti di produzione
legislativa, essenzialmente caratterizzate da votazioni all’interno della
Commissione Sanità del Senato, relativamente a due proposte di legge che
riguardano le professione infermieristiche: la 4216, che oggi è
all’attenzione della Commissione Affari Sociali della Camera, prevede il
superamento del mansionario, l’equiparazione dei vecchi titoli con i nuovi
titoli, la trasformazione dei Collegi in Ordini, e altri aspetti riguardanti
le altre professioni sanitarie, nuovi profili e l’istituzione di nuovi
Albi.
- Sempre
alla Commissione Sanità del Senato è stata licenziata un’altra proposta
di Legge, riguardante la disciplina delle professioni sanitarie
infermieristiche, tecniche e della riabilitazione. Dopo un dibattito
articolato che ha portato anche a posizioni contrapposte, anche questa
proposta di legge, che aveva quale relatore la Senatrice M. G. Daniele Galdi,
è passata al Senato, prospettando la possibilità del riconoscimento di uno
specifico percorso formativo infermieristico (quindi la Laurea per gli
infermieri), nonché la possibilità del riconoscimento della dirigenza
infermieristica nell’organizzazione aziendale.
- Inoltre,
per dare il quadro di quello che è lo stato dell’arte della nostra
professione dal punto di vista parlamentare-legislativo e degli atti che sta
producendo il Ministero della Sanità sulle professioni sanitarie, in
generale, e sulla professione infermieristica, in particolare, è importante
sottolineare che è esiste una terza sede di produzione legislativa per la
professione infermieristica. È stato, infatti, istituito presso il
Ministero della Sanità, un tavolo unico, su mandato del Ministro Bindi, che
vede di fronte le tre componenti fondamentali degli ambiti entro cui le
professioni si muovono, e si regolamentano e operano, che sono la Conferenza
Stato-Regioni, il Ministero della Sanità e la Federazione Nazionale dei
Collegi IPASVI, come referente della Professione Infermieristica.
- Questo
tavolo unico, su mandato del Ministro, dovrà decidere e approvare i testi
di decreto che dovranno prevedere le linee-guida per il superamento del DPR
225, che peraltro già previsto nella 4216, consentirà, una volta approvata
la Legge, di regolamentare l’esercizio professionale infermieristico.
- Questo
tavolo, che ha già prodotto il decreto di cui io vi parlerò tra poco e che
contestualmente, da già da giugno sta lavorando ad un decreto per la
definizione della Formazione Complementare. Quindi come vedete, a distanza
di un anno, molte cose sono state fatte se consideriamo che per vent’anni
non si è mosso nulla a fronte delle richieste che venivano avanzate.
- Questo
iter è stato penalizzato dalla preoccupazione che già l’anno scorso
presentavamo, quella di lavorare in un ambiti poco visibili e poco
conosciuti dal Parlamento, dai Deputati e Senatori che noi eleggiamo, e di
non costituire una lobby
che ci garantisca una visibilità e consensi maggiori.
- Le
crisi di Governo, inoltre, interrompendo le Legislature, hanno costituito un
ulteriore limite a qualsiasi percorso legislativo per le professioni
sanitarie (si veda la Legge Renzulli), e di fatto hanno rallentato lo
sviluppo, da un punto di vista legislativo, della professione
infermieristica. Anche questa volta, con la crisi di Governo, si è temuto
che si perdesse tutto il lavoro svolto e che quindi si inficiasse il
risultato.
- In
realtà, la conferma un po’
dello staff che su questo ha lavorato e anche la presa in carico del nuovo
Governo sugli aspetti legislativi pregressi, ci consentirà comunque di far
camminare queste proposte di Legge: non a caso il prossimo 25 novembre,
subito dopo il parere della Commissione Bilancio alla Commissione Affari
Sociali della Camera, verrà votata per gli emendamenti che sono stati
presentati, la 4216, che quindi seguirà l’iter legislativo. Si sta,
intanto, lavorando molto affinché anche l’opposizione comprenda
l’importanza e la portata di queste leggi, e favorisca, visto che già
aveva dato in parte un assenso, l’iter parlamentare, il dibattito, anche
le posizioni di opposizione, ma che comunque si vada alla votazione.
