IL LIMITE TERAPEUTICO E IL
PROCESSO DECISIONALE DI FINE VITA IN RIANIMAZIONE PEDIATRICA
Alberto Giannini, Terapia Intensiva Pediatrica
Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena
La
natura stessa della medicina intensiva fa sì che medici e infermieri debbano
affrontare decisioni cruciali circa la vita e la morte dei loro pazienti.
Ancora più di altre discipline mediche, infatti, la rianimazione si confronta
con il limite terapeutico: la nostra medicina contemporanea, per quanto
sofisticata e “aggressiva”, spesso non è in grado di guarire i pazienti, di
salvare loro la vita o anche solo di incidere in modo significativo
sull’evoluzione della loro malattia.
Le
scelte di fine vita rappresentano uno degli aspetti più complessi e impegnativi
nell’ambito della rianimazione pediatrica. Il Gruppo di Studio per
Il
testo propone un processo decisionale basato sul principio che l’utilizzo di
uno strumento diagnostico o terapeutico deve rispondere a un “criterio di
proporzionalità”. Genitori adeguatamente informati, quali naturali interpreti e
rappresentanti del miglior interesse del loro bambino, possono contribuire a
valutare la gravosità del trattamento e la sua proporzionalità.
La
decisione di limitare, sospendere o non iniziare trattamenti di supporto vitale
giudicati sproporzionati rappresenta una scelta clinicamente ed eticamente
corretta. La decisione dovrebbe essere presa (a) in modo collegiale dall’équipe
della rianimazione e dagli altri curanti, (b) con l’esplicito coinvolgimento
dei genitori e (c) riportando nella cartella clinica del paziente le decisioni
prese e le loro motivazioni. La decisione di sospendere o non iniziare
trattamenti di supporto vitale non deve comportare mai né l’abbandono del
paziente né l’interruzione di tutte le terapie atte a trattare ogni forma di
sofferenza. Non è mai accettabile qualunque azione volta ad accelerare
deliberatamente la morte del paziente.
Queste
raccomandazioni auspicano una decisione il più possibile condivisa tra paziente
(quando possibile), genitori ed équipe medico-infermieristica. Assicurare una
piena informazione di tutti i soggetti coinvolti e che avvenga una piena e
tempestiva comunicazione tra essi rappresenta la chiave per raggiungere questo
obbiettivo.