Congresso Nazionale Aniarti 2000
Funzioni e rsponsabilita' infermieristiche
Genova (GE), 15 Novembre - November 2000 / 17 Novembre - November 2000
» Indice degli atti del programma
Sandro Baldo Cristina Morini
15 Novembre - November 2000: 10:30 / 11:00
- ESPERIENZA
DEL DIPARTIMENTO PROVINCIALE DELL’EMERGENZA DELLA PROVINCIA DI VERONA
- AFD
dr Cristina Morini
- IP
Sandro Baldo
- SUEM 118 Verona
Emergenza
-
- La
centrale Operativa del SUEM e l’elisoccorso iniziano la loro attività nel
1987. Il territorio di competenza copre un’area di: 3097 Km quadrati con
una densità di popolazione di 802.000 abitanti, in cui sono presenti 16
ospedali sedi di Pronto Soccorso, riuniti in tre Unità Locali Socio
Sanitarie ed un’Azienda Ospedaliera. La Centrale Operativa è il cuore del
sistema, ed è localizzata presso l’ospedale Policlinico di Verona; Il
coordinamento con i mezzi di soccorso sul territorio è garantito da un
rapporto ormai consolidato e regolamentato tramite specifici protocolli
operativi, con le strutture di riferimento delle 3 ASL della Provincia, che
corrispondono alle sedi di Pronto Soccorso degli Ospedali.
- Al
sistema fanno capo oltre 30 basi ambulanze, ubicate presso gli Ospedali, i
Servizi di Pronto Soccorso, le sedi delle Associazioni di volontariato.
-
- DIPARTIMENTO
IN NUMERI
- Personale
che fa parte del progetto Caposala 11, Infermieri Professionali 170,
Infermieri Generici 37, OTA/Aus. 20, Autisti 36.
- Enti
di Volontariato presenti sul territorio 11 con un parco di 100 mezzi.
- Posti
letto di area Critica suddivisa Rianimazioni Generali, Terapie Intensive
post operatorie, quali Cardichirurgica, Neurochirurgica, Terapie intensive
neonatali e pediatriche oltre Unità coronariche, sono in tutto 225
suddivisi tra 2 USL e 1 Azienda Ospedaliera.
- TITOLO
- Progetto
di coordinamento Provinciale tra SUEM e Pronti Soccorsi
- AREA
- Protocolli e
Procedure
- RESPONSABILE
- Dr. Giovanni
Cipolotti
- REFERENTI:
- IP
AFD Cristina Morini
- Gruppi
di lavoro:
- Gruppi
di lavoro attivati
- · Responsabili infermieristici
- · Responsabili Infermieristici e Infermieri Professionali
-
- STATO
DI AVANZAMENTO DEL PROGETTO:
- Progettazione gennaio 1999
- Realizzazione nel prossimo triennio
- Valutazione/revisione gennaio 2002
-
- Le criticità
evidenziate sono di due topologie di tipo organizzativo e di tipo
assistenziale come sotto descritte
-
- PROBLEMA:
- · Mancanza di uniformità nella raccolta e nel passaggio
d’informazioni della chiamata su numero unico 118
- · Mancanza di procedure chiare e condivise nella modalità del
passaggio delle consegne dei pazienti al pronto soccorso.
- · Mancanza di uniformità della dotazione dei mezzi che operano nella
provincia di Verona.
- · Mancanza di specifici Protocolli operativi uniformi per
l’espletamento d’interventi di urgenza - emergenza.
- All’inizio del
progetto i responsabili infermieristici hanno aperto degli osservatori che
evidenziassero la situazione di partenza.
-
-
-
- Situazione
di partenza:
-
- Negli incontri
svolti e negli “osservatori” attivati nei primi mesi dell’anno si sono
evidenziate carenze sia nelle
modalità operative e nella conoscenza reciproca. Si necessita di rivedere
la collaborazione, coinvolgendo direttamente gli operatori interessati, e di
sviluppare per ogni singola criticità uno specifico obiettivo di
risoluzione.