- Quindi,
in questo momento il quadro della professione infermieristica da un punto di
vista legislativo, è abbastanza composito. Se però si va a vedere in
dettaglio, in modo più specifico, quello che emerge è un quadro organico
visto che si è lavorato di concerto con le Associazioni infermieristiche e
con la Federazione Nazionale dei Collegi, perché si potesse giungere da più
parti, con una sorta di progetto complessivo a creare le condizioni per
aprire un varco allo sviluppo della professione.
- Quando
due anni fa ho accettato questo incarico di consulente presso il
Sottosegretariato alla Sanità, quindi come consulente di un referente di
Governo sulla professione infermieristica, che è il mandato specifico,
insieme alle professioni sanitarie; quando abbiamo iniziato insieme agli
altri colleghi che mi hanno aiutato, questo percorso, avevamo come obiettivo
tutto questo. Il mandato che abbiamo assunto era proprio relativo alla
capacità di portare a casa dei risultati, di creare le condizioni perché
insieme, Professione, quindi Associazioni, e Federazione Nazionale dei
Collegi IPASVI e parti politiche delle forze diciamo più attente ai bisogni
delle professioni sanitarie, specificatamente della professione
infermieristica, e dei cittadini , potessero portare insieme avanti un
percorso capace in qualche modo garantire il superamento di tutti quegli
ostacoli che sulla professione hanno giocato un ruolo fortissimo.
- Rispetto
a questo è stato progettato un percorso. Un anno e mezzo fa, infatti, noi
al Ministero abbiamo convocato tutte le associazioni infermieristiche,
compresa l’Aniarti, con l'istanza di collaborare alla costruzione delle
proposte sul superamento del mansionario come obiettivo immediato, e quindi di aprire la strada alla valorizzazione della professione
infermieristica, scardinarla da retaggi culturali e di mentalità ancora
arretrate rispetto a quelli che erano invece i percorsi che la professione
stessa si stava dando e stava percorrendo, di enorme sviluppo nei contenuti
e nell’operatività. Dall’altro lato, si è cercato di pensare ad un
percorso formativo compiuto capace di supportare adeguatamente la competenza
infermieristica.
- Il
primo passo è il superamento del mansionario, la gabbia del 225, che per
anni ci ha mortificato per quanto riguarda l’operatività nei luoghi di
lavoro. Il secondo aspetto fondamentale è un percorso formativo compiuto.
Non è infatti pensabile essere all’Università soltanto con un Diploma
Universitario; vi è la necessità di
avere, come tutte le professioni, come tutte le professioni di servizio, che
esplicano prestazioni di qualità e che interpretano e soddisfano bisogni
fondamentali dei cittadini, un percorso formativo universitario compiuto,
simile agli altri professionisti, dove possano trovare più spazio non solo
la Docenza, ma anche la ricerca, e lo sviluppo teorico dei principi della
professione stessa.
- Il
tema della formazione complementare, è stato uno degli aspetti della
formazione infermieristica più discusso nell'ambito di questo tavolo di
confronto. La formazione complementare è, infatti, lo strumento che ci consente di essere adeguati ai tempi, alle nuove
tecnologie, ai bisogni che quotidianamente emergono nella realtà
lavorativa, quale ad esempio un giusto inquadramento all’interno del mondo
del lavoro, sia dal punto di vista retributivo, ma anche dell’aspetto più
legato all’operatività.
