Congresso Nazionale Aniarti 2000
Funzioni e rsponsabilita' infermieristiche
Genova (GE), 15 Novembre - November 2000 / 17 Novembre - November 2000
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SESSIONE SPECIALE : Società scientifica: significato, percorsi e ricadute sulla realtà infermieristica associativa e nazionale Elio Drigo Monica Casati Cesare Cislaghi Fabio Focarile
17 Novembre - November 2000: 14:00 / 16:30
- Introduzione
alla Sessione speciale
-
- Elio Drigo
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- Questa sessione
speciale nell’ambito del 19° congresso Aniarti si propone di iniziare il
cammino dell’Associazione per diventare una società scientifica.
- Siamo ben
consapevoli delle difficoltà che ci sono davanti e delle difficoltà di
percorrere questa strada.
- Abbiamo invitato a
questa tavola rotonda di comune riflessione, degli eminenti studiosi di questa
materia, i professori Fabio Focarile e Cesare Cislaghi. Monica Casati,
direttore di Scenario, la nostra rivista, contribuirà a precisare il
quadro nel quale si colloca questo intervento.
- Abbiamo anche voluto
estendere l’invito a partecipare a questa sessione anche a tutti i
rappresentanti della professione infermieristica, i Collegi e le Associazioni
ed ai direttori dei corsi di diploma universitario per infermiere, proprio per
significare l’importanza che questo momento vuole rappresentare per noi.
- Questa tavola
rotonda vuole essere anche, dopo una lungo esercizio ed allenamento, un
formale nastro di partenza per pensarci ed organizzarci come società
scientifica ed essere presenti ed identificati tra i professionisti del nostro
paese, particolarmente i professionisti sanitari.
- Il nostro campo di
interesse specifico è l’assistenza in area critica, ma è chiaro che questa
discussione verterà sulle linee generali dei significati e delle conseguenze
che tutto questo comporta per i singoli e per le aggregazioni di infermieri.
- Abbiamo voluto
partecipare all’intera professione il percorso che intendiamo fare per il
futuro e chiedere all’intera professione il supporto su questa strada,
convinti che sia una strada che va percorsa esclusivamente insieme.
- Si tratta di
identificare il sapere e l’essere della nostra professione, metterlo a
servizio di tutti per contribuire all’eccellenza dell’assistenza
infermieristica per le persone che si affidano a noi e per la società che ci
legittima ad operare.
- Qual è stato il
processo che ci ha condotti a questo momento?
- Mancavano, quando
l’Aniarti è sorta nell’81, riferimenti culturali specificamente centrati
sull’assistenza infermieristica verso i malati in situazione di criticità
vitale e verso la complessità di tutta l’organizzazione che attorno si stava
creando in maniera tumultuosa.
- Gli infermieri
delle terapie intensive si legavano alle aggregazioni ed esperienze dei medici
e riuscivano ad elaborare le loro considerazioni solo di riflesso, quasi solo
personalmente, non in forma aggregata ed omogenea.
- E’ nata l’Aniarti,
come associazione nazionale infermieri di anestesia rianimazione e terapia
intensiva (A.N.I.A.R.T.I.), ed è diventata associazione di “area critica” (Aniarti,
il nome dell’associazione e non più la sigla) in seguito ad un processo di
propria, forte identificazione in quanto infermieristica.
- E’ seguita una
declinazione dell’assistenza, quello che all’epoca si chiamava il nursing,
in termini concettuali, di operatività e di organizzazione, con l’ottica
rivolta al malato in situazione di instabilità e di rischio reale o potenziale
per la vita.
- Abbiamo definito,
per primi noi infermieri, Area Critica l’insieme delle strutture ad
alta intensità assistenziale e l’insieme delle situazioni caratterizzate dalla
criticità/instabilità vitale del malato e dalla complessità dell’approccio e
dell’intervento assistenziale medico/infermieristico.
-
- Ed è stato il
concetto che, nel nostro paese, ha contribuito grandemente a smontare dal di
dentro una concezione fino ad allora settoriale prima dei corpi e delle
malattie, poi delle strutture fisiche ed infine anche del servizio stesso alla
salute.
-
- I primi impegni
consistenti dell’associazione sono stati rivolti alla ricerca di strumenti
formativi strutturati (corsi di formazione post-base) che avessero le
caratteristiche di orientamento all’infermieristica, congruenti con l’idea di
area critica. Non più quindi copia adattata in scala minore dei corsi e dei
contenuti dei medici, ma percorsi formativi che fossero centrati sulle
esigenze della persona malata in situazione critica e dell’infermiere.
