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Congresso Nazionale Aniarti 2000

Funzioni e rsponsabilita' infermieristiche

Genova (GE), 15 Novembre - November 2000 / 17 Novembre - November 2000

» Indice degli atti del programma

SESSIONE POSTER  

17 Novembre - November 2000: 16:30 / 18:00

UTILIZZO DELLA FISIOTERAPIA RESPIRATORIA NEL PAZIENTE CON INSUFFICIENZA RESPIRATORIA IN UNA TERAPIA INTENSIVA POLIVALENTE
Barbieri S.*, Salvaterra F.*, Michieletto E.°, Barbieri L.°, Greggio R.*, Dal Checco C.*, Fattoretto E.*, Marchiori G.*, Balsamo P.°, Nicoletto M*. 
*Ospedale S. Antonio Padova, °Azienda Ospedaliera ospedale Civile Padova 
  
Nella letteratura internazionale spesso è riportata l’efficacia della fisioterapia respiratoria (FTR) nell’outcome dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva (TI) [1][2]. I pazienti ricoverati per lungo tempo in TI possono sviluppare una miopatia critica (secondaria) e una neuropatia a causa dell’immobilità muscolare e della paralisi [3][4]. Secondo alcuni studi, tale problema può presentarsi in una percentuale compresa tra il 50% e l’80% dei pazienti, e in alcuni la disabilità permane anche ad un anno di distanza dalla dimissione [5][6][7]. La stragrande maggioranza di queste alterazioni vengono diagnosticate come acquisite in TI.
La fisioterapia toracica è efficace nel trattamento della neuromiopatia respiratoria qualora venga iniziata prima che il danno raggiunga un livello avanzato, ossia prima che il Volume Corrente (VC) si riduca in modo importante [8][9]. Se i segni clinici dell’insufficienza respiratoria neuromuscolare vengono riconosciuti (breathlessness on talking or swallowing, rapid shallow breathing), è importante mantenerli sotto una stretta sorveglianza clinica. Alcuni studi raccomandano di monitorare il VC (o PImax e PEmax) e di iniziare una fisioterapia toracica intensiva qualora il VC scenda a valori compresi tra 20 e 30 ml/Kg [10]. Opportuni interventi di fisioterapia possono migliorare la funzionalità respiratoria (scambio dei gas) e la prognosi della malattia, e sicuramente la ginnastica respiratoria riduce o evita il ricorso alla ventilazione artificiale [11]. La FTR viene usata nei reparti di rianimazione per minimizzare la ritenzione di secrezioni respiratorie, potenziare l’ossigenazione e riespandere segmenti polmonari atelettasici.
Secondo studi recenti la percentuale di atelettasie post operatorie varia entro margini molto ampi (dal 3 all’88%) già a partire dal primo giorno d’intervento fino alla 5° o 6° giornata post operatoria. I valori variano a seconda delle casistiche ma in realtà molti fattori influiscono sulla comparsa delle atelettasie (come l’età del paziente, la durata dell’intervento chirurgico, il tipo di intervento, di anestesia e in particolare la terapia antalgica intra e post operatoria) [12][13][14].
La American Association for Respiratory Care (AARC) ha stabilito linee guida atte a definire in modo preciso il ruolo dei terapisti respiratori all’interno dei reparti di TI [15]. Questi operatori, addestrati alla pratica in TI, possono eseguire un trattamento sicuro ed efficace sulla maggioranza dei pazienti critici [16].
Nella nostra TI polivalente nei pazienti con insufficienza respiratoria non viene effettuata la ventilazione non invasiva ma esclusivamente quella invasiva (Fig. 1-4) e la FTR è utilizzata nei casi insufficienza respiratoria acuta, post-acuta, cronica riacutizzata [17][18]. Nell’ultimo anno (agosto ’99-agosto ’00) sono stati ricoverati 450 pazienti di cui:
× 31.63% pazienti con insufficienza respiratoria, BPCO, EPA;
× 22.44% pazienti chirurgici (monitoraggio o complicanze postoperatorie);
× 294 pazienti (65,3%) sono stati intubati (o già intubati all’ingresso) e ventilati meccanicamente;
× 51 pazienti (11,33%) sono stati tracheostomizzati;
× 69 pazienti (15,33%) sono deceduti durante la degenza, 381 (84,6%) sono stati dimessi.
Durante la seduta di FTR, fisioterapista ed infermiere cooperano per effettuare vari esercizi finalizzati a:
1. Facilitare la tosse assistita, o stimolarla per ridurre i rischi legati all’accumulo di secrezioni tracheobronchiali [19];
2. Effettuare il drenaggio posturale per ottimizzare la ventilazione e migliorare il rapporto PaO2/FiO2 [20];
3. Eseguire vibrazioni e percussioni toraciche utili specialmente nei pazienti intubati e ventilati;
4. “Riallenare” i muscoli respiratori nel paziente in respiro spontaneo con il tubo a T o nel paziente ventilato in “Pressure Support”;
5. Effettuare una riabilitazione precoce della fase post-critica con esercizi respiratori, o con la riabilitazione degli arti inferiori e superiori;
6. Preparare il paziente all’estubazione in corso di svezzamento [21].
I risultati sono comunque molto validi giacché i pazienti ventilati con insufficienza respiratoria acuta hanno presentato un notevole miglioramento del quadro radiologico ed emogasanalitico e una riduzione delle atelettasie senza la necessità di eseguire broncoscopie.
I risultati ottenuti presso il nostro reparto sono dovuti per buona parte allo studio e alla standardizzazione delle tecniche fisioterapiche a seconda del tipo di popolazione ricoverata in TI, da parte del Servizio di Fisiochinesiterapia dell’ospedale S. Antonio. Indubbiamente affinché la FTR possa garantire l massima efficacia è necessaria in questa attività una collaborazione stretta del fisioterapista con i medici, gli infermieri, i dietisti; la cooperazione finalizzata al paziente e la fiducia reciproca rappresentano un obiettivo determinante per il raggiungimento di risultati validi e duraturi.
Le capacità professionali del fisioterapista (e dell’infermiere che è accanto al paziente) consiste:
1. Nel saper analizzare i segni clinici precoci di affaticamento, o dispnea;
2.  Nell’avere la padronanza delle diverse tecniche in relazione alla gravità del quadro clinico;
3. Nel saper analizzare l’evoluzione e i progressi o i peggioramenti clinici;
4. Nel raggiungere sempre maggior competenza tramite l’aggiornamento, la formazione continua e le verifiche scientifiche.
Il presupposto per l’ottimizzazione delle risorse consiste nell’attento monitoraggio delle condizioni cliniche e psicologiche dei pazienti durante la degenza in TI [22][23][24]. Le variabili psicologiche influenzano in modo significativo il processo riabilitativo e i suoi risultati, interferendo spesso nell’espressione di una disabilità, o determinando il rado in cui questa esercita il suo impatto sull’andamento funzionale.
In Italia il fisioterapista respiratorio spesso rimane l’esecutore di singole tecniche fisioterapiche, mentre sarebbe auspicabile che il terapista diventi soggetto attivo nell’assistenza al paziente respiratorio.
Il trattamento fisioterapico può risultare più costoso in termini economici rispetto alla gestione del paziente tramite intubazione e ventilazione meccanica, ma sicuramente ha un maggior apporto di benefici per il paziente stesso.
  