- In
questo momento, più che mai, la professione infermieristica ha la necessità di dimostrarsi coesa e forte su questo unico progetto,
rendendo partecipe tutti gli infermieri attraverso le sedi, come questa, in cui la professione si confronta, discute e propone istanze di
riflessione, di discussione. Vi è, infatti, la necessità di portare a
compimento, anche con una delega di responsabilità verso quelli che ci
rappresentano, dai partiti, ai sindacati, alle Associazioni, alle istanze
istituzionali, il percorso intrapreso di valorizzazione della professione
infermieristica per quanto riguarda l’iter formativo, di riconoscimento
all’interno dell’organizzazione sanitaria in termini di remunerazione e
di inquadramento dentro gli ambiti di quella che è oggi l’organizzazione
del Servizio Sanitario Nazionale e anche la nuova classificazione della
figura dell’infermiere.
- Se
non abbiamo chiaro tutto questo, su cui si sta lavorando tanto, non è
possibile andare avanti: l’aspetto forte consiste nel lavorare insieme.
- Associazioni
come l'ANIARTI stanno lavorando e contribuendo moltissimo al raggiungimento
di questi obiettivi. Ma gli obiettivi devono essere condivisi, devono essere
di tutta la professione; c'è bisogno di progredire in maniera complessiva,
organica e coerente. Affianco al riconoscimento del professionista, con il
Diploma Universitario, è necessario avere un compimento del percorso formativo, con la
Laurea, avere contestualmente la possibilità di ottenere una ottimale
formazione complementare, che con i moduli di competenza e il modulo
specializzante, ponga l’infermiere ad un livello di pari dignità con
tutti gli altri professionisti europei e la possibilità di una progressione di carriera che faccia riferimento
al percorso specifico che il professionista possiede.
- Ciò
significa che prima di affrontare gli aspetti più specifici della nostra
professione, che sono altrettanto importanti, è importante riuscire a
raggiungere gli obiettivi principali, cioè gli aspetti che connotano e
definiscono un passaggio un salto di qualità vero, che ci consente di
entrare in Europa da professionisti, che per anni sono rimasti dietro tutti
gli altri.
- Non
avrebbe senso un lavoro come quello che stiamo svolgendo se dietro non ci
fosse questo tipo di consapevolezza, questa convinzione. Questi obiettivi più
generali, in questo momento, hanno la priorità per quello che lo sviluppo
della professione infermieristica. Ecco il motivo per il quale forse non si
stanno facendo grosse trasformazioni o richieste di trasformazioni su tanti
aspetti della professione che sono ugualmente importanti.
- Come
vi dicevo è un anno che le proposte di Legge sono state presentate; due
sono passate alla Commissione Sanità del Senato, una dovrà essere
licenziata a breve. Salvo posizioni da parte dell’opposizione di blocco
totale al passaggio della Legge, con la discussione del 25 novembre, la
votazione degli emendamenti ritorna al Senato e si pensa che entro i primi
dell’anno prossimo la 4216 si possa “portare a casa”. In più il decreto sulle linee-guida per
l'esercizio professionale, ha terminato l’iter di elaborazione, insieme
con la Federazione e il Ministero: il passaggio successivo sarà la
discussione al Consiglio Superiore di Sanità, e poi dovrebbe essere
emanato. Se il passaggio al Consiglio Superiore di Sanità sarà di
discussione, ma comunque non di enormi tempi, si conta che le Linee Guida
sull’esercizio professionale dovrebbero essere pronte per la fine
dell’anno.
- Si
può inoltre ritenere che anche sulla Formazione Complementare si vada entro
un mese alla definizione del Decreto, e che quindi si possa avere sulla base
della proposta avanzata dalla Federazione Nazionale IPASVI, con il
contributo anche dell'ANIARTI, una proposta di legge sulla formazione
complementare che preveda i moduli di competenza e specializzante. Si
prevede anche di discutere, subito dopo l'approvazione della Finanziaria, la
legge sulla disciplina della professione infermieristica che deve essere
assegnata al relatore e sottoposta all'esame della Commissione Affari
Sociali ..
