Congresso Nazionale Aniarti 2000
Funzioni e rsponsabilita' infermieristiche
Genova (GE), 15 Novembre - November 2000 / 17 Novembre - November 2000
» Indice degli atti del programma
Fabrizio Moggia
16 Novembre - November 2000: 15:00 / 15:30
- I bisogni
dei familiari dei pazienti ricoverati in un reparto di terapia intensiva
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Relatore: Fabrizio Moggia
- Infermiere – Sala Operatoria Cardiochirurgia,
A.O. Ospedale San Martino - Genova
- Paola Di Giulio
- Gruppo Di
Lavoro ANIARTI
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- In questo
contributo presentiamo solo i risultati dell’analisi dei bisogni dei parenti
dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Per un inquadramento generale e
per i riferimenti bibliografici sull’argomenti si rimanda al contributo di
Alessandra Magotti .
- Materiali e metodi
- In questo
lavoro saranno presentati i risultati dell’indagine già svolta da Magotti e
pubblicata sulla Rivista dell’Infermiere ( 1999; 18 -3-: 124:130 ). E’ stato
utilizzato lo stesso questionario già utilizzato nell’indagine citata. Il
questionario veniva somministrato ai parenti di pazienti ricoverati da almeno
24 ore, ed agli infermieri che assistevano questi pazienti.
- Ai familiari
veniva chiesto quali fossero i bisogni prioritari, da un elenco di 31 bisogni
i dieci ritenuti più importanti e tra questi di indicare quali erano i
prioritari in una scala da uno a tre.
- Agli infermieri
veniva invece chiesto quali fossero a loro avviso i bisogni prioritari per i
familiari, assegnando una priorità dallo stesso elenco proposto ai familiari.
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- Risultati
- Hanno risposto
all’invito di partecipare all’indagine quarantatre unità operative di area
critica: Rianimazioni, Terapie Intensive e Unità Coronariche.
- In questa prima
parte del lavoro vengono presentati i risultati dei primi 560 questionari
pervenuti dei 43 centri contattati di cui 270 compilati dai familiari e 290
dagli infermieri. Per quanto riguarda il grado di parentela (Fig. 1), i
familiari che hanno aderito sono così suddivisi: 44% coniugi, 20%
genitori, 20% altri (zii, nipoti, cugini e amici), 16%
fratelli.
- Il 33%
dei familiari era over 60, equamente distribuiti fra coniugi, fratelli e
sorelle.
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- Il 37%
dei pazienti aveva un’età superiore ai 70 anni con una media di 76 anni.
- Quest’ultimo dato
emerso in questa ricerca è particolarmente interessante poiché dimostra come
l’età di ricovero nelle terapie intensive si sta alzando.
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- Il ricovero in area critica era per il 57%
inatteso, per il 43% un peggioramento della malattia già preesistente.
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- Il 42%
erano soggetti considerati gravi, il 45%
in miglioramento e per il restante 13% i familiari non sapevano valutare le
condizioni: si trattava di pazienti i cui familiari ritenevano di non aver
ricevuto notizie sufficienti, tali da poter esprimere un parere sulla gravità.
Questo è un dato che ci deve far riflettere e che rivedremo nell’analisi della
soddisfazione dei bisogni percepiti dagli infermieri.
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- Gli infermieri che hanno risposto erano
prevalentemente donne (65%), con un’età media tra i 30 ed i 40 anni (55%);
anni di esperienza in area critica: 51% superiore ai 6 anni, 32% tra i 2 e i 6
anni, 17% inferiore ai 2 anni, con una media di anzianità lavorativa intorno
agli 11 anni.
- Questo ridotto
ricambio di personale porta ad un’alta qualità nell’assistenza con una
particolare attenzione ai bisogni come in effetti confermato nel nostro
studio.
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- Dall’analisi dei questionari compilati dai
familiari sono emersi i seguenti bisogni: nella prima colonna la tipologia dei
bisogni, nella seconda la percentuale di scelta e nella terza le priorità
assegnate. In quest’ultima, constatato che non vi erano dati significativi
sulla scala di priorità, anche per comodità di esposizione, li abbiamo
assommati e presentiamo solo l’indice di priorità..
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- I bisogni più citati sono di tipo informativo
e di sostegno; per quanto riguarda invece le priorità, l’unico dato rilevante
è il secondo bisogno “Sapere cosa viene fatto e perché”, avvertito
come secondo bisogno ma con una alta priorità di 168 partecipanti su 270.
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- I bisogni
considerati prioritari dagli infermieri sono ancora quelli di tipo
informativo, con una priorità maggiore sempre per il secondo bisogno cioè
“Saper cosa viene fatto e perché”.
- Come si può
facilmente osservare confrontando le tabelle, le scelte e le priorità di
scelta sono quasi sovrapponibili, in particolare per i primi 5 bisogni citati.
C’è quindi una buona concordanza tra gli infermieri e i familiari, perché
significa che gli infermieri sono molto attenti e precisi nella rilevazione
dei bisogni dei familiari, questo è gratificante per la nostra professione.
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- Nella tabella 3 si
può vedere come anche per la scelta dei bisogni meno importanti ci sia
coincidenza tra bisogni dei percepiti dai familiari e dagli infermieri.
L’unica discrepanza è il bisogno “Avere delle figure di riferimento esperte
in problemi della famiglia .
