La certificazione professionale
IID
Monica Casati
Direttore
“Scenario “ Organo Ufficiale
ANIARTI
Sezione
Corso DUI Bergamo, Università degli Studi di Milano
IID
Sonia Gualtieri
Dipartimento Emergenza Reggio Emilia
DDSI Sebastiani Stefano
Servizio di Anestesia e Rianimazione pediatrica - Policlinico S.Orsola-Malpighi – Bologna
Si può
considerare l'accreditamento professionale infermieristico come un processo
influenzato da tre aspetti fondamentali:
1. dimensione sociale, culturale e politica del paese in cui il processo
si sviluppa;
2. filosofia, logica e struttura del servizio sanitario del paese;
3. cultura professionale espressa dagli infermieri.
Assumono
particolare importanza, tra i fattori caratterizzanti i processi di
accreditamento:
1. il finanziamento dei livelli di assistenza (il tipo di finanziamento,
sia esso pubblico, privato, misto);
2. l'autonomia decisionale degli utenti;
3. il riconoscimento dell’autonomia stessa all'interno dei singoli
paesi;
4. gli investimenti in risorse umane e nella ricerca.
Il
Consiglio dell'Unione Europea attraverso la Raccomandazione UE (97) 17, da
poco tempo considerata dal nostro paese, propone delle indicazioni per
definire dei meccanismi di programmazione e verifica dei livelli di erogazione
delle prestazione sanitarie.
Questo
documento, partendo dalla considerazione che il miglioramento della qualità
dell'assistenza sanitaria è una materia relativamente nuova e non
completamente sviluppata, propone delle indicazioni sugli elementi importanti
per lo sviluppo, tra cui compaiono:
1. l'eccellenza professionale e l'uso efficiente delle risorse;
2. i buoni risultati assistenziali;
3. il ruolo degli operatori;
4. l' empowerment dei pazienti;
5. la maggiore affidabilità delle professioni e delle organizzazioni
sanitarie.
L'eccellenza
professionale è inserita, anzi costituisce una chiave di volta, nel processo
destinato al miglioramento delle cure.
Il
processo di valutazione, con un carattere strutturale e sistematico, deve
essere parte integrante e permanente del lavoro quotidiano di tutte le
professioni coinvolte nelle attività sanitarie.
La
raccomandazione indica che l'esperienza dimostra come la qualità
dell'assistenza si promuova meglio rinforzando le opportunità degli operatori
sanitari all'auto‑valutazione e all'auto‑regolamentazione,
piuttosto che imponendo loro misure punitive di controllo.
Evoluzione
Nella
Carta di Riccione, Basaglia descrive l'accreditamento professionale come un enzima
per l'aumento della qualità delle prestazioni sanitarie.
Questo
enzima è stato ideato nei primi
anni del 1900 per l’esigenza di esercitare una forma di controllo non
coercitiva sugli ospedali, per assicurare un giusto riconoscimento
professionale e per dirigersi verso un diffuso miglioramento della qualità
dell'assistenza sanitaria.
Esso
viene studiato negli USA già nel 1912 da alcuni chirurghi dell’American College of Surgeon) che iniziano ad interrogarsi
sull'argomento; solo nel 1917
vengono definiti i primi standard
minimi.
Nel
1952 nasce la Joint Commission of Accreditation Hospitals [JCAHO], un organismo di
natura volontaria senza scopo di lucro e non governativo che ha l'obiettivo di
creare ed aggiornare gli standard e
di condurre attività di accreditamento.
Nel
1958, in Canada, viene costituita una commissione che riceve dal governo
l'autorizzazione all'accreditamento di organizzazioni ospedaliere.
Nel
1960 in Australia alcune associazioni professionali danno origine ad
un'organizzazione non governativa che dal 1974 ha un'operatività effettiva.
Questo evento ha promosso in Australia il dibattito sull'argomento.
Nel
1979, per iniziativa di alcuni professionisti, nei Paesi Bassi nasce, il CDO
(Istituto per la qualità dell'assistenza sanitaria) un consorzio costituito
dalle associazioni professionali, da rappresentanti delle assicurazioni
pubbliche e private e del governo, con l'obiettivo del miglioramento continuo
della qualità. È questo l'inizio della diffusione del nostro enzima
nel vecchio continente.
In
Gran Bretagna, infatti, nel 1989 nasce il King’s
Fund Centre. Esso propone la sperimentazione di un audit
organizzativo, con adesione volontaria, per valutare le attività
assistenziali e i risultati dell'assistenza sanitaria con l'obiettivo di
promuovere l'autovalutazione interna dei servizi sanitari stessi, fornendo un
supporto e uno status di
accreditamento.
È
interessante rilevare che, in questo processo, veniva dato un forte peso al
consenso dei professionisti per accreditare le strutture. Questo sviluppo è
originato dalla necessità di promuovere la crescita delle organizzazioni ma,
nel tempo, ha assunto nuovi significati per il bisogno, sentito dai governi,
di avere maggiori informazioni e garanzie, sulla qualità dell'assistenza.
In questo paese oggi esistono una pluralità di organismi che offrono sistemi
di accreditamento professionale ed ognuno di essi ha una sua importanza, un
suo status; ogni singolo "accreditamento" assume quindi una
rilievanza diversa relativamente allo status dell'organismo certificante.
L’associazione
americana degli infermieri dell'emergenza [ENA-Emergency Nurses Association]
si è posta delle domande sulla certificazione
(nella nostra accezione di accreditamento professionale) alle quali ha
dato delle risposte interessanti.
Si
riportano brevemente quelle ritenute più significative.
§ Cosa significa
certificazione?
1. dimostrare il più elevato livello nella pianificazione, valutazione,
insegnamento e collaborazione;
2. avere un'elevata autostima:
3. impegnarsi per lo sviluppo personale e proseguire nella crescita
professionale.
§ Cosa significa
certificazione per i clienti, le istituzioni e la professione?
Essa
significa:
1. per i clienti: validazione di conoscenze più avanzate di quelle di
base.
2. per le istituzioni: garanzia della professionalità degli operatori
per la qualità delle cure e per dimostrare di avere uno staff qualificato.
3. per la professione: dimostrazione della professionalità e
dell'apprendimento.
Nei
diversi documenti vi è consenso su alcuni punti centrali; si sostiene che se
l'obiettivo che si vuole raggiungere è veramente quello di migliorare la
qualità delle cure (nel senso di efficacia ed appropriatezza), allora
l'accreditamento professionale non può essere altro che condotto e realizzato
con la revisione tra pari,
attraverso un processo di tipo volontario e non coercitivo.
Esso,
inoltre, non dovrebbe puntare ai livelli minimi di prestazione ma all'eccellenza,
poiché la qualità dell'assistenza è fortemente influenzata dalla
competenza dei professionisti.
Da
più parti si pone l'accento sul fatto che l'accreditamento professionale
aumenta le possibilità di lavoro e
di spendibilità della professionalità e, non ultimo, aumenta le possibilità
di progressione economica degli
infermieri certificati.
Altri
elementi indispensabili sono la coesione e la coerenza interna tra i diversi
elementi dei diversi sistemi di accreditamento, siano essi professionali o
istituzionali; viene comunque ribadito come quello istituzionale dovrebbe
avere una caratteristica di autorizzazione all'esercizio e dovrebbe essere
pressoché obbligatorio, mentre quello professionale volontario e
all'eccellenza.
Risulta
rilevante, quindi, la regolamentazione di tutto il processo di accreditamento
professionale, nel più generale processo di accreditamento delle strutture.
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