banner di sinistra banner di sinistra
Login
Ricerca
...oppure prova
la ricerca avanzata
Scenario
Organo ufficiale aniarti

Motore di ricerca

Aniarti Survey

Nuova survey su

Intraossea in emergenza: valutazione del consenso da parte degli infermieri

 

Indicizzati

Scenario e' indicizzato su CINAHL

(Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature) in EBSCO HOST.

Un nuovo traguardo per la diffusione della cultura infermieristica.

EfCCNa
Eurpean Federation of Critical Care Nursing Association

www.efccna.org

Connect
Journal of wfccna

Connect

IPASVI
Fed. Naz.Collegi IPASVI

www.ipasvi.it

HON
Health on the Net


Noi aderiamo ai principi HONcode.
verify here.

Congresso Nazionale Aniarti 1999

ACCREDITAMENTO E CERTIFICAZIONE IN AREA CRITICA.

Bologna (BO), 10 Novembre - November 1999 / 12 Novembre - November 1999

» Indice degli atti del programma

Obiettivo: Definire e dibattere sulla relazione esistente tra certificazione, competenza e accreditamento del professionista infermiere Moderatore : Annalisa Silvestro

12 Novembre - November 1999: 09:00 / 12:15

L’accreditamento professionale: 

ipotesi di sviluppo per i professionisti infermieri in Italia   

Angela Brandi   

Infermiera dirigente 

Responsabile Area Funzionale Servizi Infermieristici Azienda Ospedaliera Careggi – Firenze –   

Premessa   

Parlare di accreditamento dei professionisti significa anzitutto contestualizzare, nell’attuale quadro normativo e regolamentare, il tema delle professioni sanitarie e della loro aderenza al mandato sociale ed istituzionale attribuitogli.   

Gli interventi precedenti hanno in maniera puntuale descritto e delineato le leve del cambiamento e gli aspetti salienti della riforma del sistema sanitario nazionale nell’ottica del miglioramento della qualità dei servizi e della attuazione del patto cittadino-SSN che si traduce in pratica nella adozione del sistema di accreditamento delle strutture e dei professionisti quale garanzia al cittadino del mantenimento dei requisiti necessari ad erogare prestazioni sanitarie per conto del servizio pubblico.   

Vale però la pena di sottolineare, ancora una volta, gli elementi strategici che sottendono alla riforma laddove essa ribadisce in maniera ancora più determinata che nel passato, la necessità che i soggetti erogatori di prestazioni sanitarie – intendendosi con ciò sia le strutture sanitarie che i professionisti che operano nel sistema sanitario – rispondano alle esigenze di ottimizzazione dell’efficacia, dell’efficienza, dell’adeguatezza e della affidabilità.    

L’accreditamento istituzionale 

Per la prima volta nel nostro Paese si determina il vincolo e l’obbligatorietà per il sistema delle strutture e dei servizi sanitari di possedere e mantenere requisiti di tipo strutturale, tecnologico ed organizzativo ritenuti essenziali (minimi) per poter operare nel sistema sanitario pubblico. Ciò è quanto il decreto legislativo 502/92 ha definito come criterio di accesso dei soggetti fornitori ovvero delle strutture sanitarie al sistema organizzativo e di finanziamento pubblico. Il processo di accreditamento che ne deriva vincola le strutture ad aderire ad un processo di valutazione e verifica periodica dei requisiti posseduti innescandosi in tal modo un processo di miglioramento sistematico del sistema di produzione ed una attenzione continua alla aderenza e al mantenimento dei requisiti di accreditabilità.  

Il decreto legislativo 502/92 dà quindi avvio nel nostro Paese al processo di accreditamento istituzionale, proponendo alla società un sistema sanitario verificabile nelle sue componenti organizzative, strutturali, tecnologiche e relazionali, attraverso procedure di verifica e attestazione formale dell’aderenza a ben specificati requisiti. La specificità e singolarità del sistema di accreditamento istituzionale italiano sta nella sua obbligatorietà a fronte del carattere di volontarietà che l’accreditamento ha sempre avuto e continua ad avere nel resto del mondo. 

L’accreditamento dei professionisti 

Il tema di maggiore novità che oggi riscontriamo nelle norme che ridefiniscono le regole e i criteri organizzativo-gestionali del sistema sanitario è quello della acquisizione del principio di “congruità” delle prestazioni rispetto ai soggetti erogatori delle stesse valutati relativamente alla loro competenza. In pratica, si acquisisce quale elemento strategico del cambiamento e del miglioramento qualitativo del sistema, la valutazione delle componenti essenziali del processo di erogazione delle prestazioni e quindi delle componenti professionali quali soggetti erogatori delle prestazioni.  

Il decreto legislativo 229/99 traduce questo criterio in scelta politica e sociale laddove definisce e sancisce per le strutture del sistema sanitario l’obbligatorietà dell’accreditamento dei professionisti, caratterizzando ancora una volta il nostro Paese per la scelta e adozione di un sistema obbligatorio di valutazione e successivo accreditamento anche per le componenti professionali del sistema dei servizi e delle prestazioni.    

