|
- IL
TRIAGE NEI DIPARTIMENTI DI EMERGENZA
- (ovvero
è possibile definire criteri, validi per tutti i dipartimenti d'emergenza ,
tesi ad annullare gli errori di valutazione nell'accesso dei pazienti ai
dipartimenti d'emergenza?)
-
- IP
AFD Patrizia Leali, IP Sonia Beretti (relatrice)
- SSUEm
Centrale Operativa 118, Spedali Civili (Brescia)
-
- Uno
dei problemi rilevanti di qualsiasi sistema di triage è la valutazione
dell'appropriatezza delle classificazioni: non esiste nessun sistema in
grado di evitare errori ma esistono numerose realtà in cui la percentuale
di errori è elevata ( ad esempio, per quanto riguarda il triage telefonico
l'invio dell'ambulanza in codice rosso è soggetto a percentuali elevate di
sovrastima).
-
- Cosa
si intende per caso appropriato e inappropriato
-
- O'Brien
et al. sostengono che un caso si può definire appropriato per una visita in
un Dipartimento di Emergenza quando insorge un alterazione psico-fisica,
evidenziata esclusivamente da un profano in materia e non meritevole di
visita in strutture diverse dal D.E. (1993)
- Abbuhl
& Lowe (1995) asseriscono che a priori è rischioso definire un caso
appropriato o inappropriato in quanto ogni caso è classificabile solo dopo
valutazione diretta (esempio: sintomi classificati come non urgenti in un
soggetto di venticinque anni, possono assumere carattere di gravità in una
persona di settantacinque anni o in pazienti con altre patologie come il
diabete, l'HIV, ecc.).
-
- Misure
di appropriatezza basate su studi retrospettivi falliscono quando si
considera che medici e infermieri non possono determinare l'urgenza senza
una valutazione diretta.
-
- La
conclusione è che, indipendentemente dai criteri definiti, la definizione
di caso inappropriato varia rispetto al contesto ed alla situazione. Mentre
non ci sono problemi sui casi estremi, esiste una fascia di casi intermedi
che richiederebbe criteri ad hoc.
-
- Qual
è la percentuale di visite inappropriate nei Dipartimenti di Emergenza?
-
- Il
problema non è presente, ovviamente, solo da noi, ma in tutti i contesti in
cui si esegue il triage. Numerosi studi evidenziano la complessità del
problema e la percentuale di visite inappropriate nei Dipartimenti di
Emergenza varia da un 10% ad un 85% a seconda dei metodi applicati.
-
- Dagli
studi fatti si deduce che non esiste un consenso riguardo criteri standard
per la definizione di visita inappropriata nei Dipartimenti di Emergenza.
-
- In
un lavoro di O'Brien et al. (1993) è stato valutato il livello di
concordanza tra la percentuale di appropriatezza e inappropriatezza delle
visite in D.E. con tre diverse modalità di valutazione applicate tutte, in
maniera retrospettiva, ad ogni caso.
- I
tre metodi di valutazione si avvalevano di uno stesso strumento cartaceo
costituito da una lista di novanta domande somministrate agli utenti scelti.
Tali domande raccoglievano dati anagrafici e l'anamnesi remota e attuale
dello stato di salute.
- Durante
il periodo compreso tra Aprile e Maggio 1993 sono stati scelti casualmente
30 giorni di osservazione comprensivi di week-end e giorni festivi.
-
- I
pazienti scelti per lo studio dovevano avere le seguenti caratteristiche:
- ·
pazienti adulti
- ·
accettati tra le h 8 a.m. e le h 12 p.m.
-
- Esclusi
dallo studio furono:
- ·
triage immediato nelle sale intensive
- ·
patologie all'emisoma
dominante
- ·
alterazioni dello stato mentale
- ·
arrivo di pazienti in manette
- ·
utenti di madrelingua non inglese o spagnolo
- ·
errata o insufficiente compilazione del questionario somministrato.
-
- I
tre metodi usati dall’équipe di studio furono:
- metodo triage:
lista di 51 sintomi prestabiliti (ricavati dalla letteratura della Medicina
dell'Urgenza) considerati come sintomi di non urgenza. I sintomi venivano
registrati dall'infermiere di triage e i pazienti che presentavano
all'ingresso nel D.E. uno o più di questi sintomi venivano classificati
come inappropriati.
- metodo explicit:
lista di 10 criteri espliciti che identificavano prestazioni (esempio:
medicazione, radiografie, terapia e.v.). I pazienti che non abbisognavano di
nessuna di queste prestazioni venivano considerati inappropriati per il D.E.
