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- IID
Meris Fiamminghi , Direttore Servizio Infermieristico, Istituti
Ortopedici Rizzoli,Bologna
- AFD
Annella Mingazzini, Coordinatore Infermieristico
Dipartimentale, Coordinatore Infermieristico Servizio di Anestesia e
Rianimazione, Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna
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- La relazione è strutturata a partire da
una sintesi di alcuni elementi di contesto generale sanitario per passare attraverso i diversi modelli
organizzativi di articolazione dipartimentale.
- Seguono alcune riflessioni rispetto alla
professione infermieristica calata all'interno di questi modelli per
articolare poi due proposte di gestione flessibile delle risorse
umane/infermieristiche.
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- In questa diapositiva si evidenziano
trent’anni di sistema sanitario attraverso il filo conduttore delle
logiche di qualità.
- Alla fine degli anni 80 ed ai primi
degli anni 90 il sistema è particolarmente spinto verso logiche di
efficienza.
- Tale spinta è motivata in particolare
dal processo di aziendalizzazione e dal cambiamento del sistema di
remunerazione delle USL - da piè di lista a remunerazione a
prestazioni-DRG's.
- Alla fine degli anni 90 appare inoltre
la questione dell'accreditamento e dell'autorizzazione all'esercizio
per i fornitori del SSN.
- La riforma ter- Ministro Bindi e Governo
D'Alema - ci accompagna nell'anno 2000 ri-orientando il sistema verso
logiche di qualità centrate più sul cittadino che sul mero controllo
della spesa : è il 229 del 1999.
- Il futuro prossimo rappresentato dal
colore giallo è quello del cosiddetto "governo clinico" del
quale si parlerà più compiutamente in diapositive successive.
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- Un primo modello di articolazione
organizzativa dipartimentale è quella rappresentata in A ed in A1 ed
è caratterizzata dagli elementi descritti in diapositiva 4.
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- Un secondo modello di articolazione
organizzativa dipartimentale è quello presentato al punto B.
- Per logiche facilmente intuibili tale
modello è quello che stenta maggiormente a decollare.
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- Vengono presentate in diapo 6 alcune
riflessioni rispetto al "peso" gestionale che tali
Responsabili apicali di Dipartimento possono avere. Ovviamente si
possono anche intendere come ipotesi estreme ma...a volte è meglio
aspettarsi il peggio.
- Se il risultato che ci si propone è
quello della continuità assistenziale si può legittimamente dubitare
che una articolazione organizzativa di questo genere sia congruente e
facilitante il perseguimento di tale risultato per i
cittadini/pazienti. A maggior ragione quindi in articolazioni
Dipartimentali di questa fattispecie saranno solo gli infermieri a
poter garantire tale continuità assistenziale.
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- Anche al fine di contenere l'effetto
"tanti ospedalini in un solo ospedale" si propongono alcuni
suggerimenti che riteniamo utili non solo per i Dirigenti dei Servizi
Infermieristici ma per gli infermieri tutti.
- Pensiamo infatti che solo una maggiore
consapevolezza che certo deriva dalla informazione e dal
coinvolgimento di tutti sia fruttuosa in un momento di grande
"rivoluzione del sistema".
- Non si vuole con ciò suggerire logiche
"tribali" ma certo far riflettere sul valore
dell'aggregazione forte, sì.
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- Certo, i dipartimenti articolati per
percorsi diagnostici –terapeutici sono più congrui con i valori
della professione infermieristica che si pone, da sempre, in
un’ottica di persona intera e non di apparato/organo malato.
- In questa modalità organizzativa le
unità operative sia intra che extra-ospedaliere sono aggregate e
l’approccio al problema di salute del cittadino è di carattere
multidisciplinare.
- Il risultato che ci si propone è quello
della continuità assistenziale e una articolazione organizzativa di
questo genere è congruente con la ricerca di tale risultato.
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- La descrizione del “prodotto”
infermieristico è cruciale poiché necessita di condivisione nel
gruppo professionale e di evidenza nei confronti delle altre
professioni. E’ una necessità irrinunciabile e non solo per la
normativa vigente ( L.42/99,L.251/2000,D.739/94) ma per far emergere
il ruolo della professione infermieristica nel sistema sanitario e nei
confronti del cittadino. E poiché i patti vanno onorati occorre
articolare sistemi organizzativo-gestionali congruenti con gli
elementi espressi tali patti.
