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28° Congresso Nazionale

Infermieri e la questione del limite

Bologna (BO), 25 Novembre - November 2009 / 27 Novembre - November 2009

» Indice degli atti del programma

Controversie sulla determinazione di morte. Libro bianco del Consiglio di Bioetica del Presidente USA 2008. Nuovi razionali, stimoli, quesiti aperti Nereo Zamperetti, Vicenza

26 Novembre - November 2009: 18:03 / 18:04

CONTROVERSIE SULLA DETERMINAZIONE DI MORTE. LIBRO BIANCO DEL CONSIGLIO DI BIOETICA DEL PRESIDENTE USA 2008. NUOVI RAZIONALI, STIMOLI, QUESITI APERTI 

Nereo Zamperetti, Dipartimento di Anestesia e Rianimazione, Ospedale di Vicenza - ULSS n. 6 

nereo.zamperetti@ulssvicenza.it

 

Il concetto di morte cerebrale - proposto nel 1968 dallo Ad hoc Committee of the Harvard Medical School - è stato ufficialmente sancito nel 1981 dalla President's Commission for the Study of Ethical Problems in Medicine and Biomedical and Behavioural Research. In quello stesso anno, J. Bernat aveva chiarito il razionale scientifico-filosofico che ne sta alla base, cioè il motivo per cui la morte cerebrale corrisponde alla morte del paziente. Secondo la teoria da lui proposta, il cervello è l’organo integratore centrale dell’organismo, quello che fa si che il corpo non sia solo un contenitore di tessuti ma un insieme coordinato di organi che lavorano insieme in un tutto armonico. La morte del cervello metterebbe fine a tale ordine e di fatto segnerebbe la fine dell’organismo come tale. Questa teoria è dimostrata nella pratica dall’estrema instabilità dell’organismo in morte cerebrale.

Negli anni, tuttavia, è stata verificata la presenza di un certo grado di integrazione somatica anche negli organismi in morte cerebrale. Inoltre, grazie soprattutto ai progressi delle tecniche di supporto vitale, è stato possibile mantenere vitali tali organismi anche per tempi molto lunghi (mesi o anni).

Tale situazione è stata ufficialmente riconosciuto dal President’s Council of Bioethics nel dicembre 2008 (http://www.bioethics.gov/reports/death/index.html). Tale testo propone di abbandonare il termine whole brain death in favore di total brain failure, che corrisponde ad uno stato di profound incapacity; ammette la possibile persistenza di funzioni cerebrali residue nella morte cerebrale; ammette soprattutto la persistenza di una integrazione somatica significativa, sconfessando quindi l'idea che la morte cerebrale sia la morte dell'organismo in quanto fine dell'integrazione somatica. E propone la perdita della capacità di assicurare il lavoro fondamentale dell’organismo (the fundamental vital work of a living organism) come diverso e decisivo razionale.

L’accoglienza di tale proposta da parte della comunità scientifica è ancora in fase di verifica.

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