- metodo phys:
i medici del D.E. dovevano rispondere alla domanda retorica: “ Questo
problema poteva essere curato da un altro medico entro le 24 ore senza danno
per il paziente?'' Se la risposta era affermativa la prestazione era
considerata inappropriata.
-
-
- RISULTATI
-
- Delle
1035 cartelle analizzate la percentuale di casi inappropriati è stata:
- Secondo
il metodo Triage: 58%.
- Secondo
il metodo Explicit: 42%.
- Secondo
il metodo Phys: 47%.
- Il
28% risultò inappropriato per tutti i metodi.
-
- Ciascuno
dei metodi citati ed ovviamente la stessa metodologia dello studio avevano
dei limiti.
-
- ·
Essendo uno studio retrospettivo i medici che valutavano le cartelle
non avevano effettuato l'esame obbiettivo del paziente.
-
- ·
Nel metodo Triage la lista dei sintomi non urgenti è insufficiente
- (Es.
la cefalea senza complicanze neurologiche rientra nella lista dei sintomi
non urgenti. Quindi il Triage dei pazienti che presentavano questo sintomo
dava come risultato non urgente o inappropriato. Nella revisione delle
cartelle gli stessi pazienti furono ritenuti dai medici esaminatori come
meritevoli di accertamenti diagnostici o cure immediate nel DE.)
-
- ·
Nel metodo Explicit la lista prestazioni si è rivelata insufficiente
( una stessa prestazione può essere considerata urgente o non a seconda del
contesto in cui viene applicata: Es. RX in seguito a dolore traumatico o RX
in dolore cronico)
-
- ·
Nel metodo Phys la valutazione dei medici poteva essere condizionata
da percezioni personali.
-
- Applicando
diversi protocolli di valutazione ad uno stesso paziente si possono ottenere
risultati non omogenei di appropriatezza e inappropriatezza.
- Da
questo studio emerge la difficoltà di definire in maniera certa come
codificare le prestazioni in appropriate e non appropriate in un
Dipartimento di Emergenza.
-
-
- DERLET
(1995) ha studiato la possibilità di identificare i pazienti non urgenti
con un triage fatto dagli infermieri.
-
- I
criteri per la definizione di caso non urgente erano:
- ·
segni vitali entro specifici range
- ·
presenza di uno dei 50 sintomi non urgenti
- ·
assenza di segni e sintomi importanti all'esame iniziale
- ·
assenza di dolore toracico, addominale, dolore grave
- ·
capacità alla deambulazione
-
-
- In
base a questi criteri, su 176.084 pazienti presentatisi nel Dipartimento di
Emergenza, 31.165 (18%) sono stati definiti non urgenti
- Questi
erano alcuni dei sintomi presentati dai pazienti:
- ·
dolore dorso-lombare
- ·
dolore alle articolazioni
- ·
sintomi di faringite
- ·
prescrizione di ricette
- ·
esantema
- ·
otalgia
- ·
problemi dentali
- ·
mialgia
- ·
tosse
- ·
cefalea
-
- I
pazienti non sono stati visitati nel Dipartimento di Emergenza ma inviati
verso strutture alternative.
-
- L'esame
di triage includeva:
- ·
rilevazione dei segni vitali
- ·
anamnesi dei principali sintomi
- ·
esame obiettivo dell'area interessata ( es: ispezione toracica,
dell'arto ecc..)
- ·
accertamenti diagnostici mirati
-
- A
distanza di 48-72 ore è stato fatto un follow-up telefonico per valutare
gli esiti del caso e la correttezza di valutazione.
- Nonostante
i dati limitati di follow-up (sono stati raggiunti solo il 34% dei pazienti)
i risultati sono stati i seguenti:
- ·
il 39% dei pazienti si è rivolto ad un altro centro nella stessa
giornata
- ·
il 35% ha ricevuto assistenza entro 3 giorni
- ·
il 26% ha deciso di non rivolgersi al medico
- ·
l'1% si è rivolta ad un altro ospedale, sempre per sintomi lievi
-
- Una
prima valutazione consente quindi di identificare pazienti non gravi, anche
se malattie acute e non possono manifestarsi nello stesso modo, per cui
molti sintomi possono avere caratteristiche di appropriatezza per una visita
nel D.E.
-
- Lo
studio Derlet si prefiggeva di:
- ·
stabilire se il triage applicato in un ambito di elevata complessità
quale un D.E., risponde a requisiti di efficienza , efficacia ed economicità.
