|
- NUOVI
ORIENTAMENTI NELLA FORMAZIONE INFERMIERISTICA COMPLEMENTARE
-
- Luisa
Saiani
- Vice
Presidente della Conferenza Permanente dei Diplomi Universitari
dell’Area Sanitaria
-
-
- Con
l’attivazione dei Diplomi universitari per Infermiere, si è realizzata
in Italia , una delle tappe fondamentali per la promozione e lo sviluppo
della professione infermieristica. Ma l’obiettivo potrà considerarsi
raggiunto solo quando sarà attivato
anche un sistema di formazione post-base ad indirizzo specialistico e un percorso di laurea per rispondere alle attese degli
attuali professionisti e alle complessità sempre maggiori dei servizi in
cui operano.
- L’emanazione
del profilo dell’Infermiere ( Decreto Ministeriale 739/94 ) ha
riconosciuto la
formazione post-base orientata in via prioritaria
a 5 aree : sanità pubblica, pediatria, salute mentale-psichiatria,
geriatria , area critica.
- Dopo
5 anni tuttavia il Ministero della Sanità non ha ancora emanato gli
ordinamenti didattici di tali corsi. La Federazione Nazionale IPASVI di
fronte a tale immobilismo ha deciso di elaborare , in collaborazione con
le associazioni infermieristiche e con esperti di formazione,
un progetto
complessivo di formazione complementare da proporre alle Regioni, ai
Ministeri, alle sedi formative per stimolare il confronto ma anche il
concreto avvio di sperimentazioni innovative.
- Contemporaneamente
un altro gruppo di studio lavorava
presso la Federazione per elaborare una proposta di Ordinamento Didattico
di Laurea in Scienze Infermieristiche con l’obiettivo di preparare la
leadership della professione che dovrà guidare processi di gestione
manageriale dei servizi infermieristici, processi formativi , di
insegnamento disciplinare e di
ricerca.
- Considerato
che la maggior parte dei colleghi
presenti al Congresso proviene dall’area
critica mi soffermerò a descrivere nel dettaglio il progetto
formativo riferito a questo settore.
-
- Livelli
di formazione post-base
- L’esigenza
di mantenersi aggiornati e di migliorare, nel corso della vita
professionale, le proprie competenze può trovare tre
livelli di risposta :
- ·
1°
livello dell’autoformazione
: ciascun professionista ha il dovere di studiare, approfondire aspetti
critici o problematici del proprio lavoro via via che si presentano,
attraverso la consultazione
di riviste, testi, banche dati e
la ricerca per via informatica, ma anche confrontandosi con colleghi di
altre realtà, con esperti o partecipando a convegni, congressi, ecc.
- ·
2°
livello del perfezionamento in un’area di competenza specifica:
richiede un percorso formativo più
strutturato, di norma dalle 100 alle 300 ore di apprendimento;
- ·
3°
livello della specializzazione in un’area di competenza
clinico-assistenziale : è il più complesso, richiede un impegno
formativo di 1200-1600 ore e
presuppone una successiva valorizzazione
nei servizi con funzioni e responsabilità proporzionali alla
professionalità conseguita. E’ ipotizzabile quindi che non tutti gli
infermieri raggiungano il 3° livello: solo a
titolo di esempio in futuro in una rianimazione potranno operare
infermieri generali, infermieri che hanno conseguito dei perfezionamenti
specifici e infermieri specializzati.
-
- La
proposta della Federazione Nazionale Collegi -che verra’ sviluppata
piu’ avanti - contiene una struttura modulare del percorso che consente
di soddisfare le esigenze formative descritte nel 2° e nel 3° livello.
E’ stata cosi’ concepita per rispondere ad una pluralita’ di offerta
formativa ed al principio di flessibilita’ curricolare tale da renderla
compatibile con i vincoli dei professionisti e delle organizzazioni.
-
-
- Il
profilo dell’infermiere specializzato
- Prima
di descrivere l’articolazione del percorso formativo, si sono definite
le competenze attese da un infermiere specializzato che comprendono
- ·
la
presa in carico dell’assistenza di una persona in fase critica
attraverso abilita’ di cura avanzate, approcci innovativi, strategie di
collaborazione interdisciplinare;
- ·
la
capacita’ di educare sia nell’ambito clinico che nell’insegnamento
formale dell’area disciplinare in cui e’ specialista allo scopo di
sviluppare le abilita’ di autocura degli utenti e dei loro famigliari;
- ·
la
capacita’ di agire come consulente per i colleghi e per gli altri
operatori per il monitoraggio degli standard di cura, per migliorare
l’assistenza sulla base delle evidenze scientifiche, per gestire
situazioni assistenziali particolarmente complesse sia sul piano clinico,
relazionale ed etico, per
stimolare l’innovazione di tecniche assistenziali;
- ·
la
capcaita’ di promuovere la ricerca infermieristica e l’applicazione
dei suoi risultati al fine del miglioramento della cura delle persone.
