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28° Congresso Nazionale

Infermieri e la questione del limite

Bologna (BO), 25 Novembre - November 2009 / 27 Novembre - November 2009

» Indice degli atti del programma

Tecniche di comunicazione, assistenza e supporto con i familiari del potenziale donatore di organi Ettore D'Aniello, Salerno

26 Novembre - November 2009: 18:06 / 18:07

TECNICHE DI COMUNICAZIONE, ASSISTENZA E SUPPORTO CON I FAMILIARI DEL POTENZIALE DONATORE DI ORGANI E TESSUTI

Ettore D’Aniello*, Carmine Di Palma**

*Psicologia Clinica, **Rianimazione e Terapia Intensiva Polivalente, P.O. “Mauro Scarlato” di Scafati, ASL Salerno

danielloettore@tin.it

 

Una preparazione sulla corretta metodologia psicorelazionale con i familiari del potenziale donatore di organi e tessuti è di fondamentale importanza per i professionisti infermieri che operano in Terapia Intensiva di Rianimazione. Ciò per innumerevoli aspetti, primo fra tutti l’ottenimento del consenso al prelievo di organi e tessuti nel rispetto dei principi bioetici, costituzionali e medico-legali.

L’infermiere è da sempre il professionista più vicino, relazionalmente, ai familiari e diventa, per loro, un punto di riferimento e nel contempo anche di interfaccia con l’equipe curante.

La comunicazione verbale e non verbale del personale tutto, in Rianimazione, pregiudicano il consenso alla donazione.

Come identificare il leader del gruppo “familiari”?

Come comprendere la sua tipologia caratteriale?

Come comportarsi quando si diventa bersaglio per lo sfogo di rabbia o quando si viene identificati come capri espiatori di situazioni inevitabili?

Gli aspetti comunicativi e comportamentali sono innumerevoli e il Coordinatore Locale per il prelievo di organi spesso proviene da un altro ospedale, quindi da un’altra realtà, e, comunque, non può, da solo, espletare tutte le operazioni prevista dalla normativa vigente e dalle linee guida nazionali ed europee.

Inoltre, è indispensabile indurre una buona elaborazione del lutto, oltre alla conoscenza e la gestione di tutte le sue fasi, poiché anche una parola, dettata sicuramente dal buon senso personale dell’infermiere, ma in contrapposizione ai principi delle giuste modalità relazionali, potrebbe generare incomprensioni e bloccare il processo di elaborazione del lutto, o, cosa ancora più grave, far regredire alle fasi precedenti, con conseguente diniego alla donazione.

In pratica, l’infermiere, deve conoscere le condotte relazionali e le modalità comunicative giuste per stabilire un ottimo rapporto empatico, offrire la giusta relazione d’aiuto, cercare di ottenere, o non far cambiare idea ai familiari, per il consenso alla donazione di organi. 

Tutto ciò considerando le difficoltà comunicative con persone la cui comprensione è compromessa dal momento di grave cordoglio che vivono.

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