- Questa ricerca è
sfociata in una proposta di corso di specializzazione adottato da 5 regioni
italiane e tenuto per alcuni anni, formando centinaia di infermieri
specializzati in assistenza in area critica e non più solo in
terapia intensiva, rianimazione, emergenza…. Gli sviluppi e
le scelte, o le non-scelte politiche, hanno poi temporaneamente bloccato le
possibilità dei corsi.
- L’esperienza è
stata comunque una traccia di base per gli sviluppi ora in corso
sull’argomento.
-
- E’ risultato
chiaro aggregandosi, come, sulla base dei risultati conseguiti dall’assistenza
infermieristica di area critica in Italia, anche tramite il confronto con le
esperienze di altri paesi, la pratica assistenziale agita contenesse gli
elementi della scientificità: i risultati finali parlavano di per sé.
- Certamente gli
elementi della scientificità non erano chiaramente e sistematicamente
esplicitati.
- Questa non
esplicitazione è stata individuata come il campo nel quale si doveva lavorare
con impegno e da subito. Dunque era diventata una priorità per
l’associazione.
- Da diversi anni
ormai l’impegno delle iniziative si è orientato a percorrere una metodologia
che fosse in grado di garantire dimostrabilità scientifica delle scelte negli
interventi assistenziali in area critica.
- La rivista
Scenario, i congressi nazionali, le diverse iniziative culturali regionali, le
indagini, sono stati la comune palestra per questi esercizi e per
quello che consideriamo un lungo allenamento.
- Ora è venuto il
momento di misurarsi nelle gare, o meglio, nel contare i risultati.
-
- Oggi l’evoluzione
e la rapida trasformazione di tutto il contesto nel quale ci troviamo
(società, SSN, sistemi di accreditamento ad ogni livello…) non ci consente di
astrarci da quanto tutti decidono e da come tutti procedono nelle loro azioni.
- Non è più
possibile l’isolamento, né è pensabile una metodologia altra da questa.
- Il confronto con
la comunità scientifica estesa è implicito anche per gli infermieri.
- Professionalità
infermieristica sempre di più quindi, costruita con l’applicazione delle
conoscenze e competenze specifiche ma anche sulla sintesi delle altre scienze
affini.
- Questo significa
necessariamente la fine dell’isolamento della professione
- e anche l’inizio della
fase del contributo di una scienza nuova (infermieristica) a tutto campo.
- Diventa certo questa una
responsabilità ma anche una sfida a cui non sottrarsi.
- Siamo qui oggi a
formalizzare questa realtà per esserne consapevoli ed iniziare una strada
insieme unendo le prospettive, i progetti, le forze.
-
- Peculiarità
dell’infermieristica come scienza e peculiarità di una società scientifica
infermieristica: cercheremo di chiarirne i rapporti.
- Una società
scientifica ed una infermieristica come scienza operano sulla base di evidenza
scientifica classica utilizzata per le scienze esatte, ma anche di evidenza
secondo specifiche metodologie di valutazione individuate per quelle porzioni
dell’attività infermieristica che afferiscono ad aspetti che ci sono precipui
come ad esempio le relazioni, gli aspetti della palliazione e gli aspetti
educativi dell’assistenza.
- Come misurare
questi aspetti? Come attribuire loro caratteristica di scientificità ? Non è
così semplice. Dobbiamo comunque farlo.
- La metodologia
scientifica certo è assolutamente imprescindibile, ma diventa per noi
imprescindibile anche la pretesa nostra e la volontà, di dare finalmente corpo
a quell’impostazione filosofica sempre perseguita dagli infermieri, della
salvaguardia e della valorizzazione della globalità della persona.
- Non solo quindi
risposte assistenziali provate secondo i canoni classici della scienza e
replicabili sul versante fisico dunque, ma costituzione di bagaglio di
esperienze condivise ed accettate dalla comunità infermieristica nelle sfere
delle relazioni, del supporto palliativo, della conduzione esperta
dell’evoluzione della responsabilità delle persone rispetto alla propria
salute.
-
- Ci sembra che
questi aspetti citati a titolo di puro esempio, siano sufficientemente
importanti e nei confronti dei quali dobbiamo imparare ed impegnarci a dare
delle risposte.
-
- Oggi lavoriamo
insieme su questi temi cercando un percorso per il futuro.
- Grazie a tutti
quanti contribuiranno.
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