-
-
- I
principi di riferimento e le scelte metodologiche del progetto di
formazione complementare
- Secondo
le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’, il progetto
ha scelto un approccio pedagogico centrato sull’apprendimento e non
sull’insegnamento; all’interno di questa logica li principi e i metodi
che lo hanno ispirato sono cosi’
- 1.
la
formazione e’ orientata sui problemi prioritari di salute della
popolazione italiana e sui problemi di qualita’ dei servizi:
attraverso una analisi epidemiologica si e’ cercato di definire quale
parte dei bisogni prioritari di salute della popolazione implica anche
bisogni assistenziali di competenza infermieristica avanzata, al fine di
circoscrivere l’ambito di applicazione delle competenze professionali
specialistiche. Ne deriva che la formazione specialistica, ma non solo
anche quella di base, si snoda su campi che corrispondono ai bisogni
prioritari della popolazione definibili attraverso i criteri
dell’incidenza epidemiologica, della gravita’, dell’emergenza e
dell’esemplarita’ didattica.
- 1.
Formazione
centrata sull’apprendimento e non sull’insegnamento:
implica la scelta di metodi formativi che pongano lo studente in una
posizione attiva nel gestire
il proprio percorso di apprendimento e nel sostenere con autonomia, il suo
sviluppo professionale e personale. In una formazione di tipo
specialistico, si ritiene indispensabile privilegiare lo stretto
collegamento tra l’apprendere e il “fare esperienza”, dimensioni che
richiedono allo studente di analizzare problemi, concettualizzarli,
sperimentarli con supervisione, costruire progetti. Il ruolo del docente
in un approccio di questo tipo si caratterizza per una funzione
prevalentemente tutoriale, di guida e facilitazione dei processi di
apprendimento degli studenti-professionisti attraverso la definizione
condivisa degli obiettivi da raggiungere e il sostegno nella ricerca delle
strategie formative piu’ idonee per perseguirli. Pertanto i moduli che
compongono il percorso formativo non sono pensati come corsi temporalmente
rigidi costituiti da lezioni d’aula alternati a tirocini nei servizi,
bensi’ come percorsi flessibili costituiti da una momenti di didattica
formale, a studio guidato individuale, ad esperienze di sperimentazione in
contesti ed ambiti scelto per la loro esemplarita’ anche sulla base
degli interessi dello studente. In quest’ottica, e’ da concepire anche
il monte ore di ciascun modulo (da 100 a 250) da intendersi come
quantita’ di lavoro che e’ sotteso all’apprendimento
necessario a
raggiungere gli obiettivi di competenza previsti da quel modulo.
- 2.
Il
progetto formativo si fonda sulla definizione di obiettivi di competenza
che lo studente-professionista dovra’ essere in grado di esercitare al
termine del percorso di studio per agire nell’area operativa di
riferimento. A titolo di
esempio, per la specializzazione in area critica, un obiettivo di
competenza relativo al paziente critico cardiovascolare e’ quello di
“valutare tempestivamente, attraverso l’esame obiettivo del
paziente, segni che identificano situazioni a rischio della vita relativi
a : stato di cocienza, presenza di polsi periferici, pervieta’ delle vie
aree, funzionalita’ respiratoria, colore della cute, dolore toracico,
sanguinamenti post-interventio di radiologia vascolare invasiva”.
- La
definizione degli obiettivi rende visibile concretamente le attivita’
professionali che un operatore deve svolgere per rispondere ai bisogni
sanitari della popolazione. L’insieme di questi obiettivi costituisce il
profilo del professionista da formare e permette di stipulare un contratto
di apprendimento con gli studenti in modo da coinvolgerli nel loro
raggiungimento. L’apporto delle conoscenze disciplinari e quindi dei
docenti, diventa strumentale agli obiettivi da raggiungere e dovrebbe
ridurre il rischio della frammentarieta’ delle conoscenze, della loro
ripetitivita’ e, spesso, della loro scarsa pertinenza.
- 3.
Il
progetto formativo comporta l’utilizzo di validi metodi di valutazione:
un programma che si vuole proporre cosi’ innovativo per essere efficace
non puo’ concludersi con esami tradizionali ma deve adottare un sistema
di valutazione continua e certificativa delle singole competenze in modo
da influenzare la natura dell’apprendimento.
-
- Queste
scelte pedagogiche, se correttamente applicate, ridurranno la distanza tra
momento formativo e momento dell’esercizio professionale consentendo
pertinenza tra le competenze professionali acquisite e le attese di
qualita’ sia dei servizi che dell’utenza.
-
-
- Articolazione
generale del progetto di formazione infermieristica complementare della
federazione IPASVI
-
- Come
gia’ anticipato il percorso si sviluppa attraverso un sistema modulare
articolato in moduli di competenza specifici, moduli di competenza
integrativi e modulo di
competenza specializzante.
- Il
modulo di competenza specifico
offre un percorso formativo di 100-250 ore circa per acquisire competenze
avanzate riferite a specifici problemi di salute della popolazione o a
situazioni assistenziali complesse e peculiari di una determinata area di
specializzazione.
