Inserita da Amministratore, il 14/06/2012
Continua a leggere questo articolo o scarica il documento in pdf Gli infermieri dell’Aniarti – Associazione nazionale infermieri di area critica – in relazione al
Documento“Bozza di Accordo, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 28 agosto 1997, n. 281, tra Governo e
Regioni e Provincie Autonome di Trento e Bolzano, recante ridefinizione implementazione e
approfondimento delle competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere e
dell’infermiere pediatrico”, ed al testo denominato “Evoluzione della professione infermieristica.
Aree di competenza-responsabilità nei nuovi scenari sanitari e socio-sanitari – Bozza del Tavolo di
lavoro Regioni-Ministero (revisione dei profili di competenza dell’infermiere)” nonché agli “Allegati”
relativi, esprimono la propria posizione,per i seguenti motivi:
Posizione degli infermieri di area critica – Aniarti
Gli infermieri dell’Aniarti – Associazione nazionale infermieri di area critica – in relazione al
Documento“Bozza di Accordo, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 28 agosto 1997, n. 281, tra Governo e
Regioni e Provincie Autonome di Trento e Bolzano, recante ridefinizione implementazione e
approfondimento delle competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere e
dell’infermiere pediatrico”, ed al testo denominato “Evoluzione della professione infermieristica.
Aree di competenza-responsabilità nei nuovi scenari sanitari e socio-sanitari – Bozza del Tavolo di
lavoro Regioni-Ministero (revisione dei profili di competenza dell’infermiere)” nonché agli “Allegati”
relativi, esprimono la propria posizione,per i seguenti motivi:
- il “Documento” non espone chiaramente una sua finalità. Le premesse (la descrizione del
contesto) non sono coerenti con la tipologia complessiva della figura di infermiere che promana
dall’insieme combinato dei testi presentati (base ed allegati);
- la figura di infermiere che risulta ed a cui viene fatto riferimento, è sostanzialmente esecutiva, pur
con l’attribuzione di alcune abilità e responsabilità personali particolari, ma che non possono
essere considerate caratterizzanti la professionalità;
- gli infermieri dell'associazione Aniarti non considerano accettabili tali concezioni e posizioni.
La visione che sostiene l’intero documento pare recuperare una logica mansionariale, che era
stata definitivamente abbandonata, anche perché non si addiceva ad un’ottica professionale
finalizzata all’esercizio di una funzione complessa come quella infermieristica.
Una tale impostazione sembra contraddire le norme che finora hanno regolato la professione
infermieristica (primariamente: DM 739/94, L. 42/99 e L. 43/06 ed altre), che riflettono l’esperienza
maturata dalla professione nei decenni precedenti.
Nel nostro Paese le norme esistenti che regolamentano la professione infermieristica
rappresentano una visione innovativa rispetto al passato e gli infermieri desiderano che vengano
almeno applicate ed implementate nel loro complesso: alcune parti di queste non sono attuate
ancora dopo molti anni.
Nel documento si pone l’accento prevalentemente sulle attività esecutive dell’infermiere, su quelle
legate alle procedure, alle tecnologie e ad alcuni degli aspetti organizzativi, mentre vengono
sottovalutati, se non esclusi da considerazioni significative, alcuni aspetti scientifico disciplinari,
giuridici e relazionali relativi alla capacità di attuare funzioni autonome della cui certificazione
risponde a pieno e rispetto ai quali la funzione dell’infermiere è fondamentale.
Isolare l’aspetto delle tecnologie di utilizzo specifico rappresenta solo una parte dell’assistenza e
comunque funzionale alle competenze concettuali dello specifico disciplinare dell’infermiere.
L’Aniarti ritiene che siano invece, assolutamente maturi i tempi, e sia opportuno anche alla luce
della situazione economica e sociale particolarmente delicata del nostro Paese, per delineare
finalmente con chiarezza la figura dell’infermiere clinico specialista e per riconoscere e, di
conseguenza, adottarne anche formalmente nelle singole strutture, la valorizzazione appropriata
delle competenze.