- Questo
è lo stato dell’arte, in questo momento sulla situazione parlamentare e
legislativa della professione infermieristica.
- Tra
l’altro è previsto anche un approfondimento sugli aspetti
dell’ordinamento del nuovo contratto, e sulla classificazione.
- E’,
pertanto, importante che la professione infermieristica sia particolarmente
attenta ai temi di cui si sta parlando, si sta discutendo. Per una volta
tanto, gli infermieri hanno l'opportunità di essere gli interlocutori per
le scelte e gli aspetti che li
riguardano e soggetti attivi veramente, in grado se le condizioni lo
richiedono, di mostrare la loro forza, senza continuare a delegare agli
altri. E’ arrivato il momento in cui è opportuno che la professione
infermieristica riceva risposte concrete, che tutte le istanze si traducano
in fatti: le Leggi che si portano a casa, e che rispecchiano quelle che sono le
aspettative della professione E' il momento che si portino a casa buoni risultati per quanto riguarda gli
inquadramenti, che si facciano i conti non solo con quelle che sono le
aspettative ma con le reali necessità che gli infermieri come tutti i
professionisti hanno nel mondo del lavoro.
- La
costruzione delle linee guida,
in cui ha collaborato anche Annalisa Silvestro, non solo a nome della
Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, ma anche rappresentando l'ANIARTI,
ha avuto tempi di elaborazione abbastanza contenuti (se considerate che
abbiamo cominciato a lavorare a giugno e oggi siamo a novembre e il
Regolamento è già pronto), perché è nato dalla necessità di procedere
al più presto al superamento del DPR 225.
- Questo "Regolamento" , termine scelto per ovviare alla scarsa
forza legislativa di una Linea Guida, prevede una definizione
dove appunto viene definita la professione infermieristica, la finalità
della professione, l’esercizio professionale, specificando cosa deve
sapere l’infermiere, e cosa deve saper fare al termine del corso formativo
di base: identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona,
la pianificazione dell’assistenza, la definizione dei bisogni e degli
obiettivi assistenziali infermieristici, la valutazione e l’assunzione
delle responsabilità, viste singolarmente per quanto riguarda il
professionista, e all’interno di un équipe, cioè del progetto
assistenziale, i trattamenti di propria competenza, che cosa fa
l’infermiere.
- Si
è cercato di esorcizzare sempre la paura di tanti altri professionisti, di
andare a definire sempre che cosa fa l’infermiere per poter poi definire
che cosa fanno loro; in realtà fino ad oggi si sa che cosa fa
l’infermiere, che cosa fanno alcuni professionisti, ma non è dato a
sapere che cosa fanno gli altri: oggi , di fatto non si conosce di che cosa
si connota l’atto medico, che cosa è l’atto medico.
- L’articolo
4, fa un riferimento all’ambito deontologico, nel senso che la proposta di
legge 4216, nell’articolato in cui definisce le coordinate attraverso cui
si supera il DPR 225, prendeva come riferimento il profilo professionale,
quindi tutto quello che è contenuto nel profilo professionale dovrà
indirizzare, veicolare e definire la pratica professionale. Prevedeva poi
l’ordinamento didattico per i contenuti formativi di sapere che
l’infermiere doveva avere per il fare, e inoltre l’esercizio
professionale veniva definito anche dalle norme deontologiche. Quindi si è
ripreso questo aspetto che già è previsto nella 4216 delle norme
deontologiche che guidano la pratica professionale infermieristica.
- Gli
ambiti di pratica professionale: l’assistenza infermieristica dove si
realizza, la sua natura, relazionale, educativa, tecnica; dove si svolge:
nelle strutture sanitarie pubbliche ma anche in quelle private, sul
territorio e a domicilio, in regime di dipendenza o libero-professionale.
E’ rivolta al cittadino sano o ammalato, e comunque di ogni fascia di età.
