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Congresso Nazionale Aniarti 2000

Funzioni e rsponsabilita' infermieristiche

Genova (GE), 15 Novembre - November 2000 / 17 Novembre - November 2000

» Indice degli atti del programma

Utilizzare i criteri di efficacia ed efficienza e gli elementi di valorizzazione/motivazione professionale per la gestione flessibile della risorsa umana; Meris Fiamminghi Annella Mingazzini Alvisa Palese Giuliana Pitacco Adriana Dalponte

17 Novembre - November 2000: 09:00 / 11:30

 
IID Meris Fiamminghi , Direttore Servizio Infermieristico, Istituti Ortopedici Rizzoli,Bologna 
AFD Annella Mingazzini, Coordinatore Infermieristico Dipartimentale, Coordinatore Infermieristico Servizio di Anestesia e Rianimazione, Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna 
  
 
La relazione è strutturata a partire da una sintesi di alcuni elementi di contesto generale sanitario per passare attraverso i diversi modelli organizzativi di articolazione dipartimentale. 
Seguono alcune riflessioni rispetto alla professione infermieristica calata all'interno di questi modelli per articolare poi due proposte di gestione flessibile delle risorse umane/infermieristiche.  
  
 
In questa diapositiva si evidenziano trent’anni di sistema sanitario attraverso il filo conduttore delle logiche di qualità. 
Alla fine degli anni 80 ed ai primi degli anni 90 il sistema è particolarmente spinto verso logiche di efficienza. 
Tale spinta è motivata in particolare dal processo di aziendalizzazione e dal cambiamento del sistema di remunerazione delle USL - da piè di lista a remunerazione a prestazioni-DRG's. 
Alla fine degli anni 90 appare inoltre la questione dell'accreditamento e dell'autorizzazione all'esercizio per i fornitori del SSN. 
La riforma ter- Ministro Bindi e Governo D'Alema - ci accompagna nell'anno 2000 ri-orientando il sistema verso logiche di qualità centrate più sul cittadino che sul mero controllo della spesa : è il 229 del 1999. 
Il futuro prossimo rappresentato dal colore giallo è quello del cosiddetto "governo clinico" del quale si parlerà più compiutamente in diapositive successive. 
  
 
Un primo modello di articolazione organizzativa dipartimentale è quella rappresentata in A ed in A1 ed è caratterizzata dagli elementi descritti in diapositiva 4. 
  
 
Un secondo modello di articolazione organizzativa dipartimentale è quello presentato al punto B. 
Per logiche facilmente intuibili tale modello è quello che stenta maggiormente a decollare. 
  
 
Vengono presentate in diapo 6 alcune riflessioni rispetto al "peso" gestionale che tali Responsabili apicali di Dipartimento possono avere. Ovviamente si possono anche intendere come ipotesi estreme ma...a volte è meglio aspettarsi il peggio. 
Se il risultato che ci si propone è quello della continuità assistenziale si può legittimamente dubitare che una articolazione organizzativa di questo genere sia congruente e facilitante il perseguimento di tale risultato per i cittadini/pazienti. A maggior ragione quindi in articolazioni Dipartimentali di questa fattispecie saranno solo gli infermieri a poter garantire tale continuità assistenziale. 
  
  
 
Anche al fine di contenere l'effetto "tanti ospedalini in un solo ospedale" si propongono alcuni suggerimenti che riteniamo utili non solo per i Dirigenti dei Servizi Infermieristici ma per gli infermieri tutti. 
Pensiamo infatti che solo una maggiore consapevolezza che certo deriva dalla informazione e dal coinvolgimento di tutti sia fruttuosa in un momento di grande "rivoluzione del sistema". 
Non si vuole con ciò suggerire logiche "tribali" ma certo far riflettere sul valore dell'aggregazione forte, sì. 
  
 
Certo, i dipartimenti articolati per percorsi diagnostici –terapeutici sono più congrui con i valori della professione infermieristica che si pone, da sempre, in un’ottica di persona intera e non di apparato/organo malato. 
In questa modalità organizzativa le unità operative sia intra che extra-ospedaliere sono aggregate e l’approccio al problema di salute del cittadino è di carattere multidisciplinare. 
Il risultato che ci si propone è quello della continuità assistenziale e una articolazione organizzativa di questo genere è congruente con la ricerca di tale risultato.  
  