- ·
valutare la possibilità di inviare pazienti considerati non urgenti
in sedi sanitarie esterne
-
- PROTOCOLLI
E LINEE GUIDA
-
- Confermata
l'utilità e l'importanza di effettuare una selezione dei pazienti, si
evince la necessità di stilare protocolli attraverso l'elaborazione di
criteri predefiniti e condivisi. Il margine di errore nella valutazione
esiste. I protocolli di valutazione devono essere applicati in modo
adeguato e “personalizzato”, devono avere caratteristiche di dinamicità,
nonché permettere un continuo monitoraggio ed una continua valutazione dei
risultati.
- Le
ricerche da noi valutate trovano concordanza su quattro punti:
- il
triage comporta
- ·
la riduzione dei tempi d'attesa
- ·
l'effettuazione di cure mirate e immediate dei pazienti Urgenti
- ·
la maggior soddisfazione degli utenti e degli operatori
- ·
la riduzione dei costi (se non valutati con tecniche codificate
potrebbero trasformarsi in potenziali giornate di degenza).
-
- In
alcuni casi una migliore organizzazione del flusso e del volume dei pazienti
è possibile con una diversa sistemazione della struttura fisica/muraria del
D.E.
- Spesso
vecchie strutture, nate per soddisfare bisogni ed esigenze diverse da quelle
attuali, necessitano di una disposizione alternativa dei locali e un loro
diverso utilizzo, affinché tali locali vengano a facilitare il lavoro dello
staff. Ma questo non è sufficiente.
- Molti
sono i motivi che spingono lo staff di un dipartimento di emergenza a
ricercare dei protocolli/linee guida che aiutino nello svolgimento di tale
delicato e non semplice compito.
-
- Gli
obbiettivi delle linee guida sono:
- ·
uniformare le procedure
- ·
migliorare la qualità del triage
- ·
ridurre i rischi della sotto/sovrastima
- ·
identificare immediatamente i pazienti urgenti
- ·
ridurre i tempi d'attesa
- ·
migliorare la distribuzione del volume e del flusso dei pazienti.
-
- E'
dimostrato che delle linee guida chiare, precise e complete aiutano il
personale di triage a migliorare il proprio processo decisionale riducendo i
rischi di sotto-sovrastima, in virtù del fatto che la decisione personale
è convalidata dal protocollo. Inoltre la classificazione di urgente/non
urgente è seguita da un formale processo di riassegnamento qualora ce ne
fosse bisogno.
- Lo
studio e l'attuazione di esercizi interattivi e la conseguente conoscenza
del proprio valore influenzano la sicurezza nel prendere decisioni; le
relazioni costruttive con i collaboratori influenzano l'efficacia del triage.
- La
collaborazione tra IP di triage e IP di accettazione (delle diverse aree) è
fondamentale per la gestione del grave censimento giornaliero di alcuni
dipartimenti d'emergenza e per la verifica della qualità.
- Il
triage rappresenta per gli IP un ruolo molto impegnativo e stressante per
cui è doveroso fornire dei supporti e dei riconoscimenti.
-
- Caratteristiche
delle linee guida:
- ·
avere contenuti chiari, precisi, completi
- ·
essere facile lettura e non interpretabili soggettivamente
- ·
essere dinamiche
- ·
devono avvallare progetto decisionale del personale
- ·
devono rispondere al progetto del personale
-
- Nei
contesti in cui vengono applicate linee guida (Van Boxel, 1995) i risultati
sono:
- ·
uniformità del personale medico e infermieristico nell'attribuzione
del codice di gravità
- ·
riduzione dei tempi di attesa
- ·
riduzione dei rischi legati alla sotto/sovrastima
- ·
maggior soddisfazione dell'utenza
- ·
riduzione dei costi
-
-
- BIBLIOGRAFIA
- Abbuhl
SB, Lowe RA. The inappropriateness of “appropriateness”. Academic Emerg
Med 1996; 3:189-191
- Derlet
RW, Kinser D, Roy L, et al. Prospective identification and triage of non
emergency patients out of an emergency department: a 5 years study. Ann Em
Med 1995; 25: 215-223
- Derlet
RW, Kinser D. The emergency department and triage of nonurgent patients. Ann
Emerg Med 1994; 23: 377-378
- O'Brien
GM, Shapiro MJ, Wooland RW, et al. “Inappropriate” Emergency Department
use: a comparison of three methodologies for identification; Academic Emerg
Med 1996; 3: 252-257
- VanBoxel
A. Improving the triage process. JEmerg
Nurs 1995; 21: 332-334
-
|
|