- La specializzazione medica è un
processo irreversibile che frammenta per forza l’approccio al
cittadino, per converso, quindi il ruolo della professione
infermieristica è quello di farsi garante della continuità
assistenziale.
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- Un primo modello di gestione flessibile
delle risorse infermieristiche è quello rappresentato in diapositiva
10.
- L'abbiamo scherzosamente chiamato
"mimetica della volante ridotta " poiché si configura come
un sistema che persegue l'efficienza attraverso un utilizzo
ottimizzato degli infermieri spostandoli, con un sistema di regole
generali e particolari, all'interno delle unità dipartimentali.
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- Il modello grafico in diapo 11
rappresenta :
- - nel quadrante a sinistra di chi
guarda, il dipartimento con all'interno Unità operative ( bianche )
aggregate in Unità maggiori definite Unità Organizzative ( gialle)
- - in ogni U.Organizzativa si mettono in
comune le risorse dell'organico integrativo e si fanno ruotare, con un
sistema di regole generali e condivise all'interno di tutte le Unità
Operative appartenenti alla Unità Organizzativa ( quadrante in alto a
destra)
- - le Unità Organizzative a loro volta
possono essere ulteriormente aggregate in sub-aree affini dove,
attraverso un sistema di regole generali e specifiche vengono messe in
comune e fatte ruotare le unità di organico integrativo ( quadrante rosso a destra in basso )
- - la rotazione delle unità
infermieristiche di organico integrativo si potrebbe spingere fino al
livello dell'intero dipartimento ( freccia bianca e rossa al centro
della diapo )
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- In questa diapositiva vengono presentati
i vantaggi e gli svantaggi del primo modello di “gestione flessibile
della risorsa Infermieristica”
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- E’ intuibile che possa esservi un
certo disagio da parte degli infermieri a recepire un sistema
gestionale che movimenta in ragione delle carenze o dei sovraccarichi
che possono verificarsi all’interno delle Unità Organizzative perciò
è bene progettare anche sistemi premianti non esclusivamente
economici.
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- Il primo modello proposto sembra
abbastanza utilizzato per cui pensiamo varrebbe la pena di valutarne
l’efficienza e l’efficacia studiando indicatori anche di carattere
qualitativo.
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- Nella diapositiva 15 viene descritto il
percorso a “cascata” di un altro modello di gestione flessibile
della risorsa umana che fonda i suoi presupposti sulla competenza o
expertise infermieristica.
- In questo caso per livello centrale
s’intende la Direzione del Servizio Infermieristico e si pone come
altro elemento la presenza di un Infermiere a livello dipartimentale.
- Il modello trae avvio dalla descrizione
del prodotto infermieristico a livello aziendale per essere poi
declinato in maniera integrata con l’area clinica all’interno
delle Unità Operative.
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- Questa diapositiva propone un “
ingrandimento” sulle attività propedeutiche da svilupparsi a
livello centrale per dare applicazione al modello.
- Nella definizione di tali competenze
deve essere coinvolta la linea operativa infermieristica ovvero gli
infermieri che stanno direttamente a contatto con i clienti nei vari
ambiti operativi.
- Un inciso sulle competenze dovute poiché,
al di là del loro significato intuitivo “ le minine necessarie per
…” vogliono anche, in una dimensione più ampia, rappresentare le
competenze necessarie ad un infermiere per esercitare in aziende molto
specialistiche ( Pediatriche, Ortopediche, Oncologiche,).
- Il catalogo delle competenze per la cui
articolazione è bene prevedere almeno sei mesi riteniamo sia utile
per i percorsi di inserimento, per i processi di valutazione sia
legati che svincolati dai periodi di prova, per i processi di sviluppo
orizzontale e verticale della carriera infermieristica, per
l’articolazione della formazione post-base e, naturalmente per
identificare le necessità di formazione a livello aziendale.
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- Il modello grafico vuole rappresentare:
- - del modello precedente viene mantenuta
solo la parte posta a sinistra di chi guarda ovvero l'articolazione in
Unità organizzative e l'aggregazione delle stesse in sub aree
definite secondo il principio della continuità assistenziale
indipendentemente dalla loro collocazione logistica
- - nella parte sinistra invece
l'inventario delle competenze distintive, smile di vari colori,
all'interno delle sub aree o delle Unità Organizzative
- -gli smile fucsia rappresentano le
competenze dovute e minine necessarie
- - gli smile in gradazione d'azzurro,
posti in alto vicino al
titolo, rappresentano le competenze per il futuro
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- Come si nota le competenze dovute
ruotano all'interno delle Unità organizzative identificate. Questo
elemento rimane necessario per ottimizzare l'impiego di risorsa
infermieristica all'interno di più Unità operative.