-
- OBIETTIVI
DEL PROGETTO
- 1. Uniformare le modalità di raccolta e passaggio di informazioni della
chiamata di urgenza-emergenza predisponendo una modulistica comune.
- 2. Uniformare la dotazione dei mezzi di soccorso che operano nella
provincia di Verona, definendo standard minimi di qualità.
- 3. Uniformare le modalità operative nell’espletamento degli
interventi di urgenza-emergenza, attraverso protocolli e procedure condivise
- 4. Migliorare la conoscenza reciproche realtà operatve.
-
- FASI
DI REALIZZAZIONE
- Obiettivo n.1
- · Rivalutazione e revisione della modulistica presente
- · Fase di ricerca: bibliografica, legislativa.
- · Realizzazione di una scheda comune.
- · Condivisione e discussione con tutto il personale delle unità
operative coinvolte nel progetto
- · Presentazione alla Direzione Strategica per approvazione.
- Obiettivo
n.2
- · Analisi della realtà dei mezzi presenti
- · Definizione della tipologia dei mezzi presenti nella provincia di
Verona
- · Definizione delle dotazioni standard
- Obiettivo
n.3
- · Analisi delle criticità esistenti.
- · Analisi delle attuali modalità operative.
- · Analisi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche.
- · Revisione della letteratura esistente per gli interventi di urgenza
ed emergenza.
- · Elaborazione di Protocolli comuni.
- · Condivisione e discussione con tutto il personale delle unità
operative coinvolte nel progetto.
- · Presentazione alle Direzioni Sanitarie per approvazione.
- Obiettivo
n4
- · Favorire l’interscambio tra i Pronto Soccorsi e la Centrale
Operativa attraverso il reciproco scambio della frequenza
-
- VALUTAZIONE
-
- · Valutazione della compilazione delle schede e confronto ad un anno di
distanza.
- · Verifica dell’uniformità dei comportamenti attraverso
l’osservazione attiva e diretta.
- · Approvazione della definizione degli standard comuni per la dotazione
dei mezzi.
- · Attivazione di un gruppo di lavoro che valuti i nuovi presidi,
offerti dal mercato.
- · Verifica dell’effettiva uniformità nella dotazione dei mezzi.
- · Verifica delle schede a confronto nei mesi precedenti
all’introduzione dei nuovi protocolli.
- · Valutazione, in aula, di casi reali attraverso griglie
d’interventi.
- · Valutazione della comunicazione tra gli infermieri dei servizi
coinvolti.
-
- LA
FORMAZIONE
-
- IL
CONCETTO DI FORMAZIONE PERMANENTE
- Definizioni
-
- “Processo
educativo che una persona intraprende al termine della formazione di base al
fine di migliorare le proprie conoscenze e competenze nell’ambito
professionale. E’ un imperativo morale che vincola ogni professionista e
che si sviluppa per tutto l’arco della vita.” (Definizione
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità O.M.S.)
-
- “La formazione
è lo strumento che consente la trasformazione delle competenze specifiche espresse realmente nell’attività quotidiana in quelle auspicabili
o ideali definite per uno specifico ruolo.”
-
- “Strumento per
la manutenzione continua e lo
sviluppo delle risorse umane all’interno dell’organizzazione e del ciclo
lavorativo.”
-
- Tipi
di formazione
- Possiamo
distinguere i seguenti altri tipi di formazione:
- · Formazione continua
- E’
una forma d’apprendimento continuo avvertita come esigenza
dell’individuo fondamentale per la sua maturazione, dura molto tempo
addirittura tutta la vita.
- · Formazione ricorrente
- Quando
la formazione si esercita in modi e forme istituzionalizzate
- · Aggiornamento
- Informazioni
riguardanti le novità in ambito professionale, è una componente tecnica
della F.P.. Si realizza occasionalmente e in periodi limitati.
-
- La formazione continua abbraccia, sia la formazione di base, sia quella
permanente sia quella ricorrente ed anche l’aggiornamento.