 
La descrizione del “prodotto” infermieristico è cruciale poiché necessita di condivisione nel gruppo professionale e di evidenza nei confronti delle altre professioni. E’ una necessità irrinunciabile e non solo per la normativa vigente ( L.42/99,L.251/2000,D.739/94) ma per far emergere il ruolo della professione infermieristica nel sistema sanitario e nei confronti del cittadino. E poiché i patti vanno onorati occorre articolare sistemi organizzativo-gestionali congruenti con gli elementi espressi tali patti.  
La specializzazione medica è un processo irreversibile che frammenta per forza l’approccio al cittadino, per converso, quindi il ruolo della professione infermieristica è quello di farsi garante della continuità assistenziale.  
  
 
Un primo modello di gestione flessibile delle risorse infermieristiche è quello rappresentato in diapositiva 10. 
L'abbiamo scherzosamente chiamato "mimetica della volante ridotta " poiché si configura come un sistema che persegue l'efficienza attraverso un utilizzo ottimizzato degli infermieri spostandoli, con un sistema di regole generali e particolari, all'interno delle unità dipartimentali. 
  
 
Il modello grafico in diapo 11 rappresenta : 
- nel quadrante a sinistra di chi guarda, il dipartimento con all'interno Unità operative ( bianche ) aggregate in Unità maggiori definite Unità Organizzative ( gialle) 
- in ogni U.Organizzativa si mettono in comune le risorse dell'organico integrativo e si fanno ruotare, con un sistema di regole generali e condivise all'interno di tutte le Unità Operative appartenenti alla Unità Organizzativa ( quadrante in alto a destra)  
- le Unità Organizzative a loro volta possono essere ulteriormente aggregate in sub-aree affini dove, attraverso un sistema di regole generali e specifiche vengono messe in comune e fatte ruotare le unità di organico integrativo ( quadrante rosso a destra in basso ) 
- la rotazione delle unità infermieristiche di organico integrativo si potrebbe spingere fino al livello dell'intero dipartimento ( freccia bianca e rossa al centro della diapo )  
  
 
In questa diapositiva vengono presentati i vantaggi e gli svantaggi del primo modello di “gestione flessibile della risorsa Infermieristica” 
 
E’ intuibile che possa esservi un certo disagio da parte degli infermieri a recepire un sistema gestionale che movimenta in ragione delle carenze o dei sovraccarichi che possono verificarsi all’interno delle Unità Organizzative perciò è bene progettare anche sistemi premianti non esclusivamente economici.  
  
 
Il primo modello proposto sembra abbastanza utilizzato per cui pensiamo varrebbe la pena di valutarne l’efficienza e l’efficacia studiando indicatori anche di carattere qualitativo. 
  
 
Nella diapositiva 15 viene descritto il percorso a “cascata” di un altro modello di gestione flessibile della risorsa umana che fonda i suoi presupposti sulla competenza o expertise infermieristica. 
In questo caso per livello centrale s’intende la Direzione del Servizio Infermieristico e si pone come altro elemento la presenza di un Infermiere a livello dipartimentale. 
Il modello trae avvio dalla descrizione del prodotto infermieristico a livello aziendale per essere poi declinato in maniera integrata con l’area clinica all’interno delle Unità Operative. 
  
 
Questa diapositiva propone un “ ingrandimento” sulle attività propedeutiche da svilupparsi a livello centrale per dare applicazione al modello. 
Nella definizione di tali competenze deve essere coinvolta la linea operativa infermieristica ovvero gli infermieri che stanno direttamente a contatto con i clienti nei vari ambiti operativi. 
Un inciso sulle competenze dovute poiché, al di là del loro significato intuitivo “ le minine necessarie per …” vogliono anche, in una dimensione più ampia, rappresentare le competenze necessarie ad un infermiere per esercitare in aziende molto specialistiche ( Pediatriche, Ortopediche, Oncologiche,). 
Il catalogo delle competenze per la cui articolazione è bene prevedere almeno sei mesi riteniamo sia utile per i percorsi di inserimento, per i processi di valutazione sia legati che svincolati dai periodi di prova, per i processi di sviluppo orizzontale e verticale della carriera infermieristica, per l’articolazione della formazione post-base e, naturalmente per identificare le necessità di formazione a livello aziendale.  
  
