TECNICHE DI
COMUNICAZIONE, ASSISTENZA E SUPPORTO
CON I FAMILIARI DEL POTENZIALE DONATORE DI ORGANI E TESSUTI
Ettore D’Aniello*, Carmine Di Palma**
*Psicologia Clinica, **Rianimazione e Terapia Intensiva
Polivalente, P.O. “Mauro Scarlato” di Scafati, ASL Salerno
Una preparazione sulla corretta metodologia psicorelazionale
con i familiari del potenziale donatore di organi e tessuti è di fondamentale
importanza per i professionisti infermieri che operano in Terapia Intensiva di
Rianimazione. Ciò per innumerevoli aspetti, primo fra tutti l’ottenimento del
consenso al prelievo di organi e tessuti nel rispetto dei principi bioetici,
costituzionali e medico-legali.
L’infermiere è da sempre il professionista più vicino, relazionalmente,
ai familiari e diventa, per loro, un
punto di riferimento e nel contempo anche di interfaccia con l’equipe curante.
La comunicazione verbale e non verbale del personale tutto,
in Rianimazione, pregiudicano il consenso alla donazione.
Come identificare il leader del gruppo “familiari”?
Come comprendere la sua tipologia caratteriale?
Come comportarsi quando si diventa bersaglio per lo sfogo di
rabbia o quando si viene identificati come capri espiatori di situazioni
inevitabili?
Gli aspetti comunicativi e comportamentali sono innumerevoli
e il Coordinatore Locale per il prelievo di organi spesso proviene da un altro
ospedale, quindi da un’altra realtà, e, comunque, non può, da solo, espletare
tutte le operazioni prevista dalla normativa vigente e dalle linee guida
nazionali ed europee.
Inoltre, è indispensabile indurre una buona elaborazione del
lutto, oltre alla conoscenza e la gestione di tutte le sue fasi, poiché anche
una parola, dettata sicuramente dal buon senso personale dell’infermiere, ma in
contrapposizione ai principi delle giuste modalità relazionali, potrebbe
generare incomprensioni e bloccare il processo di elaborazione del lutto, o,
cosa ancora più grave, far regredire alle fasi precedenti, con conseguente
diniego alla donazione.
In pratica, l’infermiere, deve conoscere le condotte
relazionali e le modalità comunicative giuste per stabilire un ottimo rapporto
empatico, offrire la giusta relazione d’aiuto, cercare di ottenere, o non far
cambiare idea ai familiari, per il consenso alla donazione di organi.
Tutto ciò considerando le difficoltà comunicative con
persone la cui comprensione è compromessa dal momento di grave cordoglio che
vivono.