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28° Congresso Nazionale

Infermieri e la questione del limite

Bologna (BO), 25 Novembre - November 2009 / 27 Novembre - November 2009

» Indice degli atti del programma

"La sofferenza palpabile" ... cambiare il volto della propria sofferenza per comunicare con il dolore dell'altro Antonella D'Errico , Parma

26 Novembre - November 2009: 11:07 / 11:09

LA SOFFERENZA PALPABILE”: CAMBIARE IL VOLTO DELLA PROPRIA SOFFERENZA PER COMUNICARE CON IL DOLORE DELL’ALTRO

Antonella D’Errico, Cardiochirurgia T.I., Azienda Ospedaliera Universitaria Parma

aderrico@ao.pr.it

 

Il personale della Terapia Intensiva Cardiochirurgica a Parma si è interrogato sui temi del dolore e della sofferenza dei pazienti, dei famigliari ed anche degli operatori.

E’ possibile prendersi cura in terapia intensiva? Il dolore ha un significato o ne esiste più di uno? È possibile osservare il dolore e la sofferenza con altri occhi? Qual è il limite tra tecnologia, terapia e etica? L’approccio empatico può applicarsi nei tempi a volte esigui e/o concitati delle TTII? Prendersi cura di sé consente di prendersi cura anche degli altri?

Il percorso di approfondimento condiviso di questi temi ha indotto a modificare la visione del nostro essere professionisti in un contesto tecnologico avanzato, che opera con buoni risultati, ma denso di sofferenza.

Per procedere con rigore e metodo verso una trasformazione omogenea del nostro modo di pensare ed operare, abbiamo progettato un percorso formativo per tutto il personale dell’Unità Operativa e condotto da esperti di settore: due psicologhe, un sociologo, una demoetnoantropologa, una tanatologa, esperti di etica ed altri ancora. Sarà gestito a moduli di apprendimento interattivi, che consentiranno momenti d’aula e di riflessione/introspezione, allo scopo di fornire ai professionisti strumenti utili per la gestione delle emozioni, dello stress e per la presa in carico o il prendersi cura, soprattutto in relazione alle tematiche del dolore e della morte.

Uno degli attuali elementi organizzativi su cui abbiamo molto dibattuto come conseguenza diretta delle riflessioni emerse è stato il modello di “terapia intensiva chiusa” all’ingresso di parenti o persone significative per i malati. Ci siamo contemporaneamente posti l’obiettivo di modificare il nostro approccio a tutti i fattori che determinano dolore e/o sofferenza ed alle delicate situazioni che si determinano in concomitanza con il processo del morire delle persone nella terapia intensiva.

Abbiamo acquisito forte consapevolezza del fatto che un tale obiettivo richiede un approfondimento culturale e quindi una metamorfosi del modello organizzativo complessivo per assicurare cure ed assistenza che siano rispondenti alle esigenze manifestate dai malati e loro persone di riferimento. Uno degli obiettivi finali del più ampio processo iniziato è anche rendere “aperta” la nostra unità operativa. Abbiamo iniziato con fiducia una decisa svolta ed anche una ripida salita.

Presenteremo gli elementi costitutivi e gli aspetti peculiari del nostro percorso, i fattori vincenti, le difficoltà incontrate, i primi risultati ottenuti e le prospettive in programma.

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