-
- OBIETTIVI
DELLA FORMAZIONE PERMANENTE
- Gli
obiettivi principali sono:
- · Rinforzare le conoscenze di base per la pratica assistenziale
- · Mantenere, espandere e aggiornare conoscenze ed abilità
- · Sviluppare l’esperienza clinica
- · Migliorare la qualità delle prestazioni professionali erogate
- · Organizzare le nuove conoscenze e competenze in interventi concreti
per la risoluzione dei problemi emergenti
- · Coinvolgere attivamente i professionisti nel processo educativo a
loro destinato
- · Individuare il contributo potenziale che ciascuno può fornire per la
realizzazione dell’obiettivo comune
- · Stabilire un linguaggio e dei modelli di riferimento comuni per
meglio organizzare il lavoro e il servizio
- · Costituire un supporto a modifiche organizzative realizzate
dall’Ente per consentire una migliore attuazione
-
- METODOLOGIA
DELLA FORMAZIONE
-
- Fasi
del processo formativo
- Il processo
formativo si suddivide in fasi cronologiche di seguito riportate:
- · Analisi dei bisogni formativi
- Si
deve in questo senso definire e prefigurare il cosiddetto “prodotto in
uscita” che tale azione formativa vuole attuare.
- · Progettazione formativa
- Si
tratta di prefigurare il modello di intervento formativo che più si adatta
a tradurre in termini di risultati i bisogni emersi in fase di analisi.
- · Realizzazione del processo formativo
- Si
deve tradurre in pratica il progetto formativo elaborato, adottando e
riadattando i metodi senza perdere di vista gli obiettivi prefissati.
- · Valutazione dell’azione formativa
- Si
tratta di validare o verificare con opportuni strumenti l’avvenuto
apprendimento (verifica dell’apprendimento) e il reale utilizzo dello
stesso nella realtà operativa quotidiana (verifica di trasferimento).
-
- STANDARD
DELLA FORMAZIONE
-
- La
formazione dell’infermiere deve rispondere ai seguenti standard:
- · Standard generale
- L’infermiere
è preparato e si tiene aggiornato sulla sua professione.
- · Standard specialistico
- L’infermiere
d’emergenza, riconosce il bisogno d’autoapprendimento ed aggiornamento,
ed è responsabile dell’acquisizione di conoscenze ed abilità che gli
permette di assistere al meglio durante l’emergenza.
- · Razionale
- L’autoformazione
e l’integrazione delle conoscenze apprese nella pratica è parte
importante del processo della formazione permanente.
- Criteri
- I
criteri di misurazione si dividono
in:
- · Generali
- 1. L’infermiere partecipa regolarmente alle attività di formazione
sia a livello clinico sia professionale più in generale
- 2. L’infermiere cerca di fare esperienze per mantenere il livello di
abilità raggiunto
- 3. L’infermiere cerca di acquisire le conoscenze ed abilità
necessarie per il proprio lavoro
- · Specialistici
- 1. L’infermiere di emergenza è responsabile di acquisire e dimostrare
di possedere le conoscenze necessarie per assistere durante l’emergenza
- 2. L’infermiere di emergenza si aggiorna con regolarità in base al
suo ruolo ed alle aree di sua competenza
-
-
- Struttura
- Il
nursing d’emergenza comprende l’integrazione di:
- · Pratica
- · Ricerca
- · Formazione
- · Professionalità
- Queste
quattro componenti del nursing professionale d’emergenza forniscono la struttura
degli standard dell’assistenza.
- Il
personale sarà preparato per le sue responsabilità nel Dipartimento di
Emergenza attraverso orientamento, aggiornamento professionale e formazione
permanente appropriati.
-
- MODELLI
DI RIFERIMENTO
-
- Società
scientifiche
- Quando
si vuole attuare un progetto formativo devono essere chiare le linee guida
di riferimento, sia per la stesura dei protocolli operativi, che per avere
la garanzia di un sistema di formazione con modalità e supporti didattici
definiti ed omogenei.
