28° Congresso Nazionale Aniarti
Bologna, 25-27 Novembre 2009
Infermieri e la questione del limite:
Osservazioni, interrogativi e proposte su:
* l’assistenza infermieristica, * la persona in situazione critica, * il sistema per la salute.
Un altro congresso Aniarti su temi cruciali,
su aspetti in cui gli infermieri devono riuscire ad incidere e cambiare le cose.
Ci interrogheremo sul senso dell’attuale situazione delle cure per la salute e la vita,
su un apprezzamento reale della tecnologia e su un suo contenimento razionale,
sulla collocazione dell’assistenza infermieristica in questo quadro,
sulla necessità di proporre alternative ai troppi non-sensi che
non fanno parte del paradigma infermieristico e non condividiamo.
Chiederemo agli infermieri
esperienze, ricerche, proposte formative ed organizzative, riflessioni sull’etica.
Cercheremo contributi della società e della politica come convivenza.
Prepariamo assieme il nostro congresso Aniarti 2009!
Le ragioni di questo congresso Aniarti, un congresso degli infermieri di area critica su un pensiero controverso e in cerca di risposte urgenti.
Noi, viviamo il dramma di doverci dare dei limiti nell’assistere nelle situazioni di criticità.
Dobbiamo però riconoscere la stessa situazione anche in termini di privilegio.
Privilegio, perché il problema giunge solo alla fine di un percorso. Infatti, grazie alla grande quantità di risorse disponibili, ci è stato consentito di scegliere fra le molte soluzioni dei problemi di salute e sopravvivenza e di arrivare consapevolmente fino al limite.
Dramma perché la consapevolezza evidenzia l’impotenza finale rispetto all’esito e spesso anche rispetto a soluzioni intermedie, non praticate per i conflitti scomodi che generano in coloro che li dovrebbero gestire.
Perché ci troviamo in questo stato delle cose?
Mille vicende, situazioni, accadimenti dell’evoluzione della comunità umana non sono frutto di un preciso disegno condiviso e guidato. Troppo imprevedibile e complesso da guidare per chiunque.
Piuttosto, sono il risultato della irrefrenabile inclinazione dell’uomo ad andare avanti in ogni campo e guardare/volere sempre oltre.
Ma adesso, e l’area critica è probabilmente la sintesi più evidente e drammatica, l’ostacolo da superare non è solo una nuova conoscenza da acquisire o un nuovo strumento da costruire. Adesso la smania di andare oltre (usando risorse e mezzi che ce lo consentirebbero – e di fatto stiamo già usando) con tragica evidenza finisce per decidere sull’uomo, i suoi diritti, la sua dignità, reprimendoli. Con ciò palesemente contravvenendo al percorso filosofico e civile faticosamente costruito nei secoli.
In area critica, la scienza applicata e gli strumenti disponibili, oltre ai loro indubitabili vantaggi, depongono anche le loro possibili conseguenze di dolore e sofferenza su persone vere, non su vite biologiche di laboratorio. Conseguenze troppo spesso incontrollabili da chi le subisce.
La questione del limite, al punto in cui è arrivato oggi, diventa un interrogativo per tutti:
- i cittadini che, spesso inconsapevolmente, richiedono soluzioni impossibili generando situazioni esasperate;
- le istituzioni, che devono contenere gli enormi assorbimenti di risorse;
- la scienza, che deve porsi finalmente, non solo il problema di andare oltre, ma anche quello di prevedere tutte le possibili conseguenze dell’applicazione delle proprie scoperte: troppo tragicamente irresponsabile e rischioso pretendere solo mano libera;
- i professionisti, che devono saper coniugare le conoscenze scientifiche proprie più avanzate, con le risposte di maggiore beneficialità alle situazioni di necessità delle persone. E questo, forse, è lo snodo più complesso, perché richiede un rigore ed un equilibrio molto difficilmente raggiungibile, ma da perseguire con continuità.
Questo però è il compito assegnato all’oggi, a cui non possiamo sottrarci.
E siamo qui a rileggere la storia, ad osservare e riflettere, a trarre delle conclusioni per delle proposte concrete. Sta a noi fare questi passi, imparare a prendere decisioni per l’oggi.
Risposte che riescano a fare tesoro dell’esperienza umana fin qui percorsa, ma che aprano una finestra su un futuro che è iniziato, radicalmente diverso da tutta la storia precedente.
Gli infermieri di area critica, per il ruolo che svolgono, devono rendersi consapevoli della funzione avanzata e dirompente che hanno e dovrebbero assumere pienamente rispetto a questi temi.
La vicinanza costante ed intima con le vite vere ai loro limiti estremi, rappresenta la visuale maggiormente oggettiva sul punto in cui la potenza delle scienze si scarica sulle esistenze di persone e vi concentra tutte le conseguenze, positive ma anche negative.
Assistere significa prendersi cura delle persone e pertanto, in questi contesti, anche proteggerle rispetto alle conseguenze negative della scienza e delle smanie di potenza.
Il limite deve diventare dunque, una risorsa, un fattore di ripensamento radicale e rinnovamento.
La necessità, evidente, del limite deve indurre la consapevolezza di recuperare l’assistenza rispetto alla terapia.
La necessità di recuperare la saggezza di fronte alla catastrofe (morte/malattia) quando palesemente inevitabile.
Per gli infermieri di area critica, insieme:
Un ritorno al reale, oltre le illusioni, recuperando, diffondendo e sottolineando le esperienze vissute dalle persone vere nei servizi per la salute ma sconosciute e spesso volutamente nascoste.
Il limite esiste: è urgente riaffermarlo.
Gli infermieri possono farlo.