- Ma rimane limitato alle unità
Organizzative e muove risorse secondo regole generali e particolari di
Autogestione. Le unità Organizzative sono agreggate per continuità
assistenziale indipendentemente dalla loro collocazione logistica.
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- Nella versione “presentazione” il
modello mostra la
dinamicità attraverso il movimento delle prime ipotetiche quattro
competenze distintive( in basso a sinistra ) che, identificate
all’interno di una sub-area, aggregata per continuità
assistenziale, entrano nelle Unità Organizzative ed “innestano”
le competenze minime dovute che, dopo periodi diversificati di
apprendimento sul campo, usciranno da quelle unità organizzative per
entrare in altre delle stessa sub-area.
- Il primo periodo di inserimento delle
competenze distintive è il vero periodo di latenza del sistema che può
andare da sei mesi ad un anno. I costi da sostenere si ritiene possano
essere ammortizzati con l’aggregazione in Unità Organizzative.
Questo è il primo svantaggio, a seguire il secondo….non rende gli
infermieri tutti uguali ( se vogliamo che lo siano) e necessita di
infermieri motivati alla loro crescita professionale.
- I vantaggi : l’intelligenza di una
organizzazione è dare competenza a molti e non a pochi, competenza
che si esplicita nel rapporto tra il professionista ed il cliente.
- E’ un percorso che si sviluppa sulla
continuità assistenziale al cittadino ed ha come ulteriore fondamento
la definizione delle competenze infermieristiche.
- E’ utile per i percorsi di formazione
specialistica infermieristica post.base e per il tirocinio clinico
degli studenti Infermieri.
- Nei sistemi professionali il
“potere” è dato dalla competenza quindi l’ampia diffusione
della competenza rafforza il gruppo professionale ed rende evidente il
contributo specifico sia al cittadino che agli altri professionisti.
- Prepara il terreno organizzativo per
l'evoluzione professionale.
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- Rappresenta una brevissima sintesi del
concetto di "governo clinico" quello già apparso nella
diapositiva relativa alla evoluzione del contesto.
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- Questa diapo vuole invece rappresentare
i differenti livelli del sistema in cui si articolano gli elementi del
governo clinico. Dai Livelli centrali come Ministero e Regione in uno
Stato Federale,fino alla sua applicazione a livello locale e più
precisamente fino alla sua applicazione a livello professionale
individuale.
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- Gli Infermieri da almeno un paio
d’anni sono coinvolti in attività di miglioramento ed hanno anche
ormai dimestichezza con termini ed attività relative
all’accreditamento. Quanto scritto in questa diapositiva vuole
essere esemplificativo delle attività connesse al cosiddetta
“autoregolamentazione professionale”.
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- Semplicemente una sintesi di quanto
espresso nelle diapositive precedenti.
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- Siamo consapevoli di aver proposto un
modello difficile e forse innovativo di gestione delle risorse umane
poiché le stesse vengono considerate portatrici di conoscenza utile
all’Azienda ad a loro stessi. Ma pensiamo allo stesso modo che tutta
una serie di domande che noi stesse ci siamo fatte quando ANIARTI ci
ha affidato il compito fossero da collocare qui, per costruire la
nostra memoria dell’inizio di quella che certamente sarà una sfida
per la professione infermieristica e per il suo futuro.
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- Sì, pensiamo che sia una rivoluzione
dei paradigmi della professione e del suo modo di fare formazione,
tirocinio e pratica clinica.
- Quindi forse se abbandoniamo un po’
del vecchio, se dagli errori e dai successi impariamo allora sarà
contemporaneamente conclusione ed inizio.
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- “ Non lasciate che giovani anime siano
soffocate prima che esse compiano atti eccentrici e sventolino
pienamente il loro orgoglio. E’ il doloroso crimine del mondo che i
suoi bambini crescano ottusi, i suoi poveri siano come buoi,
zoppicanti e con occhi inerti. Non che essi digiunino ma digiunano così,
senza sogni. Non che essi seminino, ma essi raramente mietono. Non che
essi muoiano, ma che essi muoiano
come pecore” Vachel Lindsay
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