- Per
un progetto che sia rivolto al trattamento al paziente
nell’emergenza-urgenza, sia intraospedaliera sia extraospedaliera, si
ritiene utile ed auspicabile far riferimento alle più importanti società
scientifiche che si occupano dell’emergenza-urgenza, distinguendo le
tematiche della rianimazione cardiopolmonare e cerebrale, dal trattamento e
gestione del paziente traumatizzato.
- Per
quanto riguarda l’individuazione delle linee guida si distinguono i due
filoni:
- · Linee guida di rianimazione cardiopolmonare e cerebrale
- Di
questo specifico settore dell’emergenza si occupano le seguenti società
scientifiche: American Heart Association (AHA), Australian Resuscitation
Council (ARC), Heart and Stroke Foundation of Canada, European Resuscitation
Council (ERC), Resuscitation Council of Southern Africa, Italian
Resuscitation Council (IRC).
-
- · Linee guida per il trattamento del trauma
- Le
società scientifiche che s’interessano di questo settore sono:
- American
College of Surgeons (ACS), National Association of Emergency Medical
Technicians (NAEMT), Emergency Nurses Association (ENA), Italian
Resuscitation Council (IRC).
- Come
si può facilmente constatare quasi tutte le direttive sono state
autorevolmente pensate, elaborate e prodotte in Europa, Canada e Stati Uniti
d’America e quindi fuori del territorio nazionale.
- E’
quindi possibile seguire due strade:
- · Impostare un programma formativo autonomo facendo riferimento alle
linee guida internazionali o nazionali
- · Utilizzare pacchetti formativi disponibili da parte di società
scientifiche che hanno prodotto le linee guida e che rilasciano le relative
certificazioni
-
- RIFERIMENTI
LEGISLATIVI
-
- · Legge n° 833/78,
- Art.
2 (obiettivi), punto 8
- Art.
47 (personale dipendente), punto 6
- Art.
53 (piano sanitario nazionale), comma 4, lettera h
- Art.
55 (piani sanitari regionali), comma 2
- · D.P.R. n° 761/79, stato giuridico del personale delle Unità
Sanitarie Locali
- Art.
46 (aggiornamento professionale obbligatorio)
- · D.P.R. n° 821/84, attribuzioni del personale medico addetto ai
presidi, servizi, uffici delle Unità Sanitarie Locali
- Art.
19 (operatore sanitario dirigente)
- · D.P.R. n° 270/87, norme risultanti dalla disciplina prevista
dall’accordo sindacale
- Art.
26 (aggiornamento professionale e partecipazione alla didattica e ricerca
finalizzata), punti 1,3,6,7,8,11
- · D.M. 13 Settembre 1988, determinazione degli standard del personale
ospedaliero
- Art.
4 (servizi ospedalieri), punto C, comma 2
- · D.L. n° 29/93, norme in materia di organizzazione e rapporti di
lavoro nelle amministrazioni pubbliche
- Art.
17 (gestione delle risorse umane), comma 4
- · D.M. n° 739/94, regolamento concernente l’individuazione della
figura del relativo profilo professionale dell’infermiere
- Art.
1, comma 4
- · Costituzione Italiana
- Art.117
- · Codice deontologico della federazione I.P.A.S.V.I. (1977)
- Lettera
C (l’impegno tecnico operativo), punto 9
- · D.P.R. 27 Marzo 1992
- · Atto di Intesa Stato Regioni (G.U. n° 114 17/5/96) in applicazione
del DPR 27/3/92
-
- L’APPRENDIMENTO
-
- IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO
-
- Il
processo di apprendimento negli adulti
- Per apprendimento
s’intende un cambiamento definitivo del comportamento e per insegnamento
una qualsiasi azione pianificata diretta a facilitare il raggiungimento di
tale obiettivo.
-
- Il
meccanismo ciclico dell’apprendimento
- Il ciclo
dell’apprendimento origina da un elemento di innovazione
rispetto al quale l’individuo si trova inconsapevolmente incompetente;
la consapevolezza della
propria incompetenza è la molla che scatena l’esigenza dell’intervento
formativo.
