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Congresso Nazionale Aniarti 2000

Funzioni e rsponsabilita' infermieristiche

Genova (GE), 15 Novembre - November 2000 / 17 Novembre - November 2000

» Indice degli atti del programma

SESSIONE POSTER  

17 Novembre - November 2000: 16:30 / 18:00

BURN-OUT DELL’INFERMIERE PROFESSIONALE IN TERAPIA INTENSIVA
Greggio R*., Barbieri L.°, Dal Checco C.*, Fattoretto E.*, Ruzza L.*, Segalina S.*, Peruzzi S.#, Michieletto E.°, Balsamo P.°
*Ospedale S. Antonio Padova, °Azienda Ospedaliera Ospedale Civile di Padova, # Casa di cura Abano Terme 
  
Il burn-out è il processo attraverso il quale l’operatore sanitario si disimpegna psicologicamente dal lavoro in risposta allo stress che il suo precedente impegno gli ha causato [1]. E’ una strategia difensiva usata quando l’azione diretta di difesa dimostra l’inutilità di ogni sforzo; comporta la perdita di interesse per i pazienti, la perdita di considerazione positiva nei confronti dei colleghi e del servizio e il ritiro emotivo dal lavoro [2]. Uno dei più importanti fattori che contribuiscono allo stress lavorativo in Terapia Intensiva (TI) è la richiesta di un alto livello di competenza infermieristica. Gli operatori sono fortemente motivati a raggiungere una situazione di efficienza e di successo nel lavoro, ma i loro sforzi sono frustrati in situazioni di lavoro caratterizzate da impossibilità di previsione e mancanza di controllo personale, oltre che da carenza di gratificazione [3]. Altri fattori che ulteriormente gravano la tensione psicologica sono rappresentati dal notevole carico di lavoro e dal contatto con i familiari ansiosi e sotto tensione. 
In base a risultati emersi da uno studio Padovano [2] si può affermare che il personale infermieristico sviluppa ansia in misura maggiore rispetto al personale medico. Ma se l’ansia appare come un disturbo in agguato costantemente sul personale sanitario di TI, ancora più significativa è la presenza della depressione, in particolare negli infermieri. 
Emblematico delle differenze tra personale medico e infermieri, in tema di stress psicologico, è il rapporto di particolare vicinanza con il paziente [4]. Gli infermieri si rendono conto, come i medici, della significatività dei problemi psicologici vissuti dall’ammalato, ma nello stesso tempo ne vedono anche il corpo in una dimensione più umana: ai loro occhi il paziente vive, soffre, mangia, sporca, si lamenta, si irrita; e di fronte a loro provano sentimenti di vergogna e di imbarazzo. In definitiva gli infermieri sembrano avere un ruolo più “materno” nei confronti del paziente, rispetto ai medici, ma non meno frustrante. 
Sebbene sia presente all’interno dello staff medico-infermieristico della TI un certo grado di solidarietà, come osservato anche da Caldwell [5], che si esprime con la ricerca di spazi per stare assieme e con il desiderio di condividere i momenti di distensione, fuori e dentro il reparto, vi è comunque per i medici e gli infermieri della TI un concreto pericolo di burn-out. 
I meccanismi di difesa messi in campo con maggior frequenza dal personale infermieristico di TI sono:  
× L’isolamento: il distanziamento dal paziente e dalle componenti emotive della situazione; è totalmente inconscio e si verifica soprattutto nel personale medico mentre l’infermiere tende maggiormente ad evitare il rapporto con i familiari [6]. 
× La reificazione del paziente: il paziente diventa sempre più un caso clinico, un problema tecnico.  
× La razionalizzazione: l’incontro con il paziente, le sue sensazioni non sono più un problema emotivo ma assumono preminentemente le caratteristiche di un problema tecnico; questo meccanismo di difesa è adottato più frequentemente dai medici [7]. 
Alcuni recenti studi hanno evidenziato come non esista una correlazione caratteristica tra il grado di burn-out e l’età dell’operatore sanitario, sebbene differenti meccanismi difensivi vengano messi in atto tra gruppi diversi di operatori, anche n base alla loro età [8][9][10]. 
Spesso si realizzano meccanismi difensivi di gruppo; una delle dinamiche più interessanti è quella di tipo familiare, che si realizza nel gruppo terapeutico mediante la suddivisione precisa dei ruoli: ai medici viene in qualche modo riservato il ruolo decisionale, tecnico, paterno; ai paramedici quello protettivo, psicologico, materno [11][12]. Questo tipo di suddivisione dei ruoli è uno dei meccanismi difensivi che, assieme a quelli posti in atto individualmente, costituisce una risposta del personale di TI al sovraccarico d’ansia. Ma a lungo andare, tali meccanismi rivelano i loro limiti: si produce nuova tensione; ansia e depressione aumentano la conflittualità: si realizza spesso il burn-out. 
C’è da chiedersi se, a fronte di tale difficile situazione, esiste un margine di intervento e, in caso affermativo, come si possa intervenire in una situazione così complessa, avendone una visione globale. L’intervento non deve né può limitarsi al controllo dei comportamenti inadeguati, ma deve articolarsi in vari tempi e su vari piani, dal paziente ai familiari, dal personale medico a quello infermieristico. E’ infatti l’equipe terapeutica che forma la cultura e la temperatura emotiva del reparto, e sono proprio questa cultura e temperatura i “farmaci” fondamentali con cui intervenire. 
  
BIBLIOGRAFIA: 
[1]. Cherniss C The burn-out syndrome Sage publication Inc, Beverly Hills 1980. 
[2]. De Bertolini C, Rupolo G La sofferenza psicologica in rianimazione Ed. Patron, 1986: 37-57.  
[3]. Fitch MI, Bakker D, Conlon M Important issues in clinical practice: perspectives of oncology nurses Can Oncol Nurs J 1999 Fall;9(4):151-64.  
[4]. Cano Peregrina MA, Garcia Cordoba C, Garcia Ruiz E, Lopez Abellan M, Parera Duarri N Burn-out of nurses Enferm Intensiva 1996 Oct-Dec;7(4):138-46.
[5]. Caldwell T, Weiner MF Stress and coping in ICU nursin. A review Gen Hosp Psych 1981; 3: 119. 
[6]. Mennoia NV, Sacco S, Candura SM Burn-out risk in health workers at Alzheimer's units G Ital Med Lav Ergon 2000 Jan-Mar;22(1):43-6; discussion 62-3.  
[7]. Iacovides A, Fountoulakis K, Moysidou C, Ierodiakonou C Burnout in nursing staff: a clinical syndrome rather than a psychological reaction? Gen Hosp Psychiatry 1997 Nov;19(6):419-28.  
[8]. Kirwan M, Armstrong D Investigation of burnout in a sample of British general practitioners Br J Gen Pract 1995 May;45(394):259-60.  
[9]. Iacovides A, Fountoulakis KN, Moysidou C, Ierodiakonou C Burnout in nursing staff: is there a relationship between depression and burnout? Int J Psychiatry Med 1999;29(4):421-33.  
[10]. Atance Martinez JC Epidemiologic aspects of the burnout syndrome in hospital personnel Rev Esp Salud Publica 1997 May-Jun;71(3):293-303.  
[11]. Mauranges A, Canoui P Understanding nurses' professional burnout syndrome Soins 1998 Nov;(630):10-1.  
[12]. Crombez JC, Gascon L, Legault L, Pilic I, Plante G, Fontaine JG Burnout or professional exhaustion syndrome Union Med Can 1985 Mar;114(3):176-81. 
 

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