- La
definizione delle aree di attività; quella di promozione della salute, il
trattamento assistenziale, la riabilitazione e reinserimento. La definizione
degli interventi infermieristici, che cosa l’infermiere fa, con
particolare riferimento ai trattamenti assistenziali, e il ricorso all’uso
di protocolli specifici.
- Di
particolare interesse l'art. 5 :"…..prescrizione
o somministrazione o applicazione di dispositivi medici, prodotti sanitari e farmaci, nell’ambito della propria competenza;
con Decreto del Ministro della Sanità, sentito il Consiglio Superiore di
Sanità, sono individuati i dispositivi sanitari, i prodotti sanitari e i
farmaci che possono essere prescritti e somministrati direttamente, con
indicazione dei casi ammessi, e delle relative modalità e precauzioni da adottare, anche con riferimento alla specifica
qualificazione acquisita con la formazione complementare. Somministrazione
dei medicamenti prescritti, ecc. ecc. ..". in cui il punto forte è dato dalla
"…. prescrizione o somministrazione o applicazione di dispositivi
medici, prodotti sanitari e farmaci nell’ambito della propria competenza
...."
- Altro
aspetto che è stato ripreso nella definizione delle linee guida, nel
Regolamento, è l’ambito della ricerca. Si valorizzato particolarmente la
necessità della ricerca, riprendendo quanto già espresso a questo
proposito dalle Leggi che accompagnano questo Regolamento, che vedono nella
ricerca un valore vero all’interno della pratica professionale
infermieristica.
- Per
quanto riguarda l'organizzazione, questa è parte importante perché il
sapere e la pratica professionale devono essere collocati all’interno
delle realtà dove opera l’infermiere e devono, pertanto, fare i conti con
quelli che sono gli ambiti entro cui si sta sviluppando il Servizio
Sanitario Nazionale. Quindi l’infermiere garantisce la continuità
assistenziale, si adopera di conseguenza per la realizzazione di modalità
organizzativo-assistenziali che facilitino il perseguimento di tale
continuità, concorre al processo di accreditamento professionale e della
struttura in cui è inserito e collabora alla stesura, all’aggiornamento e
alla diffusione di linee-guida e protocolli, e l’abbiamo messo per legge.
- L’infermiere
nel proprio ambito di competenza è responsabile della gestione delle
risorse, che amministra nelle aree di pianificazione, di organizzazione,
controllo e valutazione. Si può avvalere di collaboratori di supporto,
verificandone la competenza, valutando le mansioni da assegnare, e
assumendosene la responsabilità.
-
- All’articolo
8 c’è tutta la parte relativa all’insegnamento e all’autoformazione: "…l’infermiere
mantiene costantemente aggiornate le proprie competenze, esercita attività
di formazione e aggiornamento, svolge funzioni di docenza".
- L’infermiere
partecipa alle azioni di soccorso, di emergenza sanitaria, di protezione civile e di aiuti volontari, coordinandosi con altro
personale sanitario e con il personale dei servizi sociali. A questo
proposito l’ANIARTI ha contribuito molto affinché si riuscisse ad
inserire un articolo specifico
sull’emergenza e l’urgenza, ritenendo necessario codificare questo tipo
di prestazione che offre l’infermiere. All’articolo 9, infatti,
riprendendo quanto già specificato all'articolo 7, si codificano i
comportamenti infermieristici nelle situazione di emergenza-urgenza:
"…in caso di assenza del medico l’infermiere è abilitato, qualora
rilevi una situazione come urgente a mettere in atto i protocolli di cure
urgenti, anche non di competenza infermieristica, stabiliti preventivamente
per iscritto dal medico responsabile. In tale caso l’infermiere compie gli
atti necessari previsti dal protocollo fino all’intervento del medico,
tali atti devono essere successivamente documentati per iscritto. Allorché
la situazione di emergenza lo imponga ... qui ci sono degli omissis
inevitabilmente, perché è molto più lungo il comma e l’articolo ...
allorché la situazione di urgenza lo imponga, l’infermiere decide ed
attua gli interventi necessari, in attesa dell’intervento medico, contatta
tempestivamente il medico e il servizio di emergenza sanitaria, e si attiva
per trasferire il paziente verso la struttura di cura più appropriata”.