E’ necessaria ed urgente la definizione su base perlomeno nazionale, di un infermiere specialista
clinico, che sia reso capace di fornire risposte assistenziali avanzate alle persone malate e che sia
in grado di interagire in contesti complessi con gli altri professionisti, le organizzazioni e le
istituzioni. Il percorso formativo specifico deve rispondere a queste esigenze.
In merito alle sedi della formazione, l’Aniarti afferma il convincimento che le specializzazioni
dell’infermiere devono avvenire nel luogo che da sempre è stato concepito per la formazione dei
professionisti, ovvero nell’Università e che a livello regionale e/o locale possono essere tenuti solo i singoli percorsi atti a gestire aspetti specifici dell’esercizio professionale, che non toccano il
core della professione, ma intervengono esclusivamente sugli aspetti applicativi legati
all’evoluzione di singole tecniche, metodologie ed organizzazioni.
L’Aniarti è ,da subito, disponibile a contribuire e a partecipare alla definizione del core-curriculum
della formazione specialistica dell’infermiere per l’assistenza nell’area critica.
Si ritiene inoltre, non secondario sottolineare l’importanza di mantenere l’espressione “area critica”
nella definizione dell’infermiere specialista che si occupa dell’assistenza al malato in situazione di
criticità vitale in atto o potenziale ed in qualunque contesto. Tale espressione infatti, è stata l’unica
che finora ha consentito di ricondurre l’attenzione sulla centralità della situazione della persona
malata, come ottica curativo-assistenziale tipicamente infermieristica (e sempre di più esigita dalle
persone) alternativa alla tradizionale centralità data invece ai settori clinico-organici, che hanno
contribuito non poco ad una visione organicistica e non olistica delle persone oltre che dell’idea
stessa di salute.
La complessità del servizio per la salute ed i cittadini evoluti, non possono trovare oggi risposte
accettabili e razionali da ulteriori norme-tampone, palesemente inadeguate e disorganiche rispetto
alle necessità, tanto più se riguardanti una sola professione senza un contemporaneo intervento
sull’insieme delle professioni stesse.
L’urgenza sorge anche dall’evidenza di dover mettere mano ad un confronto senza pregiudizi e ad
un’integrazione vera tra le professioni, superando definitivamente il fantasma della centralità del
medico, che in ogni circostanza in cui si affrontano problemi sanitari, finisce per indurre la
deviazione delle scelte operate dai fini propri del mandato sanitario. Anche nel documento che
origina questa posizione dell’Aniarti, se pur non citata esplicitamente, questa visione traspare in
alcune affermazioni. Ma altro è l’agire sanitario in considerazione delle priorità cliniche vitali, ed
altro è che da questo si faccia automaticamente derivare che, in ogni circostanza, il ruolo-guida
debba necessariamente essere di competenza medica. Oggi, è di tutta evidenza che molte
decisioni in sanità devono essere prese dopo una condivisione reale delle competenze e delle
responsabilità.
Gli infermieri italiani nel loro insieme hanno sempre cercato di porre il cittadino e l’interesse della
collettività al centro di ogni loro scelta e anche l’Aniarti ha sempre privilegiato questa linea.
La riduzione delle risorse sta condizionando tutte le scelte pubbliche che riguardano i problemi di
salute a qualunque livello. Ciò significa che se il sistema ha bisogno di cambiare, anche tutti i
professionisti devono rimettersi in gioco e ripensare il proprio ruolo.
Gli infermieri intendono contribuire ,innanzitutto, con l’evoluzione delle proprie competenze e ne
hanno anche già dato prova.
La responsabilità che ci pare irrinunciabile è quella di contribuire ad un’evoluzione anche
dell’intera professione e del sistema, tale che sia legata non soltanto alle esigenze delle categorie
professionali, ma realmente attinente alle rinnovate esigenze delle persone.
Per l’Aniarti, il Presidente
Rapallo, 10 giugno 2012