INTENSITA’ DI MONITORAGGIO E INCIDENZA DEI CRITERI DI CRITICITA’ NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO DI RENE E PANCREAS.
Sara Griffini, Alessandra Negro, Elena Farina, Chiara Gremizzi, Giacomo Monti, Luca Cabrini, Antonio Secchi, Adriana Dalponte
Università Vita-Salute, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
Introduzione
McQuillan mostra come i pazienti che ricevono cure “subottimali” presentano un rischio di mortalità raddoppiato rispetto agli altri gruppi di pazienti. Le aree che vengono viste come problematiche riguardano l’assessment al momento dell’accettazione, spesso ritardato, la gestione dell’ossigenoterapia, delle vie aree, del respiro, del circolo e del monitoraggio.
Obiettivo
Valutare l’intensità e l’adeguatezza del monitoraggio clinico effettuato in un reparto ordinario dopo trapianto di rene e/o pancreas, soprattutto nell’ottica di predire il deterioramento clinico del paziente. Rilevare l’incidenza di eventi critici.
Materiali e Metodi
E’ stato realizzato uno studio retrospettivo monocentrico su tutti i pazienti sottoposti a trapianto per 18 mesi in un singolo centro.
Sono stati arruolati nello studio tutti i pazienti sottoposti a trapianto di rene, rene-pancreas, pancreas, isole pancreatiche, dal 1 gennaio 2008 al 30 giugno 2009, presso l’Unità Funzionale di Medicina Trapianti dell’IRCCS San Raffaele.
Sono stati esclusi dal campione i pazienti ricoverati per accertamenti pre o post-trapianto.
Lo studio si è basato sulla consultazione delle cartelle cliniche per un totale di 49 pazienti arruolati, analizzando l’intera degenza fino alla dimissione. Non sono state prese in considerazione le giornate di degenza trascorse in Terapia Intensiva, in quanto non reparto di degenza ordinaria.
La raccolta dati e l’elaborazione è stata possibile grazie alla realizzazione di un database ex novo basato sull’individuazione di dati sui segni vitali e sui criteri di criticità adottati dall’Italian Resuscitation Council nel corso “METAL” come prognosticamente significativi.
Lo studio si è poi concentrato sull’analisi degli eventi critici individuati e sulle situazioni di “pre-criticità”.
Risultati
Sono stati analizzati 49 pazienti di cui il 58% di sesso maschile e di età media di 45 anni, per un totale di 1082 giornate di degenza.
Nell’intensità di monitoraggio si è osservato un picco di rilevazione nelle prime 24-48 ore postoperatorie, con un successivo rapido declino che si mantiene poi costante per tutte le restanti giornate postoperatorie.
La triade di parametri, costituita da pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione d’Ossigeno,risulta esser quella maggiormente rilevata giornalmente e con maggior costanza.
Al contrario le documentazioni riservate a frequenza respiratoria, stato di coscienza e pervietà delle vie aeree, risultano esser minime. (Grafico 1)
Grafico 1
Studiando la presenza di criteri di allertamento e l’eventuale successiva intercettazione di eventi critici, si è rilevato che 24 (49%) pazienti hanno presentato criteri di criticità: in 17 pazienti (35%) sono stati riconosciuti 53 criteri di preallarme (criteri “gialli” singoli), tali da richiedere l’allertamento del medico di reparto. In altri 7 casi (14% dei pazienti) hanno costituito veri eventi critici (un criterio “rosso” o due “gialli”) di pertinenza del medical emergency team. (Grafico 2)
Grafico 2
Le problematiche più comuni (49%) hanno riguardato il circolo, mentre meno frequenti sono state le problematiche respiratorie.
I criteri gialli singoli maggiormente individuati interessano una caduta della PA < 90 mmHg (29 criteri) e un peggioramento di due punti del punteggio ODAS (13 criteri). I casi si emorragia rilevati sono 9, mentre 8 quelli di improvvisa desaturazione <90%. (Grafico 3)
Grafico 3
L’incidenza di alterazione dei parametri si concentra nei primi 4 giorni postoperatori (grafico 4), con dei picchi importanti nelle fasce orarie dalla mezzanotte alle 03.00 e dalle 06.00 alle 09.00.
Grafico 4
La maggior parte degli eventi hanno interessato i pazienti sottoposti a trapianto di rene (27 casi).
Otto pazienti hanno richiesto un reintervento urgente e 4 un ricovero imprevisto in Rianimazione.
Conclusione:
Il piano di monitoraggio realizzato presso l’Unità Funzionale di Medicina Trapianti risulta esser abbastanza efficace nell’intercettare le condizioni di criticità e di pre-criticità.
L’intensità di monitoraggio risulta, però, calare nettamente 24-36h dopo il trapianto, mentre l’incidenza di eventi critici resta elevata per 96h. La formulazione di una scheda di monitoraggio ad hoc che mantenga alta l’intensità di monitoraggio soprattutto per le prime 96h potrebbe consentire un più rapido riconoscimento del paziente in fase di deterioramento