- Esso
consente, a chi l’ha frequentato, l’immediato utilizzo nell’ambito
dell’area specifica di esercizio professionale indipendentemente
dalla possibilita’ o volonta’ di proseguire nel percorso
formativo. Qualora, invece, un infermiere intenda completare il ciclo
formativo fino al conseguimento del titolo di specializzazione, questo
modulo costituisce un credito propedeutico. Si consegue un certificato di
competenza e si puo’ accedere a questo percorso con il Diploma di
Infermiere anche senza maturita’ quinquennale.
- Il
modulo di competenza integrativo
offre un percorso formativo che consente di acquisire competenze avanzate
riferite a situazioni di salute o a tematiche assistenziali trasversali o
comuni a piu’ aree di specializzazione. Il titolo rilasciato e i criteri
di accesso sono uguali a quelli previsti dal modulo di competenza
specifica.
- Il
modulo di competenza specializzante
costituisce l’ultima tappa per il conseguimento titolo di
specializzazione: vi si puo’ accedere documentando i crediti formativi
conseguiti attraverso la frequenza di moduli specifici (per circa 840 ore)
e di moduli integrativi (per circa 360 ore).
- Il
modulo di competenza specializzante si propone di sviluppare competenze
cliniche e metodologiche avanzate per progettare e gestire situazioni
assistenziali complesse tipiche di un’area. Prevede un impegno
complessivo di circa 400 ore e come requisito di accesso il Diploma di
Infermiere con la maturita’ quinquennale. Il titolo conseguito sara’
un certificato di specializzazione nell’area prescelta e costituira’
titolo preferenziale per lavorare in quel settore.
-
-
-
- PROPOSTA
PER LA SPECIALIZZAZIONE IN AREA CRITICA
-
- Definizione
di area critica
-
- Qualunque
struttura, servizio o ambito operativo in cui è necessario mettere in
atto risposte assistenziali tempestive,
intensive, globali e continue a bisogni di salute che si manifestano nella
persona a rischio di sopravvivenza, con elevata instabilità nel
mantenimento delle funzioni vitali, con elevata complessità relazionale.
-
-
- Ambiti
operativi di esercizio dell’infermiere di area critica
-
- Gli
ambiti operativi nei quali si volge prevalentemente l’assistenza
infermieristica specialistica in area critica sono :
- ·
servizi/dipartimenti
di emergenza - urgenza
- ·
servizi
di pronto soccorso ed emergenza territoriale «118»
- ·
reparti
e servizi di anestesia/rianimazione, cure intensive e semintensive
- ·
centri
per il trapianto d’organo
- ·
servizi
di assistenza antalgica
- ·
ospedalizzazione
domiciliare
-
-
- Esempi
di problemi prioritari di salute e dei servizi
-
- PROBLEMI
DI SALUTE
- afferenti
all’area critica
|
-
|
- PROBLEMI
DEI SERVIZI
- di
area critica
|
- ·
patologie
cardiovascolari acute
- ·
insufficienza
respiratoria acuta
- ·
insufficienza
renale cronica in trattamento dialitico
- ·
comi
- ·
politraumi
- ·
….
-
|
-
|
- ·
difficoltà
di integrazione tra servizi molto differenziati e distribuiti sul
territorio - dal 118 ai vari centri di pronto soccorso, alle unità
intensive specialistiche di varie aziende
- ·
difficile
determinazione rapporto costi/benefici
- ·
costosa
manutenzione e rapida obsolescenza di tecnologie complesse
- ·
….
|
-
-
-
-
- SPECIALIZZAZIONE
IN AREA CRITICA
-
-
- Moduli
di competenza specifici
dell’area critica
|
-
|
- Moduli
di competenza integrativi
- (comuni
anche ad altre aree)
|
-
|
- Modulo
- Specializzante
|
-
- Assistenza
Infermieristica nelle
cure intensive generali
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica nella ospedalizzazione a domicilio
|
-
|
- Unita’
di apprendimento del modulo specializzante
- ·
Gestione
- ·
Consulenza
- ·
Formazione
- ·
ricerca
- ·
…
|
- Assistenza
Infermieristica nell’emergenza e nell’urgenza sanitaria
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica in farmacoterapia
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica in anestesia, analgesia e terapia del dolore
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica nelle procedure endoscopiche e diagnostico
terapeutiche invasive
|
-
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica al paziente dializzato
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica chirurgica
|
-
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica nelle cure intensive specialistiche
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica al paziente terminale e cure palliative
|
-
|
-
|
- Assistenza
Infermieristica al paziente critico cardiovascolare
|
-
|
-
|
-
|
-
|
- Tecniche
di perfusione biotecnologie
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
- per
un totale di almeno
- 840 ore
|
- +
|
- per
un massimo di
- 360
ore
|
- +
|
- per
400 ore
|
-
-
- Bibliografia
- (a
cura della) Federazione Nazionale Collegi IPASVI: Linee Guida per un
progetto di formazione infermieristica complementare nelle aree previste
dal DM 739/94. Roma, Marzo 1999
|
|