- Il trasferimento
delle conoscenze ed abilità, attuato tramite il processo di apprendimento,
consente il raggiungimento di quella competenza, ora consapevole, che si
evolve verso la padronanza.
- L’obiettivo
finale è la trasformazione di quell’iniziale elemento di innovazione in
una pratica routinaria, espressione di una competenza inconsapevole.
-
- Le
caratteristiche dell’apprendimento
- Nell’individuo
adulto, per avere successo, l’apprendimento deve avere le seguenti caratteristiche:
- · Deve essere centrato su problemi specifici
- Deve
essere chiara l’attinenza con l’attività svolta ed avere ricadute
immediatamente realizzabili nell’ambito delle proprie competenze
lavorative.
- · Deve tenere conto delle esperienze precedenti
- Ogni
esperienza formativa deve pertanto avere origine dall’esperienza personale
dell’adulto.
- · Devono essere tenute in considerazione stima e concetto di sé
- Ci
deve essere un continuo feedback che rafforzi la motivazione
dell’individuo; ogni azione formativa deve svolgersi in un clima rilassato
e non ansiogeno.
- · Deve essere finalizzato al miglioramento delle conoscenze teoriche e
pratiche
- · Deve essere per quanto possibile volontario
- · Deve richiedere un coinvolgimento attivo
- · Deve essere teso al raggiungimento di obiettivi specifici e
chiaramente definiti
-
- Le
componenti dell’insegnamento-apprendimento
- Un’azione
formativa dev’essere diretta a sviluppare le competenze
della sfera conoscitiva, operativa e delle capacità personali.
- Le
relative componenti sono:
- · Componente conoscitiva (sapere).
- Comprende
tutte le informazioni, nozioni, teorie.
- · Componente psico-motoria (saper fare).
- Comprende
le tecniche e le manovre.
- · Componente affettiva (saper essere).
- Indica
l’atteggiamento nei confronti delle teorie e delle pratiche.
-
-
- IL
PROGETTO FORMATIVO
-
- L’AZIENDA
E LA FORMAZIONE
-
- Nella
nostra Azienda, si è avviato un percorso dove la formazione ha un ruolo
cardine nella progettazione e attuazione dei processi per la predisposizione
e il miglioramento delle funzioni e competenze molteplici e specifiche
presenti. La formazione quindi diventa funzione strategica per orientare i
professionisti verso una nuova cultura di tipo aziendale e una nuova cultura
professionale e, all’interno dei vari processi aziendali, si esprime nella
sua forma più eterogenea:
- · È il mezzo per acquisire informazioni e ampliare e/o approfondire la
conoscenza
- · Offre gli strumenti per sviluppare abilità e competenze
- · Permette la trasmissione di valori e norme di comportamento
- · Partecipa al miglioramento dei problemi organizzativi su nuove
metodologie di lavoro
-
- La
formazione tecnico professionale riguarda gli ambiti e le modalità più
tradizionali essenzialmente riferibili all’aggiornamento delle conoscenze
scientifiche ed allo sviluppo di abilità tecniche specialistiche del
personale che opera in tutte le strutture dell’Azienda.
-
- Protocollo
Aziendale n° 5835 (interventi in regime di urgenza ed emergenza), 1998
- …
utile ridefinire la problematica delle prestazioni da rendersi un regime di
urgenza ed emergenza a pazienti (ricoverati e non) che comunque si trovino
all’interno dell’Ospedale…
- …
prestazioni … da effettuarsi tempestivamente … da parte di tutto il
personale sanitario afferente alle diverse Divisioni e Servizi …
- …
sarà cura dei responsabili delle diverse unità operative, garantire il
necessario livello di preparazione di tutto il personale sanitario che a lui
fa riferimento …
-
- L’ACCREDITAMENTO
DEL SISTEMA FORMATIVO
-
- La
formazione rappresenta un punto essenziale nel percorso per
l’accreditamento delle strutture sanitarie.