- Questo dato
riflette probabilmente più un bisogno degli infermieri di avere una figura a
cui delegare la comunicazione. Per i familiari, molto più concretamente, è
sufficiente che la comunicazione tra loro ed il personale ci sia.
Indubbiamente il momento critico della malattia richiede competenze specifiche
nel comunicare, ma forse la competenza nella comunicazione dovrebbe essere
un’attività trasversale, e non delegata ad una figura specifica.
- Le priorità nei
bisogni sono state analizzate in diversi sottogruppi di pazienti, per valutare
la presenza di differenze.
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- Per pazienti
giovani (Tabella 4) intendiamo un’età tra 0 e 15 anni con una media di 6 anni,
teniamo però presente che il nostro campione era solo di 17 casi. Si può
notare anche in questo caso che i bisogni non cambiano, è importante osservare
quanto il bisogno “Sapere cosa viene fatto e perché” è al primo posto
con il 100%
delle priorità.
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- I parenti di 107
pazienti anziani esprimono come priorità (Tabella 5) il bisogno di “parlare
con il medico almeno una volta al giorno” ed al quinto posto il bisogno di
“Ricevere informazioni in termini comprensibili”.
Chi esprime questo bisogno sono i figli degli anziani ricoverati, tutti con
un’età compresa tra i 40 e i 59 anni.
- I familiari degli
utenti considerati gravi erano 164. Anche in questo caso i bisogni non
variano. Compare al secondo posto “Sapere cosa viene fatto e perché”
superiore al 50%
nelle priorità.
- Le stesse priorità
vengono espresse anche dai parenti con pazienti in miglioramento.
- È quindi
importante notare quanto le variabili età e gravità non influiscano sui
bisogni percepiti dai parenti.
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- Bisogni percepiti
dagli infermieri
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- Tabella 6
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< 2 aa
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2 – 6 aa
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-
> 6 aa
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- Parlare con il medico almeno una volta al giorno.
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- 82
|
- 76
|
- 84
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- Sapere che cosa viene
fatto e perché.
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- 80
|
- 90
|
- 81
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- Sentirsi sicuro che
viene fornita la migliore assistenza possibile.
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- 78
|
- 81
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- 72
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- Per l’analisi dei
dati gli infermieri sono stati suddivisi in tre gruppi:
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- 46 infermieri neo assunti od operanti nell’unità
operativa di area critica da meno di due anni, con un’età media di 30 anni;
i dati emersi rivelavano che i primi tre bisogni coincidevano perfettamente
con i bisogni dei parenti.
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- 85 infermieri con due-sei anni di servizio; il
bisogno “Sapere che cosa viene fatto e perché”
ha una percentuale altissima: 90%.
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- 133 infermieri con un’esperienza superiore a sei anni
di servizio; poco più del 50%
dà come priorità: “Ricevere informazioni in termini comprensibili”.
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- Tra bisogni non
soddisfatti per gli infermieri (Tabella 7) “Avere una sala d'aspetto vicina
e confortevole” assume più importanza in relazione all’anzianità di
servizio; solo 96 parenti su 291 lo hanno ritenuto prioritario. Probabilmente
in situazione critica i parenti danno priorità elevatissima alle informazioni
sulle condizioni del congiunto. In una situazione cronica e di maggiore durata
nel tempo probabilmente anche gli aspetti alberghieri acquisirebbero
importanza. Gli infermieri infatti sono consapevoli delle condizioni a volte
precarie delle sale di aspetto. Il bisogno “Prima di entrare ricevere
chiarimenti rispetto ai presidi e le apparecchiature” è percepito come non
soddisfatto soprattutto dai neo assunti, e meno da coloro con maggiore
anzianità. Probabilmente l’infermiere meno esperto ha più problemi (o standard
diversi di livelli di comunicazione) nel riuscire a dare delle comunicazioni
corrette al parente
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- La concordanza tra
percezione degli infermieri e dei parenti è complessivamente elevata. L’età e
l’esperienza lavorativa non influenzano la percezione.
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- Per gli infermieri
risultano insoddisfatti solo i bisogni che i parenti non ritengono prioritari,
ma emerge chiaramente che entrambi valutano indispensabile il bisogno di
ricevere informazioni.
- Una riflessione
sulla qualità delle informazioni trasmesse: solo il 32%
degli infermieri la ritiene soddisfacente: sarebbe interessante andare ad
analizzare che cosa ne pensano i parenti, se sono realmente soddisfatti di
questo bisogno.
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- Termino con una
frase di Claude Simone che quando ricevette il Nobel per la letteratura nel
1985 parlando delle parole che ci hanno aiutato e ci aiutano, disse:
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- ” …Le
parole posseggono quel prodigioso potere di accostare e confrontare ciò che,
senza di esse, resterebbe sparso nel tempo…”
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- Ringraziamenti
- Desideriamo ringraziare la collega Alessandra
Magotti: è dopo essere venuti a conoscenza della sua ricerca svolta in
Trentino, che è nato in noi il desiderio di ripetere l’esperienza allargandola
a tutte le realtà operative italiane.
- Un altro grazie
sincero ai colleghi che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro,
sia rispondendo direttamente ai questionari sia fornendo supporto ai parenti
nella compilazione nella parte a loro riservata.
- Un ultimo
ringraziamento, ma non per questo meno importante e sentito ai parenti che,
pur attraversando un momento particolarmente difficile, hanno accettato di
partecipare alla nostra ricerca.
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