E’ fondamentale quindi contestualizzare rispetto al sistema delle professioni la logica e il processo di accreditamento.    

E’ cosa a tutti nota che il sistema di certificazione dell’abilitazione all’esercizio delle professioni sanitarie vigente nel nostro Paese non prevede il principio della ri-certificazione del titolo ai fini della certificazione periodica delle competenze e quindi della capacità professionale. L’acquisizione dell’abilitazione all’esercizio professionale (esame di stato) e la registrazione del titolo che rende oggettivabile tale abilitazione (conseguimento del diploma abilitante) sono da sempre gli unici criteri di regolamentazione del sistema professionale riguardo alla esclusività dell’appartenenza e al regime dei controlli delegati dallo Stato agli Ordini e Collegi professionali. Non è presente nel nostro ordinamento giuridico e professionale alcun concetto di sistematicità e periodicità nella valutazione del professionista il quale, quindi, una volta in possesso dei requisiti formali richiesti per l’esercizio della relativa professione (diploma abilitante e iscrizione all’albo professionale) mantiene per tutta la vita professionale la condizione di “esperto” dell’area di competenza e di esclusività professionale a cui risulta essere stato in un dato momento attribuito.

Nel resto del mondo, invece, l’acquisizione dello status di esercente una professione sanitaria coincide con l’acquisizione del titolo abilitante e la registrazione nell’albo/elenco professionale ma questo rappresenta solo l’avvio del processo di esercizio professionale e non il requisito per mantenere l’iscrizione all’albo/elenco e quindi la titolarità nell’esercitare competenza specifica senza che la capacità del singolo – in termini di conoscenza e abilità professionale – sia stata verificata, valutata e certificata. Nel resto del mondo, infatti, i professionisti sono periodicamente sottoposti a verifica e certificazione dello stato di mantenimento della propria competenza e abilità nell’erogare prestazioni ai cittadini, realizzando in tal modo lo scopo di garantire che la qualità tecnico-professionale sia mantenuta nel tempo e sia coerente con il modificarsi nel tempo delle conoscenze e delle abilità professionali richieste.   

Ecco in sintesi il fine dell’accreditamento professionale, fine questo fin troppo ovvio se si tiene conto che l’obiettivo da conseguire è il mantenimento - oltre che la garanzia - di prestazioni qualitativamente verificate e valutate in quanto ad efficacia, adeguatezza, congruità con i bisogni di salute e di assistenza dei cittadini.  

Tale è infatti il fine a cui mira la riforma ter, nel dichiarare quale presupposto necessario per la garanzia di qualità l’accreditamento delle strutture e dei professionisti da parte di chi è investito della responsabilità di gestire risorse pubbliche a tutela di un bene pubblico qual è nel caso specifico la salute dei singoli e della collettività.   

Acquisito il principio della irrinunciabilità del mandato attribuito alle istituzioni sanitarie per quanto attiene il processo di accreditamento unitamente al principio dell’obbligatorietà di essere sottoposti al processo di accreditamento, è opportuno soffermarsi a considerare nel merito l’impatto del processo sui professionisti o meglio, provare ad identificare quali dovrebbero essere

- gli ambiti di valutazione (cosa accreditare),  

- i tempi/le fasi della valutazione (quando),  

- le modalità della valutazione (come) e, non ultimo,  

- i soggetti che attuano la valutazione e quelli che certificano i risultati della valutazione ai fini dell’accreditamento del professionista (chi).  

L’esperienza dei Paesi dove l’accreditamento professionale è una realtà ormai da tempo ci potrà essere di aiuto per meglio approfondire gli elementi suddetti.    

Che cosa accreditare 

L’ambito specifico deve necessariamente essere delineato e puntualmente descritto. 

Il profilo professionale delinea in maniera puntuale l’ambito di competenza e responsabilità specifica attribuito all’infermiere.  

Per essere valutabile la competenza deve però essere declinata e strutturata in elementi oggettivabili, verificabili, pesabili, onde evitare che le valutazioni formulate risultino soggettive ovvero esprimano giudizi e non valori che, ordinati in scala, consentano di attribuire un valore espresso in pesi/punti alla variabile considerata nel processo di valutazione.  

Per essere valutabile la competenza dovrà infatti essere esplicitata e declinata rispetto alle sue componenti basilari e contestualmente esclusive: conoscenze, abilità, risultati, metodi e strumenti.  

Ne deriva che l’ambito specifico di valutazione del professionista riguarderà la sua formazione, la pratica clinica, i risultati conseguiti attraverso l’attuazione delle pratiche assistenziali, il contesto organizzativo intendendosi con ciò sia la struttura nella quale il professionista presta la propria opera sia la modalità organizzativa da lui adottata nell’erogare le prestazioni di competenza (strumenti operativi, modello assistenziale, sistema documentale). L’ambito specifico di valutazione andrà peraltro declinato rispetto alle componenti essenziali della funzione esercitata dal professionista (funzione clinica, funzione organizzativo-manageriale, funzione educativo-didattica, funzione di ricerca) in quanto ciascuna di esse richiede competenze specifiche e diverse e rimanda ad elementi altrettanto specifici di valutazione.  