- Nei
congressi, nei convegni, ed anche sulle ultime leggi, ampio spazio è dato
al concetto di qualità, ed essa potrà essere raggiunta solo attraverso
programmi di formazione permanente organizzati a livello di reparto,
dipartimento, azienda.
-
- Criteri
- Un
sistema formativo accreditato deve rispondere ai seguenti criteri:
- · Utilizzo di linee guida internazionali di riconosciuta validità
- · Contenuti, metodologia, procedure didattiche uniformi
- · Valutazione dei formatori per quanto riguarda le competenze culturali
e le abilità didattiche
- · Aggiornamento periodico dei contenuti formativi
- · Rivalutazione periodica dei formati
- · Rivalutazione periodica dei formatori
- Elementi
- Nella
stesura di un progetto di formazione ci sono alcuni elementi chiave sotto
riportati:
- · Finalità (problemi o criticità che possono essere risolti con la
formazione)
- · Obiettivi (obiettivi formativi specifici che ci si propone di
raggiungere)
- · Destinatari (i formati definiti per ruolo competenze e numero)
- · Modalità didattiche (struttura, metodologia didattica, strumenti
didattici del percorso formativo)
- · Durata (tempi di durata dell’attività formativa)
- · Docenti (elenco del numero e dei nomi dei formatori)
- · Programma ((definizione dettagliata del programma con i tempi, i
contenuti ed i formatori)
- · Valutazione (definizione dei criteri, contenuti e modalità della
valutazione finale)
- · Sede (indicazione della sede del corso)
-
- Caratteristiche
- Le
caratteristiche per il successo un progetto formativo sono di essere un:
- · Progetto chiaro
- · Progetto preciso
- · Progetto esauriente
-
- IL
CENTRO DI FORMAZIONE
-
- Problemi
e criticità
- A
questo punto si possono definire alcune problematiche che devono essere
risolte, al fine di arrivare all’obiettivo finale, rappresentato dalla
realizzazione pratica del progetto. formativo.
- I
principali problemi individuati sono:
- · Problema organizzativo: le criticità sono rappresentate dalla
gestione del progetto, dall’individuazione dell’unità operativa
referente per l’organizzazione, dalla disponibilità dell’Azienda
- · Problema logistico: la criticità principale è costituita
dall’acquisizione e disponibilità degli spazi idonei per i corsi
- · Problema didattico: le criticità sono rappresentate
dall’individuazione dei potenziali formatori, dalla loro istruzione e
dalla condivisione e applicazione di modelli didattici di riferimento
- · Problema risorse: le criticità sono da riferirsi principalmente al
reperimento e disponibilità, delle risorse umane e materiali, necessarie
per la realizzazione del progetto
-
- Campi
d’intervento
- Con
campo d’intervento s’intende l’area operativa nella quale il progetto
formativo a ragione d’essere, e per la quale s’intende proporlo e
realizzarlo.
- Come
aree operative si possono definire le singole unità operative o
reparti/servizi di un ospedale, oppure la singola A.S.L. o A.O. di una
provincia.
-
-
- IL
DIPARTIMENTO PROVINCIALE NASCITA
- GLI
OBIETTIVI:
-
- 1. Creare, all’interno del territorio provinciale, un organismo che
garantisca uno standard ottimale di prestazione agli utenti in caso di
intervento di urgenza-emergenza;
- 2. Identificare un percorso dedicato al paziente critico, omogeneo in
tutto l’ambito provinciale;
- 3. Ottimizzare l’utilizzo dei posti letto di area critica e dei
pazienti acuti, tramite la gestione d una rete informativa condivisa con
tutte le Unità Operative, con lo scopo di giungere alla gestione del posto
letto no più in ambito locale, ma provinciale;
- 4. Individuare gli standard minimi per le Unità Operative che operano
nell’emergenza urgenza (personale, dotazione mezzi, allestimenti,
protocolli clinici, procedure di intervento);
- 5. Pianificare un percorso formativo comune per gli operatori, che
specificamente costruito interno all’intervento di urgenza-emergenza nella
sua fase extra ospedaliera ed intraospedaliera, garantisca anche la
possibilità di un interscambio degli operatori fra le varie Unità
Operative;
- 6. Programmare interventi tesi ad aumentare nella popolazione delle
modalità corrette per l’accesso alle prestazioni relative
all’urgenza-emergenza sanitaria
- 7. Proporre alle Direzioni Strategiche e ai competenti uffici regionali
l’acquisizione e l’installazione delle tecnologie necessarie ad
aumentare l’efficacia nell’erogazione delle prestazioni di urgenza ed
emergenza.
