Congresso Nazionale Aniarti 1998
INTENSIVITA’ ASSISTENZIALE RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA
Napoli (NA), 10 Ottobre - October 1998 / 12 Ottobre - October 1998
» Indice degli atti del programma
I.I.D.
Adriana Dalponte
11 Ottobre - October 1998: 14:20 / 14:45
- La
formazione permanente: quali prospettive per gli infermieri.
- (I.I.D.
Adriana Dalponte, responsabile Ufficio Formazione e Sviluppo APSS Trento)
-
- Introduzione
-
- Il
tema da me proposto è la formazione permanente quale leva strategica per
orientare comportamenti e quindi prodotti di qualità in considerazione
anche del contesto organizzativo in cui opera il professionista infermiere.
- Tutte
le aziende sanitarie riconoscono la formazione leva importante per attivare
i cambiamenti richiesti dai nuovi orientamenti legislativi in tema di
struttura organizzativa e gestionale dei servizi sanitari al fine di offrire
servizi coerenti ai bisogni del cittadino utente. Si è passati gradualmente
da un concetto di formazione come aggiornamento professionale, a formazione
permanente, quale leva strategica per la realizzazione degli obiettivi
aziendali. Il mio intervento si articolerà su una riflessione relativa ai
requisiti essenziali per la progettazione della formazione permanente per
una cultura infermieristica basata sulla evidenza scientifica e
sull’attuale contesto organizzativo dei servizi sanitari con particolare
riferimento alle condizioni di lavoro per gli infermieri.
-
- La progettazione della formazione permanente:
per una cultura basata sull’evidenza scientifica.
-
- Il
termine formazione permanente è usato ormai in molti documenti che
regolamentano la formazione dei lavoratori in sanità e viene definito come
l’insieme di tutte le attività formative volte allo sviluppo
professionale dell’individuo e alla realizzazione degli obiettivi
aziendali.
- Anche
il concetto di attività formativa ha assunto un concetto ampio che
considera sia la formazione di aula ma anche l’uso di testi, tecnologie
informatiche, ricerca intervento e apprendimento sul campo.
- Ma
quali sono i requisiti essenziali per la formazione?
- · Innanzitutto occorre considerare questa attività ad alta dinamicità
e complessità. Sono cambiati alcuni paradigmi, servono nuovi ambiti di
competenza (abilità informatiche, ricerca bibliografica) e nuovi modi di
progettazione e valutazione dei risultati. Oggi la professione
infermieristica è stata riconosciuta una professione intellettuale e come
tale richiede:
- - interventi basati sull’evidenza scientifica
- - programmazione dell’assistenza su criteri di priorità e specificità
- - responsabilità sui risultati intesi non solo come output ma in
termini di esito di salute (outcome)
- - monitoraggio dei risultati e loro documentazione (report)
- La
formazione deve tenerne conto, supportando questo cambiamento attraverso una
cultura sempre più ricca di modelli cognitivi, utilizzando i dati di
ricerca come guida alla scelta degli interventi, elaborare criteri condivisi
per la definizione delle priorità di intervento anche in considerazione
dell’evoluzione dei bisogni.
-
- · Un altro aspetto importante da considerare quando si progetta un
intervento formativo per un approccio operativo basato sulle conoscenze è
l’analisi delle condizioni necessarie per applicare le conoscenze
alla operatività quotidiana. Spesso il vincolo più pesante è
caratterizzato dalla variabile tempo.
-
- Lucido:
-
- Le
condizioni per una approccio operativo basato sulle conoscenze scientifiche
-
- Tempo
per
- riflettere
- elaborare
- ricercare le conoscenze
- confrontare
- validare
-
-
- Attuare
prestazioni assistenziali basate sull’evidenza significa riconoscere che
non sempre le azioni infermieristiche sono supportate da principi
scientifici e alcuni aspetti assistenziali non trovano i fondamenti nella
ricerca. Inoltre i principi scientifici possono offrire metodologie di
approccio che non trovano applicabilità al contesto lavorativo in cui
l’infermiere lavora.
-
- · Altro requisito rilevante riguarda l’approccio formativo. Bisogna
passare da una formazione disciplinare a quella di ricerca di aula,
privilegiando l’uso di logiche e metodologie piuttosto che tecniche,
orientare ad una leadership creativa, valorizzare comportamenti che
producono autonomia ed allenare ad agire in un contesto di incertezza di
risorse e ad alta dinamicità.
-
- · E per ultimo il requisito più importante: capire come il soggetto
apprende e quindi cosa deve apprendere.
- Secondo
Knowles, l’adulto apprende se si verificano alcune condizioni:
- - Il rispetto del ruolo del discente come persona autonoma e
responsabile delle proprie decisioni
- - L’utilizzo dell’esperienza lavorativa dell’individuo come punto
di partenza per ogni azione formativa
- - La consapevolezza nel discente della propria disponibilità ad
apprendere. Tale disponibilità è tanto maggiore quanto più un’azione
formativa si configura utile, significativa e trasferibile a breve termine
nel lavoro di tutti i giorni rispetto al ruolo dell’esperienza.
- Questo
approccio sottolinea l’importanza che ha l’individuo con la sua
esperienza e i suoi desideri e quindi la necessità di coinvolgere le
persone fin dall’inizio di ogni processo di programmazione ed attivazione
degli interventi formativi.
-
-
- Il contesto organizzativo dei servizi sanitari
e influenze nell’organizzazione dell’assistenza infermieristica.
