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Congresso Nazionale Aniarti 1999

ACCREDITAMENTO E CERTIFICAZIONE IN AREA CRITICA.

Bologna (BO), 10 Novembre - November 1999 / 12 Novembre - November 1999

» Indice degli atti del programma

Elementi e criteri di accreditamento/certificazione per: Logistica Strumentazione Presidi Cesare Bonci Roberto Caciolo Riccardo Dainese Claudia Ghedini 

10 Novembre - November 1999: 15:00 / 16:30

Qualità e sicurezza dei dispositivi monouso 
  
Dott. Riccardo Dainese - Medica Valeggia S.p.A. 
  
 
 
 

 
La qualità ed in particolare la sicurezza del prodotto, viene garantita dal sistema produttivo dei fabbricanti, dalle procedure che si impongono e dai parametri che le Aziende stesse si pongono, generalmente superiori ai minimi imposti dalla direttiva. 
Ricordiamo di fatto che in caso di incidente è lo stesso fabbricante il responsabile, e a nulla serve il fatto che il dispositivo sia dotato o meno di marcatura CE. 
Dopo il 15 giugno 1998, non possono più essere prodotti dispositivi medici senza marcatura CE ai sensi della Direttiva 93/42/CEE !
 
 
 

La marcatura CE è l’espressione sintetica della dichiarazione del fabbricante o di un suo mandatario  
(se il fabbricante ha sede fuori della Comunità Europea) che un prodotto soddisfa tutti i requisiti legislativi di natura comunitaria ad essa applicabili: la sua funzione è pertanto quella di assicurare i pazienti, gli utilizzatori e le Autorità pubbliche degli Stati membri dell’Unione Europea, in merito al soddisfacimento degli obblighi normativi (in Italia la Direttiva 93/42/CEE è stata recepita nel nostro ordinamento con il Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n.46 e successive modifiche). 
E’ pertanto responsabilità e dovere del fabbricante produrre articoli che rispondano ai massimi requisiti di qualità. 
Questa non è un’operazione facile ed economica, al contrario risulta essere molto complessa, lunga e costosa. 
Ma vediamo di esaminare un ciclo di produzione, dal progetto alla commercializzazione, tralasciando la parte “meccanica” del prodotto, ovvero la parte visiva, quella che potrebbe far sembrare un prodotto uguale o molto simile ad un altro, ma che in realtà potrebbe avere delle differenza molto importanti, ma non direttamente “visibili”. 
Prendiamo ad esempio un semplice RUBINETTO (ma potrebbe essere un catetere od altro) 
Vediamo come procede la Società Vygon i cui prodotti sono distribuiti in Italia dalla Medica Valeggia S.p..A. che io oggi rappresento: 
 
 
 

Per la scelta del materiale plastico deve si tenere conto di una serie di fattori: 
 Aspetti regolamentari (direttiva 93/42 CEE) 
 1) Inerzia chimica e compatibilità con farmaci. Gli studi sulla compatibilità con i farmaci sono molto complessi riguardano sia l’interazione del farmaco verso il polimero (adsorbimento, assorbimento e permeazione), sia del polimero verso il farmaco (migrazione di componenti verso il farmaco come per esempio i plastificanti). 
2) Biocompatibilità e biostabilità. Secondo le nostre procedure sottoponiamo la materia prima ad una serie di test, con particolare attenzione alle norme ISO 10993 parti da 1 a 19. 
3) Attitudine alla sterilizzazione. La sterilizzazione comporta sempre delle modifiche alla struttura molecolare del materiale plastico e di queste variazioni si deve tenere già conto in fase di progettazione 
4) Performance meccanica. Si devono valutare le caratteristiche ottiche, la durata, la fluidità, le transizioni termiche, la resistenza meccanica (schiacciamento, strappo, choc, scoppio, piegatura) e resistenza alla fissurazione sotto sforzo meccanico e chimico. 
5) Trasformabilità. La scelta del materiale deve tenere conto ovviamente anche della facilità di messa in opera, facilità di assemblaggio, possibilità di incorporare additi o cariche quali coloranti, radiopacizzanti…. 
  
6) Funzionalità. Ovviamente è un punto fondamentale e, forse, quello più facilmente intuibile anche dall’utilizzatore. Il prodotto si potrà definire funzionale se rispecchierà certe caratteristiche, tra le quali: 
   
 
 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

· Trasparenza (recipienti, tubi) 
· Morbidezza (sacche, sonde, cateteri) 
· Rigidità (recipienti, raccordi, coni) 
· Bassa densità (trasporto) 
· Resistenza meccanica (cateteri, prolunghe) 
· Resistenza agli agenti chimici e compatibilità con farmaci 
· Resistenza all’aderenza di microrganismi (cateteri, sonde) 
· Permeabilità o impermeabilità ai gas o al vapore acqueo (pellicole per medicazione, recipienti) 
· Resistenza all’invecchiamento 
· Radiorilevabilità (radiopacità) 
· Rispetto dell’ambiente (riduzione della massa, ecobilancio, condizioni di smaltimento) 
· Prezzo 
· Facilità di approvvigionamento.  
  
Una volta “trovata” la formula giusta, viene scritta la procedura dettagliata e fatta la scelta del fornitore della materia prima. Ogniqualvolta arriva una consegna di materia prima, la stessa viene esaminata dai laboratori interni per verificarne l’esatta rispondenza con quanto richiesto. (test di laboratorio in procedura). 
 