 
Il modello grafico vuole rappresentare: 
- del modello precedente viene mantenuta solo la parte posta a sinistra di chi guarda ovvero l'articolazione in Unità organizzative e l'aggregazione delle stesse in sub aree definite secondo il principio della continuità assistenziale indipendentemente dalla loro collocazione logistica 
- nella parte sinistra invece l'inventario delle competenze distintive, smile di vari colori, all'interno delle sub aree o delle Unità Organizzative 
-gli smile fucsia rappresentano le competenze dovute e minine necessarie 
- gli smile in gradazione d'azzurro, posti in alto vicino al titolo, rappresentano le competenze per il futuro 
  
Come si nota le competenze dovute ruotano all'interno delle Unità organizzative identificate. Questo elemento rimane necessario per ottimizzare l'impiego di risorsa infermieristica all'interno di più Unità operative. 
Ma rimane limitato alle unità Organizzative e muove risorse secondo regole generali e particolari di Autogestione. Le unità Organizzative sono agreggate per continuità assistenziale indipendentemente dalla loro collocazione logistica. 
  
 
Nella versione “presentazione” il modello mostra la dinamicità attraverso il movimento delle prime ipotetiche quattro competenze distintive( in basso a sinistra ) che, identificate all’interno di una sub-area, aggregata per continuità assistenziale, entrano nelle Unità Organizzative ed “innestano” le competenze minime dovute che, dopo periodi diversificati di apprendimento sul campo, usciranno da quelle unità organizzative per entrare in altre delle stessa sub-area.  
Il primo periodo di inserimento delle competenze distintive è il vero periodo di latenza del sistema che può andare da sei mesi ad un anno. I costi da sostenere si ritiene possano essere ammortizzati con l’aggregazione in Unità Organizzative. Questo è il primo svantaggio, a seguire il secondo….non rende gli infermieri tutti uguali ( se vogliamo che lo siano) e necessita di infermieri motivati alla loro crescita professionale. 
I vantaggi : l’intelligenza di una organizzazione è dare competenza a molti e non a pochi, competenza che si esplicita nel rapporto tra il professionista ed il cliente. 
E’ un percorso che si sviluppa sulla continuità assistenziale al cittadino ed ha come ulteriore fondamento la definizione delle competenze infermieristiche. 
E’ utile per i percorsi di formazione specialistica infermieristica post.base e per il tirocinio clinico degli studenti Infermieri. 
Nei sistemi professionali il “potere” è dato dalla competenza quindi l’ampia diffusione della competenza rafforza il gruppo professionale ed rende evidente il contributo specifico sia al cittadino che agli altri professionisti. 
Prepara il terreno organizzativo per l'evoluzione professionale.  
  
 
Rappresenta una brevissima sintesi del concetto di "governo clinico" quello già apparso nella diapositiva relativa alla evoluzione del contesto. 
  
 
Questa diapo vuole invece rappresentare i differenti livelli del sistema in cui si articolano gli elementi del governo clinico. Dai Livelli centrali come Ministero e Regione in uno Stato Federale,fino alla sua applicazione a livello locale e più precisamente fino alla sua applicazione a livello professionale individuale.  
  
 
Gli Infermieri da almeno un paio d’anni sono coinvolti in attività di miglioramento ed hanno anche ormai dimestichezza con termini ed attività relative all’accreditamento. Quanto scritto in questa diapositiva vuole essere esemplificativo delle attività connesse al cosiddetta “autoregolamentazione professionale”. 
  
 
Semplicemente una sintesi di quanto espresso nelle diapositive precedenti. 
  
 
Siamo consapevoli di aver proposto un modello difficile e forse innovativo di gestione delle risorse umane poiché le stesse vengono considerate portatrici di conoscenza utile all’Azienda ad a loro stessi. Ma pensiamo allo stesso modo che tutta una serie di domande che noi stesse ci siamo fatte quando ANIARTI ci ha affidato il compito fossero da collocare qui, per costruire la nostra memoria dell’inizio di quella che certamente sarà una sfida per la professione infermieristica e per il suo futuro.  
  
 
Sì, pensiamo che sia una rivoluzione dei paradigmi della professione e del suo modo di fare formazione, tirocinio e pratica clinica. 
Quindi forse se abbandoniamo un po’ del vecchio, se dagli errori e dai successi impariamo allora sarà contemporaneamente conclusione ed inizio. 
  
 
“ Non lasciate che giovani anime siano soffocate prima che esse compiano atti eccentrici e sventolino pienamente il loro orgoglio. E’ il doloroso crimine del mondo che i suoi bambini crescano ottusi, i suoi poveri siano come buoi, zoppicanti e con occhi inerti. Non che essi digiunino ma digiunano così, senza sogni. Non che essi seminino, ma essi raramente mietono. Non che essi muoiano, ma che essi muoiano come pecore” Vachel Lindsay 
  
 
  
  
 

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