-
- La
normativa ha definito l’infermieristica una professione intellettuale ma
le organizzazioni sanitarie non sempre riconoscono all’infermiere spazi
concreti di autonomia decisionale e condizioni di lavoro per un’assistenza
centrata sul soddisfacimento dei bisogni dell’utente.
- Il
processo di riforma dei servizi sanitari spinge verso una direzione per
obiettivi, la valorizzazione delle risorse umane, il lavoro di rete e la
responsabilità sui risultati in termini di qualità ed economicità.
- L’infermiere
ha investito molto in questo processo di trasformazione ma l’impressione
è quella di uno scarto troppo forte tra risorse impegnate e risultati
raggiunti. Il vissuto è quello di organizzazioni centrate ancora sulla
gerarchia quale strumento privilegiato di integrazione, una forte spinta
all’efficienza (quantità dei prodotti) e alla economicità di risorse
spesso penalizzando l’assistenza e meno la diagnostica e cura. Anche la
regolamentazione che disciplina il contratto di lavoro è passata da unica,
per tutti i dipendenti del S.S.N., a una differenziazione sostanziale per i
dirigenti rispetto al personale di comparto. Solo ai ruoli dirigenziali è
riconosciuto il tempo studio come attività di servizio (4 ore settimanali)
e autonomia nella programmazione del lavoro, escludendo tutte le professioni
infermieristiche.
- Un altro aspetto critico per l’infermiere è
rappresentato dal tempo lavoro; aumentano i bisogni sia in quantità che in
complessità, aumentano gli utenti in carico, c’è un continuo incremento
di regole e procedure standardizzate, diminuiscono le risorse. L’aumento
di compiti tecnico - pratici va a scapito della progettualità e dei tempi
per l’elaborazione dell’esperienza e la valutazione dei risultati. Di
fronte a questo scenario occorre attivare processi di riorganizzazione del
lavoro che privilegino le attività più importanti, eliminando quelle
inutili, al fine di ridurre il più possibile l’operatività, finalizzata
a sostenere le consuetudini per una organizzazione centrata sui risultati
definendo le priorità degli interventi su basi scientifiche e congruenti
agli obiettivi.
-
- Come
definire priorità dentro questa complessità?
- Gli
strumenti culturali sono: le conoscenze disciplinari proprie
dell’assistenza infermieristica, le conoscenze di management,
l’elaborazione dell’esperienza quali conoscenze tacite per
l’elaborazione di criteri che guidino nella attivazione di interventi
assistenziali mirati ai bisogni del singoli individuo, della collettività
di utenti e alle specifiche esigenze organizzative.
-
- Come
validare i criteri per l’individuazione delle priorità?
- Occorre che i
criteri siano condivisi dal team assistenziale, e vanno sperimentati e
quindi validati attivando processi di audit, confronto fra pari,
monitoraggio dei successi ed insuccessi e non ultimo l’attivazione di
progetti di ricerca e di benchmarking.
-
-
- Conclusioni
-
- La
formazione permanente è una leva strategica per supportare il
professionista infermiere ad aggiornare le proprie conoscenze e/o ad
acquisire nuove competenze, ma se il processo produttivo non si costruisce
su misura rispetto al contesto operativo in cui si lavora, si rischia di
“fare cultura” fine a se stessa piuttosto che mezzo per il cambiamento.
- Il
risultato della formazione è il cambiamento che viene realizzato e questo
è condizionato da molti fattori quali: la volontà dell’individuo di
apprendere, il contesto per l’apprendimento, la qualità del processo
formativo e l’utilità rispetto al lavoro svolto; ma se il cambiamento non
viene valorizzato e premiato il pericolo diventa quello di “sedersi sulle
consuetudini”.
-
-
- BIBLIOGRAFIA
-
-
- Di
Gregorio R., La formazione –
intervento nelle organizzazioni: esperienze e strumenti, Guerrini e
Associati S.r.l., Milano 1994
-
- Alessandrini
G., La formazione continua nelle
organizzazioni, Tecnodid, Napoli 1994
-
- Guaglino
Piero G., Carozzi Piera G., Il
processo di formazione: dall’analisi dei bisogni alla valutazione dei
risultati, Franco Angeli S.r.l., Milano 1992
-
- Castagna
M., Progettare la formazione. Guida
metodologica per la progettazione del lavoro in aula, Franco Angeli
S.r.l., Milano 1991
-
- Knowles
M., Quando l’adulto impara.
Pedagogia e andragogia, Franco Angeli S.r.l., Milano 1993
-
- Muti
P., Organizzazione e formazione,
Franco Angeli S.r.l., Milano 1992
-
- Masoni
V., Guida alle riunioni di lavoro per
assumere decisioni – d’informazione di coordinamento, Franco Angeli
S.r.l., Milano 1990
-
- Di
Gregorio R., La formazione –
intervento nelle organizzazioni: esperienze e strumenti, Guerini e
Associati S.r.l., Milano 1994
-
- Oriani
G., Reengineering: come riprogettare i
processi aziendali, Guerini e Associati S.r.l., Milano 1995
-
- Auteri
E., Management delle risorse umane:
fondamenti professionali, Guerini e Associati S.r.l., Milano 1998
-
- Morelli
U., Educazione manageriale: percorsi,
Franco Angeli S.r.l., Milano 1992
» Torna all'indice degli atti del programma