- La
norma finale, dulcis, prevede l’abrogazione del DPR 225/74.
- Come
vedete, un articolato particolarmente oneroso dal punto di vista
precisamente degli articoli e dei contenuti.
- Si
è cercato, sicuramente in maniera non esaustiva di tutte quelle che sono le
problematiche inerenti l’esercizio professionale, di segnare gli aspetti
più significativi della professione infermieristica, ma anche quelli che si
è ritenuto fondamentale non dimenticare all’interno di un Regolamento,
che possa legittimare l’esercizio, l’operatività dell’infermiere.
E’ chiaro che un Regolamento, proprio perché tale, nel momento in cui
supera un DPR comunque si presta ad una revisione successiva. E’ chiaro
che una linea-guida sarebbe stata più opportuna per una ridefinizione
complessiva dell'operatività professionale infermieristica, ma l'idea del
Regolamento, da un punto di vista della forma, esclude che possa venire
toccato negli aspetti principali.
- Si
è cercato di essere
sicuramente più politici forse delle altre volte, nel senso che gli
infermieri si stanno attrezzando affinché ci siano quegli strumenti
legislativi che riconoscano alla professione infermieristica non solo la
pari dignità nella costruzione di un percorso che veda sempre più per
esempio gli infermieri partecipi della vita istituzionale, ma anche la
possibilità non solo di essere interlocutore valido per le istanze della
società civile, nell'ambito del servizio sanitario nazionale, ma anche di
avere un ruolo nello sviluppo del welfare, nelle politiche occupazionali,
nella riforma delle professioni più generale, in quello che sono tutti gli
aspetti sociali, in cui il servizio sanitario nazionale, e quindi il
servizio che svolgono gli infermieri per il cittadino, diventa un aspetto
fondamentale.
- Avere
questo tipo di visione dell’infermieristica permette a noi tutti, più o
meno impegnati, chi sul lavoro, chi nelle Associazioni, chi nella
Federazione, chi nel Sindacato, di avere un mandato più vero, più
complessivo, che fa i conti di più con una professione che tira su questo,
che è unita, non si frammenta, che non si parcellizza dietro a obiettivi di
minima entità, ma che ha prima di tutto una visione organica complessiva,
di quelle che sono le strategie della professione stessa, e che poi ha la
possibilità, in base al raggiungimento di quegli obiettivi di potersi anche
dedicare agli aspetti più interni della professione.
- Insomma
per chiudere, io ritengo che sia arrivato il momento di non guardarci solo
dentro, di aprirci di più verso l’esterno, e il lavoro che noi abbiamo
fatto ha significato questo, abbiamo bisogno di andare avanti, di fare in
modo che le competenze che qui sono state rappresentate e che sono il
risultato delle competenze di ognuno di noi, del lavoro che abbiamo fatto
tutti in questi anni, non si perda nella mentalità dell’infermiere
comunque di non andare più in là spesso del proprio naso: ma di avere una
visione di prospettiva, di sviluppo, aperta alle innovazioni e alle
trasformazioni della società civile.
- Personalmente
ritengo che questo sia lo stato
dell’arte, e su questo si debba continuare ad andare avanti; da due anni
forse in maniera un po’ più accanita, ma da quando siamo infermieri in
Italia, abbiamo accelerato un po’: dobbiamo accelerare ancora, proprio
come fanno gli infermieri quando lavorano che iniziano, camminano, tirano
... tirano, fino a che non hanno fatto tutto. Questa è la necessità attuale della professione infermieristica e
su questo dobbiamo insistere e dimostraci uniti se l'obiettivo deve essere
quello di compiere il salto verso l'Europa.
- Grazie.
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