BIBLIOGRAFIA: 
[1]. Delphanque D, Antonello M, Corriger E Kinesiterapie et reanimation respiratoire Paris; Masson 1994. 
[2]. Lissoni A Riabilitazione respiratoria Ghedini ed: Milano 1992; 174-5. 
[3]. Zochodne DW, Bolton CF, Wells GA, Gilbert JJ, Hahn AF, Brown JD, Sibbald WA Critical illness polyneiropathy. A complication of sepsis and multiple organ failure Brain 1987; 110: 819-42. 
[4]. Latronico N, Fenzi F, Recupero D, Guarneri B, Tomelleri G et al Critical illness myopathy and neuropathy Lancet 1996; 347: 1579-82. 
[5]. Witt NJ, Zochodne DW, Bolton CF, Grand’ Maison F, Wells G et al Peripheral nerve function in sepsis and multiple organ failure Chest 1991; 99: 176-84. 
[6]. LeiJten FSS, Harinck-De Weerd JE, Poortvliet DCJ, De Weerd AW The role of polyneorupthy in motor convalescence after prolonged mechanical ventilation Jama 1995; 274: 1221-5. 
[7]. Berek K, Margreiter J, Willeit J, Berek A, Smutzhard E, Mutz NJ Polyneuropathies in critically ill patients: a prospective evaluation Intens Care Med 1996; 22: 849-54. 
[8]. Ropper AH Critical care of Guillain-Barré syndrome In Ropper AH Neurological and neurosurgical intensive care Ed. Raven Press, New York 1993; 363-82. 
[9]. A.T.S. Satement Standards for the diagnosis and care of patients with chronic obstructive pulmonary disease Am J Respir Crit Care Med 1995; 152: S77-S121. 
[10]. Latronico N, Guarneri B, Aloni S, Bussi G, Candiani A Acute neuromuscolar respiratory failure after ICU discharge Intens Care Med 1999; 25: 1302-6. 
[11]. Wong WP Physical therapy for a patient in acute respiratory failure Phys Ther 2000; 80(7): 662-70. 
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[13]. Christensen EF, Shultz P, Jensen OV et al Postoperative pulmonary complications and lung function in hihgrisk patients: a comparison of three physiotherapy regimens after upper abdominal surgery anesthesia Acta Anaesthesiol Scand 1991; 35: 97-104. 
[14]. Hall JC, Tarala RA, Tapper J, Hall JL Prevention of respiratory complications after abdominal surgery: a randomised clinical trial Br Med J 1996; 312: 148-52. 
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[21]. Ely EW, Baker AM, Dunagan DP, Burke HL et al Effect on the duration of mechanical ventilation of identifying patients capable of breathing spontaneously New Engl J Med 1996; 335: 1864-9. 
[22]. Ciesla ND Chest physical therapy for patients in the intensive care unit Phys Ther 1996; 76: 609-25. 
[23]. Nava S Pulmonary rehabilitation in a respiratory intensive care unit (RICU) Am J Resp Crit Care Med 1997; 155: A101. 
[24]. Zampogna E Terapista respiratorio? Sì grazie! Pneumorama 1997; 3: 64-6. 
 

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