Quel filo di speranza tra eutanasia
e umanizzazione …
Elio Drigo. "Editoriale" Scenario 3 (2006): 3-3
Il non corretto rapporto tra sonno/veglia rappresenta per i pazienti della Terapia Intensiva (I.C.U.) una rilevante problematica: numerosi, infatti, sono gli studi che hanno cercato di interpretare il disagio degli ospiti in queste strutture.
La deprivazione del sonno ha cause multifattoriali, da ricercare nella patologia di base che ha portato al ricovero, le cure a cui è sottoposto, la presenza o meno di dolore, la struttura/tecnologia del reparto, l’attenzione o meno del personale rispetto al problema.
Il non corretto intervento nella cura del ritmo circadiano può portare al paziente problematiche che comportano l’aumento della degenza, lo sviluppo di patologie psichiatriche (psicosi da I.C.U.), un periodo di guarigione prolungato.
Parole chiave: Terapia Intensiva, Sonno, Ritmo Circadiano, Disordini del sonno.
Gian Domenico Giusti,Federica Piergentili, Sandra Sansolino,Elena Cossio. "“Sonno/veglia” in terapia intensiva: definizione del problema, problematiche assistenziali, implicazione per il paziente" Scenario 3 (2006): 6-12
Tra le metodologie di apprendimento, il laboratorio didattico è molto diffuso per l’acquisizione di abilità pratiche (skills). Si è quindi ricercato la letteratura di riferimento che analizza questa metodologia e si è provveduto ad una revisione della bibliografia per confrontare le
esperienze e gli studi inerenti: il laboratorio si conferma uno strumento gradito agli studenti, che risponde alle esigenze di esercizio pratico senza l’ansia di agire sulla persona reale. Non ci sono però studi che confermino che il laboratorio possa migliorare le abilità pratiche nell’ambiente reale della clinica.
Parole chiave: Skills, Abilità pratiche, Laboratorio didattico.
Maria Benetton. "L’acquisizione di abilità (skills) pratiche attraverso l’apprendimento in laboratorio" Scenario 3 (2006): 13-16
La razionale applicazione del Triage extra ospedaliero in caso di maxiemergenza costituisce l’atto di soccorso che crea uno spartiacque fra “il più grande bene al più alto numero di persone”(Jeremy Bentham, fondatore dell’utilitarismo inglese, 1748-1832) e il soccorrere basandosi sulla buona volontà e la libera iniziativa ossia creare un profondo divario fra l’improvvisazione virtuosa (frutto di un adeguata preparazione e conoscenza della materia) e l’improvvisazione casuale (frutto di una scarsa o nulla pianificazione e conoscenza delle dinamiche degli incidenti di massa).Obiettivo: riportare le principali evidenze scientifiche della medicina dei disastri inerenti agli Algoritmi di Triage applicabili in caso di maxi emergenza, nello specifico quali si sono distinti per specificità, sensibilità, applicabilità dei criteri utilizzati per la categorizzazione delle vittime e quindi capire se esiste un Triage che colga appieno l’aforisma di Jeremy Bentham. In secondo luogo si è cercato di fare una fotografia della situazione italiana in merito alla preparazione,
pianificazione e conoscenze degli strumenti e dei mezzi per categorizzare le vittime in caso di disastro da parte delle C.O. 118.
Strumenti e metodi: è stata effettuata una ricerca su Medline attraverso Pubmed inserendo le seguenti parole chiave: disaster triage , mass casualty incident, disaster planning, Triage tools, Prehospital triage, Triage, Disaster management, Triage system, Emergency medical services: i limiti imposti sono stati la “disponibilità degli abstract”, “letteratura medica ed infermieristica
degli ultimi 10 anni” e la lingua “Inglese, Tedesco, Italiano, francese”. Per una ulteriore e approfondita ricerca si sono consultati su web i principali siti internet di specifica trattazione
medicina dei disastri con l’ausilio dei motori di ricerca Google e Msn. Risultati: la ricerca di dati, evidenze, elementi che possano dare un margine di certezza su quale algoritmo di Triage sia maggiormente indicato utilizzare per una gestione ottimale in
caso di Mass Casualties Incident rispetto ad altri in termini di sensibilità e specificità, non ha portato ad un risposta soddisfacente ed esaustiva. Ancora tanto deve essere fatto in termini di
produzione di evidenze per quanto riguarda la scelta dei discriminatori, dettata soprattutto da evidenze scientifiche in termini di validità e coerenza applicativa per la categorizzazione
delle vittime e la difficoltà sia organizzativa sia etica, per poter sperimentare e testare più algoritmi di triage in caso di reale maxi emergenza.
Parole chiave: Disaster triage, Mass casualty incident, Disaster planning, Triage tools,
Prehospital triage, Triage, Disaster management, Triage system, Emergency medical services
Maria Turchetti. "DISASTER TRIAGE: “Il più grande bene per il più alto numero di persone”" Scenario 3 (2006): 18-32
Definizione: si definisce stravaso l’accidentale infiltrazione di un liquido o un farmaco dal sito della venipuntura al tessuto sottocutaneo circostante. Lo stravaso dei farmaci antineoplastici
è una complicanza rara ma rilevante, principalmente per la possibilità di causare necrosi dei tessuti, infezioni, danni ai tendini e nervi circostanti la zona di stravaso e a volte ritardi nella prosecuzione dell’iter terapeutico. L’incidenza di stravasi da vene periferiche è stimata fra lo 0.1% e il 6.5%. È essenziale che coloro i quali sono coinvolti nella somministrazione di farmaci antineoplastici abbiano adeguate conoscenze e un adeguato training. Ciò può garantire la riduzione al minimo del rischio di stravaso e un appropriato intervento nell’eventualità che quest’ultimo si verifichi.
Obiettivo: individuare nella letteratura scientifica esistente le migliori evidenze in merito alla prevenzione ed al trattamento (non chirurgico) degli stravasi dei farmaci antineoplastici.
Materiali e metodi: la ricerca è stata effettuata attraverso Internet, consultando banche dati di linee guida, banche dati primarie e secondarie, siti di Istituti per l’EBN e EBM e siti delle riviste
biomediche. Sono stati considerati gli articoli di cui si è potuto visionare l’abstract, per una iniziale valutazione, e poi il full-text per una valutazione completa. Oltre che la disponibilità
del full-text altri limiti utilizzati nella ricerca sono stati: studi che riguardassero il genere umano e studi pubblicati negli ultimi 5 anni, ovvero dal 1998 a tutt’oggi (per garantire l’aggiornamento delle informazioni recuperate). Risultati: in base alla revisione della letteratura recuperata sono state catalogate raccomandazioni
sia per la prevenzione che per il trattamento degli stravasi, sono stati individuati gli antidoti farmacologici e le modalità della loro applicazione. Infine è stata redatta una "flow-chart" di facile consultazione che riassume gli interventi da mettere in atto in caso di stravaso.
Parole chiave: Antineoplastic Agents-adverse Effects; Extravasation of Diagnostic and Therapeutic Materials-etiology, Prevention and Control
Francesca Bernagozzi, Giuseppina Rocchi,Elena Rostagno. "Prevenzione del trattamento (non chirurgico) degli stravasi dei farmaci antineoplastici" Scenario 3 (2006): 34-39