Ciascun elemento andrà poi contestualizzato rispetto ai tempi della valutazione. E’ alquanto semplice, a tal proposito, acquisire come dato di fatto che l’infermiere neo diplomato rimandi ad un ambito di valutazione diverso - per complessità e gradualità - rispetto ad un infermiere abilitato da alcuni anni e che abbia maturato e documentato una esperienza professionale in specifiche aree cliniche.    

Quando accreditare 

Trattandosi di un processo che coinvolge il soggetto tenutario della competenza specifica a lui riconosciuta e attribuita in forza dell’acquisizione di una altrettanto specifica abilitazione all’esercizio professionale, ne consegue che l’accreditamento professionale si avvii partendo da un tempo zero (che corrisponde di norma al momento in cui il professionista accede al gruppo professionale iniziando la propria attività) e si sviluppi poi per l’intera vita professionale (in progress), verificando a cadenze temporali definite (di norma triennali) l’aderenza del professionista agli standard di conoscenza e abilità richiesti per il mantenimento della posizione “di merito” attribuitagli a fronte della prima valutazione.    

Come valutare per accreditare 

Tutti i sistemi di valutazione necessitano di un sistema di criteri/indicatori la cui specificità sia tale da garantire la valutabilità degli elementi che differenziano il valutato rispetto a tutti i soggetti valutabili. Tutti i sistemi di valutazione richiedono un sistema di misurazione che, oggettivizzando il risultato, garantisca la pertinenza, la congruità, la specificità e l’adeguatezza del giudizio.  

Diventa quindi indispensabile definire gli elementi essenziali di ciò che si vuole valutare (formazione, pratica clinica, processo e strumenti) e definire per ciascuno di la soglia di riferimento (soglia di accettabilità) per dichiarare accettabile il risultato della valutazione e quindi per determinare che il professionista è accreditabile rispetto a quello specifico elemento di valutazione.  

Ciascun ambito di valutazione andrà pertanto descritto rispetto alle sue componenti essenziali ed esclusive (contenuto, tempi, modalità operative, risultati) e messo in relazione a sistemi di documentazione/registrazione che ne attestino e ne certifichino l’aderenza ai criteri/ soglie di accettabilità.  

Chi accredita   

Tutti i sistemi di accreditamento vigenti nel mondo si caratterizzano per l’esistenza di authority indipendenti a cui è demandata la funzione di accertamento e verifica del possesso dei requisiti richiesti. Ciò per garantire autonomia e indipendenza di giudizio e, quindi, per garantire che il processo e il risultato della valutazione non sia in alcun modo condizionato e influenzato da fattori interni che ne inficerebbero la validità.

Il ruolo di valutatore è di norma affidato a gruppi di professionisti appartenenti all’area di riferimento ma in posizione di estraneità (non appartenenza) sia rispetto al contesto nel quale vengono definiti i criteri di valutazione sia rispetto al contesto nel quale viene gestito il risultato della valutazione (nel nostro caso la struttura sanitaria o professionale di appartenenza).

Il ruolo di “esperto” viene di norma attribuito alle società scientifiche, per quanto riguarda la definizione dei criteri e del sistema di pesi/soglie e alle organizzazioni professionali di tipo istituzionale (Ordini e Collegi) per quanto riguarda l’attestazione/certificazione dei risultati della valutazione e la tenuta degli elenchi dei soggetti accreditati di quelli accreditabili. 

Le norme presenti in Italia non forniscono al tema in questione soluzioni di tal genere, rimandando esse il tema dell’accreditamento professionale ad una commissione nazionale nella quale le componenti professionali sono rappresentate da soggetti nominati dagli Ordini/Collegi e della quale fanno parte rappresentanze del mondo sindacale, regionale, ministeriale, escludendo quindi qualunque coinvolgimento formale delle società scientifiche e delle associazioni professionali.

Andrebbe senza dubbio alcuno chiarito meglio il ruolo di ciascuno dei soggetti coinvolti nel processo di accreditamento, partendo dal presupposto che non sarà possibile comunque garantirne l’attuazione senza che i professionisti partecipino alla sua costruzione e senza che a ciascuno sia garantito il rispetto dei ruoli e delle specificità. 

Conclusioni   

Strategica, ai fini del risultato, risulterà essere la scelta che le professioni e le loro strutture professionali faranno riguardo al condividere e sostenere insieme, piuttosto che ciascuno per il gruppo che rappresenta, logiche e modelli coerenti con lo scopo e le finalità a cui l’accreditamento professionale tende. Strategica sarà la capacità di coesione che il mondo professionale saprà dimostrare nel portare avanti un progetto così importante per il sistema dei servizi sanitari e per lo sviluppo professionale, consapevole che le istanze da cui il progetto nasce sono tali da renderlo incontrovertibile e ineludibile.

» Torna all'indice degli atti del programma