-
-
- UNITA’ OPERATIVE AFFERENTI AL D.E.P.
-
- · Le Unità Operative che concorrono alle attività del D.E.P. sono:
- · Il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica
- · Le Direzioni Sanitarie, per il tramite delle Dirigenze Mediche
- · Le Unità Operative di Pronto Soccorso
- · Le Unità Operative di Anestesia e Rianimazione
- · Le Unità Operative di Medicina e Chirurgia Traumatologica e
Pediatrica
- · La Medicina di Base e il Servizio di Continuità Assistenziale
-
- Conclusioni
- Al di
là dell’organizzazione burocratica del Dipartimento (Capo del
Dipartimento, Consiglio del Dipartimento….) e degli interessi personali
che sembrano rendere impossibile la loro istituzione nell’organizzazione
sanitaria italiana, riteniamo che il dipartimento sia soprattutto una
filosofia, una cultura, una metodologia operativa che presuppone anche delle
rinunce ma il cui risultato finale è un sicuro vantaggio per chi vi lavora
e per chi deve beneficiare del servizio.
- La nostra
esperienza, nata da necessità operative di integrazione e miglioramento
delle varie realtà lavorative è nata per questi scopi e non per la volontà
di creare un dipartimento.
-
- Ci si è poi accorti che le nostre finalità
erano in realtà quelle proprie dello spirito dipartimentale, tanto è che
tutta la nostra esperienza si è poi trasferita all’interno
dell’organizzazione strutturale del Dipartimento Provinciale
dell’emergenza voluto dall’Azienda Ospedaliera di Verona e dalle ASL
della Provincia.
-
-
- Bibliografia
-
- · C. Calamandrei, C. Orlandi: “La dirigenza infermieristica,
manuale per la formazione dell’infermiere dirigente e del caposala”, ed.
Mc Graw-Hill, Milano
1998.
-
- · C.N.C. Atti Congresso Nazionale dei Caposala, Perugia 1998.
-
- · L. Benci: “Manuale Giuridico Professionale per l’esercizio del
nursing”, Milano 1996 aggiornato al 1998
-
- · C.N.C. Atti della giornata di studio: “Caposala tra passato e
futuro “, “Nuove prospettive del Collaboratore Professionale Sanitario
nelle Unità Operative e nei Dipartimenti Ospedalieri” Padova 26 giugno
1999.
-
- · Costa A., Olivieri V..Il
ruolo della formazione in Azienda. L’Ospedale e la città (Agenzia
trimestrale di informazione degli istituti Ospedalieri di Verona).
2000; 1, 16-17 Verona ed. Promodis Italia
-
- · Cunial E., Cipolotti G., Benci L.. 118 un servizio integrato per
l’emergenza territoriale. 1999; 6:79-80 Milano McGraw-Hill
-
- · Cescutti E., Ciarniello G.. Formazione permanete: una necessità
nell’era tecnologica. Scenario (Organo ufficiale ANIARTI). 1996; 3, 15-18
Firenze
-
- · AA.VV..Il processo d’apprendimento-insegnamento. Manuale istruttori
IRC.1996; 15-16
-
- · Donatelli N.S. e coll.. Standard del nursing nell’emergenza. 1995;
10:91-99 Milano ed. Masson
-
- · Safar P., Bircher N.G.. Rianimazione cardiopolmonare e cerebrale.
1990; 5:403-424
-
-
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