 
 

 
La fase di produzione 
  
Tutti i presidi prodotti rispondono alla Direttiva 93/42/CEE che ha reso obbligatoria la marcatura CE di tutti i dispositivi medici prodotti dopo il 15 giugno 1998. Ma la marcatura CE assicura solo i minimi standard per la sicurezza del paziente. Per produrre articoli con marcatura CE non è obbligatorio che il produttore sia in possesso di certificazione di qualità in conformità alle norme della serie ISO 9000 / EN 46000 / EN 550. 
 Dopo i controllo e la scelta della materia prima, in fase di produzione è necessario eseguire : 
- Controllo per campionatura di tutti i lotti a tutti i passi di fabbricazione (estrusione, iniezione, assemblaggio, imballo) 
- Convalida periodica dei processi di fabbricazione per assicurarsi del buon funzionamento delle macchine o del livello di formazione degli operai 
- Controllo periodico della qualità dell’aria nelle “camere bianche”. 
   
 
 

 
La sterilizzazione 
  
 Il processo di sterilizzazione è complesso e necessita di una gestione a parte. Infatti esistono norme di sicurezza particolari atte a garantire la sicurezza non solo del prodotto, ma anche del personale operante e dell’ambiente ecologico. Non c’è tempo oggi per “immergerci” in questo campo, troppo tecnico e complesso per essere trattato in pochi minuti, ma di estrema e fondamentale rilevanza nell’economia di efficiente processo di produzione nel nostro settore . 
 
 
 
Il prodotto finito 
  
Una volta prodotto, confezionato e, se del caso, sterilizzato, vengono prelevati dei campioni per ogni lotto di produzione e gli stessi vengono sottoposti a tutti i test finali, sia chimici che fisici. Si verifica così che il prodotto risponda effettivamente a tutte le caratteristiche volute in fase di progettazione. Per i prodotti sterili si verifica l’avvenuta sterilizzazione e contestualmente la non tossicità (residuo ETO etc). 
 
 
 

L’Assicurazione della Qualità già in fase di progettazione e poi nella fabbricazione, verifica la 
conformità del Sistema di Qualità aziendale relativo alle norme in vigore in questo campo: 
- Norme serie ISO EN 9000: norme generali per il sistema di qualità 
- Norme serie EN 46000: norme specifiche per i dispositivi medici   
- Norme EN 550: norme relative alla sterilizzazione ETO (merita un capitolo a parte) 
 La Certificazione del Sistema di Qualità, richiesta volontariamente da un’azienda, viene rilasciata da organi preposti che in seguito effettuano visite ispettive periodiche atte a verificare il mantenimento o il miglioramento delle procedure certificate. 
   
 
 

 
 
Ovviamente in pochi minuti è molto difficile spiegare il complesso iter della produzione di qualità. L’importante è capire che ci sono diversi modi di produrre, seguendo diverse procedure. 
La Certificazione di Qualità, non obbligatoria, può essere sicuramente già da sola una garanzia di qualità e di sicurezza, ma sarà poi scelta dei produttori e dei distributori imporsi delle procedure “superiori” che avranno lo scopo di garantire uno standard di qualità di produzione e distribuzione sempre più alto. 
 Non è un caso infatti che norme ISO sono state codificate sulla base di principi che le industrie stesse avevano sviluppato come linee guida relative dei propri processi produttivi: il settore medicale ha fatto scuola in tal senso utilizzando i documenti GMP (Good Manufacturing Practices o Principi di Buona Fabbricazione). 
La Commissione Della Comunità Europea si rese conto di quale potente e riconosciuto mezzo di controllo del mondo industriale e dei servizi fosse la certificazione dei Sistemi di Qualità: la c.d. “Politica dell’Approccio Globale” ha quindi introdotto la possibilità per le Aziende di dimostrare la conformità dei propri prodotti ai Requisiti Essenziali definiti dalle Direttive europee, tramite la verifica del Sistema di Qualità. 
In alcuni settori industriali, e quello medicale è uno di questi, le norme ISO 9000 non sono state reputate sufficienti a coprire i requisiti di tipo legislativi e per questo, a livello europeo, e stato deciso di codificare e approvare dopo un complesso iter normativo le norme serie EN 46000. 
Le norme ISO 9000, applicate a livello internazionale al di là di ogni riferimento al tipo di prodotto o servizio, e le norme EN 46000, norme tecniche armonizzate europee specifiche per il settore medicale, hanno in se quindi un elemento di forza dato dal riferimento a principi uniformi di riferimento applicabili in tutta la CEE (tracciabilità dei lotti, gestione dei reclami e degli incidenti o mancati incidenti, garanzia del prodotto, ecc.) e un elemento di debolezza in quanto garantisce l’efficacia e l’efficienza dei processi di produzione o di distribuzione, ma non l’assoluta qualità dei prodotti. 
E’ quindi compito delle singole industrie e aziende attivare e rendere operative delle procedure atte a raggiungere livelli sempre più elevati di qualità e di eccellenza dei propri prodotti e quindi con migliori performance e livelli di prestazione.  
E’ facilmente intuibile, di contro, che seguire bene tutte le procedure, in particolare quelle riferite ai controlli ed ai test, comporta un onere economico non indifferente e questo si riflette inevitabilmente sul costo del prodotto finito. 

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